quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

shiloh ha scritto:
Joblack ha scritto:
Dimmi quando in questi 20 anni il PD se ne sia fatto carico ..... mai!

il PD è stato creato il 14 ottobre 2007...

http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Democratico
Beh su amico mio, non sottilizziamo.

I Ds+Margherita non erano gli stessi del PD?
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:
shiloh ha scritto:
Joblack ha scritto:
Dimmi quando in questi 20 anni il PD se ne sia fatto carico ..... mai!

il PD è stato creato il 14 ottobre 2007...

http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Democratico
Beh su amico mio, non sottilizziamo.

I Ds+Margherita non erano gli stessi del PD?

io non sottilizzo :
a mele rispondo mele.
(o a cuori rispondo cuori se vi piace il Bridge)
plain and simple sir.

aggiungo anche che non essersi accorti della "pulizie di primavera" che il PD ha fatto con queste primarie,
è tipico di chi vuol fare di ogni erba un fascio.

la legge sul conflitto di interessi sarà una delle cose che IBC farà nei primi 100 giorni di governo.

http://qn.quotidiano.net/politica/2012/ ... eggi.shtml

e quanto sopra mica lo dico perchè io voterò PD perchè sapete che voterò SEL,
ma solo perchè è giusto dire le cose come stanno.

prima di accusare Bersande di NON fare le cose che ha promesso,
gli va data la possibilità di governare...sennò siamo ai processi alle intenzioni:
roba da bar dello sport insomma...
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

D'accordo sulle pulizie (leggi: primarie) del PD. Questo mi sembra un argomento valido.

Peccato che si siano fermate a metà ;)
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:D'accordo sulle pulizie (leggi: primarie) del PD. Questo mi sembra un argomento valido.

Peccato che si siano fermate a metà ;)

solito ritornello della sinistra perfezionista...che proprio per quello va sempre a finire all'opposizione,
quando non fa cadere governi di csx o quando addirittura resta fuori dal parlamento.

hanno pulito.

c'è chi ritiene che avrebbero dovuto pulire "più a fondo",

c'è invece chi ritiene che la prossima volta avranno meno sporcizia da rimuovere.
lucfig
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da lucfig »

Luis Wallace ha scritto:
lucfig, come hanno già scritto altri, volente o nolente saranno loro gli interlocutori con cui aprire dei tavoli nel prossimo governo.
....
Saranno loro, perchè a differenza di altri, rappresentano ceti e istanze che a noi non piacciono, ma lo fanno all'interno "dell'arco parlamentare", e con senso del momento che viviamo. Casini e lista monti sono gli unici interlocutori con cui ci si può confrontare su temi come, giusto per esemplificare, riforma PA, riforma parlamento, giustizia, legge elettorale.
....
Ti Sbagli!
Non solo i soli. Ci saranno pure il PDL, Lega, M5S e forse RC

Ora, sulla legge elettorale perché le istanze del M5S sono da scartare?

E sono più vicine al PD che al UDC, visto che sono molto simili alle regole del PD.

Analogo sulla giustizia.
Le istanze del M5S e di RC sono molti vicine a quelle del Pd rispetto al UDC.

E la riforma della PA?
Siamo d'accordo che con Monti si ha "la stessa lunghezza d'onda" rispetto ad altre forze politiche? Oppure ci sono forze che Monti vorrebbe "tagliare" che sono simili a quelle auspicate dal PD (almeno dalla base)

Abbi pazienza ... il tuo discorso non regge.
E' una porcata. Cibo per merli.

Credo invece che Bersani voglia dire alle lobby: state tranquilli, non si toccano i vostri diritti, grantisce Monti! .... e l'ombrello di Atlan va sempre verso l'operaio o il pezzente!
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie – 72
Cronaca di un affondamento – 21

La truffa forever - 3


1. MENTRE IL MONTE DEI PACCHI DI SIENA AFFONDA IN BORSA (-5,3%), IL CASO MUSSARI RISCHIA DI TRAVOLGERE L’INTERO SISTEMA BANCARIO, COMPRESA BANKITALIA, DOVE A VIGILARE NEL 2009 C’ERANO L’ATTUALE PRESIDENTE RAI TARANTOLA E MISTER BCE MARIO DRAGHI –

2. PD DA RIDERE: “PROPORREMO LA STRETTA SUI DERIVATI”. SERVIREBBERO PIUTTOSTO CHE MAI PROFONDE RIFORME. MA NEL PAESE DEL "CRONY CAPITALISM", IL "CAPITALISMO DEI COMPARI" SENZA CAPITALI, E DELLA POLITICA FATTA DA SEGRETARI DI PARTITO E LEADER FIGLI E PORTATORI DI QUELLO STESSO ‘’CRONYISM’’, DI SICURO NON NE ARRIVERANNO –

3. QUALI "MANINE" O "MANONE" HANNO SAPIENTEMENTE ORCHESTRATO TEMPI E MODI DELL'USCITA DEI DOCUMENTI CHE, DI SICURO, ERANO BEN NOTI DA TEMPO A UNA VASTA PLATEA? –

4. ALL'INTERNO DEL MONTE DEI PAZZI DI SIENA E' IN CORSO UNO SCONTRO TRA PIÙ ANIME PER IL CONTROLLO DELL'ISTITUTO E DEL GRUPPO (O, PER DIR MEGLIO, DI CIO' CHE RESTA TRA TANTE MACERIE) E A QUALCUNO DI CERTO QUESTE SCOPERTE HAN FATTO COMODO -


1 - MPS: IN BORSA CEDE OLTRE IL 5%, SCAMBI 'BOOM' SU 3% CAPITALE
(AGI) - Sempre deciso il calo in Borsa per Mps a fine mattinata: maglia nera sul paniere Ftse Mib, il titolo dell'istituto perde il 5,33% a 0,26 euro per azione e annulla cosi' i guadagni accumulati con il rally di inizio anno. Scambi vorticosi, con oltre il 3,4% del capitale sociale passato di mano in meno di tre ore e volumi gia' superiori alla media giornaliera dell'ultimo mese. Il titolo, nel pieno della tempesta sui derivati e dopo l'addio all'Abi dell'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, non e' riuscito a fare prezzo in avvio di seduta ed e' entrato in contrattazione dopo mezz'ora di sospensione.

2 - MPS: MINA DERIVATI, FONDAZIONE VERSO AZIONE RESPONSABILITA'
(ANSA) - La Fondazione Montepaschi di Siena presieduta da Gabriello Mancini valuterà un'eventuale azione di responsabilità ai danni della precedente gestione per lo scandalo derivati che ha travolto l'istituto. E' quanto si apprende da fonti vicine all'ente, primo azionista della banca senese.
In particolare, l'azione verrà valutata non appena saranno disponibili tutti gli elementi e la dinamica dei fatti nonché l'effettivo impatto sui conti della banca, viene precisato. Un'analisi puntuale sullo stato dell'arte dell'esposizione su strumenti 'tossici' sarà fornito alle Autorità di vigilanza e al mercato entro metà febbraio, in occasione del Cda chiamato a esaminare la struttura del portafoglio titoli e derivati.

3 - MPS/ PRESIDENTE PROVINCIA SIENA: VALUTIAMO AZIONE RESPONSABILITÀ
(TMNews) - A carico degli ex dirigenti di Banca Mps, la Provincia di Siena, che nomina 5 membri nella Deputazione generale della Fondazione, sta valutando la possibilità di "azioni di responsabilità". Lo afferma Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena.
SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA
''Le ripetute indiscrezioni che si susseguono da giorni sulle ipotesi di operazioni finanziarie irregolari, realizzate da Banca Mps tra il 2008 e il 2009 e che oggi scaricano sull'azienda pesanti conseguenze negative sul fronte economico, finanziario e patrimoniale - scrive Bezzini - impongono che sia fatta presto la massima chiarezza sulla vicenda e sulle eventuali responsabilita'''. "Il mio auspicio - conclude il presidente della Provincia di Siena - e' che sia fatta al piu' presto la massima chiarezza e siano valutate tutte le possibili azioni da intraprendere a tutela della Banca, compresa un'eventuale azione di responsabilita'''.
4 - MPS: FT, BANCA LOTTA PER MANTENERE INDIPENDENZA DA GOVERNO
(ANSA) - Dopo essere sopravvissuta all'invasione napoleonica e a due guerre mondiali, il Monte dei Paschi di Siena "sta lottando per mantenere la propria indipendenza dal governo" in quella che si presenta come "la più grande sfida dei 500 anni di storia della banca". Questo scrive oggi il Financial Times prendendo in esame la spinosa vicenda dei derivati in cui è coinvolto l'istituto senese.

Proprio ieri, scrive il Ft, è emerso che Mps dovrà contabilizzare una perdita da 220 milioni nei suoi risultati annuali a causa di alcuni vecchi derivati collegati all'ampio portafoglio di titoli di stato in suo possesso. Contattato dal Financial Times prima di quest'ultima doccia fredda, l'ad Fabrizio Viola si era detto "convinto che lo Stato non ha intenzione di prendere una quota". Viola aveva quindi ribadito che "E' stato fatto tutto per evitarlo. Nessuno di noi due vuole che questo sostegno si trasformi in partecipazione azionaria. Useremo l'ultima goccia del nostro sudore per vedere che ciò non accada".
Il Ft ricorda tra l'altro che Mps ha riportato una perdita di 1,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2012 e che un ritorno all'utile non è previsto prima del 2015. Questo, spiega, ha suscitato i timori tra gli analisti che la banca potrebbe non essere in grado di ripagare i bond statali, aprendo così alla prospettiva che il Governo italiano possa trovarsi costretto a prendere una quota nell'azionariato della banca senese.

5 - PD, PROPORREMO A GOVERNO STRETTA SUI DERIVATI
(ANSA) - "In linea con quanto fatto in questi 5 anni, il Pd al governo porterà una vera e propria stretta sull'utilizzo dei derivati, in particolar modo su quelli usati come mezzi surrettizi di finanziamento. Una battaglia che abbiamo condotto, come tutti gli osservatori possono verificare, con grande determinazione sia per quello che riguarda l'impatto sui conti economici delle banche, sia per gli enti locali, per i quali l'uso dei derivati è oggi vietato grazie alla nostra iniziativa".
Lo afferma Francesco Boccia del Pd. "La verità - continua Boccia - è che ciò che oggi è purtroppo ancora in vigore, lo è grazie alla copertura politica dell'asse Pdl-Lega che su questo ha incontrato anche un ingiustificabile sostegno da parte dell'attuale governo Monti. Serve una stretta anche sull'utilizzo da parte di banche e privati: il contesto europeo e globale la rende sempre più indispensabile ed è del tutto evidente che solo con il centro sinistra si potrà arrivare a questa soluzione".


6 - MUSSARI, ALTRO CHE ABI: DIETRO LE DIMISSIONI CI SONO LE PERDITE SEGRETE, LA POSIZIONE GIUDIZIARIA E L'IMMAGINE DELL'INTERO SISTEMA BANCARIO

Josif Brodskij

Dietro le dimissioni di #Mussari dalla presidenza dell' #Abi - di per se' un fatto più unico che raro - c'e' ben di più che il rispetto formale dovuto all'Associazione bancaria e ai suoi iscritti. La posizione dell'ex uomo azienda di #Mps (e della sua #Fondazione ) era divenuta insostenibile per una pluralita' di fattori.
Innanzitutto per l'impiego di capitali pubblici per salvare la banca senese dal tracollo: con la scoperta delle operazioni di swap delle perdite degli esercizi precedenti, tenute fuori bilancio e presumibilmente mai comunicate ne' alla Vigilanza di Banca d'Italia ne' al Tesoro, il conto per i contribuenti italiani sara' sicuramente destinato a crescere. Secondariamente, per la posizione giudiziaria di Mussari stesso che - presumibilmente - e' destinata ad un rapido aggravamento.

Infine per l'immagine del sistema finanziario del Paese che esce fortemente danneggiata: ieri le agenzie finanziarie rimbalzavano per il mondo lo scoop del Fatto Quotidiano (al quale e' lecito immaginare seguiranno altre rivelazioni) che inevitabilmente colpisce la credibilita' della Vigilanza di Banca d'Italia all'epoca dei fatti emersi, dunque il ruolo di Anna Maria #Tarantola , attuale Presidente della #Rai.
Vedremo se le polemiche finiranno per coinvolgere indirettamente (com'e' probabile, in un Paese che ha il gusto amaro del cupio dissolvi) anche i Governatori che si sono succeduti a Palazzo Koch dall'epoca dei fatti a oggi, tra cui l'attuale inquilino dell'Eurotower di Francoforte, il numero uno della #Bce, Mario #Draghi.
A uscire malmessa poi e' la politica nazionale, di destra e di sinistra: quella di sinistra perche' #Mps, sia a livello locale che nazionale, e' sempre stata "banca di riferimento" del Pds-Ds-Pd; quella di destra perche' chi ha strutturato il salvataggio dell'istituto con i famosi bond e' l'ex ministro #Tremonti.
Possibile che alle istituzioni che hanno investito miliardi di euro dei contribuenti (una mossa obbligata, va detto, per evitare il tracollo del sistema Paese) non fosse passato per la mente che, prima di dar corso alla loro operazione, era bene acquisire ogni informazione utile sullo "stato di salute" dei beneficiari?

Ma non basta: la scoperta di questi documenti "segreti" di #Mps arriva in una fase turbolenta della vita nazionale e finira' inevitabilmente per essere usata come arma politica nella campagna elettorale. Sin dai titoli dei giornali in edicola stamattina: attendiamo la rassegna stampa sul "Giornale" e su "Libero". Forse anche in quella per la futura elezione del Presidente della Repubblica.
C'e' poi da domandarsi quali "manine" o "manone" abbiano sapientemente orchestrato tempi e modi dell'uscita dei documenti che, di sicuro, erano ben noti da tempo a una vasta platea di soggetti. All'interno di #Mps e' in corso uno scontro tra più anime per il controllo dell'istituto e del gruppo (o, per dir meglio, di cio' che resta tra tante macerie) e a qualcuno di certo queste scoperte han fatto comodo.

All'esterno poi c'e' chi sicuramente aspetta di capire se un concorrente (il terzo gruppo creditizio nazionale) si indebolira' ancora di più: in una fase di crisi acutissima del credito fa comodo che la torta del business bancario, rimpicciolita e in futuro ancor meno ampia, sia suddivisa in un numero calante di fette. Vedremo se l'istituto sapra' sopravvivere autonomo.
Di sicuro questo scandalo riservera' altri colpi di scena. Di sicuro getta - e non da solo, visto che e' stato preceduto da un'ampia serie di vicende: come non ricordare quelle delle tentate scalate ad Antonveneta - un nome che ricorre - e a Bnl, solo per citarne due, o il crack di Italease, o le vicende fiscali di Intesa Sanpaolo e di UniCredit, o le indagini su Banco Desio? - un'ombra inquietante sui meccanismi di controllo e di verifica interni ed esterni alle banche italiane (amministratori indipendenti, sindaci, societa' di revisione, Vigilanza) la cui efficienza esce a pezzi.
Servirebbero più che mai profonde riforme. Ma nel Paese del "crony capitalism", il "capitalismo dei compari" senza capitali, e della politica fatta da segretari di Partito e leader figli e portatori di quello stesso cronyism, di sicuro non ne arriveranno.


[23-01-2013]





MONTE PASCHI SIENA NELLA BUFERA
Scandalo derivati, titolo Mps in caduta

Mussari lascia l'Abi travolto dalla vicenda dei contratti «segreti» firmati quando era a capo della banca
La Fondazione verso l'azione di responsabilità contro il manager.
Le azioni in Borsa perdono il 7%
La lettera di dimissioni (pdf)
I legami politica-credito che imbarazzano il Pd.di Sergio Rizzo
IL RETROSCENA - I veleni e i segreti di Siena: ora il salvataggio del Tesoro di Fabrizio Massaro

http://www.corriere.it/economia/13_genn ... fbcf.shtml


****

IL COMMENTO
Le dimissioni di Mussari dall’Abi
Il Montepaschi e l’imbarazzo del Pd

Inutile negarlo: per il Pd la vicenda dei derivati che sarebbero stati sottoscritti «segretamente» nel 2009 dal Monte dei Paschi di Siena, con le conseguenti dimissioni di Giuseppe Mussari dalla presidenza dell’Abi, adesso proprio non ci volevano. Non in piena campagna elettorale. Non quando c’è in ballo pure il voto al Comune di Siena, roccaforte diessina prima e democratica poi, dal mese di giugno 2012 senza giunta dopo che il Pd locale si è dilaniato proprio a causa della banca. Ma l’imbarazzo in questo caso era inevitabile. Sappiamo che le privatizzazioni non hanno fatto uscire del tutto la politica dalle banche.

Attraverso le Fondazioni, che ne controllano quote cospicue, i partiti continuano in qualche caso ancora a condizionarne le scelte. C’è perfino chi teorizza il diritto della politica a farlo. Un paio d’anni fa il leader leghista Umberto Bossi emanò il seguente editto: «Le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello». E certo a Piero Fassino resterà per sempre appiccicata quella sciagurata domanda («Abbiamo una banca?») sfuggitagli al telefono con Giovanni Consorte durante la scalata dell’Unipol alla Bnl… Nel Montepaschi, però, la presenza della politica non è relegata a una partecipazione di minoranza, per quanto di peso, come accade a Unicredit o Intesa San Paolo.

E neppure a una battuta tanto infelice quanto innocua. La banca senese è controllata da una Fondazione, a sua volta controllata dal Comune, a sua volta feudo Pd: prima appunto che gli ex margheritini e gli ex diessini litigassero ferocemente a proposito del destino del Monte e di certe poltrone. I sindaci che negli ultimi vent’anni hanno preceduto il dimissionario Franco Ceccuzzi, erano anche dipendenti del Monte. A dimostrazione di un rapporto simbiotico fra città, banca e partito.

Oltre a rappresentare una seria ipoteca sullo sviluppo, viste le tante discutibili operazioni del passato dettate dalla politica, una presenza così forte dei partiti ha riflessi sulla gestione. Quando qualche mese fa è arrivato, l’attuale presidente Alessandro Profumo ha trovato nelle controllate una trentina di caselle occupate con nomine politiche. Il Monte è una società quotata in borsa: ma finora non c’è stato verso di convincere la politica a fare un passo indietro. E adesso i nodi vengono al pettine, nel momento peggiore. Servirà almeno di lezione?
Sergio Rizzo

23 gennaio 2013 | 8:56© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/economia/13_genn ... fbcf.shtml


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Caso Mps, Mussari si dimette dall'Abi
Titolo crolla in Borsa, Piazza Affari giù

Il presidente lascia dopo lo scandalo raccontato ieri dal Fatto sugli accordi segreti per truccare i conti nel 2009, durante la gestione dell'ormai ex numero uno dell’Abi (articolo di Marco Lillo). A picco le azioni Mps: dopo aver perso il 9%, il titolo è stato sospeso. Poi alla riapertura delle contrattazioni un nuovo tonfo che ha trascinato giù Piazza Affari

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... to/476829/
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie – 73
Cronaca di un affondamento – 22

La truffa forever - 4



REPORTIME – LE INCHIESTE DEL TEAM GABANELLI

Alexandria: nessuno sapeva?
Nell'inchiesta del 6 maggio di Report "Il Monte dei Fiaschi" già si parlava dell'operazione in derivati Alexandria. Perché Mussari si dimette oggi? - Paolo Mondani


Profumo è stupito? Banca d'Italia non immaginava? Nessuno sapeva di Alexandria? Ma dov'erano il Consiglio d'Amministrazione e il Collegio dei Sindaci di Montepaschi, Consob e Banca d'Italia, Comune e Fondazione quando il 6 maggio scorso Report mandava in onda “il Monte dei fiaschi” e descriveva Alexandria? Difficile non vedere, visto che poche ore dopo la trasmissione le auto della Finanza stavano a Rocca Salinbeni a sequestrare migliaia di documenti.
Innanzi tutto: di che parliamo? Alexandria è un cdo squared, un prodotto finanziario complicatissimo. Nel novembre 2005 Gianluca Baldassarri, direttore finanziario di Montepaschi, d’accordo con la sede inglese della Dresdner Bank, il cui capo salesman era Raffaele Ricci, avvia l'operazione per un ammontare di 400 milioni, totalmente sottoscritti da Montepaschi. A valle dell'investimento si sono inventati altri veicoli finanziari come schermo per nascondere il pagamento di ricche commissioni. Parliamo di milioni di euro.
Ad un certo punto (2009) la valutazione precipita sotto il 50 per cento e per questo si scatena la vigilanza interna della banca. Si decide quindi di ristrutturare Alexandria. E dalla banca Dresdner si passa alla banca giapponese Nomura. Casualmente, a fare l'operazione è lo stesso Raffaele Ricci che da Dresdner si è trasferito a Nomura. Questa ristrutturazione ha comportato perdite ingenti all'interno dell'area finanza ma non sono mai state evidenziate dai bilanci.
Ora tutto è chiaro ma resta un interrogativo: l'avvocato Mussari si dimette per Alexandria o si dimette per altro? L'intelligente ex numero uno di Montepaschi e dell'Abi sa che la partita che può far male è quella del tangentone sull'acquisto di banca Antonveneta sul quale stringono le indagini della Procura di Siena e del Reparto Valutario della Guardia di Finanza. Non è che per evitare l'inferno ci si barrica dentro il purgatorio?
Guarda la puntata integrale "Il monte dei Fiaschi" andato in onda a Report il 6 maggio 2012
Paolo Mondani23 gennaio 2013 |
14:03© RIPRODUZIONE RISERVATA


Video intervista a dirigente Montepaschi
http://www.corriere.it/inchieste/report ... fbcf.shtml
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Cosa sono i derivati?


Strumento derivato
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


In finanza, è denominato strumento derivato (o anche, semplicemente derivato) ogni contratto o titolo il cui prezzo sia basato sul valore di mercato di uno o più beni (quali, ad esempio, azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse).

Gli utilizzi principali degli strumenti derivati sono l'arbitraggio (ossia l'acquisto di un prodotto in un mercato e la sua vendita in un altro mercato), la speculazione e la strategia di copertura di un rischio finanziario (detta hedging).

Le variabili alla base della quotazione dei titoli derivati sono dette attività sottostanti e possono avere diversa natura:

- può trattarsi di azioni,
- di obbligazioni,
- di indici finanziari, di prodotti di commodity come il petrolio o anche di un altro derivato,

ma esistono derivati basati sulle più diverse variabili, perfino sulla quantità di neve caduta in una determinata zona, o sulle precipitazioni in genere[1].

I derivati sono oggetto di contrattazione in molti mercati finanziari, e soprattutto in mercati al di fuori dei centri borsistici ufficiali, ossia in mercati alternativi alle borse vere e proprie, detti over the counter: si tratta di mercati creati da istituzioni finanziarie e da professionisti tramite reti telematiche e che, di solito, non sono regolamentati.

La notevole diffusione raggiunta recentemente dagli strumenti derivati è dovuta alla globalizzazione dei mercati ed alla contestuale introduzione dei computer che permette di svolgere velocemente il complesso calcolo di prezzi che sono relazionati tra loro.



Finalità [modifica]

Gli strumenti derivati possono essere utilizzati per copertura di un rischio (hedging), utilizzando un derivato con effetto opposto all'operazione che si vuole coprire (ad esempio, una opzione put può coprire il rischio di un acquisto di uno strumento finanziario; se le quotazioni calano, l'opzione put aumenta di valore più che proporzionalmente, riducendo la perdita maturata del sottostante).

In questa configurazione risultano molto utili per coprirsi dai rischi di prezzo (oscillazioni del prezzo del sottostante), tasso (modifica dei tassi di interesse) o cambio (oscillazioni del tasso di cambio).


Possono anche essere usati a sé stanti, per scopi speculativi, sfruttando quello che in finanza è chiamato l'effetto leva.

Un terzo uso è quello di effettuare arbitraggi.




Tipologie [modifica]

Nascono nuovi derivati ogni giorno, con diversi profili finanziari e diversi gradi di sofisticazione. In gergo, le tipologie standard vengono dette plain vanilla, mentre i tipi più complessi sono detti Esotici. Le tipologie più note e diffuse sono:

Future
Opzione (finanza)
Swap
Forward rate agreement
Interest Rate Swap
Esotici
Strutturati



Opzioni [modifica]

Nel grande universo dei derivati vi sono innanzitutto le opzioni.

Esse conferiscono la facoltà, non l'obbligo, di comprare (Call) o vendere (put) un determinato titolo a una determinata data futura a un determinato prezzo detto strike price.

L'opzione comporta il pagamento di un premio, proprio perché conferisce un diritto al compratore.

I future differiscono dalle opzioni proprio perché costituiscono un obbligo.

Le opzioni possono essere di tipo europeo, americano o Bermuda: le prime possono essere esercitate solo alla scadenza, le seconde in qualunque momento fino alla scadenza, le ultime solo in determinate date.

Sono anche presenti delle opzioni scherzosamente chiamate "asiatiche" (in quanto progettate durante un viaggio in Giappone da finanzieri statunitensi)[senza fonte], il cui valore dipende dall'andamento storico del prezzo del sottostante e non solo dal valore attuale (queste sono a rigore delle opzioni esotiche, in quanto contengono un elemento "condizionale" che ne determina il valore in base al fatto che un evento si sia verificato o meno).

Call e put sono due principali opzioni intorno alle quali si sono costruite moltissime strategie operative; alcune sono strangle, straddle, butterfly.



Prezzo di un derivato e rischi correlati [modifica]

Diversamente da aumenti di capitale sociale o debiti, l'emissione di derivati è una modalità di finanziamento dell'impresa che può apparire a costo zero, se il sottoscrittore non esercita il diritto e incassa lo strike.

In realtà, qualsiasi transazione finanziaria ha sempre un costo (altrimenti le banche non le proporrebbero), che può essere implicito (occulto).

In altre parole, il costo viene mascherato da un mispricing rispetto al valore di mercato.

Il costo vero dell'operazione può essere sostanziale e non determinabile da un operatore non qualificato.

Apparentemente, l'emissione di derivati non tocca gli utili, dato che transita solo per lo Stato Patrimoniale, con un aumento delle entrate di cassa contrapposto ad un aumento delle immobilizzazioni finanziarie.

Questa è una tecnica di ingegneria finanziaria e contabilità creativa, che realizza attraverso l'acquisto di prodotti finanziari lo stesso effetto che ha di contrarre un debito ed è, in termini di flussi di cassa, ad essa perfettamente equivalente.

Questa tecnica ha consentito ad Enron di contrarre debiti non contabilizzati, che ne hanno determinato il fallimento.

Sono celebri i disastri finanziari procurati attraverso i prodotti derivati, come quelli della contea di Orange, di Enron o LTCM[senza fonte].

Come per un'obbligazione, il prezzo di un derivato è univocamente determinato da una formula matematica e non dipende da valori futuri della variabile indipendente di tale modello di pricing.

Perciò, il prezzo varia soltanto dopo un cambiamento della variabile indipendente e non in previsione di tale evento, non risentendo delle aspettative degli investitori, ma soltanto del valore corrente e al limite dei valori passati.

Il prezzo calcolato con un algoritmo certo, a partire da dati correnti e passati certi, produce un risultato univoco.

In realtà esistono metodi di pricing più o meno accurati, a seconda del fatto che si considerino normalmente distribuiti i prezzi del bene sottostante o si usino approcci più sofisticati.

Per aver determinato una prima formula di calcolo del prezzo dei derivati, venne attribuito il premio Nobel per l'economia a Merton e Scholes nel 1997.


Il prezzo delle obbligazioni emesse e di quelle in corso di emissione risente dell'andamento del tasso d'interesse, come i derivati di quello del sottostante.

Tuttavia, il prezzo del derivato può variare molto se è volatile il titolo sottostante (ad esempio un'azione), mentre i tassi d'interesse variano nel peggiore dei casi solitamente a cadenza mensile.

Intuitivamente, il prezzo di un'opzione dipende:
- dallo scostamento rispetto allo strike price e dal suo segno ("in the money", "out of the money")
- dalla volatilità del sottostante (cioè dalla deviazione standard della distribuzione dei prezzi del sottostante)
- da quanto tempo manca alla data di scadenza dell'opzione (un'opzione out of the money poco prima della sua scadenza ha un valore praticamente nullo, dato che la probabilità che sia esercitabile è quasi inesistente, mentre, appena emessa, ha un valore diverso da zero)


Mentre con le opzioni è possibile perdere al massimo il valore di acquisto dell'opzione (l'intero capitale, se si comprano senza copertura), nel caso dei future non è infrequente poter subire perdite superiori rispetto all'intero capitale.

Ad esempio, acquistando un future call di un bene che subisca un notevole apprezzamento (ci si è impegnati ad acquistare una certa quantità di una commodity, nel futuro, ad un prezzo non noto: se il prezzo di quest'ultima sale, le perdite possono essere potenzialmente illimitate).


Inoltre, il rischio di un derivato è difficile da stimare poiché la funzione di pay-off dipende da una variabile sottostante di cui non è nota la distribuzione di probabilità.

Spesso questa distribuzione viene assimilata ad una distribuzione normale, ma questa è solo una semplificazione.

Ad esempio, per una call/put non è facilmente calcolabile la probabilità che il prezzo del sottostante sia maggiore/minore dello strike stabilito.

Sono noti metodi di calcolo, spesso difficili, in particolare nel caso di opzioni esotiche, che possono comunque venire approssimate numericamente, per esempio con metodi Monte Carlo.[2]




Mercato dei derivati [modifica]

Il mercato italiano dei derivati è l'Italian Derivative Market (IDEM).

Il primo mercato a trattare derivati fu il CBOT nel 1848.

Vengono negoziati sia in Borsa che in mercati over the counter (fuori borsa) e sono generalmente caratterizzati da leva finanziaria, rappresentando quindi strumenti finanziari di particolare rischio.

Inoltre, i mercati su cui vengono negoziati sono normalmente caratterizzati da liquidità molto minore rispetto al mercato azionario, ed ancora peggio per i derivati tipicamente "sartoriali" (per esempio gli swap, che vengono "confezionati su misura").


^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Vengono spesso concettualmente equiparati alle scommesse, più che a degli "investimenti".
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La massa di derivati circolante nel mondo ammonta a 300 trilioni di dollari, di cui cento depositati nelle banche statunitensi.

La legislazione statunitense prevede la denominazione di un fondo pensionistico per le istituzioni finanziarie private che investono almeno il 25% del loro capitale in entità finanziarie classificate a loro volta come fondi pensione, che sono soggette a limitazioni prudenziali nelle scelte d'investimento in difesa del capitale che dovrà pagare la pensione ai titolari di quote del fondo.


Per l'elevato rischio, un derivato dovrebbe essere presente negli investimenti dei fondi pensione solamente per tutelare da un rischio di segno opposto maggiore: più direttamente il fondo se veramente seguisse una politica di investimenti prudenti e a basso rischio, non avrebbe necessità dei derivati per tutelarsi (eviterebbe l'alto rischio e basta).



In particolare, è di discutibile legalità la vendita di derivati a soggetti non qualificati (vedi sentenza N. 2709/2007 della Corte di Appello di Milano), vista la difficoltà di determinarne correttamente il valore di mercato corretto, particolarmente ardua nel caso di derivati esotici e strutturati.


Alcuni fondi pensione sostengono di investire in derivati allo scopo di aumentare le entrate, a fronte delle fluttuazioni di mercato.


Uno studio della Bank of New York e della Casey, Quirk & Associates prevede per l'anno 2008 un aumento degli investimenti delle aziende private in derivati da 5 a 300 miliardi di dollari.


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Privati ed aziende, quasi sempre privi di una conoscenza finanziaria sofisticata, non hanno normalmente alcun modo di determinare correttamente il pricing dei derivati esotici e strutturati, ne' di valutarne il rischio.
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Alan Greenspan diede impulso all'emissione e diffusione di strumenti derivati.

È rilevabile la particolarità di un titolo su mutui e ipoteche già esistenti, e di asset nominali registrati in attivo di bilancio anche se non rappresentano entità reali, diversamente da azioni e obbligazioni che sono almeno teoricamente collegate a investimenti in beni reali.
camillobenso
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Mps, dal Pd alla Lega via Fondazione, ora lo scaricabarile si diffonde a macchia d’olio
In Borsa il titolo della banca senese viaggia ancora nella bufera e perde l'8,4 per cento, mentre le dimissioni dal vertice della lobby dei banchieri non frenano la presa di distanza collettiva da Giuseppe Mussari

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 gennaio 201



Ancora una giornata di passione in Borsa per il Monte dei Paschi di Siena, all’indomani della notizia sull’ennesimo derivato tossico nascosto nei conti della banca e rivelato da un’inchiesta del Fatto Quotidiano. Dopo le perdite di ieri, il titolo è sprofondato in Borsa anche oggi e ha chiuso la seduta con un crollo complessivo dell’8,43% a 0,25 euro. E mentre gli analisti si sono persi nei calcoli delle potenziali perdite che la più antica banca del mondo potrebbe segnare nel bilancio 2012 e sulle reali possibilità di restituire i 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato, lo scaricabarile sull’ex presidente Giuseppe Mussari, che ieri sera si è dimesso dalla presidenza dell’Abi davanti alla presa di distanza della banca sulle sue scelte gestionali, è diventato un fenomeno collettivo.

In mattinata, infatti, anche l’ente che controlla il Montepaschi, l’omonima fondazione i cui vertici nominati dalla politica locale negli anni hanno appoggiato la banca e le sue strategie al punto da arrivare a indebitarsi per sostenerla, ha fatto sapere di essere pronta a proporre un’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici di Mps. A partire dallo stesso Mussari che prima di passare alla presidenza del Monte nel 2006, era stato alla guida della fondazione per un quinquennio.

In particolare, hanno fatto sapere fonti vicine all’ente, l’azione verrà valutata non appena saranno disponibili tutti gli elementi e la dinamica dei fatti nonché l’effettivo impatto sui conti della banca. Un’analisi puntuale sullo stato dell’arte dell’esposizione su strumenti tossici sarà fornito alle Autorità di vigilanza e al mercato entro metà febbraio, in occasione del cda chiamato a esaminare la struttura del portafoglio titoli e derivati.

Prende le distanze anche il Pd, nonostante il ruolo degli enti locali toscani nella nomina dei vertici della Fondazione Mps e lo storico supporto a Mussari da parte di pietre miliari come Giuliano Amato e Franco Bassanini, per quanto riguarda Roma, mentre a Siena l’ascesa dell’avvocato calabrese fin dall’inizio è stata sostenuta dall’ex responsabile locale del Pd, Franco Ceccuzzi, già sindaco della città fino al commissariamento e attuale candidato per riprendersi la poltrona.

“Nessuna responsabilità del Pd, per l’amor di Dio: il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche”, ha detto oggi il leader dei democratici, Pierluigi Bersani, a margine di una manifestazione per la campagna elettorale nel Lazio. ”Francamente il Pd non c’entra un accidente. Posso dire – ha aggiunto – che prima di andare via il sindaco (Ceccuzzi, ndr) ha promosso il rinnovamento”. Banca Mps è controllata dalla Fondazione Mps, la cui deputazione è formata da 16 consiglieri, 13 dei quali vengono nominati dal Comune e della Provincia di Siena, da anni governati da amministrazioni di centrosinistra.

Amnesie anche da destra, dove il segretario federale della Lega, Roberto Maroni, via twitter invita ”Monti e Bersani subito in Parlamento per spiegare i favori a Mps e le responsabilità del Pd nella disastrosa gestione della banca”. Colpo di spugna, quindi, sul ruolo giocato dal campione del Carroccio al Senato per le prossime elezioni, Giulio Tremonti, nella recente storia del Monte dei Paschi di Siena. Non solo per la concessione alla banca di 1,9 miliardi di euro di aiuti di Stato ribattezzati Tremonti bond dal nome dell’allora ministro del Tesoro, che l’istituto non ha ancora restituito tanto che metà del sostegno pubblico in arrivo a Siena è in realtà costituito da una rinegoziazione dei vecchi bond. Porta inoltre la firma del professore di Sondrio un’autorizzazione piuttosto delicata e anomale concessa nel 2011 alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena: il via libera a indebitarsi per finanziare l’aumento di capitale fino a 2,47 miliardi di euro della banca senese di quell’estate.

Del resto ad avere la memoria corta è lo stesso Tremonti che sempre su Twitter ha invece chiamato in causa direttamente Mario Draghi. “Data consuetudine scrivere lettere apostoliche e vecchia vasta competenza derivati, stupisce mancata lettera vigilanza Draghi a Siena”, ha postato in riferimento alle responsabilità dell’ex governatore della Banca d’Italia che all’epoca del disastro principe di Mps, l’acquisizione di Antonveneta, diede il via libera all’operazione.
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Re: quo vadis PD ????

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Monte dei Paschi, la politica che non parla

di Stefano Feltri



La crisi della terza banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, diventa un caso nazionale, nonostante il silenzio della politica.

Marco Lillo, sul Fatto di ieri, ha rivelato che un oscuro contratto derivato di nome Alexandria ha causato perdite a Mps comprese tra 220 e 740 milioni di euro.


Perdite che non figurano (ancora) nei bilanci.

Il titolo è crollato in Borsa e l’ex presidente del Monte, che aveva firmato quello e altri contratti simili, Giuseppe Mussari, si è dimesso dall’Abi, la potente associazione delle banche italiane.


Mps ha ottenuto dai governi Berlusconi e Monti 3,9 miliardi di euro, tra Tremonti bond e Monti bond.

Un prestito oneroso.

Ma che non si sa se e quando potrà restituire.

Sembra una nazionalizzazione strisciante.

Anche perché il Monte deve ridare alla Banca centrale europea altri 29 miliardi di euro di finanziamenti agevolati.

Mps è quindi anche un po’ nostra.

Il nuovo presidente Alessandro Profumo sta affrontando l’eredità lasciata da Mussari e dal crollo di un sistema di potere (tutto di sinistra) che si è retto sui fondi elargiti al territorio dalla Fondazione Monte Paschi, azionista e dominus della banca.


A noi restano il conto da pagare e alcune domande.

Primo: l’Italia è in una grave recessione pur non avendo dovuto salvare le sue banche.

Cosa succede se alla crisi economica si aggiunge una crisi bancaria?

Secondo: nell’ultima settimana sono emerse le perdite di due contratti derivati al Monte, “Santorini” e “Alexandria”.

Quanti altri ce ne sono?

E gli investitori si fideranno ancora dei bilanci delle banche italiane?


Terzo: cosa vuol fare la politica?


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Affrontare il caso Mps significa mettere in discussione il sistema che sostiene il potere italiano da 20 anni: banche spremute per fornire dividendi a Fondazioni gestite da ex politici che usano i soldi per garantire consenso ai loro sodali di partito.
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Qualcuno avrà il coraggio di occuparsi del problema?

Lo avrà il Pd che dal sistema Mps ha beneficiato più di ogni altro?


E Mario Monti e i suoi ministri riusciranno a trovare il tempo, tra un comizio e l’altro, per dire qualcosa? O il governo non esiste più?


Il Fatto Quotidiano, 23 Gennaio 2012
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