Top vergognescion...
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Re: Top vergognescion...
RICHIESTA DI DIMISSIONI - Di Massimo GRAMELLINI
«Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia». Questo Paese senza memoria digerisce ormai qualsiasi oltraggio alla sua storia, ma se un politico di spicco della Casta avesse pronunciato parole simili, dubito che l’avrebbe passata liscia. Nemmeno Berlusconi, per citare un caso limite, si era mai spinto a tanto. I più sarcastici gli avrebbero chiesto in quale giorno, ora e minuto esatto un movimento giunto al potere con la violenza e la sospensione delle libertà fondamentali era degenerato in qualcosa di peggio. I più sensibili sarebbero sobbalzati davanti alla superficialità urticante di certe affermazioni. In particolare la seconda, perché per dire che il fascismo dei gerarchi corrotti e della retorica patriottica ammannita al popolo come una droga aveva «un altissimo senso dello Stato» bisogna avere un altissimo tasso di malafede o, peggio, di ignoranza. E non oso immaginare la reazione di Grillo. Gli avrebbe urlato da tutti i computer: sei morto, sei finito, sei circondato, arrenditi topo di fogna.
Purtroppo il pensiero sopra riportato è opera di Roberta Lombardi, neocapogruppo alla Camera dei Cinquestelle, che lo ha scritto su un blog non più tardi di un mese fa. Conosco tante persone che hanno votato Grillo per dare uno scossone al Palazzo. Ma nella lista degli scossoni desiderati dagli elettori non credo rientrasse l’apologia di fascismo. Perciò sono sicuro che la signora Lombardi presenterà entro stasera le sue scuse, seguite dalle sue dimissioni.
«Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia». Questo Paese senza memoria digerisce ormai qualsiasi oltraggio alla sua storia, ma se un politico di spicco della Casta avesse pronunciato parole simili, dubito che l’avrebbe passata liscia. Nemmeno Berlusconi, per citare un caso limite, si era mai spinto a tanto. I più sarcastici gli avrebbero chiesto in quale giorno, ora e minuto esatto un movimento giunto al potere con la violenza e la sospensione delle libertà fondamentali era degenerato in qualcosa di peggio. I più sensibili sarebbero sobbalzati davanti alla superficialità urticante di certe affermazioni. In particolare la seconda, perché per dire che il fascismo dei gerarchi corrotti e della retorica patriottica ammannita al popolo come una droga aveva «un altissimo senso dello Stato» bisogna avere un altissimo tasso di malafede o, peggio, di ignoranza. E non oso immaginare la reazione di Grillo. Gli avrebbe urlato da tutti i computer: sei morto, sei finito, sei circondato, arrenditi topo di fogna.
Purtroppo il pensiero sopra riportato è opera di Roberta Lombardi, neocapogruppo alla Camera dei Cinquestelle, che lo ha scritto su un blog non più tardi di un mese fa. Conosco tante persone che hanno votato Grillo per dare uno scossone al Palazzo. Ma nella lista degli scossoni desiderati dagli elettori non credo rientrasse l’apologia di fascismo. Perciò sono sicuro che la signora Lombardi presenterà entro stasera le sue scuse, seguite dalle sue dimissioni.
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Re: Top vergognescion...
Purtroppo ritengo le affermazioni della signora Lombardi frutto soprattutto di una profonda ignoranza nel senso di ignorare gli argomenti di cui si parla... Fare affermazioni di quel genere su un regime che fece della violenza il suo mantra e che grazie ad essa arrivò al potere vuol dire non aver mai letto niente a proposito di quel periodo storico... l'alternativa a questa ignoranza sarebbe ancora peggio ovvero l'avallo a tale ideologia...
Tutto ciò deve far riflettere i tanti italiani che hanno affidato il loro voto a tali persone... e anch'io miauguro delle scuse immediate e le sue dimissioni.
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Re: Top vergognescion...
Bisogna proprio essere fuori di testa per mettere a rischio il proprio posto di lavoro
"Voi non siete uomini ma froci"
Coppia gay denuncia bancaria.
I due medici sono stati aggrediti verbalmente dalla funzionaria, che li ha insultati davanti alla clientela.
Faranno denuncia penale e civile e devolveranno il risarcimento all'Arcigay.
PALERMO - "Non siete uomini, ma froci". Così una bancaria ha apostrofato oggi una coppia di medici gay che si era recata in una banca di Palermo. A raccontare l'accaduto è uno dei due medici, Giovanni M. di 34 anni, pediatra, ancora visibilmente sotto choc. "Quello che è accaduto è gravissimo - dice - io e il mio compagno Augusto, che è un ginecologo, questa mattina siamo andati in banca per un disguido che si era verificato su un assegno. La bancaria che poi ci ha offesi, già al telefono ha usato un tono arrogante e poco consono alla sua professione". "Così con Augusto siamo andati in banca per chiarire il disguido - racconta ancora il giovane pediatra - Qui ho incontrato il direttore della filiale che è stato con me molto gentile e così abbiamo risolto subito il problema che si era verificato per un banale disguido". Ed ecco l'arrivo della dipendente bancaria con la quale di mattina c'è stato il colloquio telefonico.
"Mentre uscivamo dalla filiale - racconta ancora Giovanni - nell'area che separa le casse dall'uscita, senza alcun motivo siamo stati aggrediti verbalmente e pubblicamente con ingiurie, in presenza degli impiegati e dei clienti dalla bancaria. Ci ha detto: 'Mi auguro di non avere mai a che fare con due medici come voi, pezzenti, non siete uomini, froci!"
A questo punto Giovanni M. e Augusto A., hanno lasciato la banca scossi da quanto accaduto. "Non sapevamo come reagire a queste offese - racconta ancora il pediatra
- cosi' dopo essermi consultato con il mio avvocato, abbiamo deciso di presentare una denuncia nei confronti della dipendente bancaria. La citerò in giudizio, sia penalmente che civilmente. In caso di risarcimento devolverò il ricavato all'Arcigay e alle associazioni che si battono per la causa degli omosessuali. Non è pensabile che nel 2013 ci sia ancora una omofobia così estesa".
"Non ci era mai capitato di essere pubblicamente offesi in questo modo - dice ancora Giovanni, che presta servizio in un ospedale di Palermo - sto denunciando l'accaduto perchè credo che sia giusto fare sapere che ancora oggi esiste un'omofobia così estesa. A volte succede di ricevere delle occhiate, ma finora nessuno ci aveva mai offesi in questo modo. La nostra dignità di persone è stata calpestata da una omofoba. Siamo due medici stimati da tutti e svolgiamo il nostro lavoro con grande professionalità. La nostra omosessualità non c'entra niente. Siamo stati offesi, per questo abbiamo deciso di denunciare la bancaria. Adesso basta prendersela con persone per bene, solo perchè sono gay e non eterosessuali". Lo scorso anno una coppia di gay venne picchiata e offesa a Palermo.
Proprio sabato prossimo verrà presentato, a Palermo, il Gay Pride nazionale che quest'anno ha scelto come città proprio il capoluogo siciliano. Alla presentazione ci sarà anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che è un gay dichiarato.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HREC1-4
(questa stronza secondo me rischia il licenziamento)
Solo per dire dei froci…a due che lo sono e non danno fastidio a nessuno.
Re: Top vergognescion...
NARO. Nessuna fatalità, ma omicidio: è questa l'ipotesi della procura di Agrigento che ha aperto un fascicolo sulla morte di Sebastian Lupescu, il bambino di 5 anni deceduto ieri nell'ospedale Papardo di Messina, dove era stato ricoverato lo scorso 8 marzo per avvelenamento, insieme ai suoi due fratellini di 7 e 10 anni. Per i magistrati non ci sarebbero più dubbi sul fatto che qualcuno, una settimana fa, ha lasciato davanti alla porta di casa della famiglia romena - che vive a Naro, nell'Agrigentino - un sacchetto di plastica con dentro una bottiglia di vino e una scatola di cioccolatini, alimenti ai quali era stato aggiunto un pesticida dagli effetti rivelatesi letali.
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Re: Top vergognescion...
http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HRER1-1
Vergognatevi, dovrebbero buttarvi fuori dalla polizia. Fate schifo
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Top vergognescion...
http://www.ilmattino.it/salerno/sala_co ... 1587.shtml
Spero che questo signore crepi presto, soffrendo tanto
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Robert Harris, "Archangel"
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Re: Top vergognescion...
peggio dei Talebani.
Lo stupro impunito del branco di Montalto
"Io, stanca di combattere per avere giustizia"
Sei anni dopo nuovo stop al processo. La rabbia della ragazza: "Mi hanno rubato la vita". La madre: "Mia figlia aveva solo 15 anni, da allora ha cambiato città, smesso di studiare e perso venti chili: non vive più" dal nostro inviato MARIA NOVELLA DE LUCA
MONTALTO DI CASTRO - Sei anni fa, esattamente in questi giorni, in questa stessa pineta che si affaccia sul mare e dove di notte nessuno sente e nessuno vede. Forse era già primavera, mentre oggi il cielo è incerto: la stuprarono in otto, per tre infinite ore, M. aveva 15 anni, gli altri, il branco, poco di più.
"Mi hanno preso la vita e rubato il futuro, ho sperato ogni giorno di avere giustizia, ma se avessi saputo che finiva così non li avrei mai denunciati. Ora sono stanca, non ho più la forza di combattere", racconta oggi M. L'hanno chiamato lo "stupro di Montalto di Castro", dal nome di quel paese tra Lazio e Toscana che ha continuato testardamente a difendere i suoi "bravi ragazzi", che nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile del 2007 abusarono selvaggiamente di M., Maria, un nome che non è il suo ma le assomiglia. Oggi dopo sei anni e due processi, quella ferocia di gruppo è diventata il paradigma di quanto in Italia la violenza sessuale resti di fatto ancora impunita. E le vittime relegate nell'ombra di vite spezzate.
"Aveva la minigonna", fu l'incredibile capo d'accusa del paese schierato in piazza davanti alle telecamere di Canale 5 per insultare Maria, che aveva la media del 9 a scuola, e quella sera di marzo aveva accettato dalla sua amica del cuore l'invito ad una festa in una discoteca di Montalto di Castro. Qualcuno poi l'aveva convinta ad uscire dal locale, per prendere un po' d'aria nella pineta, gli altri erano sbucati dal buio.
Il resto è incubo, vergogna, paura, l'avevano lasciata lì pesta, sanguinante, con le calze rotte.
Per quindici giorni Maria si tiene il segreto, poi in lacrime racconta tutto al preside del liceo di Tarquinia che allora frequentava, e che l'aveva convocata per capire perché quell'allieva così brillante non facesse altro che piangere in classe. Sei anni e due processi dopo, nonostante la richiesta di 4 anni di carcere avanzata dal Pubblico ministero, e pur riconoscendo che il racconto di Maria è del tutto veritiero, il 26 marzo scorso il tribunale per i minori di Roma ha deciso per la seconda volta di affidare i colpevoli - alcuni lavorano, altri sono diventati padri, mai nessuno ha chiesto scusa a Maria - ai servizi sociali. Sospendendo così ancora una volta il processo.
E allora bisogna salire su una strada ripida alle porte di Tarquinia, trenta chilometri da Montalto di Castro, attraversare un ballatoio rigoglioso di fiori curati, e sedersi accanto ad Agata, la madre di Maria, 59 anni, quattro figli, Salvatore, Gianluca, Cinzia e Maria, gemelle, emigrata qui dalla Sicilia 23 anni fa, un marito camionista, lei stiratrice in lavanderia. E c'è tutto il dolore di una madre nei grandi occhi azzurri di Agata, un pudore violato, "per farla visitare la portai dalla ginecologa che l'aveva fatta nascere, ma alle cinque del mattino, per non incontrare nessuno".
Nel salotto che odora di pulito, con le foto in cornice e i buoni mobili di famiglia, Agata racconta. "Quello che hanno fatto a Maria lo sento ogni giorno sulla mia pelle, sono ferite aperte, era poco più che una bambina, oggi vive quasi nascosta, a casa di un'amica dove fa la baby sitter, ha smesso di andare a scuola, è l'ombra della bella ragazza che era, ha paura del buio, da quella notte maledetta non ha mai più messo una gonna, e in tutti questi anni nessuno dei suoi aguzzini, o dei loro genitori, mi si è avvicinato per dirmi mi dispiace, mio figlio ha sbagliato. Anzi, durante le udienze i ragazzi ridevano".
Ci avevano già provato i giudici, nel 2009, a recuperare gli otto del branco, alla fine rei confessi, difesi da buoni avvocati e con famiglie abbienti alle spalle. Addirittura il sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, ancora oggi iscritto al Pd, contro ogni procedura aveva prelevato dalle casse comunali 40mila euro per difendere i violentatori. Una "messa in prova" fallita, durante la quale uno degli otto era stato addirittura arrestato per stalking contro la fidanzata, tanto che la Corte di Cassazione aveva revocato quel provvedimento, imponendo un nuovo processo di primo grado.
Continuerebbe a combattere Agata, vorrebbe impugnare quella "messa in prova" che non ha reso giustizia a sua figlia. Insieme a lei, da sempre, un'altra donna tenace, Daniela Bizzarri, ex consigliera delle Pari Opportunità di Viterbo. Una solidarietà che diventa amicizia. "L'affidamento ai servizi sociali di questi ragazzi, oggi tutti maggiorenni, si è già rivelato un fallimento la prima volta. Perché riproporlo e far passare il concetto che lo stupro è un delitto minore? Così passa il messaggio dell'impunità".
E basta affacciarsi in uno dei tanti chioschi semiaperti sul litorale di Montalto, per capire perché Agata e Maria si sentano sole. "C'avete rotto i co..., è stata una ragazzata, e se l'hanno fatto vuol dire che lei li incoraggiava. Lasciateci vivere". Agata liscia con gesto di sempre la tovaglia inamidata sul tavolo. "Quelli vanno in giro, sono liberi, li vedi nei bar, si sono sposati. Maria ha perso venti chili, è dovuta andare via, a lei chi restituirà il futuro? Per questo vorrei ancora avere giustizia". Ma è Maria invece che come tante altre donne vittime di stupro, ha deciso di ritirarsi. Delusa. Stanca. "Non posso sostenere un nuovo processo - sussurra - ad ogni udienza sto male, vomito, ricominciare daccapo, vedere le loro facce... Li dovevano condannare, ma mi basta che i giudici mi abbiano creduto, che io sono una ragazza perbene. Ora cerco soltanto un po' di pace".
(07 aprile 2013) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/0 ... f=HREC1-11
questo paese non ce la potrà mai fare...
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Re: Top vergognescion...
Se mai arriverà un asteroide di quelli grossi, almeno colpisca su questo paese
Ce lo meritiamo, in fondo
Ce lo meritiamo, in fondo
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Top vergognescion...
Penati, prescritta la concussione
per gli appalti sull'area ex Falck
L'ex esponente Pd non era presente in aula: «Farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione»
di Roldano Radaelli
Il tribunale collegiale di Monza ha disposto la riunione del processo a carico di Penati e Antonino Princiotta, rispettivamente ex presidente ed ex segretario della provincia di Milano, a quello già fissato il prossimo 26 giugno per altri 8 imputati del cosiddetto «sistema Sesto». L’ex uomo di punta del Pd Penati, dovrà rispondere solo delle accuse di corruzione di incaricato di pubblico servizio in relazione alla gestione della società Milano Serravalle, acquisita dalla provincia di Milano all’epoca della presidenza Penati, e di altre contestazioni di corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.
(Ansa)
PRESCRIZIONE - Niente processo, invece, per la presunta concussione relativa agli appalti delle grandi aree industriali dismesse del comune di Sesto San Giovanni, le ex Falck e Marelli. Reati prescritti a febbraio dopo le modifiche normative dell’ultima legge «anticorruzione». Proprio la questione relativa alla prescrizione, per Penati, si era trasformata in una sorta di «telenovela», nata dopo le dichiarazioni dello stesso ex sindaco di Sesto, il quale, ancora prima del rinvio a giudizio, aveva dichiarato pubblicamente di volersi opporre alla prescrizione per dimostrare la propria estraneità a tutte le accuse. All’udienza di stamattina, il tribunale collegiale (presidente Letizia Brambilla), dopo aver accolto la costituzione di tutte le parti civili presentate la scorsa settimana (compresa quella dei Democratici di Sinistra, soggetto giuridico ancora esistente) ha posto direttamente la questione ai difensori di Penati.
LA RISPOSTA DI PENATI - «Come annunciato, già nei prossimi giorni, farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai pm per i fatti di 13 anni fa», ha dichiarato Filippo Penati. L’imputato non era presente in aula e ha rilasciato in seguito questa dichiarazione. I giudici di Monza in aula avevano chiesto direttamente alla difesa se Penati voleva o meno avvalersi della prescrizione. Il suo avvocato, Matteo Calori, aveva dichiarato di non aver avuto nessun mandato: «Penati oggi non c’è, e non posso decidere per lui», ha detto in aula il suo legale dopo aver cercato il suo assistito telefonicamente. Inevitabile, da parte del tribunale, la dichiarazione di non doversi procedere per quei reati già prescritti e il successivo rinvio con riunione del processo.
Federico Berni
22 maggio 2013 | 16:53
per gli appalti sull'area ex Falck
L'ex esponente Pd non era presente in aula: «Farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione»
di Roldano Radaelli
Il tribunale collegiale di Monza ha disposto la riunione del processo a carico di Penati e Antonino Princiotta, rispettivamente ex presidente ed ex segretario della provincia di Milano, a quello già fissato il prossimo 26 giugno per altri 8 imputati del cosiddetto «sistema Sesto». L’ex uomo di punta del Pd Penati, dovrà rispondere solo delle accuse di corruzione di incaricato di pubblico servizio in relazione alla gestione della società Milano Serravalle, acquisita dalla provincia di Milano all’epoca della presidenza Penati, e di altre contestazioni di corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.
(Ansa)
PRESCRIZIONE - Niente processo, invece, per la presunta concussione relativa agli appalti delle grandi aree industriali dismesse del comune di Sesto San Giovanni, le ex Falck e Marelli. Reati prescritti a febbraio dopo le modifiche normative dell’ultima legge «anticorruzione». Proprio la questione relativa alla prescrizione, per Penati, si era trasformata in una sorta di «telenovela», nata dopo le dichiarazioni dello stesso ex sindaco di Sesto, il quale, ancora prima del rinvio a giudizio, aveva dichiarato pubblicamente di volersi opporre alla prescrizione per dimostrare la propria estraneità a tutte le accuse. All’udienza di stamattina, il tribunale collegiale (presidente Letizia Brambilla), dopo aver accolto la costituzione di tutte le parti civili presentate la scorsa settimana (compresa quella dei Democratici di Sinistra, soggetto giuridico ancora esistente) ha posto direttamente la questione ai difensori di Penati.
LA RISPOSTA DI PENATI - «Come annunciato, già nei prossimi giorni, farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai pm per i fatti di 13 anni fa», ha dichiarato Filippo Penati. L’imputato non era presente in aula e ha rilasciato in seguito questa dichiarazione. I giudici di Monza in aula avevano chiesto direttamente alla difesa se Penati voleva o meno avvalersi della prescrizione. Il suo avvocato, Matteo Calori, aveva dichiarato di non aver avuto nessun mandato: «Penati oggi non c’è, e non posso decidere per lui», ha detto in aula il suo legale dopo aver cercato il suo assistito telefonicamente. Inevitabile, da parte del tribunale, la dichiarazione di non doversi procedere per quei reati già prescritti e il successivo rinvio con riunione del processo.
Federico Berni
22 maggio 2013 | 16:53
Chi c’è in linea
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