E' il candidato sindaco di Repubblica Romana, Sinistra per Roma (Rifondazione) e Roma Pirata: la "nuova sinistra".Amadeus ha scritto:mariok ha scritto:S. Medici - 1,8%
Ma che senso ha?
Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Ahhhh.... ha preso i voti del rione
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Beh, il capitalismo non è proprio tutto uguale.
SCACCO ALLA CRISI
Volkswagen aumenta gli stipendi del 5,6%
Paghe più ricche a 100 mila operai tedeschi.
Una trattativa non facile in un momento di calo degli utili ma al contempo un dato che testimonia la solidità del colosso automobilistico tedesco.
Dopo un tira e molla, non senza tensioni, col sindacato dei metalmeccanici Ig Metal, Volkswagen ha scelto di aumentare la busta paga ai propri dipendenti: è previsto che a partire da settembre 100 mila lavoratori delle fabbriche in Germania abbiano infatti una maggiorazione dei salari del 3,4% e fra luglio 2014 e il febbraio un ulteriore aumento del 2,2%. Insomma un bel 5,6% in più, grazie ai risultati record ottenuti dal produttore tedesco che punta alla leadership mondiale entro il 2018.
PRIMO TRIMESTRE 2013: PROFITTI IN CALO DEL 38%. Anche se la recessione in Europa e gli scenari di un possibilità rallentamento dell'economia cinese (per la Volkswagen è il primo mercato al mondo con oltre due milioni di vetture l'anno) iniziano a preoccupare anche i tedeschi: nel primo trimestre i profitti della Volkswagen hanno accusato un calo del 38%. Il numero uno Martin Winterkorn lo ha ribadito più volte ai lavoratori e agli azionisti: «Non sarà un anno facile».
Martedì, 28 Maggio 2013
http://www.lettera43.it/economia/aziend ... 596809.htm
SCACCO ALLA CRISI
Volkswagen aumenta gli stipendi del 5,6%
Paghe più ricche a 100 mila operai tedeschi.
Una trattativa non facile in un momento di calo degli utili ma al contempo un dato che testimonia la solidità del colosso automobilistico tedesco.
Dopo un tira e molla, non senza tensioni, col sindacato dei metalmeccanici Ig Metal, Volkswagen ha scelto di aumentare la busta paga ai propri dipendenti: è previsto che a partire da settembre 100 mila lavoratori delle fabbriche in Germania abbiano infatti una maggiorazione dei salari del 3,4% e fra luglio 2014 e il febbraio un ulteriore aumento del 2,2%. Insomma un bel 5,6% in più, grazie ai risultati record ottenuti dal produttore tedesco che punta alla leadership mondiale entro il 2018.
PRIMO TRIMESTRE 2013: PROFITTI IN CALO DEL 38%. Anche se la recessione in Europa e gli scenari di un possibilità rallentamento dell'economia cinese (per la Volkswagen è il primo mercato al mondo con oltre due milioni di vetture l'anno) iniziano a preoccupare anche i tedeschi: nel primo trimestre i profitti della Volkswagen hanno accusato un calo del 38%. Il numero uno Martin Winterkorn lo ha ribadito più volte ai lavoratori e agli azionisti: «Non sarà un anno facile».
Martedì, 28 Maggio 2013
http://www.lettera43.it/economia/aziend ... 596809.htm
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Saviano, stoccata a de Magistris: "La città langue"
Lo scrittore in città con il ministro della Giustizia Cancellieri: "Bassolino ricandidato sarebbe un'enormità ma gli ultimi due anni di amministrazione sono stati il nulla"
di DARIO DEL PORTO
È una «città che langue da tempo», la Napoli dove Roberto Saviano ritornerà questa mattina per chiudere a Castel Capuano la prima parte dell’edizione 2013 del “Sabato delle Idee”. L’autore di “Gomorra” e “Zero, zero zero” non risparmia una stoccata al sindaco de Magistris e condivide le riserve dei pm dell’anticamorra sulla scelta di Aversa come sede del nuovo tribunale di Napoli nord.
Accanto allo scrittore, nei saloni del vecchio palazzo di giustizia, ci saranno il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e i procuratori di Reggio Calabria e Salerno, Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti. Sul tavolo del dibattito, moderato da Antonio Corbo, i temi più caldi in discussione in questi giorni: dalle strategie di contrasto alla criminalità organizzata al pacchetto di norme per decongestionare le carceri fino all’annunciata revisione delle circoscrizioni giudiziarie che ha spinto il consiglio dell’Ordine degli avvocati presieduto da Francesco Caia a chiedere per questa mattina al ministro Cancellieri «un incontro urgente ed indifferibile per rappresentare le ragioni dei cittadini».
Ma l’appuntamento fornisce anche lo spunto per discutere con Saviano del momento che la metropoli partenopea sta attraversando.
Dopo essere stato costretto a una lunga assenza, torna a Napoli per la seconda volta quest’anno. Come sta la città secondo Roberto Saviano?
«È vero, dopo sette anni questo è il secondo incontro pubblico in poco più di due mesi. Lo stato di salute della città non lo valuto dalle mie brevi visite, ma da quello che leggo, da ciò che studio, dai feedback che ho da chi ci vive. La città langue da così tanto tempo che la tenacia di chi ci vive sembra essere l’unica vera forza che tiene ancora insieme tutto».
Di cosa c’è bisogno per imprimere, finalmente, una svolta?
«Occorre rompere definitivamente con il passato. In questi giorni, forse conseguenza del sostanziale fallimento del processo relativo alla gestione dei rifiuti che lo ha coinvolto, Antonio Bassolino, secondo alcuni, avrebbe intenzione di ricandidarsi a sindaco della città. Se dopo solo due anni di amministrazione de Magistris si arriva anche solo a ipotizzare un’enormità del genere, credo che nessun commentatore, neanche il più prevenuto, potrebbe peggio descrivere il nulla di questi due anni di amministrazione».
Ha saputo della scarcerazione di Gennaro Marino detto Mckay, uno dei protagonisti di Gomorra, assolto in appello dall’accusa di omicidio e poi riarrestato poco dopo essere tornato in libertà?
«La reputazione criminale di Gennaro McKay Marino da sola non basta a ottenere condanne. Se un giudice lo ha assolto, evidentemente non si è stati in grado di trovare elementi sufficienti a provarne la colpevolezza. Certo è che una decisione del genere impone una riflessione sulla capacità effettiva di trovare una sintesi e uno sviluppo concreto agli spunti investigativi che sono evidentemente sotto gli occhi di tutti».
Esiste il rischio di una nuova guerra di camorra, dopo quelle che hanno insanguinato il territorio anche in tempi recenti?
«La guerra non ha mai avuto un armistizio definitivo. Solo brevi tregue. Fa meno notizia quando si ammazzano pochi a settimana e non decine come durante l’acme dello scontro tra scissionisti e Di Lauro. Il ritorno sul territorio di Marino Mckay lo avrebbe reso il sovrano che i “girati” attendevano. Senza dubbio».
Alcuni magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno criticato l’istituzione del nuovo tribunale di Napoli Nord ad Aversa. Temono che possa indebolire la lotta alla camorra del clan dei Casalesi. Qual è la sua opinione?
«Condivido la critica dei pm della Dda di Napoli. È evidente che lo spezzettamento delle condotte e, quindi dei processi, potrebbe generare delle difficoltà».
(29 giugno 2013)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... f=HREC1-10
Lo scrittore in città con il ministro della Giustizia Cancellieri: "Bassolino ricandidato sarebbe un'enormità ma gli ultimi due anni di amministrazione sono stati il nulla"
di DARIO DEL PORTO
È una «città che langue da tempo», la Napoli dove Roberto Saviano ritornerà questa mattina per chiudere a Castel Capuano la prima parte dell’edizione 2013 del “Sabato delle Idee”. L’autore di “Gomorra” e “Zero, zero zero” non risparmia una stoccata al sindaco de Magistris e condivide le riserve dei pm dell’anticamorra sulla scelta di Aversa come sede del nuovo tribunale di Napoli nord.
Accanto allo scrittore, nei saloni del vecchio palazzo di giustizia, ci saranno il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e i procuratori di Reggio Calabria e Salerno, Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti. Sul tavolo del dibattito, moderato da Antonio Corbo, i temi più caldi in discussione in questi giorni: dalle strategie di contrasto alla criminalità organizzata al pacchetto di norme per decongestionare le carceri fino all’annunciata revisione delle circoscrizioni giudiziarie che ha spinto il consiglio dell’Ordine degli avvocati presieduto da Francesco Caia a chiedere per questa mattina al ministro Cancellieri «un incontro urgente ed indifferibile per rappresentare le ragioni dei cittadini».
Ma l’appuntamento fornisce anche lo spunto per discutere con Saviano del momento che la metropoli partenopea sta attraversando.
Dopo essere stato costretto a una lunga assenza, torna a Napoli per la seconda volta quest’anno. Come sta la città secondo Roberto Saviano?
«È vero, dopo sette anni questo è il secondo incontro pubblico in poco più di due mesi. Lo stato di salute della città non lo valuto dalle mie brevi visite, ma da quello che leggo, da ciò che studio, dai feedback che ho da chi ci vive. La città langue da così tanto tempo che la tenacia di chi ci vive sembra essere l’unica vera forza che tiene ancora insieme tutto».
Di cosa c’è bisogno per imprimere, finalmente, una svolta?
«Occorre rompere definitivamente con il passato. In questi giorni, forse conseguenza del sostanziale fallimento del processo relativo alla gestione dei rifiuti che lo ha coinvolto, Antonio Bassolino, secondo alcuni, avrebbe intenzione di ricandidarsi a sindaco della città. Se dopo solo due anni di amministrazione de Magistris si arriva anche solo a ipotizzare un’enormità del genere, credo che nessun commentatore, neanche il più prevenuto, potrebbe peggio descrivere il nulla di questi due anni di amministrazione».
Ha saputo della scarcerazione di Gennaro Marino detto Mckay, uno dei protagonisti di Gomorra, assolto in appello dall’accusa di omicidio e poi riarrestato poco dopo essere tornato in libertà?
«La reputazione criminale di Gennaro McKay Marino da sola non basta a ottenere condanne. Se un giudice lo ha assolto, evidentemente non si è stati in grado di trovare elementi sufficienti a provarne la colpevolezza. Certo è che una decisione del genere impone una riflessione sulla capacità effettiva di trovare una sintesi e uno sviluppo concreto agli spunti investigativi che sono evidentemente sotto gli occhi di tutti».
Esiste il rischio di una nuova guerra di camorra, dopo quelle che hanno insanguinato il territorio anche in tempi recenti?
«La guerra non ha mai avuto un armistizio definitivo. Solo brevi tregue. Fa meno notizia quando si ammazzano pochi a settimana e non decine come durante l’acme dello scontro tra scissionisti e Di Lauro. Il ritorno sul territorio di Marino Mckay lo avrebbe reso il sovrano che i “girati” attendevano. Senza dubbio».
Alcuni magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno criticato l’istituzione del nuovo tribunale di Napoli Nord ad Aversa. Temono che possa indebolire la lotta alla camorra del clan dei Casalesi. Qual è la sua opinione?
«Condivido la critica dei pm della Dda di Napoli. È evidente che lo spezzettamento delle condotte e, quindi dei processi, potrebbe generare delle difficoltà».
(29 giugno 2013)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... f=HREC1-10
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
TEMPI MODERNI
...
Chiude la cronaca locale dell'Unità,
collaboratori: sette mesi di arretrati
Il primo luglio le pagine locali saranno cancellate in Emilia Romagna e in Toscana
«Il primo luglio chiuderanno le cronache locali dell'Unità, in Emilia-Romagna e in Toscana. I collaboratori coordinati e continuativi, mascherati da collaboratori occasionali, che negli ultimi tre anni hanno prestato il loro lavoro quotidiano al giornale di Gramsci nelle redazioni di Bologna e Firenze verranno spazzati via senza alcuna tutela». Lo rende noto il Coordinamento dei Collaboratori storici dell'Unità. «Come se non bastasse - aggiunge il Coordinamento - la Nie, società editrice, non ha intenzione di liquidare i 7 mesi di arretrati che spettano a tutti i collaboratori del giornale.
Nonostante nei giorni scorsi sia stata votata una ricapitalizzazione, infatti, ad oggi i nostri rappresentanti sindacali non hanno ancora ricevuto alcuna risposta da parte dell'Amministratore Delegato, Fabrizio Meli, riguardo la liquidazione delle spettanze dovute a noi collaboratori. Un atteggiamento di indifferenza al quale siamo tristemente abituati: ormai da due anni, difatti, la Nie ritiene di potersi permettere di non retribuire il nostro lavoro, utilizzando la scusa della crisi economica. In realtà, in questi stessi anni, la stessa società che fa morire di fame alcuni dei suoi più assidui collaboratori ne contrattualizza di altri. Rifiuta di riconoscere ufficialmente un bacino dei collaboratori storici del giornale ma continua incessantemente ad ospitare sempre nuove firme precarie sul proprio giornale». Il coordinamento chiede «pubblicamente al direttore, Claudio Sardo, alla Redazione, a tutti i lettori del giornale, al Partito Democratico e a tutte le forze politiche di schierarsi al nostro fianco e fare pressione affinchè il nostro lavoro venga pagato al più presto e fino all'ultimo centesimo».
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Chiude la cronaca locale dell'Unità,
collaboratori: sette mesi di arretrati
Il primo luglio le pagine locali saranno cancellate in Emilia Romagna e in Toscana
«Il primo luglio chiuderanno le cronache locali dell'Unità, in Emilia-Romagna e in Toscana. I collaboratori coordinati e continuativi, mascherati da collaboratori occasionali, che negli ultimi tre anni hanno prestato il loro lavoro quotidiano al giornale di Gramsci nelle redazioni di Bologna e Firenze verranno spazzati via senza alcuna tutela». Lo rende noto il Coordinamento dei Collaboratori storici dell'Unità. «Come se non bastasse - aggiunge il Coordinamento - la Nie, società editrice, non ha intenzione di liquidare i 7 mesi di arretrati che spettano a tutti i collaboratori del giornale.
Nonostante nei giorni scorsi sia stata votata una ricapitalizzazione, infatti, ad oggi i nostri rappresentanti sindacali non hanno ancora ricevuto alcuna risposta da parte dell'Amministratore Delegato, Fabrizio Meli, riguardo la liquidazione delle spettanze dovute a noi collaboratori. Un atteggiamento di indifferenza al quale siamo tristemente abituati: ormai da due anni, difatti, la Nie ritiene di potersi permettere di non retribuire il nostro lavoro, utilizzando la scusa della crisi economica. In realtà, in questi stessi anni, la stessa società che fa morire di fame alcuni dei suoi più assidui collaboratori ne contrattualizza di altri. Rifiuta di riconoscere ufficialmente un bacino dei collaboratori storici del giornale ma continua incessantemente ad ospitare sempre nuove firme precarie sul proprio giornale». Il coordinamento chiede «pubblicamente al direttore, Claudio Sardo, alla Redazione, a tutti i lettori del giornale, al Partito Democratico e a tutte le forze politiche di schierarsi al nostro fianco e fare pressione affinchè il nostro lavoro venga pagato al più presto e fino all'ultimo centesimo».
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Libri/Capire la Terza Via, al di la' degli slogan
Giancarlo Bosetti su Anthony Giddens
Che cosa significa "terza via" nella versione di Tony Blair-Anthony Giddens ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: una via di mezzo, un incrocio tra socialdemocrazia e neoliberalismo che valorizzi quel che di meglio hanno da darci queste due ispirazioni di politica economica, che sono anche due culture e due visioni dell’individuo e del mondo. Ne’ con Keynes ne’ con la Thatcher, prima di tutto. Ma anche un po’ con l’uno e un po’ con l’altra. E poi c’e’ anche un’altra serie di "ne’… ne’…" e di "sia… sia…" che riguarda il modo di concepire il cittadino, i suoi diritti, i suoi doveri, le sue risorse e responsabilita’, la globalizzazione come opportunita’ piu’ che come pericolo. E ancora due concetti chiave, che sono nel cuore delle politiche di "terza via" anche perche’ con la loro ambivalenza ne indicano anche la difficolta’: flessibilita’ e rischio. Parole che parlano di quanto cambia nel mercato del lavoro, nella nostra vita personale, nell’orizzonte di incertezza che ci e’ ormai imposto come condizione permanente di abitanti di questa epoca. Ora che il libro di Giddens – "La Terza Via" – esce anche in italiano dal Saggiatore, con una prefazione di Romano Prodi, e’ possibile per i lettori di casa nostra andare al di la’ dello slogan e valutare tutti gli ingredienti politici e teorici della ricetta, che non sono poi pura retorica, come qualche avversario vorrebbe. E’ vero che il libro non aggiunge molto alla robusta fama di sociologo del suo autore, ma certo aggiunge qualcosa ai suoi titoli di organizzatore culturale e di tessitore di una impresa intellettuale e politica che ha cambiato faccia alla scena britannica con forti proiezioni sull’Europa e sugli Stati Uniti.
Non si insistera’ mai abbastanza sul fatto che il New Labour e’ parente stretto dei New Democrats americani di Clinton in un fitto intreccio tra i due leader, ma anche tra i cosiddetti think tanks delle due sponde dell’Atlantico. Giddens e’ il direttore della London School of Economics e tiene rapporti con un nugolo di centri studi cosi’ come intorno a Clinton e Sidney Blumenthal troviamo varie istituzioni harvardiane a cominciare dalla John Kennedy School of Government. La terza via di Giddens e’ insomma il contenuto teorico di questa alleanza ma aspira anche a far da battistrada ad un "centro-sinistra" europeo e mondiale.
Se la socialdemocrazia classica era lo stato pervasivo, il primato dei beni collettivi su quelli individuali, la gestione keynesiana della domanda, l’obiettivo della piena occupazione, un forte egualitarismo, e se il thatcherismo era invece lo stato minimo, il fondamentalismo del mercato, il laissez faire nel campo del lavoro e l’accettazione della disuguaglianza, la terza via cerca un’uscita da ognuno di questi dilemmi. Ma non si tratta di una perfetta equidistanza tra i due poli. Se Giddens aveva dato l’impressione nel suo precedente libro "Al di la’ di destra e sinistra" di perorare il superamento di questo vecchio contrasto a benefcio di quello che chiama "centro radicale", ora invece sembra tenersi piu’ vicino alla "rive gauche". Coloro che ritenevano la politica del Nuovo Labour piu’ thatcheriana che socialdemocratica, un neoliberalismo sociale piu’ che un socialismo liberale sono stati smentiti da Giddens fin dal sottotitolo, "Manifesto per la rifondazione della socialdemocrazia", una formula che piacerebbe anche a Lafontaine.
La correzione di tiro e’ resa ancora piu’ esplicita dall’ampio richiamo al libro di Bobbio su "Destra e sinistra", i cui criteri di demarcazione ta le parti ora Giddens accetta, sia pure con molte rilevanti integrazioni. E’ la sinistra che si riforma, insomma, con la terza via giddensiana, non una dissoluzione delle due parti. E si trasforma, questo si’, in una forza capace di presidiare stabilmente il centro, il luogo dello schieramento dove si decide chi vince le elezioni, ed anche quello dove si producono le maggiori novita’, i fattori spiazzanti rispetto ai vecchi schemi. E infatti nella ricerca di Giddens proprio questi hanno una rilevanza cruciale: il dinamismo della societa’ civile, il mutamento della famiglia, la destabilizzazione rappresentata dall’assenza del nemico su scala internazionale, gli autonomismi locali, la cultura cosmopolitica. E la democrazia internazionale. Con quel che segue: i diritti umani, il diritto di intervento militare, la guerra. Un nuovo tipo di guerra che si aggiunge a quei fattori che sfuggono, ahinoi, alla presa del confronto tra vecchia destra e vecchia sinistra.
Giancarlo Bosetti su Anthony Giddens
Che cosa significa "terza via" nella versione di Tony Blair-Anthony Giddens ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: una via di mezzo, un incrocio tra socialdemocrazia e neoliberalismo che valorizzi quel che di meglio hanno da darci queste due ispirazioni di politica economica, che sono anche due culture e due visioni dell’individuo e del mondo. Ne’ con Keynes ne’ con la Thatcher, prima di tutto. Ma anche un po’ con l’uno e un po’ con l’altra. E poi c’e’ anche un’altra serie di "ne’… ne’…" e di "sia… sia…" che riguarda il modo di concepire il cittadino, i suoi diritti, i suoi doveri, le sue risorse e responsabilita’, la globalizzazione come opportunita’ piu’ che come pericolo. E ancora due concetti chiave, che sono nel cuore delle politiche di "terza via" anche perche’ con la loro ambivalenza ne indicano anche la difficolta’: flessibilita’ e rischio. Parole che parlano di quanto cambia nel mercato del lavoro, nella nostra vita personale, nell’orizzonte di incertezza che ci e’ ormai imposto come condizione permanente di abitanti di questa epoca. Ora che il libro di Giddens – "La Terza Via" – esce anche in italiano dal Saggiatore, con una prefazione di Romano Prodi, e’ possibile per i lettori di casa nostra andare al di la’ dello slogan e valutare tutti gli ingredienti politici e teorici della ricetta, che non sono poi pura retorica, come qualche avversario vorrebbe. E’ vero che il libro non aggiunge molto alla robusta fama di sociologo del suo autore, ma certo aggiunge qualcosa ai suoi titoli di organizzatore culturale e di tessitore di una impresa intellettuale e politica che ha cambiato faccia alla scena britannica con forti proiezioni sull’Europa e sugli Stati Uniti.
Non si insistera’ mai abbastanza sul fatto che il New Labour e’ parente stretto dei New Democrats americani di Clinton in un fitto intreccio tra i due leader, ma anche tra i cosiddetti think tanks delle due sponde dell’Atlantico. Giddens e’ il direttore della London School of Economics e tiene rapporti con un nugolo di centri studi cosi’ come intorno a Clinton e Sidney Blumenthal troviamo varie istituzioni harvardiane a cominciare dalla John Kennedy School of Government. La terza via di Giddens e’ insomma il contenuto teorico di questa alleanza ma aspira anche a far da battistrada ad un "centro-sinistra" europeo e mondiale.
Se la socialdemocrazia classica era lo stato pervasivo, il primato dei beni collettivi su quelli individuali, la gestione keynesiana della domanda, l’obiettivo della piena occupazione, un forte egualitarismo, e se il thatcherismo era invece lo stato minimo, il fondamentalismo del mercato, il laissez faire nel campo del lavoro e l’accettazione della disuguaglianza, la terza via cerca un’uscita da ognuno di questi dilemmi. Ma non si tratta di una perfetta equidistanza tra i due poli. Se Giddens aveva dato l’impressione nel suo precedente libro "Al di la’ di destra e sinistra" di perorare il superamento di questo vecchio contrasto a benefcio di quello che chiama "centro radicale", ora invece sembra tenersi piu’ vicino alla "rive gauche". Coloro che ritenevano la politica del Nuovo Labour piu’ thatcheriana che socialdemocratica, un neoliberalismo sociale piu’ che un socialismo liberale sono stati smentiti da Giddens fin dal sottotitolo, "Manifesto per la rifondazione della socialdemocrazia", una formula che piacerebbe anche a Lafontaine.
La correzione di tiro e’ resa ancora piu’ esplicita dall’ampio richiamo al libro di Bobbio su "Destra e sinistra", i cui criteri di demarcazione ta le parti ora Giddens accetta, sia pure con molte rilevanti integrazioni. E’ la sinistra che si riforma, insomma, con la terza via giddensiana, non una dissoluzione delle due parti. E si trasforma, questo si’, in una forza capace di presidiare stabilmente il centro, il luogo dello schieramento dove si decide chi vince le elezioni, ed anche quello dove si producono le maggiori novita’, i fattori spiazzanti rispetto ai vecchi schemi. E infatti nella ricerca di Giddens proprio questi hanno una rilevanza cruciale: il dinamismo della societa’ civile, il mutamento della famiglia, la destabilizzazione rappresentata dall’assenza del nemico su scala internazionale, gli autonomismi locali, la cultura cosmopolitica. E la democrazia internazionale. Con quel che segue: i diritti umani, il diritto di intervento militare, la guerra. Un nuovo tipo di guerra che si aggiunge a quei fattori che sfuggono, ahinoi, alla presa del confronto tra vecchia destra e vecchia sinistra.
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Napoli, inchiesta sulla Coppa America
sospetti sul catering e i charter per vip
di Leandro Del Gaudio A+ A- Stampa
NAPOLI - Sospetti sul catering e sul sistema di charter, ma anche sul tetto di stipendi e consulenze. Eccolo il libro nero dell’America’s cup, visto dalle conversazioni di manager e uomini d’affari, sull’asse Acn (azienda formata da enti pubblici e Camera di commercio ), Comune e Provincia per la seconda edizione dell’evento velico. Un mese dopo il blitz della Finanza, atti al Riesame, la Procura scopre le carte con il deposito di una informativa che racconta la pista battuta dall’aggiunto Francesco Greco e dai pm Graziella Arlomede e Marco Bottino.
Turbativa d’asta, l’accusa principale. C’è il sospetto di accordi sottobanco per gare e forniture: riflettori su Claudio De Magistris, fratello del sindaco tirato in ballo in una telefonata da Mario Hubler, direttore generale di Acn; e su Maurizio Maddaloni, per il quale pesano - a giudizio dei pm - gli interessi di due agenzie di viaggio intestate alla sorella nei charter per gli spettatori vip.
Chiaia salvatutti.
È il quattro marzo scorso, primo pomeriggio, sono passate poche ore dal crollo di palazzo Guevara, che ha paralizzato la Riviera di Chiaia, quando il capo di gabinetto Attilio Auricchio si confida con Mario Hubler. Attilio ha un piano - si legge agli atti - ed è il piano salva tutti. In che consiste? Nell’utilizzare il crollo come causa di forza maggiore per bloccare l’evento e spingere gli americani a restituire la caparra di tre milioni di euro (le «tre palletelle nostre», per dirla con Hubler), facendo leva sugli inevitabili sequestri di cantiere e edificio, ma anche sull’impossibilità di riaprire la strada.
È così che Auricchio dice a Hubler: il crollo del palazzo potrebbe essere l’occasione, «già mi hai capito a me», niente tappa, anche gli americani potrebbero essere d’accordo. Scrivono i finanzieri della Tributaria agli ordini del colonnello Nicola Altiero: «Una soluzione che non viene adottata, in conseguenza della consulenza dell’avvocato Antonio Nardone, che ne evidenzia la sua impraticabilità per mancanza di fondamento giuridico». Eppure, in quel pomeriggio di paura e tensione, le telefonate si susseguono in modo rapido, lì a pochi metri «dal fosso» che terrà in scacco decine di commercianti, con centinaia di persone a chiedere di «fare presto» e di ritornare alla normalità. Vicenda tutt’altro che a senso unico - è bene precisare - in cui Auricchio, Hubler e Nardone (difesi tra gli altri dai penalisti Riccardo Polidoro e Fabio Fulgeri) avranno modo di fornire la propria versione nel prosieguo delle indagini.
I fratelli Maddaloni. Un ruolo chiave quello di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio, socio di Acn, ma anche fratello di Loredana, rappresentante di due agenzie di viaggio che puntavano a gestire i biglietti per salire sui natanti e seguire l’evento via mare. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, Maddaloni avrebbe investito due milioni di euro, ottenendo un cambio di rotta per la Acn: non più società di scopo (ad hoc per l’America’s cup), ma cabina di regìa dei grandi eventi a Napoli. Al telefono con un amico, Maddaloni si sfoga: «Non faccio ’o salvatore della patria, ’o soccorso tricolore, né la badante».
Eppure, gli inquirenti non hanno dubbi: «Loredana Maddaloni, sfruttando l’influenza del fratello, si adopera per il tramite di un socio a capo di un’altra agenzia di viaggio, per accaparrarsi il maggior numero di bandiere che valgono come permessi per trasferire gli spettatori nelle acque impegnate dalla gara». Tanto che poi al telefono, è Loredana Maddaloni ad ammonire che «è stato ottenuto l’ok, però quest’anno Maurizio è socio di Acn e quindi noi non possiamo comparire in niente». Difeso dal penalista Salvatore Pane, Maddaloni punta a dimostrare invece la correttezza della propria condotta nel corso dell’inchiesta.
De Magistris junior. È il catering per la serata inaugurale alla Mostra d’Oltremare a costare il coinvolgimento di Claudio, fratello del sindaco Luigi De Magistris. Mario Hubler al telefono con una tale Marilù (a sua volta referente di una ditta di eventi), parla di catering: «Lì c’è tutto un meccanismo... che riguarda anche Claudio... cose che a me... comincio a capire... fate quello che volete a me non me ne fotte proprio... io da questa storia degli eventi più lontano ci sto, meglio è». Difeso dal penalista Bruno Botti, Claudio De Magistris ha sempre sostenuto la mancanza di interessi personali in un evento per il quale era animato dall’esigenza che il servizio fosse all’altezza della situazione.
I baffi e i pontili. È uno dei punti controversi, di fronte ai pareri contrari posti dalla Soprintendenza nel 2013 alla realizzazione dei cosiddetti «baffi» di scogli nelle acque di via Caracciolo. Perché questa diversità di vedute da un anno all’altro? Stando alla ricostruzione dei militari, ce n’è addirittura per ipotizzare «elementi di criticità sulla correttezza delle autorizzazioni rilasciate nel 2012, quanto a basta a svolgere approfondimenti e verificare l’esistenza del reato di abuso d’ufficio».
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... um=twitter
sospetti sul catering e i charter per vip
di Leandro Del Gaudio A+ A- Stampa
NAPOLI - Sospetti sul catering e sul sistema di charter, ma anche sul tetto di stipendi e consulenze. Eccolo il libro nero dell’America’s cup, visto dalle conversazioni di manager e uomini d’affari, sull’asse Acn (azienda formata da enti pubblici e Camera di commercio ), Comune e Provincia per la seconda edizione dell’evento velico. Un mese dopo il blitz della Finanza, atti al Riesame, la Procura scopre le carte con il deposito di una informativa che racconta la pista battuta dall’aggiunto Francesco Greco e dai pm Graziella Arlomede e Marco Bottino.
Turbativa d’asta, l’accusa principale. C’è il sospetto di accordi sottobanco per gare e forniture: riflettori su Claudio De Magistris, fratello del sindaco tirato in ballo in una telefonata da Mario Hubler, direttore generale di Acn; e su Maurizio Maddaloni, per il quale pesano - a giudizio dei pm - gli interessi di due agenzie di viaggio intestate alla sorella nei charter per gli spettatori vip.
Chiaia salvatutti.
È il quattro marzo scorso, primo pomeriggio, sono passate poche ore dal crollo di palazzo Guevara, che ha paralizzato la Riviera di Chiaia, quando il capo di gabinetto Attilio Auricchio si confida con Mario Hubler. Attilio ha un piano - si legge agli atti - ed è il piano salva tutti. In che consiste? Nell’utilizzare il crollo come causa di forza maggiore per bloccare l’evento e spingere gli americani a restituire la caparra di tre milioni di euro (le «tre palletelle nostre», per dirla con Hubler), facendo leva sugli inevitabili sequestri di cantiere e edificio, ma anche sull’impossibilità di riaprire la strada.
È così che Auricchio dice a Hubler: il crollo del palazzo potrebbe essere l’occasione, «già mi hai capito a me», niente tappa, anche gli americani potrebbero essere d’accordo. Scrivono i finanzieri della Tributaria agli ordini del colonnello Nicola Altiero: «Una soluzione che non viene adottata, in conseguenza della consulenza dell’avvocato Antonio Nardone, che ne evidenzia la sua impraticabilità per mancanza di fondamento giuridico». Eppure, in quel pomeriggio di paura e tensione, le telefonate si susseguono in modo rapido, lì a pochi metri «dal fosso» che terrà in scacco decine di commercianti, con centinaia di persone a chiedere di «fare presto» e di ritornare alla normalità. Vicenda tutt’altro che a senso unico - è bene precisare - in cui Auricchio, Hubler e Nardone (difesi tra gli altri dai penalisti Riccardo Polidoro e Fabio Fulgeri) avranno modo di fornire la propria versione nel prosieguo delle indagini.
I fratelli Maddaloni. Un ruolo chiave quello di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio, socio di Acn, ma anche fratello di Loredana, rappresentante di due agenzie di viaggio che puntavano a gestire i biglietti per salire sui natanti e seguire l’evento via mare. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, Maddaloni avrebbe investito due milioni di euro, ottenendo un cambio di rotta per la Acn: non più società di scopo (ad hoc per l’America’s cup), ma cabina di regìa dei grandi eventi a Napoli. Al telefono con un amico, Maddaloni si sfoga: «Non faccio ’o salvatore della patria, ’o soccorso tricolore, né la badante».
Eppure, gli inquirenti non hanno dubbi: «Loredana Maddaloni, sfruttando l’influenza del fratello, si adopera per il tramite di un socio a capo di un’altra agenzia di viaggio, per accaparrarsi il maggior numero di bandiere che valgono come permessi per trasferire gli spettatori nelle acque impegnate dalla gara». Tanto che poi al telefono, è Loredana Maddaloni ad ammonire che «è stato ottenuto l’ok, però quest’anno Maurizio è socio di Acn e quindi noi non possiamo comparire in niente». Difeso dal penalista Salvatore Pane, Maddaloni punta a dimostrare invece la correttezza della propria condotta nel corso dell’inchiesta.
De Magistris junior. È il catering per la serata inaugurale alla Mostra d’Oltremare a costare il coinvolgimento di Claudio, fratello del sindaco Luigi De Magistris. Mario Hubler al telefono con una tale Marilù (a sua volta referente di una ditta di eventi), parla di catering: «Lì c’è tutto un meccanismo... che riguarda anche Claudio... cose che a me... comincio a capire... fate quello che volete a me non me ne fotte proprio... io da questa storia degli eventi più lontano ci sto, meglio è». Difeso dal penalista Bruno Botti, Claudio De Magistris ha sempre sostenuto la mancanza di interessi personali in un evento per il quale era animato dall’esigenza che il servizio fosse all’altezza della situazione.
I baffi e i pontili. È uno dei punti controversi, di fronte ai pareri contrari posti dalla Soprintendenza nel 2013 alla realizzazione dei cosiddetti «baffi» di scogli nelle acque di via Caracciolo. Perché questa diversità di vedute da un anno all’altro? Stando alla ricostruzione dei militari, ce n’è addirittura per ipotizzare «elementi di criticità sulla correttezza delle autorizzazioni rilasciate nel 2012, quanto a basta a svolgere approfondimenti e verificare l’esistenza del reato di abuso d’ufficio».
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
carissimi compagneros
sembra che il forum abbia necessità di una RIVOLUZIONE PERMANENTE.
la mia proposta è il cambio di nome .
FORUMISTI PER IL PIPPO
questo il nome PIPPO se non sbaglio è civati.
una conference linea in diretta con PIPPO CIVATI diciamo un sabato al mese .
il FORUMISTA PER IL PIPPO si occupa di tutta lla sinistra e non solo del PD.
anche perche la candidatura di PIPPO forse è piu importante per la sinistra che per il PD.
una organizzazione del forum per commissioni
io ne propongo 2 lasciando ad altri compagni altre proposte.
1) FIAT e politiche di occupazione.
il primo step lo farei fare ai commercialisti e ragionieri analisi di bilancio.
2) la seconda commissione su PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e ORGANIZZAZIONE.
il presidente OBAMA ha dichiarato che non segue i forum perchè sono troppo superficiali.
Adesso potremmo rispondere NO OBAMA leggi il FORUMISTA PER IL PIPPO.
sembra che il forum abbia necessità di una RIVOLUZIONE PERMANENTE.
la mia proposta è il cambio di nome .
FORUMISTI PER IL PIPPO
questo il nome PIPPO se non sbaglio è civati.
una conference linea in diretta con PIPPO CIVATI diciamo un sabato al mese .
il FORUMISTA PER IL PIPPO si occupa di tutta lla sinistra e non solo del PD.
anche perche la candidatura di PIPPO forse è piu importante per la sinistra che per il PD.
una organizzazione del forum per commissioni
io ne propongo 2 lasciando ad altri compagni altre proposte.
1) FIAT e politiche di occupazione.
il primo step lo farei fare ai commercialisti e ragionieri analisi di bilancio.
2) la seconda commissione su PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e ORGANIZZAZIONE.
il presidente OBAMA ha dichiarato che non segue i forum perchè sono troppo superficiali.
Adesso potremmo rispondere NO OBAMA leggi il FORUMISTA PER IL PIPPO.
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Non riesco mai a distinguere nei post di aaaa42 il confine tra l'ironia e la proposta concreta.aaaa42 ha scritto:carissimi compagneros
sembra che il forum abbia necessità di una RIVOLUZIONE PERMANENTE.
la mia proposta è il cambio di nome .
FORUMISTI PER IL PIPPO
questo il nome PIPPO se non sbaglio è civati.
una conference linea in diretta con PIPPO CIVATI diciamo un sabato al mese .
il FORUMISTA PER IL PIPPO si occupa di tutta lla sinistra e non solo del PD.
anche perche la candidatura di PIPPO forse è piu importante per la sinistra che per il PD.
una organizzazione del forum per commissioni
io ne propongo 2 lasciando ad altri compagni altre proposte.
1) FIAT e politiche di occupazione.
il primo step lo farei fare ai commercialisti e ragionieri analisi di bilancio.
2) la seconda commissione su PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e ORGANIZZAZIONE.
il presidente OBAMA ha dichiarato che non segue i forum perchè sono troppo superficiali.
Adesso potremmo rispondere NO OBAMA leggi il FORUMISTA PER IL PIPPO.
In altri termini, non riesco a capire se fa sul serio o ci prende per i fondelli
Mio limite, sua indubbia bravura.
Provateci voi se siete più capaci di me.
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