Pianeta donna....
Re: Pianeta donna....
Violenza contro le donne, l'apertura di Alfano
«Ne parleremo nel prossimo cdm»
Il ministro dell'Interno: «Troveremo tutti i soldi che servono per difendere le donne»
Angelino Alfano
Contro le aggressioni alle donne «abbiamo la legge approvata nella passata legislatura» che ha generato «migliaia di denunce». Del tema «si comincerà a parlare nel prossimo cdm, sulla base della proposta del ministro Josefa Idem di costituire una task force». Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, al Tg1. «Una rotta c'è già ed è il piano nazionale contro la violenza sulle donne approvato nella scorsa legislatura».
APERTURA -«Troveremo tutti i soldi che servono per difendere le donne; non esiste un limite di spesa che possa fermare un Governo che voglia difendere le donne dalle aggressioni violente», ha aggiunto Alfano. «La legge contro lo stalking ha funzionato alla grande, ci sono state migliaia di denunce; se ci sarà da irrobustirla lo faremo».
Redazione Online
7 maggio 2013 | 20:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA
massì!!!!!! crepi l'avarizia
«Ne parleremo nel prossimo cdm»
Il ministro dell'Interno: «Troveremo tutti i soldi che servono per difendere le donne»
Angelino Alfano
Contro le aggressioni alle donne «abbiamo la legge approvata nella passata legislatura» che ha generato «migliaia di denunce». Del tema «si comincerà a parlare nel prossimo cdm, sulla base della proposta del ministro Josefa Idem di costituire una task force». Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, al Tg1. «Una rotta c'è già ed è il piano nazionale contro la violenza sulle donne approvato nella scorsa legislatura».
APERTURA -«Troveremo tutti i soldi che servono per difendere le donne; non esiste un limite di spesa che possa fermare un Governo che voglia difendere le donne dalle aggressioni violente», ha aggiunto Alfano. «La legge contro lo stalking ha funzionato alla grande, ci sono state migliaia di denunce; se ci sarà da irrobustirla lo faremo».
Redazione Online
7 maggio 2013 | 20:58
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Re: Pianeta donna....
Non ditelo alla Santanchè
Repubblica 25.5.13
La sfida del Viagra rosa “Così una pillola riaccende il desiderio delle donne”
Agisce sul cervello. In vendita negli Usa già nel 2016
di Massimo Vincenzi
NEW YORK — La prima rivoluzione fu la pillola anticoncenzionale che cambiò la società oltre che la vita delle donne, ora, cinquant’anni dopo, arriva la seconda spallata con una medicina che promette di aver trovato l’interruttore del piacere femminile. A lavorarci è un ricercatore olandese Adriaan Tuiten che è sicuro di mettere la sua creazione sul mercato dal 2016. Viene automatico chiamarlo il “Viagra rosa” ma questo è diverso, qualcosa di completamente nuovo che agisce sul cervello prima ancora che sul corpo.
La molla che spinge le industrie farmaceutiche a studiare il nuovo prodotto è invece la stessa: la montagna di soldi che la caramella blu ha portato nelle loro tasche. Ma sino adesso tutti gli esperimenti sono falliti: gel, spray nasali e altre medicine si sono rivelate dei placebo o peggio ancora dannose. Ora la svolta. O almeno ne è convinto Tuiten, che cerca il suo Graal da oltre vent’anni, da quando una fidanzata “crudele” gli ha spezzato il cuore all’università lasciandolo per un altro. La sperimentazione è in stadio avanzato: oltre quattrocento donne hanno risposto ai suoi test e presto saranno mille: «La Food and Drug Administration esaminerà il nostro lavoro que-st’estate, sono sicuro che ci daranno il via libera: la cura funziona».
Lui è ovviamente entusiasta, anche perché mettere a punto Lybrido, così si chiama, non è stato facile. Il desiderio della donna, come racconta nella sua inchiesta di copertina il Magazine del New York Times, è un mistero contro cui la scienza sbatte il muso da sempre, con tanto di dibattito infinito sul misterioso punto G. Non è questione fisica, come lo è al 90% negli uomini, tanto che il Viagra agisce in maniera idraulica e meccanica sui vasi sanguigni: per le donne molti studi pubblicati, poche certezze. La passione può calare per gli effetti della menopausa, oppure per l’uso di antidepressivi. O perché ci sono uomini distratti, frettolosi, incapaci. E poi arrivano i figli, il lavoro è sempre più impegnativo, la vita è così maledettamente complicata che tenere tutto assieme diventa quasi impossibile. «A fine giornata, quando salivo in camera da letto speravo solo che mio marito dormisse», racconta una delle donne che sta provando il farmaco.
Ai test partecipano solo donne con una vita sessuale monogama, perché tra i mille punti interrogativi, gli studi sembrano convergere su un punto: la lunga convivenza non fa bene al sesso, che può sembrare una banalità ma ora ha il sostegno della scienza. Le donne sono quelle che soffrono di più la monotonia. Jori Brotto, psicologa alla University of British Columbia spiega: «Il fattore che ritorna sempre nelle mie pazienti è la noia. Nelle lunghe convivenze nelle nostre teste, lo dico anche per esperienza personale, qualcosa si spegne. Molto più velocemente di quanto non avvenga nei maschi». Da qui la necessità di una medicina che agisca non solo sul corpo ma anche e soprattutto sul cervello: la vera torre di comando del piacere rosa. Ed è così che Lybrido funziona andando ad alterare gli equilibri della dopamina e della serotonina, alzando il livello della prima che funziona da eccitante e abbassando le dosi dell’altra che controlla i freni inibitori.
Effetti combinati poi con altri agenti chimici che vanno ad agire sui flussi sanguigni potenziandoli. Tra i componenti infine anche testosterone e buspirone (usato di solito contro l’ansia).
Ma l’aver trovato, ammesso che sia così, gli ingredienti giusti non regala la ricetta per una vita monogama perfetta e felice.
Molti uomini potrebbero sentirsi delusi da non bastare alle loro compagne, altri decidere invece di regalare dosi industriali per Natale. E magari le stesse mogli o fidanzate potrebbero reagire male se scoprissero che il sesso ritrovato non significa la fine dei problemi di coppia.
E uno dei ginecologi che sta lavorando al progetto rivela che la stessa Fda starebbe pensando di negare il via libera per la paura delle conseguenze che questa avrebbe sulla società: «Molti vorrebbero che funzionasse, ma che non funzionasse troppo. Le mie fonti mi dicono che c’è molta discussione nella commissione». E una giornalista del New York Magazine scherza, ma non troppo, sul suo blog: «Se non diventeremo tutte ninfomani, salveremo i nostri rapporti». Sul sito del New York Times poi molte lettrici sono infuriate: «È raccapricciante tutto questo. Mi dovete spiegare perché sono solo uomini a studiare il nostro piacere». Altre invece sono più possibiliste: «Se funziona perché no? Magari finalmente si guarderà un po’ meno basket in televisione». La migliore è Jewels, che chiude le polemiche con una battuta: «Ora devo correre a nascondere questo articolo a mio marito. Voglio passare un week end tranquillo».
Repubblica 25.5.13
La sessuologa Chiara Simonelli
“C’è attesa per il farmaco ma non risolverà tutti i problemi”
intervista di di Irene Maria Scalise
ROMA — Se la pillola del piacere arriverà sul mercato non potrà, comunque, risolvere i problemi di tutte le donne. Sarà un aiuto ma solo per alcune. Non ha dubbi Chiara Simonelli, presidente della Società italiana di sessuologia scientifica e della European federation of sexology.
In America c’è attesa per la pillola del piacere femminile. Cosa ne pensa?
«Sono noti i dati epidemiologici legati alla sessualità femminile. Il problema del desiderio è trasversale e per questo tutti sono molto interessati. Io stessa avevo partecipato ad un tavolo per una precedente pillola che poi non fu approvata dalla Food and drug administration».
Ma è possibile che una sola pillola agendo sul cervello possa aiutare le donne a raggiungere il piacere?
«Una pillola può essere la risposta a una serie di mancanze ma non potrà coprire tutte le situazioni all’origine del calo del desiderio. Ci sono donne che, pur non desiderando più il compagno, scelgono di restare con lui per i figli, per la sicurezza economica, per affetto: come si può agire su situazioni così diverse?».
La soluzione potrebbe essere adottare pillole diverse in base al tipo di problema?
«In questo caso il successo è più probabile. Per esempio nel calo del desiderio in menopausa si può lavorare perché è un meccanismo più conosciuto».
Sarà la volta buona perché la Fda dica sì?
«Me lo auguro perché anche se aiuterà solo un target di donne sarà comunque qualcosa. Non sono contraria a nulla che possa aiutare il piacere femminile, dopo che per gli uomini si è lavorato tanto».
Repubblica 25.5.13
La sfida del Viagra rosa “Così una pillola riaccende il desiderio delle donne”
Agisce sul cervello. In vendita negli Usa già nel 2016
di Massimo Vincenzi
NEW YORK — La prima rivoluzione fu la pillola anticoncenzionale che cambiò la società oltre che la vita delle donne, ora, cinquant’anni dopo, arriva la seconda spallata con una medicina che promette di aver trovato l’interruttore del piacere femminile. A lavorarci è un ricercatore olandese Adriaan Tuiten che è sicuro di mettere la sua creazione sul mercato dal 2016. Viene automatico chiamarlo il “Viagra rosa” ma questo è diverso, qualcosa di completamente nuovo che agisce sul cervello prima ancora che sul corpo.
La molla che spinge le industrie farmaceutiche a studiare il nuovo prodotto è invece la stessa: la montagna di soldi che la caramella blu ha portato nelle loro tasche. Ma sino adesso tutti gli esperimenti sono falliti: gel, spray nasali e altre medicine si sono rivelate dei placebo o peggio ancora dannose. Ora la svolta. O almeno ne è convinto Tuiten, che cerca il suo Graal da oltre vent’anni, da quando una fidanzata “crudele” gli ha spezzato il cuore all’università lasciandolo per un altro. La sperimentazione è in stadio avanzato: oltre quattrocento donne hanno risposto ai suoi test e presto saranno mille: «La Food and Drug Administration esaminerà il nostro lavoro que-st’estate, sono sicuro che ci daranno il via libera: la cura funziona».
Lui è ovviamente entusiasta, anche perché mettere a punto Lybrido, così si chiama, non è stato facile. Il desiderio della donna, come racconta nella sua inchiesta di copertina il Magazine del New York Times, è un mistero contro cui la scienza sbatte il muso da sempre, con tanto di dibattito infinito sul misterioso punto G. Non è questione fisica, come lo è al 90% negli uomini, tanto che il Viagra agisce in maniera idraulica e meccanica sui vasi sanguigni: per le donne molti studi pubblicati, poche certezze. La passione può calare per gli effetti della menopausa, oppure per l’uso di antidepressivi. O perché ci sono uomini distratti, frettolosi, incapaci. E poi arrivano i figli, il lavoro è sempre più impegnativo, la vita è così maledettamente complicata che tenere tutto assieme diventa quasi impossibile. «A fine giornata, quando salivo in camera da letto speravo solo che mio marito dormisse», racconta una delle donne che sta provando il farmaco.
Ai test partecipano solo donne con una vita sessuale monogama, perché tra i mille punti interrogativi, gli studi sembrano convergere su un punto: la lunga convivenza non fa bene al sesso, che può sembrare una banalità ma ora ha il sostegno della scienza. Le donne sono quelle che soffrono di più la monotonia. Jori Brotto, psicologa alla University of British Columbia spiega: «Il fattore che ritorna sempre nelle mie pazienti è la noia. Nelle lunghe convivenze nelle nostre teste, lo dico anche per esperienza personale, qualcosa si spegne. Molto più velocemente di quanto non avvenga nei maschi». Da qui la necessità di una medicina che agisca non solo sul corpo ma anche e soprattutto sul cervello: la vera torre di comando del piacere rosa. Ed è così che Lybrido funziona andando ad alterare gli equilibri della dopamina e della serotonina, alzando il livello della prima che funziona da eccitante e abbassando le dosi dell’altra che controlla i freni inibitori.
Effetti combinati poi con altri agenti chimici che vanno ad agire sui flussi sanguigni potenziandoli. Tra i componenti infine anche testosterone e buspirone (usato di solito contro l’ansia).
Ma l’aver trovato, ammesso che sia così, gli ingredienti giusti non regala la ricetta per una vita monogama perfetta e felice.
Molti uomini potrebbero sentirsi delusi da non bastare alle loro compagne, altri decidere invece di regalare dosi industriali per Natale. E magari le stesse mogli o fidanzate potrebbero reagire male se scoprissero che il sesso ritrovato non significa la fine dei problemi di coppia.
E uno dei ginecologi che sta lavorando al progetto rivela che la stessa Fda starebbe pensando di negare il via libera per la paura delle conseguenze che questa avrebbe sulla società: «Molti vorrebbero che funzionasse, ma che non funzionasse troppo. Le mie fonti mi dicono che c’è molta discussione nella commissione». E una giornalista del New York Magazine scherza, ma non troppo, sul suo blog: «Se non diventeremo tutte ninfomani, salveremo i nostri rapporti». Sul sito del New York Times poi molte lettrici sono infuriate: «È raccapricciante tutto questo. Mi dovete spiegare perché sono solo uomini a studiare il nostro piacere». Altre invece sono più possibiliste: «Se funziona perché no? Magari finalmente si guarderà un po’ meno basket in televisione». La migliore è Jewels, che chiude le polemiche con una battuta: «Ora devo correre a nascondere questo articolo a mio marito. Voglio passare un week end tranquillo».
Repubblica 25.5.13
La sessuologa Chiara Simonelli
“C’è attesa per il farmaco ma non risolverà tutti i problemi”
intervista di di Irene Maria Scalise
ROMA — Se la pillola del piacere arriverà sul mercato non potrà, comunque, risolvere i problemi di tutte le donne. Sarà un aiuto ma solo per alcune. Non ha dubbi Chiara Simonelli, presidente della Società italiana di sessuologia scientifica e della European federation of sexology.
In America c’è attesa per la pillola del piacere femminile. Cosa ne pensa?
«Sono noti i dati epidemiologici legati alla sessualità femminile. Il problema del desiderio è trasversale e per questo tutti sono molto interessati. Io stessa avevo partecipato ad un tavolo per una precedente pillola che poi non fu approvata dalla Food and drug administration».
Ma è possibile che una sola pillola agendo sul cervello possa aiutare le donne a raggiungere il piacere?
«Una pillola può essere la risposta a una serie di mancanze ma non potrà coprire tutte le situazioni all’origine del calo del desiderio. Ci sono donne che, pur non desiderando più il compagno, scelgono di restare con lui per i figli, per la sicurezza economica, per affetto: come si può agire su situazioni così diverse?».
La soluzione potrebbe essere adottare pillole diverse in base al tipo di problema?
«In questo caso il successo è più probabile. Per esempio nel calo del desiderio in menopausa si può lavorare perché è un meccanismo più conosciuto».
Sarà la volta buona perché la Fda dica sì?
«Me lo auguro perché anche se aiuterà solo un target di donne sarà comunque qualcosa. Non sono contraria a nulla che possa aiutare il piacere femminile, dopo che per gli uomini si è lavorato tanto».
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Re: Pianeta donna....
L'omaggio di Repubblica Tv a Franca Rame
Una serie di filmati
http://video.repubblica.it/dossier/e-mo ... ef=HRER3-1
Una serie di filmati
http://video.repubblica.it/dossier/e-mo ... ef=HRER3-1
Re: Pianeta donna....
La minimizzazione del femminicidio
Adriano Sofri sull'inclinazione frettolosa a normalizzare le violenze maschili sulle donne
http://www.selpress.com/istitutotreccan ... 128374.pdf
Adriano Sofri sull'inclinazione frettolosa a normalizzare le violenze maschili sulle donne
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Re: Pianeta donna....
Io mi chiedo spesso : ma questi qua figlie femmine non ne hanno?
Com'è possibile che non sentano la necessità urgente di fare qualcosa ( altro che apertura... )
per tentare di arginare questa strage assurda alla quale ormai ci siamo tutti assuefatti.
Una legge che non costa niente, che dovrebbe avere un appoggio bipartisan e quello delle donne di tutti gli schieramenti.
E' assurdo che siano stati impiegati non so quanti anni per far passare lo stupro da "delitto contro con la morale" a
"delitto contro la persona"!
E le parlamentari donne perché dormono e non si uniscono in una battaglia comune?
Com'è possibile che non sentano la necessità urgente di fare qualcosa ( altro che apertura... )
per tentare di arginare questa strage assurda alla quale ormai ci siamo tutti assuefatti.
Una legge che non costa niente, che dovrebbe avere un appoggio bipartisan e quello delle donne di tutti gli schieramenti.
E' assurdo che siano stati impiegati non so quanti anni per far passare lo stupro da "delitto contro con la morale" a
"delitto contro la persona"!
E le parlamentari donne perché dormono e non si uniscono in una battaglia comune?
Re: Pianeta donna....
myriam
la logica del legislatore/ parlamentare è " non è un problema mio".
vivono in un contesto familiare / sociale in cui le loro donne non vengono picchiate, stuprate etc etc .
per legiferare una cosa di cui si intendono già fanno una fatica bestia, figurati su un argomento di cui sfugge la percezione.
se non finanziano i centri antiviolenza , dove potrebbero scappare le donne vittime di abusi, non ci sarà inversione di tendenza , le donne picchiate ( che sopravvivono) si terranno le botte in silenzio ... e i soldi ndo stanno? manco per gli esodati li stanno trovando.
alfano ha detto che non ci sono limiti alla cifra da destinare a contrastare questo fenomeno.... pensa te in che mani sono le donne più sfortunate.
la logica del legislatore/ parlamentare è " non è un problema mio".
vivono in un contesto familiare / sociale in cui le loro donne non vengono picchiate, stuprate etc etc .
per legiferare una cosa di cui si intendono già fanno una fatica bestia, figurati su un argomento di cui sfugge la percezione.
se non finanziano i centri antiviolenza , dove potrebbero scappare le donne vittime di abusi, non ci sarà inversione di tendenza , le donne picchiate ( che sopravvivono) si terranno le botte in silenzio ... e i soldi ndo stanno? manco per gli esodati li stanno trovando.
alfano ha detto che non ci sono limiti alla cifra da destinare a contrastare questo fenomeno.... pensa te in che mani sono le donne più sfortunate.
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Re: Pianeta donna....
Comunque non si fermano -1
FERENTINO (FROSINONE)
Massacrata di botte dal fidanzato
si risveglia dal coma e lo fa arrestare
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 3550.shtml
FERENTINO (FROSINONE)
Massacrata di botte dal fidanzato
si risveglia dal coma e lo fa arrestare
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 3550.shtml
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Re: Pianeta donna....
Solidarietà femminile - 1
LA FRASE CHOC IN RETE
La leghista: 'Nessuno stupra Kyenge?'
E il ministro: ognuno si senta offeso
di Enrico Albertini
La consigliera leghista
Dolores Valandro, la frase su Facebook e l'odio razziale
Zaia: «Chieda scusa,
post vergognoso»
Razzismo e maschilismo: qualcuno in Italia non supera il test Kyenge A. Coppola
http://corrieredelveneto.corriere.it/pa ... 6840.shtml
Il cortocircuito del razzismo
(Chiara Saraceno).
14/06/2013 di triskel182
IL CORTOCIRCUITO operato dall’infausto augurio della leghista padovana ai danni di Cécile Kyenge è istruttivo. Impone una riflessione che non si limiti a rilevare, riducendola a fenomeno marginale e individuale, la grossolana maleducazione di una persona.
Una persona che non è in controllo né dei propri umori né delle proprie parole. Con quella frase, la signora (signora?) ha assimilato tutti i maschi neri a stupratori e tutti gli stupratori a neri. Chi chiede rispetto per i neri è quindi automaticamente complice di stupratori, tanto più se è nera essa stessa e rivendica orgogliosamente l’esserlo. Per indurla a ragionare, e per «farle abbassare le arie», l’unica è farle subire la violenza e l’umiliazione di uno stupro.
Questo corto circuito è esemplare, nella sua forma estrema, dell’atteggiamento razzista. Il diverso è sempre pericoloso e peggiore. Non conta che gli stupratori (o i ladri, o i violenti) appartengano a tutte le etnie e i colori della pelle. Non conta neppure che la maggior parte degli stupri, come dei femminicidi, avvengano per mano di un parente o conoscente. Lo straniero, il diverso da sé, tanto più se identificabile anche dal colore della pelle o da altri tratti fisici ben riconoscibili, è l’emblema di ogni pericolo e nequizia. Anche l’ultimo passaggio – l’augurio che anche Kyenge diventi vittima di uno dei “suoi” – fa parte della stessa logica. Donna e nera, e per giunta ministro: il soggetto perfetto per diventare il capro espiatorio di ogni frustrazione, l’incarnazione della vendetta contro le proprie paure.
Il fatto che sia una donna ad augurare a un’altra, sia pure vista come estranea e nemica, di essere stuprata, mostra quanto il razzismo, la costruzione dell’altro come nemico, produca una reificazione dei soggetti, di cui non si coglie né l’individualità né l’umanità e per i quali non si può provare neppure solidarietà. È un’esperienza ben nota nelle guerre, specie etniche, quando la diversità – religiosa, etnica – viene ipostatizzata al punto di cancellare la comune, sottostante umanità.
Dolores Valandro, la leghista padovana, probabilmente non sa che atteggiamenti come il suo non giustificano solo maltrattamenti e discriminazioni contro i neri (o i romeni, o qualche altro gruppo etnico-nazionale visto come pericoloso e nemico). Chi ha questi atteggiamenti spesso ha una visione delle donne (anche delle “proprie”) come esseri umani inferiori, da abusare a piacimento, anche fino al femminicidio. Quindi mettono in pericolo anche lei, sia pur “bianca” e italiana, ad opera non dei temuti “neri”, ma dei suoi simili, soprattutto ideologicamente e politicamente. Le ricerche sul razzismo, infatti, segnalano che c’è un nesso stretto tra razzismo estremo e sessismo altrettanto estremo.
Fanno bene i responsabili della Lega a prendere le distanze dalle affermazioni della propria iscritta, come fecero pochi mesi fa con Borghezio. Ma dovrebbero anche interrogarsi sul tipo di cultura che hanno lasciato crescere ed hanno spesso legittimato in tutti questi anni, con il loro linguaggio scomposto, le invettive contro gli immigrati, condite da compiaciuti vezzi celoduristi. È un lavoro di riflessione critica che peraltro ci riguarda tutti, nella misura in cui abbiamo troppo a lungo sopportato atteggiamenti linguisticamente e concettualmente violenti che, invece di contrastarlo, hanno creato un terreno favorevole a un clima relazionale e culturale pericoloso per tutti, in particolare per le donne, di ogni colore e posizione sociale. I razzisti estremi in Italia sono una minoranza, anche se rumorosa. Ma il razzismo strisciante, selettivo verso questo o quel gruppo, è molto più diffuso e non meno problematico.
Da La Repubblica del 14/06/2013.
LA FRASE CHOC IN RETE
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14/06/2013 di triskel182
IL CORTOCIRCUITO operato dall’infausto augurio della leghista padovana ai danni di Cécile Kyenge è istruttivo. Impone una riflessione che non si limiti a rilevare, riducendola a fenomeno marginale e individuale, la grossolana maleducazione di una persona.
Una persona che non è in controllo né dei propri umori né delle proprie parole. Con quella frase, la signora (signora?) ha assimilato tutti i maschi neri a stupratori e tutti gli stupratori a neri. Chi chiede rispetto per i neri è quindi automaticamente complice di stupratori, tanto più se è nera essa stessa e rivendica orgogliosamente l’esserlo. Per indurla a ragionare, e per «farle abbassare le arie», l’unica è farle subire la violenza e l’umiliazione di uno stupro.
Questo corto circuito è esemplare, nella sua forma estrema, dell’atteggiamento razzista. Il diverso è sempre pericoloso e peggiore. Non conta che gli stupratori (o i ladri, o i violenti) appartengano a tutte le etnie e i colori della pelle. Non conta neppure che la maggior parte degli stupri, come dei femminicidi, avvengano per mano di un parente o conoscente. Lo straniero, il diverso da sé, tanto più se identificabile anche dal colore della pelle o da altri tratti fisici ben riconoscibili, è l’emblema di ogni pericolo e nequizia. Anche l’ultimo passaggio – l’augurio che anche Kyenge diventi vittima di uno dei “suoi” – fa parte della stessa logica. Donna e nera, e per giunta ministro: il soggetto perfetto per diventare il capro espiatorio di ogni frustrazione, l’incarnazione della vendetta contro le proprie paure.
Il fatto che sia una donna ad augurare a un’altra, sia pure vista come estranea e nemica, di essere stuprata, mostra quanto il razzismo, la costruzione dell’altro come nemico, produca una reificazione dei soggetti, di cui non si coglie né l’individualità né l’umanità e per i quali non si può provare neppure solidarietà. È un’esperienza ben nota nelle guerre, specie etniche, quando la diversità – religiosa, etnica – viene ipostatizzata al punto di cancellare la comune, sottostante umanità.
Dolores Valandro, la leghista padovana, probabilmente non sa che atteggiamenti come il suo non giustificano solo maltrattamenti e discriminazioni contro i neri (o i romeni, o qualche altro gruppo etnico-nazionale visto come pericoloso e nemico). Chi ha questi atteggiamenti spesso ha una visione delle donne (anche delle “proprie”) come esseri umani inferiori, da abusare a piacimento, anche fino al femminicidio. Quindi mettono in pericolo anche lei, sia pur “bianca” e italiana, ad opera non dei temuti “neri”, ma dei suoi simili, soprattutto ideologicamente e politicamente. Le ricerche sul razzismo, infatti, segnalano che c’è un nesso stretto tra razzismo estremo e sessismo altrettanto estremo.
Fanno bene i responsabili della Lega a prendere le distanze dalle affermazioni della propria iscritta, come fecero pochi mesi fa con Borghezio. Ma dovrebbero anche interrogarsi sul tipo di cultura che hanno lasciato crescere ed hanno spesso legittimato in tutti questi anni, con il loro linguaggio scomposto, le invettive contro gli immigrati, condite da compiaciuti vezzi celoduristi. È un lavoro di riflessione critica che peraltro ci riguarda tutti, nella misura in cui abbiamo troppo a lungo sopportato atteggiamenti linguisticamente e concettualmente violenti che, invece di contrastarlo, hanno creato un terreno favorevole a un clima relazionale e culturale pericoloso per tutti, in particolare per le donne, di ogni colore e posizione sociale. I razzisti estremi in Italia sono una minoranza, anche se rumorosa. Ma il razzismo strisciante, selettivo verso questo o quel gruppo, è molto più diffuso e non meno problematico.
Da La Repubblica del 14/06/2013.
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Re: Pianeta donna....
camillobenso ha scritto:Solidarietà femminile - 1
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E il ministro: ognuno si senta offeso
di Enrico Albertini
La consigliera leghista
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Zaia: «Chieda scusa,
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Razzismo e maschilismo: qualcuno in Italia non supera il test Kyenge A. Coppola
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Il cortocircuito del razzismo
(Chiara Saraceno).
14/06/2013 di triskel182
IL CORTOCIRCUITO operato dall’infausto augurio della leghista padovana ai danni di Cécile Kyenge è istruttivo. Impone una riflessione che non si limiti a rilevare, riducendola a fenomeno marginale e individuale, la grossolana maleducazione di una persona.
Una persona che non è in controllo né dei propri umori né delle proprie parole. Con quella frase, la signora (signora?) ha assimilato tutti i maschi neri a stupratori e tutti gli stupratori a neri. Chi chiede rispetto per i neri è quindi automaticamente complice di stupratori, tanto più se è nera essa stessa e rivendica orgogliosamente l’esserlo. Per indurla a ragionare, e per «farle abbassare le arie», l’unica è farle subire la violenza e l’umiliazione di uno stupro.
Questo corto circuito è esemplare, nella sua forma estrema, dell’atteggiamento razzista. Il diverso è sempre pericoloso e peggiore. Non conta che gli stupratori (o i ladri, o i violenti) appartengano a tutte le etnie e i colori della pelle. Non conta neppure che la maggior parte degli stupri, come dei femminicidi, avvengano per mano di un parente o conoscente. Lo straniero, il diverso da sé, tanto più se identificabile anche dal colore della pelle o da altri tratti fisici ben riconoscibili, è l’emblema di ogni pericolo e nequizia. Anche l’ultimo passaggio – l’augurio che anche Kyenge diventi vittima di uno dei “suoi” – fa parte della stessa logica. Donna e nera, e per giunta ministro: il soggetto perfetto per diventare il capro espiatorio di ogni frustrazione, l’incarnazione della vendetta contro le proprie paure.
Il fatto che sia una donna ad augurare a un’altra, sia pure vista come estranea e nemica, di essere stuprata, mostra quanto il razzismo, la costruzione dell’altro come nemico, produca una reificazione dei soggetti, di cui non si coglie né l’individualità né l’umanità e per i quali non si può provare neppure solidarietà. È un’esperienza ben nota nelle guerre, specie etniche, quando la diversità – religiosa, etnica – viene ipostatizzata al punto di cancellare la comune, sottostante umanità.
Dolores Valandro, la leghista padovana, probabilmente non sa che atteggiamenti come il suo non giustificano solo maltrattamenti e discriminazioni contro i neri (o i romeni, o qualche altro gruppo etnico-nazionale visto come pericoloso e nemico). Chi ha questi atteggiamenti spesso ha una visione delle donne (anche delle “proprie”) come esseri umani inferiori, da abusare a piacimento, anche fino al femminicidio. Quindi mettono in pericolo anche lei, sia pur “bianca” e italiana, ad opera non dei temuti “neri”, ma dei suoi simili, soprattutto ideologicamente e politicamente. Le ricerche sul razzismo, infatti, segnalano che c’è un nesso stretto tra razzismo estremo e sessismo altrettanto estremo.
Fanno bene i responsabili della Lega a prendere le distanze dalle affermazioni della propria iscritta, come fecero pochi mesi fa con Borghezio. Ma dovrebbero anche interrogarsi sul tipo di cultura che hanno lasciato crescere ed hanno spesso legittimato in tutti questi anni, con il loro linguaggio scomposto, le invettive contro gli immigrati, condite da compiaciuti vezzi celoduristi. È un lavoro di riflessione critica che peraltro ci riguarda tutti, nella misura in cui abbiamo troppo a lungo sopportato atteggiamenti linguisticamente e concettualmente violenti che, invece di contrastarlo, hanno creato un terreno favorevole a un clima relazionale e culturale pericoloso per tutti, in particolare per le donne, di ogni colore e posizione sociale. I razzisti estremi in Italia sono una minoranza, anche se rumorosa. Ma il razzismo strisciante, selettivo verso questo o quel gruppo, è molto più diffuso e non meno problematico.
Da La Repubblica del 14/06/2013.
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Re: Pianeta donna....
Non finisce mai,.....ci dobbiamo abituare??? - 1
COLOGNO MONZESE
Litiga con la moglie e la uccide
gettandola dal balcone del nono piano
Fermato un trentenne albanese. La donna ha tentato disperatamente di salvarsi aggrappandosi a lui
L'ha sollevata in aria e scaraventata dal balcone, come un oggetto ingombrante, dal nono piano del condominio. E' morta così Silvana H., 31 anni, albanese, e ad ucciderla sarebbe stato il marito di 30 anni, Z. L., suo connazionale, disoccupato. L'episodio è accaduto domenica sera intorno alle 21 a Cologno Monzese (Milano), in un condominio di via Einaudi 9, dove la coppia viveva da tempo. L'albanese, che ha precedenti, è stato fermato dai carabinieri della tenenza e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni.
LA LITE - Secondo quanto ricostruito dai militari l'albanese avrebbe spinto nel vuoto la donna durante una lite scoppiata per gelosia. I vicini hanno raccontato che non era la prima volta che sentivano i due discutere, anzi, capitava spesso. L'uomo aveva un'amante in Albania. La moglie era tornata nel suo Paese per parlare con questa donna e convincere il marito a tornare con lei. Ma i rapporti familiari hanno continuato ad essere burrascosi. Fino alla lite fatale di domenica sera.
I SEGNI - Il primo allarme al 118, verso le ore 21, era stato di suicidio. Il marito aveva raccontato ai militari che la moglie aveva improvvisamente deciso di lanciarsi dal balcone e lui non era riuscito a fermarla. Ma questa versione non ha convinto i carabinieri: sulla schiena e il ventre dell'uomo vistosi graffi, come di un estremo tentativo di restare aggrappati.
LE TESTIMONIANZE - Contro l'uomo hanno giocato anche le confidenze che la moglie aveva fatto ad un'amica e ad una parente, sui soprusi e sulle minacce che il marito le aveva fatto. Ma per amore verso di lui, non aveva mai voluto sporgere denuncia.
Ferdinando Baron
1 luglio 2013 | 14:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 9693.shtml
COLOGNO MONZESE
Litiga con la moglie e la uccide
gettandola dal balcone del nono piano
Fermato un trentenne albanese. La donna ha tentato disperatamente di salvarsi aggrappandosi a lui
L'ha sollevata in aria e scaraventata dal balcone, come un oggetto ingombrante, dal nono piano del condominio. E' morta così Silvana H., 31 anni, albanese, e ad ucciderla sarebbe stato il marito di 30 anni, Z. L., suo connazionale, disoccupato. L'episodio è accaduto domenica sera intorno alle 21 a Cologno Monzese (Milano), in un condominio di via Einaudi 9, dove la coppia viveva da tempo. L'albanese, che ha precedenti, è stato fermato dai carabinieri della tenenza e del comando di compagnia di Sesto San Giovanni.
LA LITE - Secondo quanto ricostruito dai militari l'albanese avrebbe spinto nel vuoto la donna durante una lite scoppiata per gelosia. I vicini hanno raccontato che non era la prima volta che sentivano i due discutere, anzi, capitava spesso. L'uomo aveva un'amante in Albania. La moglie era tornata nel suo Paese per parlare con questa donna e convincere il marito a tornare con lei. Ma i rapporti familiari hanno continuato ad essere burrascosi. Fino alla lite fatale di domenica sera.
I SEGNI - Il primo allarme al 118, verso le ore 21, era stato di suicidio. Il marito aveva raccontato ai militari che la moglie aveva improvvisamente deciso di lanciarsi dal balcone e lui non era riuscito a fermarla. Ma questa versione non ha convinto i carabinieri: sulla schiena e il ventre dell'uomo vistosi graffi, come di un estremo tentativo di restare aggrappati.
LE TESTIMONIANZE - Contro l'uomo hanno giocato anche le confidenze che la moglie aveva fatto ad un'amica e ad una parente, sui soprusi e sulle minacce che il marito le aveva fatto. Ma per amore verso di lui, non aveva mai voluto sporgere denuncia.
Ferdinando Baron
1 luglio 2013 | 14:18
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