QUALE LEGGE ELETTORALE
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Io credo che questo PARAPIGLIA sia del tutto secondario. Renzi più volte ha detto che sa di essere stato votato non tanto perchè il suo programma fosse condiviso, ma perchè finalmente tanti vedono in lui la possibilità di vincere le prossime elezioni e di rottamare quel vecchiume del passato che non ha combinato molto. La carta di tornasole possiamo vederla nelle cosìdette regioni rosse, certamente di sinistra, che vorranno vederlo all'opera sulle cose che contano, quelle che distinguono le cose di sinistra da quelle di destra.
Spero che CIVATI INCALZI IL SEGRETARIO per fare quel partito ipotizzato con Barca in cui gli iscritti e i vertici comunicano reciprocamente e non solo per approvare quello cha fanno i vertici.
Spero che CIVATI INCALZI IL SEGRETARIO per fare quel partito ipotizzato con Barca in cui gli iscritti e i vertici comunicano reciprocamente e non solo per approvare quello cha fanno i vertici.
Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
giusto.iospero ha scritto:I
Spero che CIVATI INCALZI IL SEGRETARIO per fare quel partito ipotizzato con Barca in cui gli iscritti e i vertici comunicano reciprocamente e non solo per approvare quello cha fanno i vertici.
ma se quello che dici significa consultare gli iscritti ogni cinque minuti e su ogni argomento ...no.... eh... sennò che rappresentanti sono.
Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Cuperlo si è dimesso da presidente dellassemblea nazionale.
Il suo problema, come gran parte della sinistra interna, è la mancanza di credibilità.
Ed uno svelto come Renzi non ci mette molto ad evidenziarlo.
Come si possono invocare le preferenze che, oltre a non essere mai state gradite alla sinistra sin dai tempi del PCI, sono platealmente in contrasto col fatto di essere stato eletto nel "listino" del segretario?
Quanto poi a chiedere la consultazione della base, con quale faccia può farlo chi ha deciso le grandi intese senza consultare nessuno?
Di Renzi si può dire tutto il male possibile, ma il merito di liberare il PD da gente incoerente ed inconcludente gli va riconosciuto.
Il suo problema, come gran parte della sinistra interna, è la mancanza di credibilità.
Ed uno svelto come Renzi non ci mette molto ad evidenziarlo.
Come si possono invocare le preferenze che, oltre a non essere mai state gradite alla sinistra sin dai tempi del PCI, sono platealmente in contrasto col fatto di essere stato eletto nel "listino" del segretario?
Quanto poi a chiedere la consultazione della base, con quale faccia può farlo chi ha deciso le grandi intese senza consultare nessuno?
Di Renzi si può dire tutto il male possibile, ma il merito di liberare il PD da gente incoerente ed inconcludente gli va riconosciuto.
Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
quoto
e Fassina ?
scurdàmmuce o passat'
http://www.radio24.ilsole24ore.com/noti ... 122023.php
l'accusa di non essersi vergognato di far parte del governo CON il pregiudicato Berlusconi è stata elaborata o rimane come serpe in seno
altrochè preoccupati dei partito, je rode che Renzi ha evidenziato il loro continuo vendere fumo e cincischiare
e Fassina ?
scurdàmmuce o passat'
http://www.radio24.ilsole24ore.com/noti ... 122023.php
l'accusa di non essersi vergognato di far parte del governo CON il pregiudicato Berlusconi è stata elaborata o rimane come serpe in seno
altrochè preoccupati dei partito, je rode che Renzi ha evidenziato il loro continuo vendere fumo e cincischiare
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
~scommetto che nel pd questo esempio che dimostra l'incostituzionalità dell' #italicum non l'hanno preso in considerazione
~#LeggeElettorale L'antidemocraticita' del #Pregiudicatellum di Renzi spiegato con un esempio.
Esito Elezioni maggio 2014:
M5s 30%.
Pd 30%, Sel 4%. Totale Csx: 34%.
Fi 24%, Lega 4%, Ncd 4%, Fdi 3%. Totale Cdx: 35%
Tra le coalizioni vince il cdx perché ha il 35% dei voti. Ma nella coalizione solo Fi supera lo sbarramento del 5%. Quindi Fi si prende tutti i seggi assegnati alla coalizione, cui aggiunge il premio: si va a 336 seggi alla sola Fi, cioè maggioranza assoluta col 24% dei voti.
È democratico o è distorsivo un sistema che dà a chi ha il 24% dei voti il 53% dei seggi?
Alla Corte costituzionale l’ardua (?) sentenza…
( da blog Civati )
~#LeggeElettorale L'antidemocraticita' del #Pregiudicatellum di Renzi spiegato con un esempio.
Esito Elezioni maggio 2014:
M5s 30%.
Pd 30%, Sel 4%. Totale Csx: 34%.
Fi 24%, Lega 4%, Ncd 4%, Fdi 3%. Totale Cdx: 35%
Tra le coalizioni vince il cdx perché ha il 35% dei voti. Ma nella coalizione solo Fi supera lo sbarramento del 5%. Quindi Fi si prende tutti i seggi assegnati alla coalizione, cui aggiunge il premio: si va a 336 seggi alla sola Fi, cioè maggioranza assoluta col 24% dei voti.
È democratico o è distorsivo un sistema che dà a chi ha il 24% dei voti il 53% dei seggi?
Alla Corte costituzionale l’ardua (?) sentenza…
( da blog Civati )
Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Sartori la boccia e d'Alimonte la promuove....
vattelappesca....
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Amadeus ha scritto:Sartori la boccia e d'Alimonte la promuove....
vattelappesca....
Come è inquadrato D'Alimonte?
“"Non chiedere all'oste se è buono il suo vino"”
(Proverbio italiano)
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Legge elettorale, i costituzionalisti contro l’Italicum: “Chiamatelo Pastrocchium”
Giovanni Sartori, che già battezzò il "Porcellum", boccia il sistema elettorale dei leader di Pd e Forza Italia. "Trasforma minoranza in maggioranza". De Siervo: "Preferenze non sarebbero un problema"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 gennaio 2014Commenti (2292)
Non ci sono solo la sinistra del Pd, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Sel e gli altri piccoli a protestare e a giurare battaglia in Parlamento per modificare l’Italicum prodotto dell’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e approvato anche dalla direzione nazionale del Pd.
Ci sono molti costituzionalisti, da Giovanni Sartori a Michele Ainis passando per i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, Ugo De Siervo e Antonio Baldassarre. Orientamenti diversi, linguaggi diversi, ma tutti hanno un notevole numero di dubbi su diversi aspetti del sistema elettorale proposto dal segretario del Pd.
Il padre dei nomi Mattarellum e Porcellum, Sartori, ha un’etichetta anche per il cosiddetto Italicum: “Lo chiamerei Pastrocchium” spiega a Agorà, su Rai Tre.
Il ragionamento di Sartori, intervistato dal Messaggero, parte da un punto: “Trasforma la minoranza in una maggioranza: si ripete, seppur in maniera più blanda lo concedo, la truffa di prima. Un meccanismo demenziale, come diceva il mio amico Giovanni Spadolini“. Il riferimento è alla soglia per accedere al premio di maggioranza: se una coalizione arriva al 35% si prende il 53 per cento dei seggi, altrimenti si va al ballottaggio. In controluce è evidente che si vede il sorriso del Cavaliere: sembra una regola scritta da lui stesso. E d’altra parte Roberto D’Alimonte, il “tecnico” scelto da Renzi per elaborare una proposta e che in questi giorni ha lavorato con Denis Verdini per realizzare l’opzione finale, sul Sole 24 Ore scrive apertamente: “Fino all’ultimo non era previsto che ci fosse un doppio turno. Berlusconi lo ha accettato perché la soglia per far scattare il premio è bassa. Con il 35% il centrodestra ha la possibilità di vincere le elezioni in un turno solo senza quindi dover rischiare una sconfitta al ballottaggio per via della pigrizia dei suoi elettori”.
Sartori: “Pasticcio su pasticcio su pasticcio”
In definitiva, dice Sartori, è “un pasticcio su un pasticcio su un pasticcio: la riforma disegnata da Renzi e Berlusconi la chiamerei Pastrocchium. E’ tutta sbagliata. E’ una legge elettorale assurda, controproducente e che non rimedia a nessun problema, ma probabilmente aggrava quelli che già ci sono”.
In un paio di casi i costituzionalisti parlano di “aggiramento” dei precetti della sentenza della Consulta. Uno è Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte, sentito dall’AdnKronos: “Formalmente rispetta la Consulta, ma se si guarda allo spirito della sentenza della Corte potrebbe tradirlo, o essere un aggiramento”. La questione controversa, anche per Baldassarre, è la soglia del 35% per accedere al premio di maggioranza. “La Consulta – spiega – ha messo la questione sotto il profilo della ragionevolezza, che è abbastanza elastico, ma il 35% è una percentuale un po’ bassa, perché in sostanza segnala una distanza dalla maggioranza di circa 15 punti, che sono tanti. Personalmente sarei dell’avviso di fissarlo intorno al 45%”. Esiste poi, per Baldassarre, “il rischio che crei situazione di non totale governabilità.
Ainis: “Sarà difficile illudere la Consulte oltre che gli italiani”
Michele Ainis sul Corriere della Sera da una parte approva il doppio turno e una soglia di sbarramento altina (5%) per l’ingresso in Parlamento. Ma dall’altra sottolinea che il premio previsto dalla bozza Renzi parte dal 18%: “Mica poco – scrive il costituzionalista – fanno quattro volte i seggi della Lega, recati in dono a chi vince la lotteria delle elezioni. Crepi l’avarizia, ma in questo caso rischia di crepare pure la giustizia”. E poi c’è l’aspetto controverso della rappresentanza e dello strumento delle preferenze. “La Consulta ha acceso il verde del semaforo quando i bloccati (i nomi nei listini, ndr) siano pochi, rendendosi così riconoscibili davanti agli elettori. Quanto pochi? Secondo la scuola pitagorica il numero perfetto è 3; qui invece sono quasi il doppio. Un po’ troppi per fissarne a mente i connotati” rileva Ainis. L’ultimo punto è quella che chiama la “frontiera impercettibile, dove la quantità diventa qualità. Vale per il premio di maggioranza, perché il 40% dei consensi sarebbe di gran lunga più accettabile rispetto al 35%. E vale per le liste bloccate, che si sbloccherebbero aumentando i 120 collegi elettorali. In caso contrario, il prestigiatore rischia di trasformarsi in un illusionista. Ma gli sarà difficile illudere di nuovo la Consulta, oltre che gli italiani”.
De Siervo: “Le preferenze? In collegi così piccoli nessun rischio”
Anche per il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, intervistato dalla Stampa, c’è una soglia troppo bassa (35%) per un premio troppo elevato (18-20%). In più non risolve niente sulla governabilità: “Si fa riferimento ad agglomerati di liste. C’è una solidarietà politica forte tra questi gruppi di liste oppure sono solo un’aggregazione per lucrare il premio? Se fosse così non garantirebbero l’obiettivo della governabilità”. Un altro presidente emerito della Consulta Ugo De Siervo parla di soglia troppo bassa per accedere al premio: “Sarà accettato politicamente dai partiti battuti ma che hanno quantitativamente conquistato magari più del 60% che il primo partito disponga della maggioranza assoluta alla Camera?” dichiara a Repubblica. E sulle preferenze lascia la porta spalancata: “Secondo la Corte se ne potrebbe fare a meno, ma forse dare una preferenza in collegi piccoli non espone il sistema politico ai rischi che spesso vengono rappresentati, tipo gruppi di pressione o grossi mezzi finanziari per la ricerca delle preferenze. Tutto questo, in un piccolo collegio, non dovrebbe verificarsi”. E le primarie non possono essere la soluzione: “Forse qualcosa di analogo andrebbe garantito anche agli elettori che non votano per il Pd”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... um/851889/
Giovanni Sartori, che già battezzò il "Porcellum", boccia il sistema elettorale dei leader di Pd e Forza Italia. "Trasforma minoranza in maggioranza". De Siervo: "Preferenze non sarebbero un problema"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 gennaio 2014Commenti (2292)
Non ci sono solo la sinistra del Pd, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Sel e gli altri piccoli a protestare e a giurare battaglia in Parlamento per modificare l’Italicum prodotto dell’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e approvato anche dalla direzione nazionale del Pd.
Ci sono molti costituzionalisti, da Giovanni Sartori a Michele Ainis passando per i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, Ugo De Siervo e Antonio Baldassarre. Orientamenti diversi, linguaggi diversi, ma tutti hanno un notevole numero di dubbi su diversi aspetti del sistema elettorale proposto dal segretario del Pd.
Il padre dei nomi Mattarellum e Porcellum, Sartori, ha un’etichetta anche per il cosiddetto Italicum: “Lo chiamerei Pastrocchium” spiega a Agorà, su Rai Tre.
Il ragionamento di Sartori, intervistato dal Messaggero, parte da un punto: “Trasforma la minoranza in una maggioranza: si ripete, seppur in maniera più blanda lo concedo, la truffa di prima. Un meccanismo demenziale, come diceva il mio amico Giovanni Spadolini“. Il riferimento è alla soglia per accedere al premio di maggioranza: se una coalizione arriva al 35% si prende il 53 per cento dei seggi, altrimenti si va al ballottaggio. In controluce è evidente che si vede il sorriso del Cavaliere: sembra una regola scritta da lui stesso. E d’altra parte Roberto D’Alimonte, il “tecnico” scelto da Renzi per elaborare una proposta e che in questi giorni ha lavorato con Denis Verdini per realizzare l’opzione finale, sul Sole 24 Ore scrive apertamente: “Fino all’ultimo non era previsto che ci fosse un doppio turno. Berlusconi lo ha accettato perché la soglia per far scattare il premio è bassa. Con il 35% il centrodestra ha la possibilità di vincere le elezioni in un turno solo senza quindi dover rischiare una sconfitta al ballottaggio per via della pigrizia dei suoi elettori”.
Sartori: “Pasticcio su pasticcio su pasticcio”
In definitiva, dice Sartori, è “un pasticcio su un pasticcio su un pasticcio: la riforma disegnata da Renzi e Berlusconi la chiamerei Pastrocchium. E’ tutta sbagliata. E’ una legge elettorale assurda, controproducente e che non rimedia a nessun problema, ma probabilmente aggrava quelli che già ci sono”.
In un paio di casi i costituzionalisti parlano di “aggiramento” dei precetti della sentenza della Consulta. Uno è Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte, sentito dall’AdnKronos: “Formalmente rispetta la Consulta, ma se si guarda allo spirito della sentenza della Corte potrebbe tradirlo, o essere un aggiramento”. La questione controversa, anche per Baldassarre, è la soglia del 35% per accedere al premio di maggioranza. “La Consulta – spiega – ha messo la questione sotto il profilo della ragionevolezza, che è abbastanza elastico, ma il 35% è una percentuale un po’ bassa, perché in sostanza segnala una distanza dalla maggioranza di circa 15 punti, che sono tanti. Personalmente sarei dell’avviso di fissarlo intorno al 45%”. Esiste poi, per Baldassarre, “il rischio che crei situazione di non totale governabilità.
Ainis: “Sarà difficile illudere la Consulte oltre che gli italiani”
Michele Ainis sul Corriere della Sera da una parte approva il doppio turno e una soglia di sbarramento altina (5%) per l’ingresso in Parlamento. Ma dall’altra sottolinea che il premio previsto dalla bozza Renzi parte dal 18%: “Mica poco – scrive il costituzionalista – fanno quattro volte i seggi della Lega, recati in dono a chi vince la lotteria delle elezioni. Crepi l’avarizia, ma in questo caso rischia di crepare pure la giustizia”. E poi c’è l’aspetto controverso della rappresentanza e dello strumento delle preferenze. “La Consulta ha acceso il verde del semaforo quando i bloccati (i nomi nei listini, ndr) siano pochi, rendendosi così riconoscibili davanti agli elettori. Quanto pochi? Secondo la scuola pitagorica il numero perfetto è 3; qui invece sono quasi il doppio. Un po’ troppi per fissarne a mente i connotati” rileva Ainis. L’ultimo punto è quella che chiama la “frontiera impercettibile, dove la quantità diventa qualità. Vale per il premio di maggioranza, perché il 40% dei consensi sarebbe di gran lunga più accettabile rispetto al 35%. E vale per le liste bloccate, che si sbloccherebbero aumentando i 120 collegi elettorali. In caso contrario, il prestigiatore rischia di trasformarsi in un illusionista. Ma gli sarà difficile illudere di nuovo la Consulta, oltre che gli italiani”.
De Siervo: “Le preferenze? In collegi così piccoli nessun rischio”
Anche per il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, intervistato dalla Stampa, c’è una soglia troppo bassa (35%) per un premio troppo elevato (18-20%). In più non risolve niente sulla governabilità: “Si fa riferimento ad agglomerati di liste. C’è una solidarietà politica forte tra questi gruppi di liste oppure sono solo un’aggregazione per lucrare il premio? Se fosse così non garantirebbero l’obiettivo della governabilità”. Un altro presidente emerito della Consulta Ugo De Siervo parla di soglia troppo bassa per accedere al premio: “Sarà accettato politicamente dai partiti battuti ma che hanno quantitativamente conquistato magari più del 60% che il primo partito disponga della maggioranza assoluta alla Camera?” dichiara a Repubblica. E sulle preferenze lascia la porta spalancata: “Secondo la Corte se ne potrebbe fare a meno, ma forse dare una preferenza in collegi piccoli non espone il sistema politico ai rischi che spesso vengono rappresentati, tipo gruppi di pressione o grossi mezzi finanziari per la ricerca delle preferenze. Tutto questo, in un piccolo collegio, non dovrebbe verificarsi”. E le primarie non possono essere la soluzione: “Forse qualcosa di analogo andrebbe garantito anche agli elettori che non votano per il Pd”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... um/851889/
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Mesi e mesi a dirci di non fare le liste bloccate e poi fanno le liste bloccate. Uao...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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