ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Mivar, addio alla tv made in Italy
Carlo Vichi: «Produrremo mobili»
La fabbrica smetterà di lavorare entro i primi di dicembre. Centinaia di cassintegrati: ne rimarranno poche decine
Carlo Vichi, 90 anni, patron della Mivar (Fotogramma)
«Ma quale chiusura dell’azienda? Non è vero niente, i cancelli della Mivar resteranno sempre aperti». Carlo Vichi, 90 anni, il patron della Mivar, l’ultima fabbrica di televisori italiani smetterà di lavorare, dice lui, solo «quando mi trasformerò in spirito». Ma per la sua impresa, fondata nel 1945, si prepara una svolta epocale. Tra poche settimane, quando si esauriranno le scorte della componentistica, chiuderanno per sempre le linee di produzione. Anche quelle inaugurate solo qualche mese fa, che assemblano le Smart Tv con sistema operativo Android. La virata verso la tv interattiva non è riuscita a risollevare le sorti della Mivar, dove oggi lavorano 60 operai. Ma Carlo Vichi già lo sapeva. «Non posso più produrre televisori. Spendo 10 e posso vendere a 8», spiega. «E poi la Mivar non fa più televisori da anni». Le migliaia di apparecchi che uscivano in questi anni dalla sua fabbrica erano semplicemente assemblati. Mancava «il genio italiano, la tecnologia italiana» in questi televisori e per questo non li sentiva più «suoi».
Mivar, una storia di tecnologia italiana
STOP ALLA PRODUZIONE – Il 30 novembre si concluderà la cassa integrazione straordinaria. Cosa succederà dopo? «Non lo so e non mi interessa», sbotta Vichi, come è nel suo stile. Di certo si sa che quando finiranno le scorte dei componenti non ne saranno ordinate altre. È probabile che la produzione cessi entro quella data, oppure ai primi di dicembre. I sindacalisti della Cigl e della Cisl, che in questi anni sono riusciti a garantire a centinaia di operai (erano 900 negli anni ‘60) la cassa integrazione prima ordinaria e poi straordinaria, sono al lavoro per gestire la loro uscita dall’azienda. Per la prima – e unica volta – alla Mivar si parla di mobilità, spalmata su tre anni. La stragrande maggioranza dei dipendenti sono donne e l’età media si aggira sui 50 anni. «Con me ne resteranno pochissimi, una decina, per altri non c’è lavoro», dice Vichi. «Si occuperanno della manutenzione e cose del genere».
LA FABBRICA MAI UTILIZZATA – Cosa succederà alla sua «Fabbrica ideale», la nuova, grandiosa sede della Mivar, completata nel 2001 e mai utilizzata? Progettata interamente da Vichi, è vasta 120 mila metri quadrati, di cui 60 mila a parco alberato. Il patron non ha mai voluto spostare lì la produzione perché non voleva «che insieme ai lavoratori ci entrassero anche i sindacati». Vichi non è mai stato democratico, per lui «In fabbrica si dice sissignore, come nell’Esercito, nessuno può venire a comandare in casa mia». Ma al di là dei proclami e della sua ammirazione per i dittatori, nel 2001, proprio l’anno in cui la nuova sede è stata completata, è cominciata la crisi, con la concorrenza delle tv a Led che ha sancito la fine delle tv a tubo catodico. Oggi si parla di trattative per la cessione di alcuni spazi dello stabilimento in vista di Expo 2015, ma Vichi taglia corto: «Quello è un gioiello nato per fare i televisori o qualcosa di simile, non può prostrarsi a cose diverse. L’Italia se vuole ripartire deve riempire di nuovo le fabbriche. E io sono certo che tra 100 anni nella mia fabbrica qualcuno farà televisori, saranno americani, o forse cinesi»
IL FUTURO? NEI MOBILI – Nel 1998 dallo stabilimento di Abbiategrasso uscirono 917 mila televisori a tubo catodico. Quest’anno solo poche centinaia. Da mesi Carlo Vichi è al lavoro per progettare una linea di mobili, soprattutto tavoli. «Da usare nelle mense, nei self service, nei luoghi affollati come aeroporti e stazioni. E li farò al meglio, come sempre. Saranno prodotti al massimo della tecnologia. Chi non lavora non vive».
15 ottobre 2013
Carlo Vichi: «Produrremo mobili»
La fabbrica smetterà di lavorare entro i primi di dicembre. Centinaia di cassintegrati: ne rimarranno poche decine
Carlo Vichi, 90 anni, patron della Mivar (Fotogramma)
«Ma quale chiusura dell’azienda? Non è vero niente, i cancelli della Mivar resteranno sempre aperti». Carlo Vichi, 90 anni, il patron della Mivar, l’ultima fabbrica di televisori italiani smetterà di lavorare, dice lui, solo «quando mi trasformerò in spirito». Ma per la sua impresa, fondata nel 1945, si prepara una svolta epocale. Tra poche settimane, quando si esauriranno le scorte della componentistica, chiuderanno per sempre le linee di produzione. Anche quelle inaugurate solo qualche mese fa, che assemblano le Smart Tv con sistema operativo Android. La virata verso la tv interattiva non è riuscita a risollevare le sorti della Mivar, dove oggi lavorano 60 operai. Ma Carlo Vichi già lo sapeva. «Non posso più produrre televisori. Spendo 10 e posso vendere a 8», spiega. «E poi la Mivar non fa più televisori da anni». Le migliaia di apparecchi che uscivano in questi anni dalla sua fabbrica erano semplicemente assemblati. Mancava «il genio italiano, la tecnologia italiana» in questi televisori e per questo non li sentiva più «suoi».
Mivar, una storia di tecnologia italiana
STOP ALLA PRODUZIONE – Il 30 novembre si concluderà la cassa integrazione straordinaria. Cosa succederà dopo? «Non lo so e non mi interessa», sbotta Vichi, come è nel suo stile. Di certo si sa che quando finiranno le scorte dei componenti non ne saranno ordinate altre. È probabile che la produzione cessi entro quella data, oppure ai primi di dicembre. I sindacalisti della Cigl e della Cisl, che in questi anni sono riusciti a garantire a centinaia di operai (erano 900 negli anni ‘60) la cassa integrazione prima ordinaria e poi straordinaria, sono al lavoro per gestire la loro uscita dall’azienda. Per la prima – e unica volta – alla Mivar si parla di mobilità, spalmata su tre anni. La stragrande maggioranza dei dipendenti sono donne e l’età media si aggira sui 50 anni. «Con me ne resteranno pochissimi, una decina, per altri non c’è lavoro», dice Vichi. «Si occuperanno della manutenzione e cose del genere».
LA FABBRICA MAI UTILIZZATA – Cosa succederà alla sua «Fabbrica ideale», la nuova, grandiosa sede della Mivar, completata nel 2001 e mai utilizzata? Progettata interamente da Vichi, è vasta 120 mila metri quadrati, di cui 60 mila a parco alberato. Il patron non ha mai voluto spostare lì la produzione perché non voleva «che insieme ai lavoratori ci entrassero anche i sindacati». Vichi non è mai stato democratico, per lui «In fabbrica si dice sissignore, come nell’Esercito, nessuno può venire a comandare in casa mia». Ma al di là dei proclami e della sua ammirazione per i dittatori, nel 2001, proprio l’anno in cui la nuova sede è stata completata, è cominciata la crisi, con la concorrenza delle tv a Led che ha sancito la fine delle tv a tubo catodico. Oggi si parla di trattative per la cessione di alcuni spazi dello stabilimento in vista di Expo 2015, ma Vichi taglia corto: «Quello è un gioiello nato per fare i televisori o qualcosa di simile, non può prostrarsi a cose diverse. L’Italia se vuole ripartire deve riempire di nuovo le fabbriche. E io sono certo che tra 100 anni nella mia fabbrica qualcuno farà televisori, saranno americani, o forse cinesi»
IL FUTURO? NEI MOBILI – Nel 1998 dallo stabilimento di Abbiategrasso uscirono 917 mila televisori a tubo catodico. Quest’anno solo poche centinaia. Da mesi Carlo Vichi è al lavoro per progettare una linea di mobili, soprattutto tavoli. «Da usare nelle mense, nei self service, nei luoghi affollati come aeroporti e stazioni. E li farò al meglio, come sempre. Saranno prodotti al massimo della tecnologia. Chi non lavora non vive».
15 ottobre 2013
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
I conti non tornano.
In questo paese abbiamo l'abitudine di lanciare delle "verità", che tutti diamo per dimostrate, tranne poi a scoprire che le cose non stanno come ce le raccontano.
Da questo articolo sembrerebbe che il cosiddetto cuneo fiscale non sarebbe la madre di tutti i mali, tale da giustificare il divario tra la nostra produttività e quella di Francia e Germania (vedi grafici 5 e 6).
Quindi i fattori sono altri. Anche se l'articolo non va oltre nell'analisi, probabilmente costo dell'energia, bassa qualità delle infrastrutture, mancanza di innovazione di processo e di prodotto, sono le vere chiavi del problema.
Eppure tutti, come pecore, ci accodiamo alle panzane che ci raccontano, continuando ad ignorare ciò che non ci raccontano.
L’Europa disunita di salari e produttività
28.03.13
Cristina Tealdi e Davide Ticchi
http://www.lavoce.info/leuropa-disunita ... duttivita/
In questo paese abbiamo l'abitudine di lanciare delle "verità", che tutti diamo per dimostrate, tranne poi a scoprire che le cose non stanno come ce le raccontano.
Da questo articolo sembrerebbe che il cosiddetto cuneo fiscale non sarebbe la madre di tutti i mali, tale da giustificare il divario tra la nostra produttività e quella di Francia e Germania (vedi grafici 5 e 6).
Quindi i fattori sono altri. Anche se l'articolo non va oltre nell'analisi, probabilmente costo dell'energia, bassa qualità delle infrastrutture, mancanza di innovazione di processo e di prodotto, sono le vere chiavi del problema.
Eppure tutti, come pecore, ci accodiamo alle panzane che ci raccontano, continuando ad ignorare ciò che non ci raccontano.
L’Europa disunita di salari e produttività
28.03.13
Cristina Tealdi e Davide Ticchi
http://www.lavoce.info/leuropa-disunita ... duttivita/
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Fatto positivo.
L'aspetto strano è che si parla di convergenza, di sintonia, su un progetto (il cosiddetto Job act) che nessuno ha ancora visto.
Non per cavillare, ma di solito il diavolo si nasconde nei dettagli.... anche il progetto Ichino (flexsecurity alla danese) era interessante, fino a quando in salsa Fornero si è rivelata l'ennesima fregatura.
Per non parlare della cosiddetta riforma delle pensioni, che secondo gli annunci solenni di Bersani doveva servire ad assicurare una pensione ai giovani, non certo a far cassa. E poi si è visto come è andata a finire.
La parola d'ordine comune è "semplificazione": buttare via tutte le forme contrattuali inutili che hanno solo reso più precario il mondo del lavoro
28 dicembre 2013
Renzi e i sindacati, prove di sintonia. Landini apre al leader Pd sul contratto unico. E Bonanni approva
Matteo Renzi e Maurizio Landini
ROMA - Dopo un inizio un po' turbolento, i rapporti tra Matteo Renzi e i sindacati sembrano aver imboccato la via della pacificazione. E della condivisione di intenti. Il leader della Fiom Maurizio Landini apre sul contratto unico proposto dal segretario Pd nel suo "job act", il piano per il lavoro. La parola d'ordine per entrambi è "semplificazione". Semplificare la burocrazia, buttare via tutte le forme contrattuali inutili che hanno solo reso più precario il mondo del lavoro. E così Landini dice no a contratti di collaborazione, false partite Iva, lavoro interinale e a progetto. E ne ammette solo quattro: il contratto a tempo indeterminato, quello a tempo determinato, il part time e l'apprendistato.
"Non è una rinuncia all'articolo 18 - chiarisce Landini - né una sospensione. Il contratto unico a tempo intederminato avrebbe tutte le tutele, si tratterebbe solo di allungare il periodo di prova".
I due condividono anche un'altra questione: la necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale. Diverse, invece, le posizioni sul sussidio di disoccupazione come sostituto della cassa integrazione. Per Landini, infatti, la cig va estesa a tutti i settori e va finanziata con i contributi di imprese e lavoratori. Poi è necessario introdurre un reddito minimo garantito a carico dalla fiscalità generale. Su un punto, però, il leader della Fiom è irremovibile: il piano per il lavoro di Renzi non si può realizzare con l'attuale governo: "Alfano - spiega in un'intevista a Repubblica - ha idee ottocentesche". La soluzione, allora, è andare a votare prima possibile con una nuova legge elettorale e dare al Paese un governo in grado di riformare il lavoro.
Bonanni. L'apertura di Landini a Renzi viene giudicata positivamente anche da Raffaele Bonanni: "E' un interessante novità - commenta il segretario generale della Cisl - spero che mantenga questa opinione". E quanto al contratto unico proposto dal leader Pd, Bonnanni aggiunge: "E' una buona base di partenza, ci sarà modo di parlare". Secondo il leader Cisl alla base della discussione devono esserci due elementi: "La progressiva stabilizzazione del lavoro precario e il fatto che la flessibilità venga maggiormente retribuita".
La Cgil. Resta solo da chiarire la posizione della Cgil, la più ostica finora rispetto alle proposte di Renzi. Per Landini si potranno trovare punti di convergenza fra il leader Pd e Susanna Camusso: "C'è un'idea generale della Cgil di estendere le tutele a tutti i lavoratori - spiega - Dal mio punto di vista quella propsettata da Renzi può essere una strada".
L'aspetto strano è che si parla di convergenza, di sintonia, su un progetto (il cosiddetto Job act) che nessuno ha ancora visto.
Non per cavillare, ma di solito il diavolo si nasconde nei dettagli.... anche il progetto Ichino (flexsecurity alla danese) era interessante, fino a quando in salsa Fornero si è rivelata l'ennesima fregatura.
Per non parlare della cosiddetta riforma delle pensioni, che secondo gli annunci solenni di Bersani doveva servire ad assicurare una pensione ai giovani, non certo a far cassa. E poi si è visto come è andata a finire.
Renzi e i sindacati, prove di sintonia. Landini apre al leader Pd sul contratto unico. E Bonanni approva«È il momento di uno sforzo collettivo, ma noi chiediamo equità: il governo non resti sordo e disattento alle nostre idee», ha chiesto Bersani aprendo a un eventuale discussione sull'innalzamento dell'età a patto che le risorse non servano a fare cassa, ma a sostenere i ceti più deboli e i giovani.
01 Dicembre 2011 http://www.lettera43.it/politica/32928/ ... -cassa.htm
La parola d'ordine comune è "semplificazione": buttare via tutte le forme contrattuali inutili che hanno solo reso più precario il mondo del lavoro
28 dicembre 2013
Renzi e i sindacati, prove di sintonia. Landini apre al leader Pd sul contratto unico. E Bonanni approva
Matteo Renzi e Maurizio Landini
ROMA - Dopo un inizio un po' turbolento, i rapporti tra Matteo Renzi e i sindacati sembrano aver imboccato la via della pacificazione. E della condivisione di intenti. Il leader della Fiom Maurizio Landini apre sul contratto unico proposto dal segretario Pd nel suo "job act", il piano per il lavoro. La parola d'ordine per entrambi è "semplificazione". Semplificare la burocrazia, buttare via tutte le forme contrattuali inutili che hanno solo reso più precario il mondo del lavoro. E così Landini dice no a contratti di collaborazione, false partite Iva, lavoro interinale e a progetto. E ne ammette solo quattro: il contratto a tempo indeterminato, quello a tempo determinato, il part time e l'apprendistato.
"Non è una rinuncia all'articolo 18 - chiarisce Landini - né una sospensione. Il contratto unico a tempo intederminato avrebbe tutte le tutele, si tratterebbe solo di allungare il periodo di prova".
I due condividono anche un'altra questione: la necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale. Diverse, invece, le posizioni sul sussidio di disoccupazione come sostituto della cassa integrazione. Per Landini, infatti, la cig va estesa a tutti i settori e va finanziata con i contributi di imprese e lavoratori. Poi è necessario introdurre un reddito minimo garantito a carico dalla fiscalità generale. Su un punto, però, il leader della Fiom è irremovibile: il piano per il lavoro di Renzi non si può realizzare con l'attuale governo: "Alfano - spiega in un'intevista a Repubblica - ha idee ottocentesche". La soluzione, allora, è andare a votare prima possibile con una nuova legge elettorale e dare al Paese un governo in grado di riformare il lavoro.
Bonanni. L'apertura di Landini a Renzi viene giudicata positivamente anche da Raffaele Bonanni: "E' un interessante novità - commenta il segretario generale della Cisl - spero che mantenga questa opinione". E quanto al contratto unico proposto dal leader Pd, Bonnanni aggiunge: "E' una buona base di partenza, ci sarà modo di parlare". Secondo il leader Cisl alla base della discussione devono esserci due elementi: "La progressiva stabilizzazione del lavoro precario e il fatto che la flessibilità venga maggiormente retribuita".
La Cgil. Resta solo da chiarire la posizione della Cgil, la più ostica finora rispetto alle proposte di Renzi. Per Landini si potranno trovare punti di convergenza fra il leader Pd e Susanna Camusso: "C'è un'idea generale della Cgil di estendere le tutele a tutti i lavoratori - spiega - Dal mio punto di vista quella propsettata da Renzi può essere una strada".
Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Jobs Act, ecco la bozza: contratto a tutele crescenti e assegno universale per chi perde il lavoro
L'Huffington Post | Di Flavio Bini
Pubblicato: 08/01/2014 21:18 CET | Aggiornato: 08/01/2014 22:10 CET
Solo uno schema, per il momento. Una bozza che mette però nero su bianco per la prima volta quanto filtrato in queste settimane. Arrivano a tarda serata, attraverso la newsletter del sindaco di Firenze, i primi elementi del Jobs Act, il grande piano sul lavoro che ha in cantiere Matteo Renzi. All'interno c'è, soprattutto, l'impianto delle nuove regole che costituiranno lo scheletro dellla riforma, con "un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti" e un "Assegno universale per chi perde il posto di lavoro". L'obiettivo, spiega il segretario, è la "riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile". Il tutto accompagnato da un nuovo codice del lavoro da presentare "entro otto mesi".
C'è un po' di tutto nei tre maxi capitoli individuati dal sindaco. Nella Parte A (Sistema) si sollecita, tra le altre cose, una riduzione "del 10%" del costo dell'Energia per le aziende e uno spostamento della tassazione dal lavoro alle rendite. Il target, in questo senso, è una riduzione del 10%, dell'Irap: "Chi produce lavoro - spiega il sindaco - paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende".
Altra novità anticipata dal sindaco, "l'eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali". Un attacco che arriva con un tempismo perfetto, nei giorni del pasticcio tra Miur e Mef sui 150 euro chiesti indietro agli insegnanti.
Ma è proprio l'ultimo capitolo, quello sulle regole, su cui sono puntati i fari aspettando il 16 gennaio, quando il testo definitivo sarà presentato in Direzione nazionale. Si parte dalla semplificazione delle norme, con la "Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero"e si passa alla riduzione delle forme contrattuali caratterizzata, ed è questo uno dei capitoli più attesi, dal nuovo contratto di inserimento a tutele crescenti.
La strada è quella già tracciata - a parole - della Flexsecurity scandinava, con l'introduzione di una nuova forma contrattuale più "snella" per i datori di lavoro destinata però a crescere - in termini di garanzie per i lavoratori - mano a mano che il rapporto di lavoro prosegue.
Altra novità, ampiamente anticipata e cavallo di battaglia del responsabile economico della segreteria Filippo Taddei, la creazione di un assegno universale di disoccupazione, esteso anche alla fetta di lavoratori - prevalentemente precari - che oggi ne sono esclusi. Indennità però vincolata, sulla sorta del modello nordico, all' "obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro".
Il sindaco rilancia quindi una legge sulla rappresentatività sindacale con la "presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende". Uno scenario caro da sempre ai sindacati, in particolare alla Cgil, e che il mese scorso ha visto anche una prima apertura da parte del presidente del Consiglio Letta, che aveva auspicato questa strada per Poste Italiane.
Il testo originale della newsletter
L'obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri (tra il 2008 e il 2012 l'Italia ha attratto 12 miliardi di euro all'anno di investimenti stranieri. Metà della Germania, 25 miliardi un terzo della Francia e della Spagna, 37 miliardi). Per la Banca Mondiale siamo al 73° posto aal mondo per facilità di fare impresa (dopo la Romania, prima delle Seychelles). Per il World Economic Forum siamo al 42° posto per competitività (dopo la Polonia, prima della Turchia). Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto
Parte A – Il Sistema
1. Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell'Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
2. Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
3. Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
4. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
5. Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
6. Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.
7. Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell'Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.
8. Adozione dell'obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.
Parte B - i nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
Parte C - Le regole
I. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.
II. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell'erogazione deve essere l'effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.
V. Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.
Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l'idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze.
Noi vogliamo dire che l'Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (matteo@matteorenzi.it). Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act.
L'Huffington Post | Di Flavio Bini
Pubblicato: 08/01/2014 21:18 CET | Aggiornato: 08/01/2014 22:10 CET
Solo uno schema, per il momento. Una bozza che mette però nero su bianco per la prima volta quanto filtrato in queste settimane. Arrivano a tarda serata, attraverso la newsletter del sindaco di Firenze, i primi elementi del Jobs Act, il grande piano sul lavoro che ha in cantiere Matteo Renzi. All'interno c'è, soprattutto, l'impianto delle nuove regole che costituiranno lo scheletro dellla riforma, con "un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti" e un "Assegno universale per chi perde il posto di lavoro". L'obiettivo, spiega il segretario, è la "riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile". Il tutto accompagnato da un nuovo codice del lavoro da presentare "entro otto mesi".
C'è un po' di tutto nei tre maxi capitoli individuati dal sindaco. Nella Parte A (Sistema) si sollecita, tra le altre cose, una riduzione "del 10%" del costo dell'Energia per le aziende e uno spostamento della tassazione dal lavoro alle rendite. Il target, in questo senso, è una riduzione del 10%, dell'Irap: "Chi produce lavoro - spiega il sindaco - paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende".
Altra novità anticipata dal sindaco, "l'eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali". Un attacco che arriva con un tempismo perfetto, nei giorni del pasticcio tra Miur e Mef sui 150 euro chiesti indietro agli insegnanti.
Ma è proprio l'ultimo capitolo, quello sulle regole, su cui sono puntati i fari aspettando il 16 gennaio, quando il testo definitivo sarà presentato in Direzione nazionale. Si parte dalla semplificazione delle norme, con la "Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero"e si passa alla riduzione delle forme contrattuali caratterizzata, ed è questo uno dei capitoli più attesi, dal nuovo contratto di inserimento a tutele crescenti.
La strada è quella già tracciata - a parole - della Flexsecurity scandinava, con l'introduzione di una nuova forma contrattuale più "snella" per i datori di lavoro destinata però a crescere - in termini di garanzie per i lavoratori - mano a mano che il rapporto di lavoro prosegue.
Altra novità, ampiamente anticipata e cavallo di battaglia del responsabile economico della segreteria Filippo Taddei, la creazione di un assegno universale di disoccupazione, esteso anche alla fetta di lavoratori - prevalentemente precari - che oggi ne sono esclusi. Indennità però vincolata, sulla sorta del modello nordico, all' "obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro".
Il sindaco rilancia quindi una legge sulla rappresentatività sindacale con la "presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende". Uno scenario caro da sempre ai sindacati, in particolare alla Cgil, e che il mese scorso ha visto anche una prima apertura da parte del presidente del Consiglio Letta, che aveva auspicato questa strada per Poste Italiane.
Il testo originale della newsletter
L'obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri (tra il 2008 e il 2012 l'Italia ha attratto 12 miliardi di euro all'anno di investimenti stranieri. Metà della Germania, 25 miliardi un terzo della Francia e della Spagna, 37 miliardi). Per la Banca Mondiale siamo al 73° posto aal mondo per facilità di fare impresa (dopo la Romania, prima delle Seychelles). Per il World Economic Forum siamo al 42° posto per competitività (dopo la Polonia, prima della Turchia). Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto
Parte A – Il Sistema
1. Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell'Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
2. Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
3. Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
4. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
5. Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
6. Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.
7. Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell'Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.
8. Adozione dell'obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.
Parte B - i nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
Parte C - Le regole
I. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.
II. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell'erogazione deve essere l'effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.
V. Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.
Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l'idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze.
Noi vogliamo dire che l'Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (matteo@matteorenzi.it). Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act.
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
IL JOB ACT DI MATTEO RENZI
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
E' un' Idea
Il JOB ACT in periodi di frammentazione del pensiero, in periodi di pensiero unico
è il tentativo di una nuova classe dirigente del PD di produrre un pensiero alto della politica sulla economia.
Il giovanilismo, il nuovismo, un hegelismo teologico rende il documento
dei ragazzini senza memoria storica orfani di giorgio la pira, riccardo lombardi e enrico berlinguer,
una stupenda opera di walter disney, tra paperino, paperina e topolino .
Comunque leggendo i commenti sembra che il JOB ACT non sia stato capito.
La metodologia del job act è quella del piani quinquennali sovietici analizzati con tanto rispetto dall' economista borghese Jhon Maynard Keynes.
Il risultato finale sarà un incontro di questi 12 ragazzi con Tony Blair che finirà in una tremenda sbornia di whisky .
Comunque rispetto alla vecchia politica dei notabile c è qualcosa di diverso, finalmente.
seguendo l' impostazione del documento dividiamo anche noi il documento in 3 parti,
la parte A denominata sistema
Parte A 1) Sistema
Parte A – Il Sistema ( testo)
1. Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell'Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
2. Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
3. Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
4. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
Il punto 1 Energia.
Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più
E importante che dei giovani tentino di affrontare il problema in modo SISTEMICO.
In Inghilterra e in USA molto spesso ma non sempre è stata rifiutata una politico dello stato .
Alcuni esempi : ma le aziende sarde pagavano l' energia elettrica di piu dei paesi europei?
Nella storia economica italiano il basso costo dell' energia elettrica per le ferrovie da chi era finanziato ? E' vero che il contabile che gestiva lo storno costo tra ferrovia ed artigianato è misteriosamente scomparso?
E vero o falso che compriamo energia elettrica a tariffa notturna dalla francia a prezzo stracciato?
Quindi il fatto di affrontare il sistema energia vuol dire confrontarsi con UNA POLITICA DI PIANO
in specifico con una POLITICA DI PIANO DI SETTORE INDUSTRIALE energia, vuol dire confrontarsi con i piani francesi elaborati da Mitterand e seguenti.
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i cultori del libero mercato ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i dipendenti ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per gli azionisti ( di maggioranza e di minoranza ) ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i fornitori e gli stakeholder ?
Il prezzo energia elettrica va suddiviso tra prezzo SOCIALE ( con attivazione dei FONDI DI DOTAZIONE ) e prezzo di MERCATO.
Nella formazione del prezzo energia non vi può essere solo un PREZZO DI EQUILIBRIO di mercato.
La nazionalizzazione dell' Enel non è ideologismo ma capacità organizzativa culturale e politica nei confronti di Gazprom di Putin e della Francia.
Idem per la nazionalizzazione dell' Eni.
Per fare questo ci vuole una commissione di super esperti INDIPENDENTI.
Poi solo poi la grande politica deve intervenire con le DECISIONI PROGRAMMATICHE ma su analisi strutturate e approfondite.
Punto 2 :
Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più,
questo punto sotto il profilo politico è TOTALMENTE CONDIVISIBILE.
In epoca pensiero unico la questione è importante.
La critica da muovere è la solita cultura nuovista senza profilo storico.
Le esenzioni IRAP ci sono già !!!!
sembra come scritto da voi che prima eravamo anno zero !!!
per i contratti a tempo indeterminato ci sono detrazioni IRAP molto importanti, per assunzioni donne ci sono detrazioni IRAP molto importanti,
per apprendisti c è la detrazione Irap totale
non c è per i contratti a termine.
quindi cari ragazzi basta chiedere una tabella prospettica a un qualsiasi commercialista !!!
altrimenti il vostro punto pur importante sembra come dice qualcuno dilettantistico !!
non solo ma il vostro contenuto molto importante ed innovativo viene nascosto da analisi semplicistiche.
Punto 3
che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
questo punto a mio avviso potrebbe piacere al sindacato.
Io sono contrario.
la riduzione irpef salari e retribuzione dovrebbe essere in correlazione con incremento tassazione da aumento PIL.
LA RIDUZIONE DELLA TASSAZIONE SUL LAVORO VA COLLEGATA ALL' INCREMENTO DEL PIL, tipo aumento il PIL di 1% si diminuisce l' imposizione fiscale IRPEF per i dipendenti del 5%.
Diverso il caso della tassazione ASPI e salari molto bassi.
La no tax area andrebbe elevata dagli attuali 8.000 euro a 12.000 euro.
il motivo è l' aliquota minima 23 % molto alta non compensata dalle detrazioni fiscali per un evidente
errore da parte del legislatore, errore grave in quanto colpisce pesantemente redditi bassi in sede di conguaglio fiscale.
per redditi di 11.000 euro l' imposta irpef in sede di conguaglio è di 1200 euro ( dichirazione modello 730 saldo ed acconto) !!!!
in presenza di incapienza irpef negli acconti mensili.
la lotta all' evasione e il taglio della spesa improduttiva devono finanziare il reddito minimo garantito e i piani per il lavoro VERI ed EFFETTIVI ( rimando ai piani lavoro di CGIL ).
punto 4
. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
[/i]
sono ignorante in materia .
( continua)
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
E' un' Idea
Il JOB ACT in periodi di frammentazione del pensiero, in periodi di pensiero unico
è il tentativo di una nuova classe dirigente del PD di produrre un pensiero alto della politica sulla economia.
Il giovanilismo, il nuovismo, un hegelismo teologico rende il documento
dei ragazzini senza memoria storica orfani di giorgio la pira, riccardo lombardi e enrico berlinguer,
una stupenda opera di walter disney, tra paperino, paperina e topolino .
Comunque leggendo i commenti sembra che il JOB ACT non sia stato capito.
La metodologia del job act è quella del piani quinquennali sovietici analizzati con tanto rispetto dall' economista borghese Jhon Maynard Keynes.
Il risultato finale sarà un incontro di questi 12 ragazzi con Tony Blair che finirà in una tremenda sbornia di whisky .
Comunque rispetto alla vecchia politica dei notabile c è qualcosa di diverso, finalmente.
seguendo l' impostazione del documento dividiamo anche noi il documento in 3 parti,
la parte A denominata sistema
Parte A 1) Sistema
Parte A – Il Sistema ( testo)
1. Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell'Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
2. Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
3. Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
4. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
Il punto 1 Energia.
Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più
E importante che dei giovani tentino di affrontare il problema in modo SISTEMICO.
In Inghilterra e in USA molto spesso ma non sempre è stata rifiutata una politico dello stato .
Alcuni esempi : ma le aziende sarde pagavano l' energia elettrica di piu dei paesi europei?
Nella storia economica italiano il basso costo dell' energia elettrica per le ferrovie da chi era finanziato ? E' vero che il contabile che gestiva lo storno costo tra ferrovia ed artigianato è misteriosamente scomparso?
E vero o falso che compriamo energia elettrica a tariffa notturna dalla francia a prezzo stracciato?
Quindi il fatto di affrontare il sistema energia vuol dire confrontarsi con UNA POLITICA DI PIANO
in specifico con una POLITICA DI PIANO DI SETTORE INDUSTRIALE energia, vuol dire confrontarsi con i piani francesi elaborati da Mitterand e seguenti.
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i cultori del libero mercato ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i dipendenti ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per gli azionisti ( di maggioranza e di minoranza ) ?
Il prezzo tariffa amministrato cosa rappresenta per i fornitori e gli stakeholder ?
Il prezzo energia elettrica va suddiviso tra prezzo SOCIALE ( con attivazione dei FONDI DI DOTAZIONE ) e prezzo di MERCATO.
Nella formazione del prezzo energia non vi può essere solo un PREZZO DI EQUILIBRIO di mercato.
La nazionalizzazione dell' Enel non è ideologismo ma capacità organizzativa culturale e politica nei confronti di Gazprom di Putin e della Francia.
Idem per la nazionalizzazione dell' Eni.
Per fare questo ci vuole una commissione di super esperti INDIPENDENTI.
Poi solo poi la grande politica deve intervenire con le DECISIONI PROGRAMMATICHE ma su analisi strutturate e approfondite.
Punto 2 :
Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più,
questo punto sotto il profilo politico è TOTALMENTE CONDIVISIBILE.
In epoca pensiero unico la questione è importante.
La critica da muovere è la solita cultura nuovista senza profilo storico.
Le esenzioni IRAP ci sono già !!!!
sembra come scritto da voi che prima eravamo anno zero !!!
per i contratti a tempo indeterminato ci sono detrazioni IRAP molto importanti, per assunzioni donne ci sono detrazioni IRAP molto importanti,
per apprendisti c è la detrazione Irap totale
non c è per i contratti a termine.
quindi cari ragazzi basta chiedere una tabella prospettica a un qualsiasi commercialista !!!
altrimenti il vostro punto pur importante sembra come dice qualcuno dilettantistico !!
non solo ma il vostro contenuto molto importante ed innovativo viene nascosto da analisi semplicistiche.
Punto 3
che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
questo punto a mio avviso potrebbe piacere al sindacato.
Io sono contrario.
la riduzione irpef salari e retribuzione dovrebbe essere in correlazione con incremento tassazione da aumento PIL.
LA RIDUZIONE DELLA TASSAZIONE SUL LAVORO VA COLLEGATA ALL' INCREMENTO DEL PIL, tipo aumento il PIL di 1% si diminuisce l' imposizione fiscale IRPEF per i dipendenti del 5%.
Diverso il caso della tassazione ASPI e salari molto bassi.
La no tax area andrebbe elevata dagli attuali 8.000 euro a 12.000 euro.
il motivo è l' aliquota minima 23 % molto alta non compensata dalle detrazioni fiscali per un evidente
errore da parte del legislatore, errore grave in quanto colpisce pesantemente redditi bassi in sede di conguaglio fiscale.
per redditi di 11.000 euro l' imposta irpef in sede di conguaglio è di 1200 euro ( dichirazione modello 730 saldo ed acconto) !!!!
in presenza di incapienza irpef negli acconti mensili.
la lotta all' evasione e il taglio della spesa improduttiva devono finanziare il reddito minimo garantito e i piani per il lavoro VERI ed EFFETTIVI ( rimando ai piani lavoro di CGIL ).
punto 4
. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
[/i]
sono ignorante in materia .
( continua)
Ultima modifica di aaaa42 il 12/01/2014, 0:08, modificato 2 volte in totale.
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
IL JOB ACT DI MATTEO RENZI ( PARTE 2)
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
5) Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
6) I punti 6,7 e 8 riguardano comunque la BUROCRAZIA.
Questo punto, ( eliminare ….iscizione Camera di Commercio ) dal job act richiede un psicanalista.
Cosa hanno fatto le Camere di Commercio a Matteo ?
Cosa vuol dire ?
a) un manifesto contro la burocrazia .
b) oppure contro la gestione autonoma di una funzione pubblica dello spazio economico
c) oppure un attacco alle associazioni di categoria che gestiscono le camere di commercio
probabilmente a questo allude il testo ' contro ogni corporazioni' .
Le camere di commercio sono e si occupano :
http://www.vi.camcom.it/a_ITA_1521_1.html
gestioni di aperture partite iva, iscrizione albo artigiani,
deposito bilanci, registro protestati, informazioni commerciali, registro usi e consuetudini locali.
In europa abbiamo l' organizzazione Camere di Commercio.
http://www.eurochambres.be/Content/Default.asp?
Cosa vuol dire e cosa vuol fare il job Act circa le Camere di commercio ?
Essendo una problematica alquanto ' strana' in momenti di grave crisi economica abbiamo chiesto un parere ad un psicanalista :
La risposta :
1) Burocrazia e Antistatalismo.
Argomento molto complesso, le grandi strutture pubbliche e private sono strutture burocratiche, la scienza dell' amministrazione e anche scienza della burocrazia.
In italia manca una UNIVERSITA' dell' EFFICIENZA ECONOMICA ORGANIZZATA
( riferimento al manuale Herte-Bucharin Inefficienza Economica Organizzata),
a differenza della Francia.
Se è questa l' accusa del Job Act si tratta di propagandismo blariano mercantilistico.
In quanto il problema non è togliere la buona burocrazia ma combattere l' inefficienza economica della burocrazia.
Per fare questo si apre un libro , una grattatina in testa e si studia sui manuali di scienza dell' amministrazione come fanno in Francia e in USA, ove sono all' avanguardia.
2) Fasso mi sindaco quello che fa la Camera di Commercio,
Ok Fonzi ma i comuni hanno
le competenze economiche di Diritto Commerciale per fare questo ?
3) Sembra un attacco alle associazioni di categoria che prevalentemente gestiscono le Camere di Commercio.
4) Le associazioni di categoria ( a parte il caso confesercenti in crisi d' identità con la crisi dei partiti o del partito) le altre associazioni di categoria rappresentano interessi importanti degli associati .
In piu stanno nascendo nuove associazioni del movimento 9 dicembre.
Invece riguardo le vere ' corporazioni' peraltro vietate dal Regio Decreto 2 agosto 1943 n. 704, presenti come elementi di cultura fascista in alcune provincie italiano il job art pratica il silenzio totale.
Sulla mancanza della problematica ordini professionali nel job act la questione sotto il profilo psicanalitico sembra essere questa :
Dice psicanalista : 'che il boy scout Matteo abbia avuto un intenso rapporto intellettuale con un prete, poi scopri che il prete era pedofilo e per una relazione inconscia associa l' amico prete pedofilo agli albi professionali.'
No Matteo supera, rimuovi il tuo muro di Berlino,
il tuo amico prete non c' entra nulla con la questione albi professionali.
( continua)
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
5) Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
6) I punti 6,7 e 8 riguardano comunque la BUROCRAZIA.
Questo punto, ( eliminare ….iscizione Camera di Commercio ) dal job act richiede un psicanalista.
Cosa hanno fatto le Camere di Commercio a Matteo ?
Cosa vuol dire ?
a) un manifesto contro la burocrazia .
b) oppure contro la gestione autonoma di una funzione pubblica dello spazio economico
c) oppure un attacco alle associazioni di categoria che gestiscono le camere di commercio
probabilmente a questo allude il testo ' contro ogni corporazioni' .
Le camere di commercio sono e si occupano :
http://www.vi.camcom.it/a_ITA_1521_1.html
gestioni di aperture partite iva, iscrizione albo artigiani,
deposito bilanci, registro protestati, informazioni commerciali, registro usi e consuetudini locali.
In europa abbiamo l' organizzazione Camere di Commercio.
http://www.eurochambres.be/Content/Default.asp?
Cosa vuol dire e cosa vuol fare il job Act circa le Camere di commercio ?
Essendo una problematica alquanto ' strana' in momenti di grave crisi economica abbiamo chiesto un parere ad un psicanalista :
La risposta :
1) Burocrazia e Antistatalismo.
Argomento molto complesso, le grandi strutture pubbliche e private sono strutture burocratiche, la scienza dell' amministrazione e anche scienza della burocrazia.
In italia manca una UNIVERSITA' dell' EFFICIENZA ECONOMICA ORGANIZZATA
( riferimento al manuale Herte-Bucharin Inefficienza Economica Organizzata),
a differenza della Francia.
Se è questa l' accusa del Job Act si tratta di propagandismo blariano mercantilistico.
In quanto il problema non è togliere la buona burocrazia ma combattere l' inefficienza economica della burocrazia.
Per fare questo si apre un libro , una grattatina in testa e si studia sui manuali di scienza dell' amministrazione come fanno in Francia e in USA, ove sono all' avanguardia.
2) Fasso mi sindaco quello che fa la Camera di Commercio,
Ok Fonzi ma i comuni hanno
le competenze economiche di Diritto Commerciale per fare questo ?
3) Sembra un attacco alle associazioni di categoria che prevalentemente gestiscono le Camere di Commercio.
4) Le associazioni di categoria ( a parte il caso confesercenti in crisi d' identità con la crisi dei partiti o del partito) le altre associazioni di categoria rappresentano interessi importanti degli associati .
In piu stanno nascendo nuove associazioni del movimento 9 dicembre.
Invece riguardo le vere ' corporazioni' peraltro vietate dal Regio Decreto 2 agosto 1943 n. 704, presenti come elementi di cultura fascista in alcune provincie italiano il job art pratica il silenzio totale.
Sulla mancanza della problematica ordini professionali nel job act la questione sotto il profilo psicanalitico sembra essere questa :
Dice psicanalista : 'che il boy scout Matteo abbia avuto un intenso rapporto intellettuale con un prete, poi scopri che il prete era pedofilo e per una relazione inconscia associa l' amico prete pedofilo agli albi professionali.'
No Matteo supera, rimuovi il tuo muro di Berlino,
il tuo amico prete non c' entra nulla con la questione albi professionali.
( continua)
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Il JOB ACT di Matteo Renzi ( Parte 3 )
Le politiche Di settori industriali e i piani di lavoro settoriali.
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
------------------------------------------------------------------------
Il testo letterale :
Parte B - i nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
------------------------------------------------------------------------------------------
Questa è la parte degli enunciati del Job Act più complessa.
Questa è la parte del Job Act più vicina alla Riforme di Struttura, che superi il modello capitalista neoliberista e competitivo per un modello economico basato sulla cooperazione e sulla solidarietà, sulle comunità locali e sullo stato socialdemocratico.
Insomma sul compromesso tra il modello cattolico sociale e il modello socialista marxista.
Il compromesso storico culturale che ha dato alla luce la costituzione italiana probabilmente la piu avanzata al mondo.
E' probabile che il nuovo papa abbia influenzato il clima culturale sul versante cattolico, mentre la presenza del movimento 5 stelle abbia rialzato ( cosa non sappiamo ) sul versante socialista di ispirazione marxista.
I 'segretarini' del PD non sono in grado di fare tutto questo probabilmente ma il tentativo anche solo sotto il profilo comunicativo di utilizzare un certo linguaggio è già rivoluzionario nella disastrosa situazione italiana.
Dice il job act : Per ognuno di questi sette settori,
E' un po complicato sviluppare dei Piani di Lavoro dei settori industriali se non sappiamo cosa sono i settori industriali.
cosa è il settore ( industriale) ?
A) La politica è la definizione di settore industriale.
In politica il settore industriale è la definizione di uno spazio politico economico in cui l' uomo politico
puo intervenire per politiche del lavoro e politiche di sviluppo per la piena occupazione.
In politica il settore industriale è un percorso di convergenza e di cooperazione dei fattori di produzione di industrie con caratteristiche similari.
In politica il settore industriale è un contrattazione di sindacati e lavoratori per una gestione delle retribuzioni che sia di equilibrio tra il benessere sociale dei lavoratori e gli equilibri ricavi e costi delle industrie del settore.
Il ruolo della politica e della nuova classe politica è la definizione delle politiche di gestione sviluppo e manutenzione del sistema economico dei settore industriali.
Gli economisti neoclassici ritengono la definizione di settore industriale roba da economia applicata cioè roba per minorati mentali.
Questi economisti , in Italia abbiamo un fulgido esempio in gigeto e gigino grandi commentari di giornali in liquidazione , sostengono che il modello è unitario ed astratto, la nomenclatura dell' equilibrio economico generale e negano la presenza dei settori industriali .
B) La ' scienza economico aziendale ' e la definizione di Settore Industriale.
La definizione generale di settore industriale ' si intende l' insieme delle imprese produttrice di un determinato bene o di una linea di beni sufficiente omogenei dal punto di vista della tecnica produttiva e/o del mercato.
La definizione di settore industriale dal lato mercato : ' indice di elasticità incrociata o riflessa della domanda di un certo bene per stabilire l' appartenenza o meno dell' impresa che lo produce a un particolare settore'.
Appartengono ad uno stesso settore le imprese che producono prodotti che si vendono in condizioni di alta sostituibilità in termini di capacità di reciproca sottrazione della domanda di mercato'.
DALLA POLITICHE DI SETTORI INDUSTRIALE ALLE POLITICHE INDUSTRIALI
In Italia il modello standard è di 16 settori .
Nel settore manifatturiero sono stati classificati 9 subsettori.
Il modello standard a 16 settori può essere riclassificato a seconda degli obiettivi della politica industriale .
Un modello di Politica Industriale è basato su industrie di beni destinati al consumo e beni destinati alla produzione.
Altro modello di Politiche Industriali importante è nella composizione dei Beni ( consumo e produzione) che insistono sulla domanda aggregata interna o sulla domanda estera.
Anche in Italia sono stati sviluppati modelli basati sul lavoro dell' economista premio nobel Leontief
il modello della analisi delle interdipendenze settoriali, o analisi input-output.
I piani di settore in ambito fiscale denominati Studi di Settore sviluppati in Italia anche se sono molto più semplici rispetto agli studi di settore industriali hanno la stessa matrice culturale, organizzare l' economia per evitare le crisi.
DAI PIANI DI SETTORE INDUSTRIALI AI PIANI DI LAVORO SETTORIALI
Per uscire da questa crisi che per durata è la più dura di tutti i tempi, sia come disoccupati sia come suicidi di piccoli imprenditori è necessario un intervento di sistema.
Un intervento solo sull' offerta lavoro creerebbe lavoro , ma lavoro precario , in quanto manca la continuità economica oggi diremmo la circolarità del capitale.
Occuparsi di lavoro solo sul lato della domanda, del mercato è stato il fallimento del governo estremista di destra di monti e di questo governo, in quanto manca la domanda di beni ( consumo e investimenti ) e quindi la circolarità del capitale.
Un piano del lavoro settoriale deve vedere la mano pubblica intervenire con investimenti sul capitale e sugli investimenti fissi.
La composizione del rapporto produzione lorda/occupati permette di calcolare con estrema precisione il numero dei NUOVI OCCUPATI.
I PIANI DEL LAVORO SETTORIALI DEL JOB ACT.
Sul settore Green Economic si tratta di analizzare il disastro che è stato fatto.
Il disastro economico è la dimostrazione che senza i piani di settore non si crea occupazione e nel caso specifico l'Italia unica nazione al mondo è riuscita a finanziare l'economia innovativa della Cina.
Abbiamo creato lavoro in Cina per i cinesi.
Sui settori industriali
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
I piani del lavoro elaborati dalla CGIL possono essere un riferimento importante per alcuni settori.
Questi settori sono settori che incrementano economia e pil e lavoro in italia.
I globalisti devono elaborare il loro lutto con serenità.
Su questi settori è importante e possibile creare lavoro sia in termini qualitativi che quantitativi..
Sul settore ICT la mancanza di una politica industriale ha creato la distruzione dell' olivetti, la distruzione strategica dell' industria italiana ( vedi Gallino: La scomparsa dell' Italia industriale cap. 1), da olivetti sarebbe possibile ripartire.
Sulla manifattura è necessario ragionare su beni durevoli e di consumo, su beni che insistono su domanda interna ed estera.
Serve una analisi della politica folle dell' Inghilterra sui dazi a danno dell' Italia.
Un piano lavoro nel settore manifatturiero è molto complesso e richiede una analisi approfondita dei modelli input-output.
I PIANI DI FINANZIAMENTO DEI PIANI DI LAVORO SETTORIALI.
La patrimoniale alla francese si tratta di una sistema fiscale molto collaudato.
Il ricavo è di circa 2 miliardi di euro all' anno.
Sono necessari nuovi strumenti finanziari gestiti dal tesoro e dalla banca d' Italia.
La proposta Fiom di utilizzare i FONDI PENSIONI ITALIANI è molto importante e non puo essere ignorata,
si tratta di capire la relazione tra flussi finanziari e quindi di capitale circolante con i pericoli che questo comporta e invece gli interventi sul capitale delle aziende italiane.
Nel job act la problematica viene giustamente menzionata.
Questi appunti sintetici non vogliono essere esaurenti ma solo problematizzare i titoli del job act .
( non è stato possibile tra le altre cose analizzare un aspetto fondamentale per una visione completa del modello economico applicato basato sui settori industriali , la struttura complessa di bisogni per la programmazione della produzione)
Le politiche Di settori industriali e i piani di lavoro settoriali.
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
------------------------------------------------------------------------
Il testo letterale :
Parte B - i nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura
------------------------------------------------------------------------------------------
Questa è la parte degli enunciati del Job Act più complessa.
Questa è la parte del Job Act più vicina alla Riforme di Struttura, che superi il modello capitalista neoliberista e competitivo per un modello economico basato sulla cooperazione e sulla solidarietà, sulle comunità locali e sullo stato socialdemocratico.
Insomma sul compromesso tra il modello cattolico sociale e il modello socialista marxista.
Il compromesso storico culturale che ha dato alla luce la costituzione italiana probabilmente la piu avanzata al mondo.
E' probabile che il nuovo papa abbia influenzato il clima culturale sul versante cattolico, mentre la presenza del movimento 5 stelle abbia rialzato ( cosa non sappiamo ) sul versante socialista di ispirazione marxista.
I 'segretarini' del PD non sono in grado di fare tutto questo probabilmente ma il tentativo anche solo sotto il profilo comunicativo di utilizzare un certo linguaggio è già rivoluzionario nella disastrosa situazione italiana.
Dice il job act : Per ognuno di questi sette settori,
E' un po complicato sviluppare dei Piani di Lavoro dei settori industriali se non sappiamo cosa sono i settori industriali.
cosa è il settore ( industriale) ?
A) La politica è la definizione di settore industriale.
In politica il settore industriale è la definizione di uno spazio politico economico in cui l' uomo politico
puo intervenire per politiche del lavoro e politiche di sviluppo per la piena occupazione.
In politica il settore industriale è un percorso di convergenza e di cooperazione dei fattori di produzione di industrie con caratteristiche similari.
In politica il settore industriale è un contrattazione di sindacati e lavoratori per una gestione delle retribuzioni che sia di equilibrio tra il benessere sociale dei lavoratori e gli equilibri ricavi e costi delle industrie del settore.
Il ruolo della politica e della nuova classe politica è la definizione delle politiche di gestione sviluppo e manutenzione del sistema economico dei settore industriali.
Gli economisti neoclassici ritengono la definizione di settore industriale roba da economia applicata cioè roba per minorati mentali.
Questi economisti , in Italia abbiamo un fulgido esempio in gigeto e gigino grandi commentari di giornali in liquidazione , sostengono che il modello è unitario ed astratto, la nomenclatura dell' equilibrio economico generale e negano la presenza dei settori industriali .
B) La ' scienza economico aziendale ' e la definizione di Settore Industriale.
La definizione generale di settore industriale ' si intende l' insieme delle imprese produttrice di un determinato bene o di una linea di beni sufficiente omogenei dal punto di vista della tecnica produttiva e/o del mercato.
La definizione di settore industriale dal lato mercato : ' indice di elasticità incrociata o riflessa della domanda di un certo bene per stabilire l' appartenenza o meno dell' impresa che lo produce a un particolare settore'.
Appartengono ad uno stesso settore le imprese che producono prodotti che si vendono in condizioni di alta sostituibilità in termini di capacità di reciproca sottrazione della domanda di mercato'.
DALLA POLITICHE DI SETTORI INDUSTRIALE ALLE POLITICHE INDUSTRIALI
In Italia il modello standard è di 16 settori .
Nel settore manifatturiero sono stati classificati 9 subsettori.
Il modello standard a 16 settori può essere riclassificato a seconda degli obiettivi della politica industriale .
Un modello di Politica Industriale è basato su industrie di beni destinati al consumo e beni destinati alla produzione.
Altro modello di Politiche Industriali importante è nella composizione dei Beni ( consumo e produzione) che insistono sulla domanda aggregata interna o sulla domanda estera.
Anche in Italia sono stati sviluppati modelli basati sul lavoro dell' economista premio nobel Leontief
il modello della analisi delle interdipendenze settoriali, o analisi input-output.
I piani di settore in ambito fiscale denominati Studi di Settore sviluppati in Italia anche se sono molto più semplici rispetto agli studi di settore industriali hanno la stessa matrice culturale, organizzare l' economia per evitare le crisi.
DAI PIANI DI SETTORE INDUSTRIALI AI PIANI DI LAVORO SETTORIALI
Per uscire da questa crisi che per durata è la più dura di tutti i tempi, sia come disoccupati sia come suicidi di piccoli imprenditori è necessario un intervento di sistema.
Un intervento solo sull' offerta lavoro creerebbe lavoro , ma lavoro precario , in quanto manca la continuità economica oggi diremmo la circolarità del capitale.
Occuparsi di lavoro solo sul lato della domanda, del mercato è stato il fallimento del governo estremista di destra di monti e di questo governo, in quanto manca la domanda di beni ( consumo e investimenti ) e quindi la circolarità del capitale.
Un piano del lavoro settoriale deve vedere la mano pubblica intervenire con investimenti sul capitale e sugli investimenti fissi.
La composizione del rapporto produzione lorda/occupati permette di calcolare con estrema precisione il numero dei NUOVI OCCUPATI.
I PIANI DEL LAVORO SETTORIALI DEL JOB ACT.
Sul settore Green Economic si tratta di analizzare il disastro che è stato fatto.
Il disastro economico è la dimostrazione che senza i piani di settore non si crea occupazione e nel caso specifico l'Italia unica nazione al mondo è riuscita a finanziare l'economia innovativa della Cina.
Abbiamo creato lavoro in Cina per i cinesi.
Sui settori industriali
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers)
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
I piani del lavoro elaborati dalla CGIL possono essere un riferimento importante per alcuni settori.
Questi settori sono settori che incrementano economia e pil e lavoro in italia.
I globalisti devono elaborare il loro lutto con serenità.
Su questi settori è importante e possibile creare lavoro sia in termini qualitativi che quantitativi..
Sul settore ICT la mancanza di una politica industriale ha creato la distruzione dell' olivetti, la distruzione strategica dell' industria italiana ( vedi Gallino: La scomparsa dell' Italia industriale cap. 1), da olivetti sarebbe possibile ripartire.
Sulla manifattura è necessario ragionare su beni durevoli e di consumo, su beni che insistono su domanda interna ed estera.
Serve una analisi della politica folle dell' Inghilterra sui dazi a danno dell' Italia.
Un piano lavoro nel settore manifatturiero è molto complesso e richiede una analisi approfondita dei modelli input-output.
I PIANI DI FINANZIAMENTO DEI PIANI DI LAVORO SETTORIALI.
La patrimoniale alla francese si tratta di una sistema fiscale molto collaudato.
Il ricavo è di circa 2 miliardi di euro all' anno.
Sono necessari nuovi strumenti finanziari gestiti dal tesoro e dalla banca d' Italia.
La proposta Fiom di utilizzare i FONDI PENSIONI ITALIANI è molto importante e non puo essere ignorata,
si tratta di capire la relazione tra flussi finanziari e quindi di capitale circolante con i pericoli che questo comporta e invece gli interventi sul capitale delle aziende italiane.
Nel job act la problematica viene giustamente menzionata.
Questi appunti sintetici non vogliono essere esaurenti ma solo problematizzare i titoli del job act .
( non è stato possibile tra le altre cose analizzare un aspetto fondamentale per una visione completa del modello economico applicato basato sui settori industriali , la struttura complessa di bisogni per la programmazione della produzione)
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
IL JOB ACT ( PARTE 4)
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
Il testo letterale del job act :
Parte C - Le regole
I. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.
Codice del Lavoro, Testo Unico, Codice di settore.
Il codice del lavoro in italia è del 1942 , il codice del lavoro in Italia è il codice civile.
Il dottor Matteo Renzi conosce la materia.
Il codice del lavoro è il libro 5 del codice civile.
A cosa serva oggi il codice civile dopo 50 anni di legislazione speciale è problematica da affrontare in dottrina e la lasciamo ai dottrinari o accademici.
Diciamo solo che il processo normativo dall' unità dì italia, la riunificazione dello stato italiano ,il concetto di nazione e la sovranità sono anche il frutto del nostro codice civile italiano del 1942.
Il codice civile rappresenta quindi l'unità originaria del nostro ordinamento giuridico, al di la del ruolo effettivo oggi residuale.
50 anni di legge speciali in materia di lavoro dovute alla evoluzione della società italiana e ai rapporti di forza tra le classi sociali hanno modificato la struttura dell' ordinamento giuridico italiano in tema di lavoro, in particolare ma non solo con la legge n. 300 del 1970 ( statuto dei lavoratori).
Dice il job act :' un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.'
sembra di capire che si tratti di un codice di settore : I codici di settore trovano un espresso fondamento positivo nella l. 29 luglio 2003 n.229 recante Interventi in materia di qualità della regolazione, riassetto normativo e codificazione. '
Si tratta di un intervento utile ma anche di normale manutenzione giuridica oltre alle raccolte di leggi presenti in Italia.
Si tratta di capire rispetto all' esperienza dei testi unici se siamo di fronte a Testi Unici di riordino e sistemazione o di novazione giuridica, con aspetti importanti di diritto amministrativo
per esempio riferiti alle deleghe del parlamento e quindi alla centralità del parlamento italiano.
Sulla semplificazione è necessario evitare la mission dell' onorevole Calderoli che ha 'segato' le leggi anteriori al 1970 , creando il caos normativo con leggi....sospese nel........vuoto ( legislativo).
In una riunione di ergastolani , un ergastolano pluriomicida ha dichiarato ' se esco di qua non so cosa faccio (a Calderoli ), ma qualcosa gli faccio', in quanto si era sparsa la voce che Calderoli a sua insaputa aveva reintrodotto in italia la pena di morte, con il processo di........... semplificazione.
Con la complessità economica e di sviluppo tecnologico In italia abbiamo il passaggio da legge speciali a codici ( specialistici ) di settore.
Abbiamo degli esempi : Codici dei diritti di proprietà industriale, Codici del Consumo, Codici delle assicurazioni, codice della nautica di diporto.
Vista la problematicità è la complessità e delicatezza della materia il lavoro,
una semplificazione abberrante creerebbe notevoli problemi di natura politica e sociale.
E probabile che un approccio costruttivo sia delimitare la materia ad aspetti molto
specifici .
( continua )
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
Il testo letterale del job act :
Parte C - Le regole
I. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.
Codice del Lavoro, Testo Unico, Codice di settore.
Il codice del lavoro in italia è del 1942 , il codice del lavoro in Italia è il codice civile.
Il dottor Matteo Renzi conosce la materia.
Il codice del lavoro è il libro 5 del codice civile.
A cosa serva oggi il codice civile dopo 50 anni di legislazione speciale è problematica da affrontare in dottrina e la lasciamo ai dottrinari o accademici.
Diciamo solo che il processo normativo dall' unità dì italia, la riunificazione dello stato italiano ,il concetto di nazione e la sovranità sono anche il frutto del nostro codice civile italiano del 1942.
Il codice civile rappresenta quindi l'unità originaria del nostro ordinamento giuridico, al di la del ruolo effettivo oggi residuale.
50 anni di legge speciali in materia di lavoro dovute alla evoluzione della società italiana e ai rapporti di forza tra le classi sociali hanno modificato la struttura dell' ordinamento giuridico italiano in tema di lavoro, in particolare ma non solo con la legge n. 300 del 1970 ( statuto dei lavoratori).
Dice il job act :' un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.'
sembra di capire che si tratti di un codice di settore : I codici di settore trovano un espresso fondamento positivo nella l. 29 luglio 2003 n.229 recante Interventi in materia di qualità della regolazione, riassetto normativo e codificazione. '
Si tratta di un intervento utile ma anche di normale manutenzione giuridica oltre alle raccolte di leggi presenti in Italia.
Si tratta di capire rispetto all' esperienza dei testi unici se siamo di fronte a Testi Unici di riordino e sistemazione o di novazione giuridica, con aspetti importanti di diritto amministrativo
per esempio riferiti alle deleghe del parlamento e quindi alla centralità del parlamento italiano.
Sulla semplificazione è necessario evitare la mission dell' onorevole Calderoli che ha 'segato' le leggi anteriori al 1970 , creando il caos normativo con leggi....sospese nel........vuoto ( legislativo).
In una riunione di ergastolani , un ergastolano pluriomicida ha dichiarato ' se esco di qua non so cosa faccio (a Calderoli ), ma qualcosa gli faccio', in quanto si era sparsa la voce che Calderoli a sua insaputa aveva reintrodotto in italia la pena di morte, con il processo di........... semplificazione.
Con la complessità economica e di sviluppo tecnologico In italia abbiamo il passaggio da legge speciali a codici ( specialistici ) di settore.
Abbiamo degli esempi : Codici dei diritti di proprietà industriale, Codici del Consumo, Codici delle assicurazioni, codice della nautica di diporto.
Vista la problematicità è la complessità e delicatezza della materia il lavoro,
una semplificazione abberrante creerebbe notevoli problemi di natura politica e sociale.
E probabile che un approccio costruttivo sia delimitare la materia ad aspetti molto
specifici .
( continua )
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Re: ITALIA-EMERGENZA LAVORO
Il JOB ACT ( PARTE 5 )
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
Il testo:
II. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
------------------------------------------------------------------------------------------
QUANTI SONO I CONTRATTI DI LAVORO IN ITALIA ?
Il dibattito è aperto , si accettano scommesse , 10, 15 , 20 ,40, 53, 82.
BINGO !!! hai vinto.....Superenalotto !!!
QUAL E' IL PERIMETRO DI UN CONTRATTO DI LAVORO ?
Il contratto Di Amministratore di Melchiore della Fiat è un contratto di lavoro ?
1) Il contratto a Tempo Indeterminato :
Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che costituisce la forma comune di rapporto di lavoro. ( art.1 comma legge n 92 del 2012 detta legge Fornero).
La precedente formulazione era ' stipulato di regola '. a tempo indeterminato.
2) Il contratto a Tempo Determinato :
a) Il Contratto a Tempo Determinato acausale : Art. 1-bis dlgs 368/01- ammessa la possibilità di poter stipulare un contratto a termine senza causale per una sola volta e per un massimo di 12 mesi e ciò vale anche per la prima missione in caso di somministrazione.
Deve essere il primo contratto di lavoro subordinato tra dipendente e datore di lavoro.
2a) modificato ampliando il concetto di acausalità da art 7 comma 1 Legge n 92 del 2012 :b) in ogni altra ipotesi individuata dai contratti collettivi, anche aziendali, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale.»; con un tetto massimo del 6% per unità produttiva.
b) Il contratto di lavoro a tempo determinato con la causale. ( tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo).
3) Il contratto a tempo determinato per sostituzione lavoratore.
a) maternità
b) malattia
c) ferie
d) infortunio
4) Il contratto part time ( determinato e indeterminato )
a) part time orizzontale
b) part time verticale
5) Il contratto di apprendistato ( D.L.vo n . 167 del 2011)
a) Per la qualifica e per il diploma professionale .
b) Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere .
c) Apprendistato di alta formazione e ricerca
6)Tirocinio
a) Tirocini formativi e orientamento ( durata massima 6 mesi )
b) Tirocini di inserimento o reinserimento al lavoro ( durata massima 12 mesi )
c) Tirocini categorie svantaggiate
c1) Disabili ( durata 24 mesi)
c2) Asilo Politico, Protezione Internazionale, Protezione Umanitaria. ( durata 12 mesi )
c3) Protezione sociale categorie sociali ( durata 12 mesi)
7) Contratti di lavoro accessorio
a) Voucher
8) Contratto a chiamata o intermittente
a) Indennità di disponibilità
b) Senza indennità di disponibilità
9) Contratto di somministrazione di lavoro
a ) Tempo Determinato
b ) Tempo Indeterminato
10) Contratto di lavoro ripartito ( job sharing)
a) di tipo verticale ( condivisione di un contratto di lavoro)
b) di tipo orizzontale ,( assunzioni congiunte contratti di rete agricoltura e turismo)
11) Contratti di lavoro con Sgravi Contributivi
Lavoratori Disoccupati o sospesi da 24 mesi
a) Assunzione da Liste di Mobilità : a1) tempo determinato ( Sgravi 12+12) a2) tempo indeterminato ( sgravi 18)
b) Disoccupati di lunga durata ( da 24 mesi)
Contratti di reinserimento ( con esclusione contratto di inserimento o reinserimento ex art. 54 del D.L.vo n. 276/2003 abrogato),
c) Lavoratori in cassa integrazione da 12 mesi
c1) Contratti a tempo determinato massimo 12 mesi ( sgravi contributi carico azienda del 50%) se trasformati a tempo indeterminato sgravi 50% per altri 12 mesi.
c2) Contratto a tempo indeterminato ( sgravi contributivi 50% per 18 mesi )
d) Disoccupati percettori di ASPI,
d1) Contratto a tempo indeterminato ( sgravi del 50% dell' indennità aspi per il periodo residuale di percezione da parte del lavoratore disoccupato).
e)Assunzioni Mobilità da aziende con meno di 15 dipendenti
La cosiddetta ' piccola mobilità' nel 2012 e 2013 ha avuto un periodo di grave lutto.
Le aziende procedevano allo sgravio per le assunzione effettuate nel 2012 che proseguivano nell' arco dei 12 mesi o 18 mesi nel 2013 o per le trasformazioni a tempo indeterminato nel 2013.
La sfortuna ministra tecnica prof.essa Fornero è intervenuta con la legge n 92 del 2012 quindi il 22 giugno 2012 ha scritto che dal 1 gennaio 2013 le aziende non avevano diritto allo sgravio per altro consistente .
Le aziende che avevano programmato assunzioni ed eventuali trasformazioni a tempo indeterminato hanno continuato ad applicare lo sgravio contributivo ,
l' Inps rispose con una circolare che le aziende dovevano restituire i soldi ,
le aziende risposero alla maradona e l' inps emise un messaggio dicendo che aveva cambiato idea e le aziende non dovevano piu restituire i denari.
Finito il periodo del lutto per lo sgravio contributivo nacque il baby bonus ,
i soggetti iscritti alla ' piccola mobilità' ( licenziati nel 2013 per giustificato motivo oggettivo da aziende con meno di 15 dipendenti ) avevano diritto per l' assunzione ad un bonus di 190 euro per 12 mesi se a tempo indeterminato , e 6 mesi per i contratti a tempo determinato.
La circolare interpretativa ed applicativa non fu mai emanata dall' inps, si seppe tramite una newsletter di una associazione di categoria e un saggio di un funzionario della DTL che il baby bonus era raggiungibile nel sito internet dell' inps con allegato delle note, e vi erano 30 giorni di tempo per catturarlo.
In sostanza la circolare Inps non fu mai emanata e un programmatore scrisse delle note applicative che qualcuno chiamò circolare amministrativa, ormai all' inps la normativa la scrivono gli ingegnere e i programmatori.
Si tratta di un processo 'estensivo' dell' informatizzazione dell' inps.
f) assunzioni di giovani da 18 anni a 29 anni e 364 giorni, esonero totale contributi per 18 mesi massimale 650 euro)
12) Contratto di lavoro a Domicilio
13) Contratto di collaborazione
a) a progetto ( CO.CO.PRO)
b) coordinato ( CO.CO.CO )
13a) Collaborazioni occasionali : Comunicazione obbligatoria cetro impiego, iscrizione Gestione separata Inps, limiti reddito 5000 Euro per committente e 30 giorni lavorativi anno.
14) Contratto di partecipazione in associazione
a) Associazione di lavoro
b) Associazione di capitale
15 ) Contratto di lavoro autonomo con partita Iva ( art. 2222 Codice civile)
15a) Lavoro autonomo occasionale : lavoro episodico senza alcuna continuità, senza comunicazione centro impiego, e senza iscrizione gestione separata inps.
16) Contratto di lavoro familiare
a) Collaboratore familiare ( art 230/bis Impresa familiare) e ( Riforma Diritto di Famiglia 1975 art.177 impresa coniugale )
b) Coaudiuvante familiare ( legge 463 del 1959)
17 ) Lavoro domestico
a) tempo pieno con lavoro discontinuo
b) part time
ALCUNE CONSIDERAZIONI su alcune forme di contratto di lavoro
( continua )
Un'idea, un concetto, un'idea
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione
se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
( giorgio gaber )
Il testo:
II. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
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QUANTI SONO I CONTRATTI DI LAVORO IN ITALIA ?
Il dibattito è aperto , si accettano scommesse , 10, 15 , 20 ,40, 53, 82.
BINGO !!! hai vinto.....Superenalotto !!!
QUAL E' IL PERIMETRO DI UN CONTRATTO DI LAVORO ?
Il contratto Di Amministratore di Melchiore della Fiat è un contratto di lavoro ?
1) Il contratto a Tempo Indeterminato :
Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che costituisce la forma comune di rapporto di lavoro. ( art.1 comma legge n 92 del 2012 detta legge Fornero).
La precedente formulazione era ' stipulato di regola '. a tempo indeterminato.
2) Il contratto a Tempo Determinato :
a) Il Contratto a Tempo Determinato acausale : Art. 1-bis dlgs 368/01- ammessa la possibilità di poter stipulare un contratto a termine senza causale per una sola volta e per un massimo di 12 mesi e ciò vale anche per la prima missione in caso di somministrazione.
Deve essere il primo contratto di lavoro subordinato tra dipendente e datore di lavoro.
2a) modificato ampliando il concetto di acausalità da art 7 comma 1 Legge n 92 del 2012 :b) in ogni altra ipotesi individuata dai contratti collettivi, anche aziendali, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale.»; con un tetto massimo del 6% per unità produttiva.
b) Il contratto di lavoro a tempo determinato con la causale. ( tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo).
3) Il contratto a tempo determinato per sostituzione lavoratore.
a) maternità
b) malattia
c) ferie
d) infortunio
4) Il contratto part time ( determinato e indeterminato )
a) part time orizzontale
b) part time verticale
5) Il contratto di apprendistato ( D.L.vo n . 167 del 2011)
a) Per la qualifica e per il diploma professionale .
b) Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere .
c) Apprendistato di alta formazione e ricerca
6)Tirocinio
a) Tirocini formativi e orientamento ( durata massima 6 mesi )
b) Tirocini di inserimento o reinserimento al lavoro ( durata massima 12 mesi )
c) Tirocini categorie svantaggiate
c1) Disabili ( durata 24 mesi)
c2) Asilo Politico, Protezione Internazionale, Protezione Umanitaria. ( durata 12 mesi )
c3) Protezione sociale categorie sociali ( durata 12 mesi)
7) Contratti di lavoro accessorio
a) Voucher
8) Contratto a chiamata o intermittente
a) Indennità di disponibilità
b) Senza indennità di disponibilità
9) Contratto di somministrazione di lavoro
a ) Tempo Determinato
b ) Tempo Indeterminato
10) Contratto di lavoro ripartito ( job sharing)
a) di tipo verticale ( condivisione di un contratto di lavoro)
b) di tipo orizzontale ,( assunzioni congiunte contratti di rete agricoltura e turismo)
11) Contratti di lavoro con Sgravi Contributivi
Lavoratori Disoccupati o sospesi da 24 mesi
a) Assunzione da Liste di Mobilità : a1) tempo determinato ( Sgravi 12+12) a2) tempo indeterminato ( sgravi 18)
b) Disoccupati di lunga durata ( da 24 mesi)
Contratti di reinserimento ( con esclusione contratto di inserimento o reinserimento ex art. 54 del D.L.vo n. 276/2003 abrogato),
c) Lavoratori in cassa integrazione da 12 mesi
c1) Contratti a tempo determinato massimo 12 mesi ( sgravi contributi carico azienda del 50%) se trasformati a tempo indeterminato sgravi 50% per altri 12 mesi.
c2) Contratto a tempo indeterminato ( sgravi contributivi 50% per 18 mesi )
d) Disoccupati percettori di ASPI,
d1) Contratto a tempo indeterminato ( sgravi del 50% dell' indennità aspi per il periodo residuale di percezione da parte del lavoratore disoccupato).
e)Assunzioni Mobilità da aziende con meno di 15 dipendenti
La cosiddetta ' piccola mobilità' nel 2012 e 2013 ha avuto un periodo di grave lutto.
Le aziende procedevano allo sgravio per le assunzione effettuate nel 2012 che proseguivano nell' arco dei 12 mesi o 18 mesi nel 2013 o per le trasformazioni a tempo indeterminato nel 2013.
La sfortuna ministra tecnica prof.essa Fornero è intervenuta con la legge n 92 del 2012 quindi il 22 giugno 2012 ha scritto che dal 1 gennaio 2013 le aziende non avevano diritto allo sgravio per altro consistente .
Le aziende che avevano programmato assunzioni ed eventuali trasformazioni a tempo indeterminato hanno continuato ad applicare lo sgravio contributivo ,
l' Inps rispose con una circolare che le aziende dovevano restituire i soldi ,
le aziende risposero alla maradona e l' inps emise un messaggio dicendo che aveva cambiato idea e le aziende non dovevano piu restituire i denari.
Finito il periodo del lutto per lo sgravio contributivo nacque il baby bonus ,
i soggetti iscritti alla ' piccola mobilità' ( licenziati nel 2013 per giustificato motivo oggettivo da aziende con meno di 15 dipendenti ) avevano diritto per l' assunzione ad un bonus di 190 euro per 12 mesi se a tempo indeterminato , e 6 mesi per i contratti a tempo determinato.
La circolare interpretativa ed applicativa non fu mai emanata dall' inps, si seppe tramite una newsletter di una associazione di categoria e un saggio di un funzionario della DTL che il baby bonus era raggiungibile nel sito internet dell' inps con allegato delle note, e vi erano 30 giorni di tempo per catturarlo.
In sostanza la circolare Inps non fu mai emanata e un programmatore scrisse delle note applicative che qualcuno chiamò circolare amministrativa, ormai all' inps la normativa la scrivono gli ingegnere e i programmatori.
Si tratta di un processo 'estensivo' dell' informatizzazione dell' inps.
f) assunzioni di giovani da 18 anni a 29 anni e 364 giorni, esonero totale contributi per 18 mesi massimale 650 euro)
12) Contratto di lavoro a Domicilio
13) Contratto di collaborazione
a) a progetto ( CO.CO.PRO)
b) coordinato ( CO.CO.CO )
13a) Collaborazioni occasionali : Comunicazione obbligatoria cetro impiego, iscrizione Gestione separata Inps, limiti reddito 5000 Euro per committente e 30 giorni lavorativi anno.
14) Contratto di partecipazione in associazione
a) Associazione di lavoro
b) Associazione di capitale
15 ) Contratto di lavoro autonomo con partita Iva ( art. 2222 Codice civile)
15a) Lavoro autonomo occasionale : lavoro episodico senza alcuna continuità, senza comunicazione centro impiego, e senza iscrizione gestione separata inps.
16) Contratto di lavoro familiare
a) Collaboratore familiare ( art 230/bis Impresa familiare) e ( Riforma Diritto di Famiglia 1975 art.177 impresa coniugale )
b) Coaudiuvante familiare ( legge 463 del 1959)
17 ) Lavoro domestico
a) tempo pieno con lavoro discontinuo
b) part time
ALCUNE CONSIDERAZIONI su alcune forme di contratto di lavoro
( continua )
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