QUALE LEGGE ELETTORALE
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
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Italicum, ecco perché non funziona la nuova legge elettorale
di ROCCO VAZZANA
Italicum, ecco perché non funziona la nuova legge elettorale. Effetti collaterali: se voti un piccolo partito scegli sempre Renzi o Berlusconi. Vittime: Sel, Lega, Fratelli d’Italia. Mentre il M5s resta imbrigliato nella propria autarchia.
Sei milioni e mezzo di cittadini senza rappresentanza parlamentare. Se alle ultime Politiche ci fosse stato l’Italicum, quasi il 19 per cento degli elettori – il quarto partito politico italiano – avrebbe sprecato il proprio voto. Merito delle altissime soglie di sbarramento imposte dal triumvirato Renzi-Berlusconi-Alfano: 12 per cento per le coalizioni, 8 per cento per le liste non coalizzate, 4,5 per cento per i singoli partiti all’interno di uno schieramento più ampio. Nessuno però, alle elezioni del febbraio 2013, avrebbe vinto al primo turno. Per le disposizioni della nuova legge sarebbe stato necessario il ballottaggio, visto che nessuna coalizione aveva raggiunto quota 37 per cento, il livello minimo per accedere al premio di maggioranza (almeno 320 seggi). In questo scenario, a contendersi il governo del Paese al secondo turno sarebbero stati Pd e Pdl (oggi diviso in Fi e Ncd), lasciando fuori dai giochi il Movimento 5 stelle, primo partito sul territorio nazionale con 8 milioni e 691mila preferenze. Miracolo dell’efficienza stile Italicum, che esclude i piccoli partiti dalla rappresentanza, ma “regala” i loro voti ai grandi. Un esempio? Prendiamo Sel e la Lega, rispettivamente il 3,2 e il 4 per cento dei voti. Con la nuova legge elettorale nessuno dei rappresentanti delle due forze politiche sarebbe entrato in Parlamento. Ma i loro elettori sarebbero serviti a portare acqua al mulino dei due partiti con cui erano alleati. Così, il 25,4 per cento del Pd sarebbe diventato automaticamente un bel 28,6 per cento grazie ai vendoliani. Il 21,5 del Pdl, invece, si sarebbe trasformato in un bel 25,5 per cento grazie ai padani duri e puri. Senza contare le altre mini liste che si erano presentate al fianco dei due partiti maggiori e che con i loro “zero virgola” avrebbero contribuito alla causa.
«Questa è una riforma brutta e sbagliata», dice il politologo Gianfranco Pasquino. «Per accedere al Parlamento sono state fissate tre soglie. Sarebbe stato più limpido scegliere un solo sbarramento, come esiste in altri Paesi europei». In Germania, ad esempio, la soglia è al 5 per cento, in Svezia al 4 e in Spagna al 3. A prescindere dalle alleanze. «Bisogna smettere di fare questi giochetti indirizzati a eliminare i partiti piccoli, utilizzandone però i voti. È solo una furbata», sbotta il politologo. Ma per Pasquino le soglie di sbarramento sono solo una delle bizzarrie di questa riforma elettorale. L’Italicum, sostiene il professore, presenta gli stessi elementi di incostituzionalità per cui la Corte ha “condannato” il Porcellum: liste bloccate – e poco importa che siano più “corte” -, premio di maggioranza cospicuo e candidature multiple (lo stesso cittadino si può candidare in 8 circoscrizioni). «Insomma, l’elettore continua a essere turlupinato», spiega Pasquino. «Mi aspetto che qualcuno intervenga. Spero che sia il Presidente della Repubblica per primo a fare sapere che ci sono delle cose che non vanno. È lui che deve promulgare la legge. Ma forse sarebbe il caso che lo facesse sapere in corso d’opera, in via riservata. O ha paura di essere accusato di interferire?», ironizza il politologo.
Il resto dell’articolo è disponibile in edicola da sabato, con l’Unità, e tutta la settimana
left 10 - 15 marzo 2014
Italicum, ecco perché non funziona la nuova legge elettorale
di ROCCO VAZZANA
Italicum, ecco perché non funziona la nuova legge elettorale. Effetti collaterali: se voti un piccolo partito scegli sempre Renzi o Berlusconi. Vittime: Sel, Lega, Fratelli d’Italia. Mentre il M5s resta imbrigliato nella propria autarchia.
Sei milioni e mezzo di cittadini senza rappresentanza parlamentare. Se alle ultime Politiche ci fosse stato l’Italicum, quasi il 19 per cento degli elettori – il quarto partito politico italiano – avrebbe sprecato il proprio voto. Merito delle altissime soglie di sbarramento imposte dal triumvirato Renzi-Berlusconi-Alfano: 12 per cento per le coalizioni, 8 per cento per le liste non coalizzate, 4,5 per cento per i singoli partiti all’interno di uno schieramento più ampio. Nessuno però, alle elezioni del febbraio 2013, avrebbe vinto al primo turno. Per le disposizioni della nuova legge sarebbe stato necessario il ballottaggio, visto che nessuna coalizione aveva raggiunto quota 37 per cento, il livello minimo per accedere al premio di maggioranza (almeno 320 seggi). In questo scenario, a contendersi il governo del Paese al secondo turno sarebbero stati Pd e Pdl (oggi diviso in Fi e Ncd), lasciando fuori dai giochi il Movimento 5 stelle, primo partito sul territorio nazionale con 8 milioni e 691mila preferenze. Miracolo dell’efficienza stile Italicum, che esclude i piccoli partiti dalla rappresentanza, ma “regala” i loro voti ai grandi. Un esempio? Prendiamo Sel e la Lega, rispettivamente il 3,2 e il 4 per cento dei voti. Con la nuova legge elettorale nessuno dei rappresentanti delle due forze politiche sarebbe entrato in Parlamento. Ma i loro elettori sarebbero serviti a portare acqua al mulino dei due partiti con cui erano alleati. Così, il 25,4 per cento del Pd sarebbe diventato automaticamente un bel 28,6 per cento grazie ai vendoliani. Il 21,5 del Pdl, invece, si sarebbe trasformato in un bel 25,5 per cento grazie ai padani duri e puri. Senza contare le altre mini liste che si erano presentate al fianco dei due partiti maggiori e che con i loro “zero virgola” avrebbero contribuito alla causa.
«Questa è una riforma brutta e sbagliata», dice il politologo Gianfranco Pasquino. «Per accedere al Parlamento sono state fissate tre soglie. Sarebbe stato più limpido scegliere un solo sbarramento, come esiste in altri Paesi europei». In Germania, ad esempio, la soglia è al 5 per cento, in Svezia al 4 e in Spagna al 3. A prescindere dalle alleanze. «Bisogna smettere di fare questi giochetti indirizzati a eliminare i partiti piccoli, utilizzandone però i voti. È solo una furbata», sbotta il politologo. Ma per Pasquino le soglie di sbarramento sono solo una delle bizzarrie di questa riforma elettorale. L’Italicum, sostiene il professore, presenta gli stessi elementi di incostituzionalità per cui la Corte ha “condannato” il Porcellum: liste bloccate – e poco importa che siano più “corte” -, premio di maggioranza cospicuo e candidature multiple (lo stesso cittadino si può candidare in 8 circoscrizioni). «Insomma, l’elettore continua a essere turlupinato», spiega Pasquino. «Mi aspetto che qualcuno intervenga. Spero che sia il Presidente della Repubblica per primo a fare sapere che ci sono delle cose che non vanno. È lui che deve promulgare la legge. Ma forse sarebbe il caso che lo facesse sapere in corso d’opera, in via riservata. O ha paura di essere accusato di interferire?», ironizza il politologo.
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
MAR 2014 09:49
1. AVVISATE MATTEUCCIO RENZI CHE MARIO DRAGHI CONTINUA A NON SOPPORTARE IL SUO PERSONALE CONSIGLIERE ECONOMICO OCCULTO, LORENZO BINI SMAGHI DA FIRENZE -
2. DITE A RENZI CHE NAPOLITANO È’ MOLTO INQUIETO (EUFEMISMO) SULLA LEGGE ELETTORALE: I SUOI UFFICI GLI HANNO DETTO CHE IL TESTO APPROVATO ALLA CAMERA E' IN CONTRADDIZIONE CON LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SU DIVERSI PROFILI -
3. AL SENATO DOVE SI DISCUTERÀ’ L'ITALICUM IL GRUPPO PD E' SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI - 4. PERCHÉ GIULIETTO TREMONTI CONTINUA A FREQUENTARE ARCORE E A TRATTENERSI CON IL PREGIUDICATO ANCHE TRE ORE DI SEGUITO COME E' AVVENUTO SABATO SCORSO? -
5. GLI ALFANOIDI SONO IN PALESE DIFFICOLTÀ’: VANNO A RIMORCHIO DI RENZI, I SONDAGGI LI DANNO AL 3-4 PER CENTO DALL'8 DI QUALCHE TEMPO FA, E APPARE FORTEMENTE A RISCHIO IL SUPERAMENTO DELLO SBARRAMENTO DEL 4 PER CENTO ALLE EUROPEE -
6. SAPETE CHI FARÀ’ PER CONTO DEL GOVERNO GLI INCONTRI DI MAGGIORANZA SULLA PARTITA DELLE NOMINE NELLE GRANDI SOCIETÀ PUBBLICHE (ENI, ENEL, POSTE)? LUCA LOTTI -
DAGOREPORT
1. Napolitano Giorgio e' molto inquieto anche sulla legge elettorale: i suoi uffici gli hanno detto che il testo approvato alla Camera e' in contraddizione con la sentenza della Corte Costituzionale su diversi profili. Una valutazione, e una irritazione, che si aggiunge a quella pesantemente negativa sulla politica degli annunci economici approvata dal Consiglio dei ministri di mercoledì. Sulla legge elettorale tuttavia il Colle non intende stare fermo ad aspettare gli eventi e segnalera' al Presidente del Senato, assemblea tuttora "viva" e dove la legge deve essere ancora approvata, le "irragionevolezze" contenute nel testo approvato alla Camera.
Si tratta di rilievi che possono frenare il passaggio della legge al Senato, dove i numeri sono meno favorevoli al governo: in realtà, sul superamento del bicameralismo perfetto nessuno ha reali obiezioni ma se Renzi Matteo pensa davvero che una riforma costituzionale di tale portata possa avere come esito un Senato relegato ad essere la Camera che sostituisce la Conferenza delle Regioni allora il percorso sarà pieno di mine.
Se invece il Senato dovesse approvare, il Colle appare intenzionato a confezionare un bel messaggio alle Camere per dire: vi ringrazio a nome del popolo italiano per aver approvato la legge elettorale ma ve la restituisco senza promulgarla invitandovi a procedere alle opportune modifiche in coerenza con la sentenza della Corte Costituzionale.
In tal caso le Camere possono cambiare la legge o riapprovarla nella stessa formulazione e il Quirinale e' costretto a promulgarla. Si tratterebbe, questo e' certo, dell'ultimo atto politico di Re Giorgio II, ma è certo che il rospo non verrà ingoiato.
2. Proprio al Senato dove si discuterà l'Italicum il gruppo Pd e' sull'orlo di una crisi di nervi. La gran parte dei senatori del gruppo, non solo la "fronda dei 21" e Finocchiaro Anna, considera infatti la bozza di riforma passata alla Camera come un affronto e una umiliazione e, per questo, prende consistenza nelle ultime ore una ipotesi ardita ma condivisa con i peones di Ncd, con Mauro e Sciolta Civica: meglio andare a votare con il Consultellum piuttosto che il suicidio con l'Italicum.
3. Gli alfanoidi sono in palese difficoltà: vanno a rimorchio di Renzi, i sondaggi li danno al 3-4 per cento dall'8 di qualche tempo fa, insomma non hanno identità nonostante gli sforzi del Corriere. Un partito mai nato davvero, con profonde divisioni interne dove regna l'asse Alfano/Lupi (al quale talvolta si aggiunge Schifani, che ha sottratto a Quagliariello ogni competenza politica, retrocedendolo di fatto ad un dirigente organizzativo senza poteri e senza autonomia) contro tutti e un fenomeno curioso: nelle casse del partito stanno entrando somme importanti senza che ad esse corrispondano reali adesioni sul territorio, insomma tesseramenti fittizi come nella migliore tradizione dell'ultima stagione della Dc.
Il risultato e' che appare fortemente a rischio il superamento dello sbarramento del 4 per cento alle europee, con grande soddisfazione di Verdini Denis, il quale non solo vuole continuare ad essere l'interlocutore privilegiato del premier ma lavora per azzerare elettoralmente i "traditori" e sostituirli (apertamente o nel voto segreto) nella maggioranza del dopo europee.
4. Perché Tremonti Giulio continua a frequentare Arcore e a trattenersi anche tre ore di seguito come e' avvenuto sabato scorso?
5. Sapete chi farà per conto del governo gli incontri di maggioranza sulla partita delle nomine nelle grandi società pubbliche, incontri dove non si parlerà affatto dei vertici ma soltanto delle richieste dei partiti per la composizione dei cda, soprattutto di quelli minori? Luca Lotti, sottosegretario a palazzo Chigi, che poi passerà le indicazioni riscontrate a Del Rio Graziano che ne parlerà con Renzi Matteo, quello che vuol capire prima le strategie e poi scegliere gli uomini. Ovviamente, non vi sarà alcun incontro con il Pd, visto che il partito e' una cosa sola con il governo e con lo staff del premier.
6. Dite a Renzi Matteo che Draghi Mario continua a non sopportare il suo personale consigliere economico occulto, Bini Smaghi Lorenzo da Firenze.
1. AVVISATE MATTEUCCIO RENZI CHE MARIO DRAGHI CONTINUA A NON SOPPORTARE IL SUO PERSONALE CONSIGLIERE ECONOMICO OCCULTO, LORENZO BINI SMAGHI DA FIRENZE -
2. DITE A RENZI CHE NAPOLITANO È’ MOLTO INQUIETO (EUFEMISMO) SULLA LEGGE ELETTORALE: I SUOI UFFICI GLI HANNO DETTO CHE IL TESTO APPROVATO ALLA CAMERA E' IN CONTRADDIZIONE CON LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SU DIVERSI PROFILI -
3. AL SENATO DOVE SI DISCUTERÀ’ L'ITALICUM IL GRUPPO PD E' SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI - 4. PERCHÉ GIULIETTO TREMONTI CONTINUA A FREQUENTARE ARCORE E A TRATTENERSI CON IL PREGIUDICATO ANCHE TRE ORE DI SEGUITO COME E' AVVENUTO SABATO SCORSO? -
5. GLI ALFANOIDI SONO IN PALESE DIFFICOLTÀ’: VANNO A RIMORCHIO DI RENZI, I SONDAGGI LI DANNO AL 3-4 PER CENTO DALL'8 DI QUALCHE TEMPO FA, E APPARE FORTEMENTE A RISCHIO IL SUPERAMENTO DELLO SBARRAMENTO DEL 4 PER CENTO ALLE EUROPEE -
6. SAPETE CHI FARÀ’ PER CONTO DEL GOVERNO GLI INCONTRI DI MAGGIORANZA SULLA PARTITA DELLE NOMINE NELLE GRANDI SOCIETÀ PUBBLICHE (ENI, ENEL, POSTE)? LUCA LOTTI -
DAGOREPORT
1. Napolitano Giorgio e' molto inquieto anche sulla legge elettorale: i suoi uffici gli hanno detto che il testo approvato alla Camera e' in contraddizione con la sentenza della Corte Costituzionale su diversi profili. Una valutazione, e una irritazione, che si aggiunge a quella pesantemente negativa sulla politica degli annunci economici approvata dal Consiglio dei ministri di mercoledì. Sulla legge elettorale tuttavia il Colle non intende stare fermo ad aspettare gli eventi e segnalera' al Presidente del Senato, assemblea tuttora "viva" e dove la legge deve essere ancora approvata, le "irragionevolezze" contenute nel testo approvato alla Camera.
Si tratta di rilievi che possono frenare il passaggio della legge al Senato, dove i numeri sono meno favorevoli al governo: in realtà, sul superamento del bicameralismo perfetto nessuno ha reali obiezioni ma se Renzi Matteo pensa davvero che una riforma costituzionale di tale portata possa avere come esito un Senato relegato ad essere la Camera che sostituisce la Conferenza delle Regioni allora il percorso sarà pieno di mine.
Se invece il Senato dovesse approvare, il Colle appare intenzionato a confezionare un bel messaggio alle Camere per dire: vi ringrazio a nome del popolo italiano per aver approvato la legge elettorale ma ve la restituisco senza promulgarla invitandovi a procedere alle opportune modifiche in coerenza con la sentenza della Corte Costituzionale.
In tal caso le Camere possono cambiare la legge o riapprovarla nella stessa formulazione e il Quirinale e' costretto a promulgarla. Si tratterebbe, questo e' certo, dell'ultimo atto politico di Re Giorgio II, ma è certo che il rospo non verrà ingoiato.
2. Proprio al Senato dove si discuterà l'Italicum il gruppo Pd e' sull'orlo di una crisi di nervi. La gran parte dei senatori del gruppo, non solo la "fronda dei 21" e Finocchiaro Anna, considera infatti la bozza di riforma passata alla Camera come un affronto e una umiliazione e, per questo, prende consistenza nelle ultime ore una ipotesi ardita ma condivisa con i peones di Ncd, con Mauro e Sciolta Civica: meglio andare a votare con il Consultellum piuttosto che il suicidio con l'Italicum.
3. Gli alfanoidi sono in palese difficoltà: vanno a rimorchio di Renzi, i sondaggi li danno al 3-4 per cento dall'8 di qualche tempo fa, insomma non hanno identità nonostante gli sforzi del Corriere. Un partito mai nato davvero, con profonde divisioni interne dove regna l'asse Alfano/Lupi (al quale talvolta si aggiunge Schifani, che ha sottratto a Quagliariello ogni competenza politica, retrocedendolo di fatto ad un dirigente organizzativo senza poteri e senza autonomia) contro tutti e un fenomeno curioso: nelle casse del partito stanno entrando somme importanti senza che ad esse corrispondano reali adesioni sul territorio, insomma tesseramenti fittizi come nella migliore tradizione dell'ultima stagione della Dc.
Il risultato e' che appare fortemente a rischio il superamento dello sbarramento del 4 per cento alle europee, con grande soddisfazione di Verdini Denis, il quale non solo vuole continuare ad essere l'interlocutore privilegiato del premier ma lavora per azzerare elettoralmente i "traditori" e sostituirli (apertamente o nel voto segreto) nella maggioranza del dopo europee.
4. Perché Tremonti Giulio continua a frequentare Arcore e a trattenersi anche tre ore di seguito come e' avvenuto sabato scorso?
5. Sapete chi farà per conto del governo gli incontri di maggioranza sulla partita delle nomine nelle grandi società pubbliche, incontri dove non si parlerà affatto dei vertici ma soltanto delle richieste dei partiti per la composizione dei cda, soprattutto di quelli minori? Luca Lotti, sottosegretario a palazzo Chigi, che poi passerà le indicazioni riscontrate a Del Rio Graziano che ne parlerà con Renzi Matteo, quello che vuol capire prima le strategie e poi scegliere gli uomini. Ovviamente, non vi sarà alcun incontro con il Pd, visto che il partito e' una cosa sola con il governo e con lo staff del premier.
6. Dite a Renzi Matteo che Draghi Mario continua a non sopportare il suo personale consigliere economico occulto, Bini Smaghi Lorenzo da Firenze.
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Re: QUALE LEGGE ELETTORALE
Sarebbe assurdo approvare questa legge elettorale, mi sembrerebbe logico prima cambiare la Costituzione dove prevede il bicameralismo perfetto e poi fare la legge elettorale per la sola Camera.
Oggi con questa legge elettoeale, in caso di elezioni, avremmo una maggioranza alla Camera E UN'ALTRA AL sENATO, quindi la Corte Costituzionale dovrebbe bocciarla.
Ma Vi sembra normale che il Parlamento debba prendere per oro colato quanto deciso dal duo Berlusconi-Renzi ? Mi sembra assurdo che si venga a dire che non viene rispettato il loro patto, quasi che il ParlAMENTO FOSSE l'esecutore di due capipopolo.
Oggi con questa legge elettoeale, in caso di elezioni, avremmo una maggioranza alla Camera E UN'ALTRA AL sENATO, quindi la Corte Costituzionale dovrebbe bocciarla.
Ma Vi sembra normale che il Parlamento debba prendere per oro colato quanto deciso dal duo Berlusconi-Renzi ? Mi sembra assurdo che si venga a dire che non viene rispettato il loro patto, quasi che il ParlAMENTO FOSSE l'esecutore di due capipopolo.
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