Ritorna Report
-
- Messaggi: 2444
- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Ritorna Report
A me la trasmissione è sembrata molto interessante.
Mettere l'economia al servizio degli uomini e non il contrario.
Inflazione e speculazione sono i mali di una finanza fine a se stessa.
Banca democratica o etica
Impresa a misura d'uomo, dividere gli utili, tra l'ultimo dipendente e il menager a capo dell'impresa differenza stipendi al massimo 20 volte.
500 imprese in Europa dopo un anno sono su questa strada.
Non ho trovato la registrazione della parte in cui si accennava a Monti e ad altri superman non eletti che ci hanno avviato sulla strada della Finanza mondiale che ci porterà alla rovina.
Mettere l'economia al servizio degli uomini e non il contrario.
Inflazione e speculazione sono i mali di una finanza fine a se stessa.
Banca democratica o etica
Impresa a misura d'uomo, dividere gli utili, tra l'ultimo dipendente e il menager a capo dell'impresa differenza stipendi al massimo 20 volte.
500 imprese in Europa dopo un anno sono su questa strada.
Non ho trovato la registrazione della parte in cui si accennava a Monti e ad altri superman non eletti che ci hanno avviato sulla strada della Finanza mondiale che ci porterà alla rovina.
Re: Ritorna Report
No tanto per dire ... eh... la borsa esisteva già nel 1500 in Belgio...e le S.p.A nel 1600 in Spagna ...la prima borsa italiana fu quella di venezia nel 1630, e il mercato finanziario italiano esisteva già durante l'unità d'Italia ( sebbene deficitario rispetto al resto d'europa ) , la prima regolamentazione globale risale al 1913 ....
e MONTI CI STA AVVIANDO alla finanza mondiale?
direi che ci siamo dentro da un bel pò.
e MONTI CI STA AVVIANDO alla finanza mondiale?
direi che ci siamo dentro da un bel pò.
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ritorna Report
Non solo Report
L'INTERVISTA di GIULIA BELARDELLI
Parla Satyajit Das, l'ex trader
che fa paura a Wall Street
Le banche e gli hedge funds lo odiano perché va in giro ad aiutare avvocati e magistrati a decifrare gli aspetti più tecnici dei mercati. Nei suoi libri racconta le evoluzioni della finanza estrema, ormai lontana anni luce dall'economia reale. E nel futuro vede ancora molti guai. Anche in Europa, nonostante "Super Mario"Trent'anni passati in finanza. Come consulente ed esperto di derivati per banche, governi e società private. Poi, gradualmente, il distacco da un mondo che "somigliava sempre di più ad Alice nel Paese delle Meraviglie", solo che si giocava con le sorti dell'economia mondiale. Satyajit Das oggi vive in Australia ed è pressoché introvabile. Da quando è "passato dall'altra parte", scrivendo libri di denuncia diventati best seller, si è fatto parecchi nemici. Alle banche e ai fondi di investimento non piace quello che fa: collaborare con team di avvocati e legislatori fornendo un parere tecnico sulla presenza o meno di illeciti. Nell'ombra è coinvolto in diverse vertenze in giro per il mondo. Sa di non essere un missionario, ma considera questa sua "seconda vita" come un'occasione per contribuire al ripensamento di un modello economico che "così com'è non può più funzionare".
Nel suo libro, "Extreme Money", descrive il modo in cui la finanza ha cambiato pelle durante gli ultimi trent'anni. Quando e come il settore finanziario è diventato così potente?
"Per capirlo bisogna andare indietro di quarant'anni. Il periodo tra le fine dei '60 e l'inizio dei '70 è stato contraddistinto da una crescita molto bassa. Ci si iniziò a preoccupare di cosa stava succedendo alla crescita. Fu in quel clima che vennero eletti Margaret Thatcher e Ronald Reagan. Andarono al potere non per chissà quali ideologie, ma perché avevano in mente un modello per far riprendere la crescita. Iniziò così il mito della deregulation, che nella finanza ha trovato il suo terreno più fertile. La deregolamentazione si mostrò in un certo senso efficace. La gente cominciò a indebitarsi, spesso scordandosi del rapporto tra investimenti e ricavi. Gradualmente ogni aspetto della vita divenne dipendente dal debito. Nel frattempo i protagonisti della finanza acquisirono sempre più potere: erano visti come dei "maghi", capaci di far proseguire la crescita all'infinito. Il nostro errore è stato illuderci che la deregulation fosse la formula magica. Poi ci sono diversi fenomeni che hanno contribuito alla composizione del quadro, come ad esempio, negli Usa, la privatizzazione dei risparmi personali sotto forma di fondi pensione. Ora il sistema è saltato ed è come se tutte le stelle si stessero allineando".
IL GLOSSARIO. LE PAROLE DELLA FINANZA INTERNAZIONALE
Quali sono le minacce di una finanza portata al suo estremo?
"In origine, i soldi avevano solo due scopi: come mezzo di scambio per beni reali o come deposito di valore. Ora sono diventati un mezzo per fare altri soldi. Abbiamo iniziato a usarli in un gioco autoreferenziale. Così facendo, abbiamo creato sempre più livelli nel sistema, perdendo completamente di vista il senso. Il risultato è che ci stiamo prendendo in giro da soli. Abbiamo portato la finanza al suo estremo, l'abbiamo spinta troppo lontano, tradendo l'unica vera fonte di valore: i comuni cittadini".
Sono passati quattro anni dall'esplosione della bolla dei mutui subprime. Cosa è cambiato oggi nel sistema? Possono i cittadini sentirsi più sicuri?
C'è stato un gran mescolamento di carte, ma alla fine la situazione è rimasta la stessa. Anzi, il gioco è diventato ancora più estremo. Ora in campo non ci sono più solo le istituzioni finanziarie, ci sono anche i governi e le banche centrali. La legislazione è indietro anni luce. Prendiamo ad esempio il Dodd Frank Act, una delle leggi più buffe che io abbia mai visto. È la dimostrazione perfetta del metodo di lavoro del lobbista: dopo aver provato a rifiutare ogni forma di regolamentazione, convince il legislatore a lasciarsi aiutare, per poi creare una legge così complessa da fare acqua da tutte le parti. Ahimè, il gioco della extreme money non è cambiato e penso che non cambierà nel prossimo futuro.
I nostri problemi stanno diventando sempre più seri, ma forse non ne abbiamo ancora avuto uno abbastanza grande. Potremmo aver bisogno di un evento davvero catastrofico".
Sia negli Stati Uniti che in Europa si è parlato molto della necessità di regolare in qualche modo l'High Frequency Trading. Ad oggi, però, il processo legislativo è ancora fermo "a causa della mancanza di dati certi", come ha detto Mary Shapiro della Securities and Exchange Commission. Come si esce da questa impasse? Crede davvero che l'HFT sia un fenomeno così "misterioso", pur essendo ormai dominante?
"Partiamo da due concetti. Il potere di lobbying di queste persone è sconfinato. E se non vuoi fare qualcosa, puoi trovare un migliaio di scuse per non farla. È come per il riscaldamento climatico: molti continuano a ignorare il problema dicendo che non ci sono abbastanza dati, e intanto la Terra si fa sempre più rovente. Vogliamo aspettare che ci sia una tragedia prima di dire che il sistema non funzionava bene? In generale, è molto facile capire i benefici di un'innovazione, mentre è più difficile intravederne i costi. Nel caso del sistema finanziario, i costi non sono neanche lontanamente paragonabili ai benefici. Andiamolo a chiedere ai greci o agli spagnoli, che sono stati costretti ad abbassare enormemente il loro tenore di vita".
Grazie per aver risparmiato gli italiani, malgrado i problemi della nostra economia. Cosa ne pensa dell'Italia di Mario Monti? In finanza lo conoscete piuttosto bene...
"Certo, il suo altolà a Jack Welch, ai tempi CEO di General Electric, fu memorabile. Monti è parte di un trend europeo, iniziato dalla Grecia, che ritengo molto preoccupante. Nella nuova Europa, dove le uniche a decidere sono Berlino, Parigi e Bruxelles, si è pensato che avere dei tecnocrati non eletti sarebbe stato più facile. Il guaio, però, è che ora l'Europa non ha più solo un problema di deficit economico, ma anche di deficit democratico. In una democrazia ci dovrebbe essere un po' più di confronto. Questa situazione mi fa venire in mente un concetto espresso da Voltaire: "I dottori prescrivono cure che conoscono poco a malattie che conoscono ancora meno a gente che non ne sa quasi nulla". Ecco, penso che gli economisti non stiano facendo molto meglio. Ho simpatia per il vostro "Super Mario", ma non credo che il sistema possa funzionare. Così si contiene, ma tra tre anni la bomba scoppia di nuovo. E cosa dire dell'UE, che stampa trilioni di euro, puntando tutto sull'austerità e su un buffissimo trattato di stabilità? È un meccanismo che non è sostenibile. È come avere il cancro e lasciare che le metastasi si estendano ovunque, invece di agire tempestivamente. Purtroppo, temo che l'Europa sia condannata ad avere un'economia zombie per un tempo molto lungo".
Come valuta l'operato delle agenzie di rating? Pensa che offrano rappresentazioni credibili dell'affidabilità di un Paese? In Italia, la Procura di Trani sta indagando sulla "singolare concomitanza e convergenza temporale" con cui Moody's, Fitch e Standard & Poor's hanno declassato l'economia italiana, quasi ci fosse stato un "accordo di cartello". Come commenta questa ipotesi?
Se ci fossero stati accordi o fughe di informazioni prima della comunicazione del downgrade, si tratterebbe di una questione molto seria e servirebbe un procedimento giudiziario per crimine. È un comportamento che non mi sorprenderebbe e che andrebbe punito in modo estremamente diretto. Va anche detto, però, che ora in Europa c'è la tendenza a demonizzare in maniera eccessiva le agenzie di rating, a vederle come il Male assoluto. Mi sembra un atteggiamento un po' ipocrita, visto che quando le economie europee ricevevano triple A andava tutto bene. Il rating della solvenza è molto difficile. In particolare, sfugge il senso di assegnare un punteggio a uno Stato. L'altro problema è come noi stessi utilizziamo le agenzie di rating. Ci basiamo troppo su di loro, senza guardare altro. Prima di fare un investimento, si dovrebbero considerare vari fattori. Altrimenti potrei mettere un gruppo di scimmie a premere un pulsante tripla A, e via. Bisogna fare qualcosa in prima persona per correggere il sistema e ognuno ha una parte di responsabilità, che sia per pigrizia, disattenzione o altro. Se non piace il modo in cui operano le agenzie, si potrebbe lavorare a un sistema migliore, magari basato sul no profit o gestito dalle Nazioni Unite.
Dopo tre decenni passati in finanza, lavorando per giganti come Merrill Lynch e City Group, ha deciso di passare dall'altra parte. Come è arrivato a questa scelta?
In realtà sono sempre stato un outsider. Rido molto, sono indiano e vengo da una famiglia di ingegneri. Ho fatto le scuole pubbliche, l'università e poi sono finito in finanza. Quando entrai nel banking c'era una mentalità diversa. Si parlava molto anche di cultura, ne rimasi affascinato. Poi, a cavallo tra gli anni '80 e '90, lo scenario iniziò a cambiare: le persone erano sempre più inquadrate, più ristrette mentalmente. Mi occupavo di derivati e ho visto con i miei occhi gli effetti della progressiva estremizzazione del gioco finanziario. Oggi il sistema funziona così: soggetti ricchissimi che fanno a gara a comprare/sviluppare l'algoritmo più avanzato. Il punto è che questi algoritmi non sono neutrali: agiscono come dei pugili, spiazzando gli avversari con delle vere e proprie finte pur di portare a casa un vantaggio. Non mi ritrovavo più in quel mondo e così ho deciso di fare il salto. Il prezzo è stato molto alto, sia in termini economici che di pressioni. Diciamo che non sono molto amato a Wall Street e dintorni... Ma ci sta, visto che ho deciso di mettere la mia esperienza al servizio di chi è chiamato a valutare la presenza di eventuali illeciti.
Che tipo di pressioni ha ricevuto? Come svolge la sua attività di "smascheramento degli squali di Wall Street"?
"Spiego alle persone quando ci sono gli estremi per una vertenza contro le banche. Sono coinvolto in diverse cause in giro per il mondo. Esprimo la mia opinione sulla base dei fatti. Non è compito mio dire se un soggetto ha agito nel rispetto delle leggi o meno, il mio ruolo è spiegare a chi deve decidere come sono andate le cose dal punto di vista tecnico. La mia conoscenza mi mette nella posizione di non poter essere attaccato. I miei manuali sono considerati testi di riferimento, per cui una banca non può venire da me e dire: "Non sai quello che dici". Collaboro con dei team di avvocati aiutandoli a valutare se c'è davvero un "real case". Allo stesso tempo, aiuto i legislatori a capire come stanno le cose e fare in modo che le leggi siano adeguate agli aspetti tecnici. Quanto alle pressioni da parte delle banche, ne ho ricevute di tutti i tipi: voltafaccia, minacce, tentativi di comprarmi, vere e proprie calunnie. Il punto, però, è che più fanno così più mi confermano che è giusto andargli contro. Nella vita ogni scelta ha un costo e io sono in pace con quello che faccio. Rispetto ad altre persone i miei sacrifici sono insignificanti, non penso certo di essere Madre Teresa di Calcutta. Però ho preso la lotta alla corruzione del sistema finanziario come una missione. Quando vedo qualcosa che non va, sono felice di alzarmi e dirlo a voce alta".
Nel suo libro scrive che "cambiare la finanza è come provare a cambiare gli dei". Come si fa - ammesso che sia possibile - a cambiare una divinità?
"È molto difficile. Credo sia necessario un processo a più fasi. Innanzitutto dovremo accettare che la crescita illimitata guidata dall'accumulazione di debito non può più funzionare. Poi avremo bisogno di un periodo di transizione. Bisognerà cambiare il processo di contribuzione alle campagne elettorali e sbrogliare la matassa di lobby e politica in cui ci siamo impantanati. Servirà un'infrastruttura legale basata sui principi. Prima di accingerci a un'impresa del genere, però, dobbiamo farci una domanda: vogliamo davvero la responsabilità individuale delle persone? Perché, se la vogliamo, c'è bisogno di un'alfabetizzazione finanziaria anche minima. Corsi a scuola, aggiornamento, formazione dell'opinione pubblica. E poi è inutile negarlo: a livello politico serve gente coraggiosa, qualcuno che voglia davvero cambiare le cose. Le mie aspettative per il futuro? [sorride] Sono positivo, ma non mi aspetto miracoli. Di certo sarà un periodo storico affascinante. Non facile da attraversare, ma affascinante. E questo di per sé conta già moltissimo".
20 aprile 2012
La Repubblica.it
L'INTERVISTA di GIULIA BELARDELLI
Parla Satyajit Das, l'ex trader
che fa paura a Wall Street
Le banche e gli hedge funds lo odiano perché va in giro ad aiutare avvocati e magistrati a decifrare gli aspetti più tecnici dei mercati. Nei suoi libri racconta le evoluzioni della finanza estrema, ormai lontana anni luce dall'economia reale. E nel futuro vede ancora molti guai. Anche in Europa, nonostante "Super Mario"Trent'anni passati in finanza. Come consulente ed esperto di derivati per banche, governi e società private. Poi, gradualmente, il distacco da un mondo che "somigliava sempre di più ad Alice nel Paese delle Meraviglie", solo che si giocava con le sorti dell'economia mondiale. Satyajit Das oggi vive in Australia ed è pressoché introvabile. Da quando è "passato dall'altra parte", scrivendo libri di denuncia diventati best seller, si è fatto parecchi nemici. Alle banche e ai fondi di investimento non piace quello che fa: collaborare con team di avvocati e legislatori fornendo un parere tecnico sulla presenza o meno di illeciti. Nell'ombra è coinvolto in diverse vertenze in giro per il mondo. Sa di non essere un missionario, ma considera questa sua "seconda vita" come un'occasione per contribuire al ripensamento di un modello economico che "così com'è non può più funzionare".
Nel suo libro, "Extreme Money", descrive il modo in cui la finanza ha cambiato pelle durante gli ultimi trent'anni. Quando e come il settore finanziario è diventato così potente?
"Per capirlo bisogna andare indietro di quarant'anni. Il periodo tra le fine dei '60 e l'inizio dei '70 è stato contraddistinto da una crescita molto bassa. Ci si iniziò a preoccupare di cosa stava succedendo alla crescita. Fu in quel clima che vennero eletti Margaret Thatcher e Ronald Reagan. Andarono al potere non per chissà quali ideologie, ma perché avevano in mente un modello per far riprendere la crescita. Iniziò così il mito della deregulation, che nella finanza ha trovato il suo terreno più fertile. La deregolamentazione si mostrò in un certo senso efficace. La gente cominciò a indebitarsi, spesso scordandosi del rapporto tra investimenti e ricavi. Gradualmente ogni aspetto della vita divenne dipendente dal debito. Nel frattempo i protagonisti della finanza acquisirono sempre più potere: erano visti come dei "maghi", capaci di far proseguire la crescita all'infinito. Il nostro errore è stato illuderci che la deregulation fosse la formula magica. Poi ci sono diversi fenomeni che hanno contribuito alla composizione del quadro, come ad esempio, negli Usa, la privatizzazione dei risparmi personali sotto forma di fondi pensione. Ora il sistema è saltato ed è come se tutte le stelle si stessero allineando".
IL GLOSSARIO. LE PAROLE DELLA FINANZA INTERNAZIONALE
Quali sono le minacce di una finanza portata al suo estremo?
"In origine, i soldi avevano solo due scopi: come mezzo di scambio per beni reali o come deposito di valore. Ora sono diventati un mezzo per fare altri soldi. Abbiamo iniziato a usarli in un gioco autoreferenziale. Così facendo, abbiamo creato sempre più livelli nel sistema, perdendo completamente di vista il senso. Il risultato è che ci stiamo prendendo in giro da soli. Abbiamo portato la finanza al suo estremo, l'abbiamo spinta troppo lontano, tradendo l'unica vera fonte di valore: i comuni cittadini".
Sono passati quattro anni dall'esplosione della bolla dei mutui subprime. Cosa è cambiato oggi nel sistema? Possono i cittadini sentirsi più sicuri?
C'è stato un gran mescolamento di carte, ma alla fine la situazione è rimasta la stessa. Anzi, il gioco è diventato ancora più estremo. Ora in campo non ci sono più solo le istituzioni finanziarie, ci sono anche i governi e le banche centrali. La legislazione è indietro anni luce. Prendiamo ad esempio il Dodd Frank Act, una delle leggi più buffe che io abbia mai visto. È la dimostrazione perfetta del metodo di lavoro del lobbista: dopo aver provato a rifiutare ogni forma di regolamentazione, convince il legislatore a lasciarsi aiutare, per poi creare una legge così complessa da fare acqua da tutte le parti. Ahimè, il gioco della extreme money non è cambiato e penso che non cambierà nel prossimo futuro.
I nostri problemi stanno diventando sempre più seri, ma forse non ne abbiamo ancora avuto uno abbastanza grande. Potremmo aver bisogno di un evento davvero catastrofico".
Sia negli Stati Uniti che in Europa si è parlato molto della necessità di regolare in qualche modo l'High Frequency Trading. Ad oggi, però, il processo legislativo è ancora fermo "a causa della mancanza di dati certi", come ha detto Mary Shapiro della Securities and Exchange Commission. Come si esce da questa impasse? Crede davvero che l'HFT sia un fenomeno così "misterioso", pur essendo ormai dominante?
"Partiamo da due concetti. Il potere di lobbying di queste persone è sconfinato. E se non vuoi fare qualcosa, puoi trovare un migliaio di scuse per non farla. È come per il riscaldamento climatico: molti continuano a ignorare il problema dicendo che non ci sono abbastanza dati, e intanto la Terra si fa sempre più rovente. Vogliamo aspettare che ci sia una tragedia prima di dire che il sistema non funzionava bene? In generale, è molto facile capire i benefici di un'innovazione, mentre è più difficile intravederne i costi. Nel caso del sistema finanziario, i costi non sono neanche lontanamente paragonabili ai benefici. Andiamolo a chiedere ai greci o agli spagnoli, che sono stati costretti ad abbassare enormemente il loro tenore di vita".
Grazie per aver risparmiato gli italiani, malgrado i problemi della nostra economia. Cosa ne pensa dell'Italia di Mario Monti? In finanza lo conoscete piuttosto bene...
"Certo, il suo altolà a Jack Welch, ai tempi CEO di General Electric, fu memorabile. Monti è parte di un trend europeo, iniziato dalla Grecia, che ritengo molto preoccupante. Nella nuova Europa, dove le uniche a decidere sono Berlino, Parigi e Bruxelles, si è pensato che avere dei tecnocrati non eletti sarebbe stato più facile. Il guaio, però, è che ora l'Europa non ha più solo un problema di deficit economico, ma anche di deficit democratico. In una democrazia ci dovrebbe essere un po' più di confronto. Questa situazione mi fa venire in mente un concetto espresso da Voltaire: "I dottori prescrivono cure che conoscono poco a malattie che conoscono ancora meno a gente che non ne sa quasi nulla". Ecco, penso che gli economisti non stiano facendo molto meglio. Ho simpatia per il vostro "Super Mario", ma non credo che il sistema possa funzionare. Così si contiene, ma tra tre anni la bomba scoppia di nuovo. E cosa dire dell'UE, che stampa trilioni di euro, puntando tutto sull'austerità e su un buffissimo trattato di stabilità? È un meccanismo che non è sostenibile. È come avere il cancro e lasciare che le metastasi si estendano ovunque, invece di agire tempestivamente. Purtroppo, temo che l'Europa sia condannata ad avere un'economia zombie per un tempo molto lungo".
Come valuta l'operato delle agenzie di rating? Pensa che offrano rappresentazioni credibili dell'affidabilità di un Paese? In Italia, la Procura di Trani sta indagando sulla "singolare concomitanza e convergenza temporale" con cui Moody's, Fitch e Standard & Poor's hanno declassato l'economia italiana, quasi ci fosse stato un "accordo di cartello". Come commenta questa ipotesi?
Se ci fossero stati accordi o fughe di informazioni prima della comunicazione del downgrade, si tratterebbe di una questione molto seria e servirebbe un procedimento giudiziario per crimine. È un comportamento che non mi sorprenderebbe e che andrebbe punito in modo estremamente diretto. Va anche detto, però, che ora in Europa c'è la tendenza a demonizzare in maniera eccessiva le agenzie di rating, a vederle come il Male assoluto. Mi sembra un atteggiamento un po' ipocrita, visto che quando le economie europee ricevevano triple A andava tutto bene. Il rating della solvenza è molto difficile. In particolare, sfugge il senso di assegnare un punteggio a uno Stato. L'altro problema è come noi stessi utilizziamo le agenzie di rating. Ci basiamo troppo su di loro, senza guardare altro. Prima di fare un investimento, si dovrebbero considerare vari fattori. Altrimenti potrei mettere un gruppo di scimmie a premere un pulsante tripla A, e via. Bisogna fare qualcosa in prima persona per correggere il sistema e ognuno ha una parte di responsabilità, che sia per pigrizia, disattenzione o altro. Se non piace il modo in cui operano le agenzie, si potrebbe lavorare a un sistema migliore, magari basato sul no profit o gestito dalle Nazioni Unite.
Dopo tre decenni passati in finanza, lavorando per giganti come Merrill Lynch e City Group, ha deciso di passare dall'altra parte. Come è arrivato a questa scelta?
In realtà sono sempre stato un outsider. Rido molto, sono indiano e vengo da una famiglia di ingegneri. Ho fatto le scuole pubbliche, l'università e poi sono finito in finanza. Quando entrai nel banking c'era una mentalità diversa. Si parlava molto anche di cultura, ne rimasi affascinato. Poi, a cavallo tra gli anni '80 e '90, lo scenario iniziò a cambiare: le persone erano sempre più inquadrate, più ristrette mentalmente. Mi occupavo di derivati e ho visto con i miei occhi gli effetti della progressiva estremizzazione del gioco finanziario. Oggi il sistema funziona così: soggetti ricchissimi che fanno a gara a comprare/sviluppare l'algoritmo più avanzato. Il punto è che questi algoritmi non sono neutrali: agiscono come dei pugili, spiazzando gli avversari con delle vere e proprie finte pur di portare a casa un vantaggio. Non mi ritrovavo più in quel mondo e così ho deciso di fare il salto. Il prezzo è stato molto alto, sia in termini economici che di pressioni. Diciamo che non sono molto amato a Wall Street e dintorni... Ma ci sta, visto che ho deciso di mettere la mia esperienza al servizio di chi è chiamato a valutare la presenza di eventuali illeciti.
Che tipo di pressioni ha ricevuto? Come svolge la sua attività di "smascheramento degli squali di Wall Street"?
"Spiego alle persone quando ci sono gli estremi per una vertenza contro le banche. Sono coinvolto in diverse cause in giro per il mondo. Esprimo la mia opinione sulla base dei fatti. Non è compito mio dire se un soggetto ha agito nel rispetto delle leggi o meno, il mio ruolo è spiegare a chi deve decidere come sono andate le cose dal punto di vista tecnico. La mia conoscenza mi mette nella posizione di non poter essere attaccato. I miei manuali sono considerati testi di riferimento, per cui una banca non può venire da me e dire: "Non sai quello che dici". Collaboro con dei team di avvocati aiutandoli a valutare se c'è davvero un "real case". Allo stesso tempo, aiuto i legislatori a capire come stanno le cose e fare in modo che le leggi siano adeguate agli aspetti tecnici. Quanto alle pressioni da parte delle banche, ne ho ricevute di tutti i tipi: voltafaccia, minacce, tentativi di comprarmi, vere e proprie calunnie. Il punto, però, è che più fanno così più mi confermano che è giusto andargli contro. Nella vita ogni scelta ha un costo e io sono in pace con quello che faccio. Rispetto ad altre persone i miei sacrifici sono insignificanti, non penso certo di essere Madre Teresa di Calcutta. Però ho preso la lotta alla corruzione del sistema finanziario come una missione. Quando vedo qualcosa che non va, sono felice di alzarmi e dirlo a voce alta".
Nel suo libro scrive che "cambiare la finanza è come provare a cambiare gli dei". Come si fa - ammesso che sia possibile - a cambiare una divinità?
"È molto difficile. Credo sia necessario un processo a più fasi. Innanzitutto dovremo accettare che la crescita illimitata guidata dall'accumulazione di debito non può più funzionare. Poi avremo bisogno di un periodo di transizione. Bisognerà cambiare il processo di contribuzione alle campagne elettorali e sbrogliare la matassa di lobby e politica in cui ci siamo impantanati. Servirà un'infrastruttura legale basata sui principi. Prima di accingerci a un'impresa del genere, però, dobbiamo farci una domanda: vogliamo davvero la responsabilità individuale delle persone? Perché, se la vogliamo, c'è bisogno di un'alfabetizzazione finanziaria anche minima. Corsi a scuola, aggiornamento, formazione dell'opinione pubblica. E poi è inutile negarlo: a livello politico serve gente coraggiosa, qualcuno che voglia davvero cambiare le cose. Le mie aspettative per il futuro? [sorride] Sono positivo, ma non mi aspetto miracoli. Di certo sarà un periodo storico affascinante. Non facile da attraversare, ma affascinante. E questo di per sé conta già moltissimo".
20 aprile 2012
La Repubblica.it
Re: Ritorna Report
Il fatto che la borsa esiste già da 5 secoli, nulla toglie alla specificità della situazione che stiamo vivendo.Amadeus ha scritto:No tanto per dire ... eh... la borsa esisteva già nel 1500 in Belgio...e le S.p.A nel 1600 in Spagna ...la prima borsa italiana fu quella di venezia nel 1630, e il mercato finanziario italiano esisteva già durante l'unità d'Italia ( sebbene deficitario rispetto al resto d'europa ) , la prima regolamentazione globale risale al 1913 ....
e MONTI CI STA AVVIANDO alla finanza mondiale?
direi che ci siamo dentro da un bel pò.
Una finanza delle attuali dimensioni, insieme così globale e così accentrata, è una minaccia per la civiltà di proporzioni mai conosciute prima.
A maggior ragione, attribuire a Monti la responsabilità di averci avviato sulla strada della finanza globale non sta chiaramente in piedi.
E' chiaro che è un personaggio che si muove all'interno di questo sistema e che probabilmente lo conosce molto bene. Ma che lo governi, insieme ad altri, non è credibile.
Per quanto riguarda poi la nostra situazione, qui nel nostro piccolo ed ininfluente paese, sarei felice se il problema mondiale che stiamo subendo dipendesse da Monti.
La verità è che le analisi si sprecano. Ma come venirne fuori, realisticamente ed in modo consistente, nessuno mostra di saperlo.
Anche e soprattutto perché non è un solo paese che può riuscirci. E questo rende ancor più complicata la faccenda.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ritorna Report
Non ho visto Report ed ho difficoltà a rivederlo sul computer.
Mi è stato riassunto da un’amico che si è detto scioccato ed incredulo per quanto visto ed ascoltato. Lo era ancora ieri mentre lo raccontava.
Il motivo dello shock è l’aver appreso che esiste un’organizzazione di 40 persone che da quarant’anni decide il destino del mondo. Tra queste persone ne fanno oggi parte Clinton e Monti.
Corrisponde?
Corrisponde anche che Monti sia il responsabile europeo?
Se così fosse si spiegherebbero molte cose.
Che esistesse questa organizzazione e che decidesse sui destini del mondo erano “voci di corridoio” da almeno trent’anni, ma mai mi è capitato di leggere qualcosa di preciso in merito. Sembra che la Gabanelli sia stata la prima dal punto di vista giornalistico a mettere nero su bianco circa l’esistenza di questa organizzazione.
Bisognerebbe naturalmente saperne di più, ma se dobbiamo rivisitare gli ultimi quarant’anni della storia dell’umanità potremmo affermare che la Spectre esiste.
Non è accettabile che esistano organizzazioni private al di fuori delle istituzioni che decidano dei destini del mondo, perché l’istituzione di riferimento è l’Onu.
Solo che l’Onu è solo un fantasma rispetto a quanto ci si è prefissato subito dopo la guerra.
Tutto questo non deve stupire più di tanto perché malgrado tutte le velleità possibili dell’uomo contemporaneo siamo ancora in una fase primitiva in cui il comportamento dell’uomo – bestia è dominante.
All’indomani della prima guerra mondiale visto il dramma vissuto e le macerie lasciate sul terreno, gli Stati si organizzarono nella Società delle Nazioni, sotto l’auspicio del “mai più un dramma simile”.
Ma l’uomo – bestia non era sazio e solo 21 anni dopo il 1 settembre 1939 ricominciava daccapo invadendo la Polonia.
Di nuovo l’uomo – bestia disgustato per quanto accaduto si affidò all’Onu. Ma poi è degenerato tutto un’altra volta.
Questo non vuol dire però che il riferimento deve essere quello e non organizzazioni private.
Mi è stato riassunto da un’amico che si è detto scioccato ed incredulo per quanto visto ed ascoltato. Lo era ancora ieri mentre lo raccontava.
Il motivo dello shock è l’aver appreso che esiste un’organizzazione di 40 persone che da quarant’anni decide il destino del mondo. Tra queste persone ne fanno oggi parte Clinton e Monti.
Corrisponde?
Corrisponde anche che Monti sia il responsabile europeo?
Se così fosse si spiegherebbero molte cose.
Che esistesse questa organizzazione e che decidesse sui destini del mondo erano “voci di corridoio” da almeno trent’anni, ma mai mi è capitato di leggere qualcosa di preciso in merito. Sembra che la Gabanelli sia stata la prima dal punto di vista giornalistico a mettere nero su bianco circa l’esistenza di questa organizzazione.
Bisognerebbe naturalmente saperne di più, ma se dobbiamo rivisitare gli ultimi quarant’anni della storia dell’umanità potremmo affermare che la Spectre esiste.
Non è accettabile che esistano organizzazioni private al di fuori delle istituzioni che decidano dei destini del mondo, perché l’istituzione di riferimento è l’Onu.
Solo che l’Onu è solo un fantasma rispetto a quanto ci si è prefissato subito dopo la guerra.
Tutto questo non deve stupire più di tanto perché malgrado tutte le velleità possibili dell’uomo contemporaneo siamo ancora in una fase primitiva in cui il comportamento dell’uomo – bestia è dominante.
All’indomani della prima guerra mondiale visto il dramma vissuto e le macerie lasciate sul terreno, gli Stati si organizzarono nella Società delle Nazioni, sotto l’auspicio del “mai più un dramma simile”.
Ma l’uomo – bestia non era sazio e solo 21 anni dopo il 1 settembre 1939 ricominciava daccapo invadendo la Polonia.
Di nuovo l’uomo – bestia disgustato per quanto accaduto si affidò all’Onu. Ma poi è degenerato tutto un’altra volta.
Questo non vuol dire però che il riferimento deve essere quello e non organizzazioni private.
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Ritorna Report
Caro camillobenso.Se guardi indietro.lo avevo postato il pezzo di video.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Ritorna Report
Grazie paolino,...ho usufruito del tuo link, dopo essere andato sul sito di Report sulla Rai, ma ho delle difficoltà di funzionamento con il il mio computer.paolo11 ha scritto:Caro camillobenso.Se guardi indietro.lo avevo postato il pezzo di video.
Ciao
Paolo11
Tu che l'hai visto cosa ne pensi del servizio sull'organizzazione privata che decide del destino del mondo?
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Ritorna Report
La Commissione Trilaterale è un organismo costituito da privati non governativo e non partitico. La commissione è stata creata negli anni '70 da David Rockefeller con un gruppo di uomini potenti - americani, europei giapponesi per spingere la tecnocrazia. Una commissione in grado di ridisegnare gli equilibri mondiali. Non è un caso che Mario Monti e il primo ministro greco siano membri di questa commissione. Sono gli unici due stati al mondo guidati da tecnocrati provenienti dalla Trilaterale.
Mario Monti è un membro della Commissione Trilaterale? Di cosa si tratta? Qual è il suo fine?
Nella puntata di Report del 22 aprile si è parlato del precedente ruolo di Mario Monti nella Commissione Trilaterale. Ma di cosa si tratta?
E' vero che ci sono mire distruttive nei confronti degli Stati?
Patrick Wood è un saggista che ha studiato la Commissione e i suoi scopi. Uno dei modi di operare per instaurare il loro ordine è quello di creare interdipendenza tra i soggetti e tecnocrazia come mezzo per controllare la società.
La Commissione Trilaterale ha la struttura di un parlamento globale ma i membri non sono eletti, sono invitati. Banchieri, politici, industriali, rappresentanti di multinazionali, accademici, giornalisti, editori non hanno mai smesso di riunirsi in seduta plenaria una volta l'anno.
A guidare è la convinzione che non ci sia più bisogno dello stato così come lo si è inteso per centinaia di anni e quindi si agisce eliminando il concetto di sovranità nazionale.
Oggi il sistema creato è talmente connesso a livello finanziario che se una nazione singhiozza, l'intero pianeta cade in ginocchio.
..........................................
Adesso so che Monti faceva parte di quel progetto che stà avvenendo, per questo le banche devono una parte diventare dello stato.
Come si è visto fino ad ora non prestano i soldi.L'ordine globale deve essere psrtito da qualcuno.
Dalla padella alla brace,siamo caduti.
Ciao
Paolo11
Mario Monti è un membro della Commissione Trilaterale? Di cosa si tratta? Qual è il suo fine?
Nella puntata di Report del 22 aprile si è parlato del precedente ruolo di Mario Monti nella Commissione Trilaterale. Ma di cosa si tratta?
E' vero che ci sono mire distruttive nei confronti degli Stati?
Patrick Wood è un saggista che ha studiato la Commissione e i suoi scopi. Uno dei modi di operare per instaurare il loro ordine è quello di creare interdipendenza tra i soggetti e tecnocrazia come mezzo per controllare la società.
La Commissione Trilaterale ha la struttura di un parlamento globale ma i membri non sono eletti, sono invitati. Banchieri, politici, industriali, rappresentanti di multinazionali, accademici, giornalisti, editori non hanno mai smesso di riunirsi in seduta plenaria una volta l'anno.
A guidare è la convinzione che non ci sia più bisogno dello stato così come lo si è inteso per centinaia di anni e quindi si agisce eliminando il concetto di sovranità nazionale.
Oggi il sistema creato è talmente connesso a livello finanziario che se una nazione singhiozza, l'intero pianeta cade in ginocchio.
..........................................
Adesso so che Monti faceva parte di quel progetto che stà avvenendo, per questo le banche devono una parte diventare dello stato.
Come si è visto fino ad ora non prestano i soldi.L'ordine globale deve essere psrtito da qualcuno.
Dalla padella alla brace,siamo caduti.
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 1007
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:08
Re: Ritorna Report
@camillobenso e a tutti quelli che vorrebbero rivedere Report, eccovi il link:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 36328.html
un saluto
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 36328.html
un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti