articolo 18
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Re: articolo 18
IFQ cambia il titolo all'articolo precedente
Meno articolo 18, più imprenditori
Renzi spacca e chiude con il vecchio Pd
Lavoro, in Direzione sì al segretario. "Non sono padroni, ma lavoratori. La sinistra li rappresenti"
D'Alema: 'Riforme, tue affermazioni non attinenti a realtà' (video). Lui: 'Ma tu non le hai fatte' (video
Meno articolo 18, più imprenditori
Renzi spacca e chiude con il vecchio Pd
Lavoro, in Direzione sì al segretario. "Non sono padroni, ma lavoratori. La sinistra li rappresenti"
D'Alema: 'Riforme, tue affermazioni non attinenti a realtà' (video). Lui: 'Ma tu non le hai fatte' (video
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Re: articolo 18
La vox populi.
Daniel Fortesque • 22 minuti fa
Berlusconi stravince alla direzione nazionale del PD!
Si ringrazia Bersani per l'assist, e per i servigi resi col governo Monti.
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PaolettoV • 30 minuti fa
I risultato finale smentisce i profeti di sventura. Renzi ha vinto e convito, il
rancoroso e sarcastico D'Alema incassa l'insuccesso. Il partito dimostra
ancora una volta di essere una formazione democratica in cui è
sovrana la ibera espressione del pensiero.
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silvano de lazzari • 39 minuti fa
Allora, Renzi ottiene quasi l'81% dei sì, mentre la minoranza Pd è... divisa.
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marione • 39 minuti fa
Che scenette imbarazzanti, vedere Sallusti e la ragazza di Forza italia rivendicare come loro questa riforma sul lavoro, e Nardella non sapere che pesci prendere per rispondergli....
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MiRiprendo LaLiberta • 42 minuti fa
130 voti favorevoli, 11 astenuti, 20 contrari
Che brutta fine avete fatto cari compagni...
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Daniel Fortesque • 22 minuti fa
Berlusconi stravince alla direzione nazionale del PD!
Si ringrazia Bersani per l'assist, e per i servigi resi col governo Monti.
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PaolettoV • 30 minuti fa
I risultato finale smentisce i profeti di sventura. Renzi ha vinto e convito, il
rancoroso e sarcastico D'Alema incassa l'insuccesso. Il partito dimostra
ancora una volta di essere una formazione democratica in cui è
sovrana la ibera espressione del pensiero.
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silvano de lazzari • 39 minuti fa
Allora, Renzi ottiene quasi l'81% dei sì, mentre la minoranza Pd è... divisa.
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marione • 39 minuti fa
Che scenette imbarazzanti, vedere Sallusti e la ragazza di Forza italia rivendicare come loro questa riforma sul lavoro, e Nardella non sapere che pesci prendere per rispondergli....
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MiRiprendo LaLiberta • 42 minuti fa
130 voti favorevoli, 11 astenuti, 20 contrari
Che brutta fine avete fatto cari compagni...
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Re: articolo 18
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Qfwfq • un'ora fa
L’articolo 18… L’articolo 18… Io ho sentito qualcuno in
televisione che ha detto che noi volevamo togliere dei diritti… Ma
l’articolo 18 non tocca il diritto di nessuno che ha un lavoro.
L’articolo 18 dice soltanto che chi non ha tutele, perché voi sapete che
in Italia abbiamo gli ipertutelati, i tutelati e i “nientetutelati”…
Noi vogliamo estendere questo sistema di diritti a chi oggi i diritti
non li ha.
E dicevamo: se delle imprese che oggi non possono espandersi, perché
quando si arriva oltre i 15 collaboratori si deve applicare lo Statuto
dei lavoratori, molti imprenditori dicono “no, mi fermo”. Bene, noi per
fare espandere queste imprese e dare loro modo di creare nuovi posti di
lavoro dicevamo: “se aumentate il numero di collaboratori, anche a
questi nuovi collaboratori, che sono da prendere quindi tra coloro che
sono disoccupati o non ancora occupati, avranno lo stesso trattamento
degli altri 15″. Quindi si dà un lavoro a chi non ce l’ha.
Per il Sud, per un periodo sperimentale e temporaneo, mi sembra di
quattro anni, abbiamo detto: chi ha un lavoro a tempo determinato,
quindi che quando scade il tempo va a casa, non ha nessuna protezione,
nessuna tutela, se invece si cambia quel contratto, da tempo determinato
a tempo indeterminato, quel lavoratore, se un giorno sarà licenziato
senza giusta causa, non potrà chiedere, affrontando un processo che
dura 3, 4 o 5 anni, di essere reintegrato nell’azienda, ma potrà
chiedere un’indennità pecuniaria, in denaro. Vi sembra che sia togliere i
diritti a qualcuno o non invece dare diritti a chi non ne ha? Questo è
l’articolo 18.
Parole di Renzi? Sbagliato. Berlusconi, 2002. L'innovatore statista di Rignano fa copia/incolla.
http://www.youtube.com/watch?v...
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Roberto Altiri Qfwfq • 21 minuti fa
Il rottamaTTore.
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Qfwfq • un'ora fa
Civati:
"Voto contro. Non apprezzando la relazione del segretario, non condividendo i toni e le modalità di una discussione condotta per una settimana sui media con toni da destra (e da destra non a caso apprezzatissimi), segnalando che si tratta di una mediazione parziale e tardiva (e un mezzo cambiaverso sull’articolo 18 molto pasticciato), che non vi è nessuna chiarezza sui testi normativi, nessuna definizione circa la riduzione reale dei contratti, nessun impegno sulle cose di cui la legge delega non parla, nessuna lettura degli emendamenti proposti da 40 senatori, nessun chiarimento sui rilievi di costituzionalità avanzati, nessun cenno alla questione della formazione posta in molti interventi, nessuna precisione nell’indicare le coperture nella legge di stabilità che forse è la cosa più importante. Mi sembrano motivi sufficienti per votare no." http://www.ciwati.it/2014/09/2...
Che Renzi sta svuotando la parola "democrazia" di qualsiasi significato nel Pd è stato già detto, come anche che questa direzione sarebbe dovuta servire per illustrare il Jobs act, mentre il vitaiolo statista di Rignano si è dato al solito one man show parlando a vanvera di Polaroid vs macchine digitali (copiando la parodia che Crozza ha fatto a Landini).
40 • Rispondi•Condividi › Un'altra persona sta scrivendo
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Roberto Altiri Qfwfq • 14 minuti fa
Oramai il pifferaio copia se stesso. Nel siparietto macchine fotografice Poalroid e digitali si era già esibito a giugno del 2012: "Le facce delle foto sono le stesse, ma tutto è diverso. Voglio
arrivare a dire che anche una politica può essere così. Tentare di
rappresentare la realtà con due strumenti diversi: uno vecchio stile,
che non butto via, ma che fa la foto peggio di quello nuovo. Noi
vogliamo cambiare macchina fotografica”.
Che stia finendo la fuffa e cominci a rovistare nei fondi del suo magazzino?
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redmachine • un'ora fa
Ma secondo voi per riformare la legislazione sul lavoro si riesce a trovare nel PD uno che abbia mai lavorato almeno un giorno nella vita?
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Ivo Serenthà • un'ora fa
Eh si certo,adesso lo irride,all'indomani del successo europeo era l'uomo della provvidenza,vi meritate un partito diventato di destra pura,e se avete gli attributi fate la scissione e lasciate i neo democristiani con scapp..mento a destra col caimano.
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redmachine • un'ora fa
Renzi non ha paura dei poteri forti. Infatti ha incontrato Marchionne senza la scorta.
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Ivo Serenthà redmachine • un'ora fa
Se si metteva anche lui il maglioncino blu potevano sfilare in via monte napoleone...
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redmachine • un'ora fa
Faranno finta di litigare un po', poi scenderanno a patti, diranno di aver difeso i lavoratori e lasceranno l'art. 18, ma in compenso alzeranno tutte le tasse...
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Roberto Altiri redmachine • 11 minuti fa
O lasceranno un simulacro dell'articolo 18 e alzeranno lo stesso le tasse.
O anche toglieranno l'articolo 18 e alzeranno comunque le tasse.
O, per essere precisi, non le tasse, ma le imposte. Le tasse si pagano in cambio di servizi.
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Hychno • un'ora fa
P arole
D ubbie
soltanto parole.
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redmachine • 2 ore fa
Il Renziscimento fiorentino sta per giungere al capolinea...
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giemme74 redmachine • un'ora fa
dubito... cadrà quando sembrerà che nessuno gli dia contro, significa che staranno lavorando alle sue spalle, come ha fatto lui con Letta... fino a quando vede il pericolo si scansa...
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redmachine • 2 ore fa
Secondo me noi saremmo in grado di trovare almeno una giusta causa per licenziare il presidente del consiglio...
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Roberto Altiri redmachine • 10 minuti fa
Anche se non l'abbiamo assunto. Il suo datore di lavoro è Re Girogio.
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Qfwfq • un'ora fa
L’articolo 18… L’articolo 18… Io ho sentito qualcuno in
televisione che ha detto che noi volevamo togliere dei diritti… Ma
l’articolo 18 non tocca il diritto di nessuno che ha un lavoro.
L’articolo 18 dice soltanto che chi non ha tutele, perché voi sapete che
in Italia abbiamo gli ipertutelati, i tutelati e i “nientetutelati”…
Noi vogliamo estendere questo sistema di diritti a chi oggi i diritti
non li ha.
E dicevamo: se delle imprese che oggi non possono espandersi, perché
quando si arriva oltre i 15 collaboratori si deve applicare lo Statuto
dei lavoratori, molti imprenditori dicono “no, mi fermo”. Bene, noi per
fare espandere queste imprese e dare loro modo di creare nuovi posti di
lavoro dicevamo: “se aumentate il numero di collaboratori, anche a
questi nuovi collaboratori, che sono da prendere quindi tra coloro che
sono disoccupati o non ancora occupati, avranno lo stesso trattamento
degli altri 15″. Quindi si dà un lavoro a chi non ce l’ha.
Per il Sud, per un periodo sperimentale e temporaneo, mi sembra di
quattro anni, abbiamo detto: chi ha un lavoro a tempo determinato,
quindi che quando scade il tempo va a casa, non ha nessuna protezione,
nessuna tutela, se invece si cambia quel contratto, da tempo determinato
a tempo indeterminato, quel lavoratore, se un giorno sarà licenziato
senza giusta causa, non potrà chiedere, affrontando un processo che
dura 3, 4 o 5 anni, di essere reintegrato nell’azienda, ma potrà
chiedere un’indennità pecuniaria, in denaro. Vi sembra che sia togliere i
diritti a qualcuno o non invece dare diritti a chi non ne ha? Questo è
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Roberto Altiri Qfwfq • 21 minuti fa
Il rottamaTTore.
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Qfwfq • un'ora fa
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"Voto contro. Non apprezzando la relazione del segretario, non condividendo i toni e le modalità di una discussione condotta per una settimana sui media con toni da destra (e da destra non a caso apprezzatissimi), segnalando che si tratta di una mediazione parziale e tardiva (e un mezzo cambiaverso sull’articolo 18 molto pasticciato), che non vi è nessuna chiarezza sui testi normativi, nessuna definizione circa la riduzione reale dei contratti, nessun impegno sulle cose di cui la legge delega non parla, nessuna lettura degli emendamenti proposti da 40 senatori, nessun chiarimento sui rilievi di costituzionalità avanzati, nessun cenno alla questione della formazione posta in molti interventi, nessuna precisione nell’indicare le coperture nella legge di stabilità che forse è la cosa più importante. Mi sembrano motivi sufficienti per votare no." http://www.ciwati.it/2014/09/2...
Che Renzi sta svuotando la parola "democrazia" di qualsiasi significato nel Pd è stato già detto, come anche che questa direzione sarebbe dovuta servire per illustrare il Jobs act, mentre il vitaiolo statista di Rignano si è dato al solito one man show parlando a vanvera di Polaroid vs macchine digitali (copiando la parodia che Crozza ha fatto a Landini).
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Roberto Altiri Qfwfq • 14 minuti fa
Oramai il pifferaio copia se stesso. Nel siparietto macchine fotografice Poalroid e digitali si era già esibito a giugno del 2012: "Le facce delle foto sono le stesse, ma tutto è diverso. Voglio
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Ma secondo voi per riformare la legislazione sul lavoro si riesce a trovare nel PD uno che abbia mai lavorato almeno un giorno nella vita?
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Eh si certo,adesso lo irride,all'indomani del successo europeo era l'uomo della provvidenza,vi meritate un partito diventato di destra pura,e se avete gli attributi fate la scissione e lasciate i neo democristiani con scapp..mento a destra col caimano.
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Roberto Altiri redmachine • 11 minuti fa
O lasceranno un simulacro dell'articolo 18 e alzeranno lo stesso le tasse.
O anche toglieranno l'articolo 18 e alzeranno comunque le tasse.
O, per essere precisi, non le tasse, ma le imposte. Le tasse si pagano in cambio di servizi.
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Roberto Altiri redmachine • 10 minuti fa
Anche se non l'abbiamo assunto. Il suo datore di lavoro è Re Girogio.
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Re: articolo 18
Mah, ho apprezzato gli attacchi a renzi ma non ho ancora sentito di abbandoni del pd-l. E adesso che succede alle camere? Dicono che presenteranno gli emendamenti ma verranno bocciati con l'appoggio del caimano, e poi? Si astengono?
Tirate fuori un briciolo di dignità, USCITE DAL PD!
Tirate fuori un briciolo di dignità, USCITE DAL PD!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Landini contro Renzi “Basta parole al vento ora confronto pubblico sui veri problemi”
(LUISA GRION).
30/09/2014 di triskel182
ROMA – Dal governo non è arrivata nessuna apertura e adesso «è davvero arrivato il momento di mettere le cose in chiaro, sull’articolo 18, sull’occupazione, sugli ammortizzatori sociali da cambiare e sui fondi da trovare». Al discorso di Renzi alla direzione del Pd, Maurizio Landini – leader della Fiom risponde con un invito esplicito: «Chiedo a Renzi un confronto pubblico, scelga lui dove e come, purché sia pubblico. E’ ora di far un’operazione verità, di dire le cose come stanno, a partire dall’articolo 18».
Ecco, proprio su quel tema c’è una novità: Renzi ha parlato di reintegro
anche nel caso di licenziamento per motivi disciplinari. E’ o no un’apertura?
«Non prendiamoci in giro, nel discorso di Renzi, per quanto riguarda l’articolo 18 non c’è nessuna novità. Siamo di fronte ad un ulteriore spacchettamento della norma dopo quello già operato dalla Fornero.
La discriminazione è trattata nel codice civile, il disciplinare è regolato nei contratti. Il giudice, quando decide per il reintegro, lo fa perché considera false le motivazioni che hanno portato al licenziamento. Se annullo il reintegro vuol dire che l’azienda, anche con motivazioni false può licenziare e che l’onere della prova cade sulle spalle del lavoratore. E’ un passo indietro, altro che novità ».
Ma il premier ha parlato di Tfr in busta paga, di legge di rappresentanza, di
salario minimo. Ha promesso di cancellare i contratti precari: sono o non tutti temi da voi proposti?
«Ma cosa c’entrano tutte queste cose con il rendere più semplice il licenziamento? La precarietà si riduce estendendo i diritti, non riducendoli. Vogliamo parlare di questi argomenti? Bene, Cgil e Fiom hanno proposte su ogni tema e sono pronte a parlare su tutto. Ma dentro questo schema ci sono punti che non possono essere oggetto di trattativa. Ci sono cose davanti alle quali si deve dire no: il diritto al lavoro deve essere senza ricatti».
Il governo dice che per colpa di quella norma nessuno investe in Italia.
«Se le multinazionali non vengono qui non è per via dell’articolo 18, ma perché non c’è una politica contro la corruzione e la burocrazia: sono questi i motivi tengono lontani gli investitori. Invece di cambiare il lavoro per decreto, Renzi faccia un decreto sul rientro dei capitali, sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sugli appalti. Il taglio dell’articolo 18 interessa solo alla Confindustria e non serve, perchè in questo Paese si può già licenziare quando l’azienda è in crisi».
Neanche il fatto che il governo abbia messo sul piatto un miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali vi sta bene?
«E’ un passo avanti, ma bisogna capire che tipo di riforma si vuole fare. Perché se si tratta di estendere la cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti, di prevedere un sussidio e un salario minimo, di allungare l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga al 2015 per far fronte al rischio di licenziamenti di massa cui questo 2014 ci espone, certo quella cifra non basta».
Secondo lei Renzi ha il favore dei poteri forti o li ha contro?
«Diciamo che nel Jobs Act lui ha assunto tutte le richieste dei poteri forti e che è andato a Detroit a prendere consigli da chi non paga le tasse in Italia e ha portato le sedi della Fiat all’estero. Non mi pare che la sua politica del lavoro colpisca chi versa il 12 per cento sulle stock option, colpisce i dipendenti , che non evadono e che pagano le tasse al 43 per cento».
Da La Repubblica del 30/09/2014.
(LUISA GRION).
30/09/2014 di triskel182
ROMA – Dal governo non è arrivata nessuna apertura e adesso «è davvero arrivato il momento di mettere le cose in chiaro, sull’articolo 18, sull’occupazione, sugli ammortizzatori sociali da cambiare e sui fondi da trovare». Al discorso di Renzi alla direzione del Pd, Maurizio Landini – leader della Fiom risponde con un invito esplicito: «Chiedo a Renzi un confronto pubblico, scelga lui dove e come, purché sia pubblico. E’ ora di far un’operazione verità, di dire le cose come stanno, a partire dall’articolo 18».
Ecco, proprio su quel tema c’è una novità: Renzi ha parlato di reintegro
anche nel caso di licenziamento per motivi disciplinari. E’ o no un’apertura?
«Non prendiamoci in giro, nel discorso di Renzi, per quanto riguarda l’articolo 18 non c’è nessuna novità. Siamo di fronte ad un ulteriore spacchettamento della norma dopo quello già operato dalla Fornero.
La discriminazione è trattata nel codice civile, il disciplinare è regolato nei contratti. Il giudice, quando decide per il reintegro, lo fa perché considera false le motivazioni che hanno portato al licenziamento. Se annullo il reintegro vuol dire che l’azienda, anche con motivazioni false può licenziare e che l’onere della prova cade sulle spalle del lavoratore. E’ un passo indietro, altro che novità ».
Ma il premier ha parlato di Tfr in busta paga, di legge di rappresentanza, di
salario minimo. Ha promesso di cancellare i contratti precari: sono o non tutti temi da voi proposti?
«Ma cosa c’entrano tutte queste cose con il rendere più semplice il licenziamento? La precarietà si riduce estendendo i diritti, non riducendoli. Vogliamo parlare di questi argomenti? Bene, Cgil e Fiom hanno proposte su ogni tema e sono pronte a parlare su tutto. Ma dentro questo schema ci sono punti che non possono essere oggetto di trattativa. Ci sono cose davanti alle quali si deve dire no: il diritto al lavoro deve essere senza ricatti».
Il governo dice che per colpa di quella norma nessuno investe in Italia.
«Se le multinazionali non vengono qui non è per via dell’articolo 18, ma perché non c’è una politica contro la corruzione e la burocrazia: sono questi i motivi tengono lontani gli investitori. Invece di cambiare il lavoro per decreto, Renzi faccia un decreto sul rientro dei capitali, sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sugli appalti. Il taglio dell’articolo 18 interessa solo alla Confindustria e non serve, perchè in questo Paese si può già licenziare quando l’azienda è in crisi».
Neanche il fatto che il governo abbia messo sul piatto un miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali vi sta bene?
«E’ un passo avanti, ma bisogna capire che tipo di riforma si vuole fare. Perché se si tratta di estendere la cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti, di prevedere un sussidio e un salario minimo, di allungare l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga al 2015 per far fronte al rischio di licenziamenti di massa cui questo 2014 ci espone, certo quella cifra non basta».
Secondo lei Renzi ha il favore dei poteri forti o li ha contro?
«Diciamo che nel Jobs Act lui ha assunto tutte le richieste dei poteri forti e che è andato a Detroit a prendere consigli da chi non paga le tasse in Italia e ha portato le sedi della Fiat all’estero. Non mi pare che la sua politica del lavoro colpisca chi versa il 12 per cento sulle stock option, colpisce i dipendenti , che non evadono e che pagano le tasse al 43 per cento».
Da La Repubblica del 30/09/2014.
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Re: articolo 18
http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... f=HREC1-11
Ma alla destra e agli imprenditori non piace licenziare chi non gli va a genio, no...
Ma alla destra e agli imprenditori non piace licenziare chi non gli va a genio, no...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Cofferati: «Articolo 18, ora si deve fare muro»
— Antonio Sciotto, 30.9.2014
Intervista. L'ex segretario della Cgil: la minoranza Pd ha ancora carte da giocare sul "Jobs Act", ma deve condurre una battaglia seria e trasparente
«Se fossi stato in Direzione Pd? Mi sarei aggiunto come ventunesimo contrario alla proposta Renzi. E non ho capito chi non ha esplicitato la sua posizione: come fai ad astenerti su questioni così importanti?». Sergio Cofferati, europarlamentare Pd ed ex segretario Cgil, commenta così lo scontro nel suo partito sull’articolo 18. E alla minoranza Pd dice: «Ora si concentri sui suoi emendamenti, il cammino del Jobs Act sarà lungo e molto contrastato. Si deve procedere con una battaglia trasparente, capitolo per capitolo, compreso l’articolo 18».
Cammino lungo e contrastato? Quindi Renzi non li ha «spianati tutti», come avrebbe detto uscendo dalla Direzione? È troppo presto perché canti vittoria?
Il contrasto non è solo sull’articolo 18, nonostante Renzi ne abbia fatto una cartina di tornasole. Su quello, come su altri punti controversi o sbagliati come il demansionamento o la videosorveglianza, la minoranza può ottenere buoni risultati grazie agli emendamenti. E c’è sempre la possibilità di maggioranze a geometria variabile. Ancora: la proposta del Tfr in busta paga, che peraltro a me piace, non vede d’accordo le imprese. I sindacati potrebbero essere insoddisfatti dalla nuova concertazione in “sala verde” riaperta dal premier. Insomma, ci sono tanti nodi irrisolti. Inoltre vorrei sapere cosa si prevede sulla questione ammortizzatori, e sul disboscamento dei contratti precari. Dobbiamo vedere i testi.
Ma se Renzi pone la fiducia?
Io non credo che lo farà, ma non voglio correre avanti. Se discutiamo di “fiducia sì”-“fiducia no”, cadiamo nella trappola messa in piedi per disarmare i contrari.
Il premier è convinto di avere gli italiani dalla sua parte: «Appoggiano me, e non il sindacato».
Il problema non è “il popolo italiano è con me o contro di me”, è che siamo di fronte a una modifica delle regole che toglie diritti, a cominciare dalla dignità nel lavoro. Se la maggioranza dei nostri concittadini guardasse questo fenomeno con distrazione, o addirittura condividesse una pratica di riduzione delle tutele, io ne sarei molto preoccupato.
Eppure molti dicono che oggi sarebbe impossibile ripetere i 3 milioni in piazza del 2002. E la Cgil appare più isolata.
La Cgil si mobilitò da sola anche 12 anni fa, e un mese dopo seguì lo sciopero generale unitario. È vero che nel 2002 chi manifestava, univa il no all’abolizione dell’articolo 18 alla contrarietà al governo Berlusconi. Mentre oggi si dovrà conciliare il no alla decisione di Renzi con l’appartenenza al popolo del centrosinistra. Proprio per questo non applicherei gli stessi criteri di calcolo: chi protesta questa volta vale per 5 o 6.
Contrasto che lacera la sinistra.
Il lavoro ha un valore sociale e penso che debba avere qualità – apprendimento e conoscenza – ma anche diritti individuali e collettivi. Una forza progressista come il Pd non può rimuovere questi riferimenti. Se il paradigma è “un lavoro purché sia”, io non sono d’accordo.
Il cambio di posizione di Renzi allora come è arrivato? Forse i dati negativi dell’economia, i “rimproveri” di Katainen e Draghi?
Il premier non ha spiegato come mai fino a un mese fa abbia sostenuto posizioni del tutto opposte sull’articolo 18. Che poi è legittimo cambiare opinione, ma devi dire perché lo fai: altrimenti alimenti sospetti.
Uno scalpo offerto alla Ue? Per dirla con Susanna Camusso.
Qualsiasi sia la ragione, è una scelta sbagliata e da contrastare. Accompagnata da affermazioni molto gravi, mai fatte in precedenza: «Gli imprenditori devono essere liberi di licenziare quando vogliono». E poi le accuse prive di qualsiasi fondamento al sindacato. Che ci sia un mercato del lavoro duale è del tutto evidente, ma se qualcuno non ha diritti, il punto è aggiungere, non togliere.
Il reintegro è fondamentale?
In alcune situazioni sì. E non si può dire che siccome i casi sono pochi, allora non vale niente. Al contrario: i casi sono pochi perché funziona il valore deterrente della norma. E poi è previsto in molti ordinamenti europei, compreso in Germania.
Renzi però offre di coprire anche il disciplinare, per mediare.
Ma che mediazione è? Il reintegro per discriminazione è previsto dalla Costituzione, e il disciplinare è regolato dai contratti. Non c’entra l’articolo 18. Il problema è tutelare chi viene licenziato ingiustamente.
Allora, come dice Renzi, perché non è mai stato valido per tutti?
Va benissimo: allora lasci l’articolo 18 così com’è, e lo estenda a tutti. Compresi i partiti e i sindacati, le associazioni. Anche i boy scout. Il dualismo sui diritti non si risolve togliendoli a tutti, ma dandoli a tutti. Se Renzi vuole unificare tutele e protezioni, cominci dalla proposta di legge depositata dalla Cgil nel 2002, firmata da 5,5 milioni di cittadini.
Si è riaperta la querelle sulla parola «padrone». Usarla o no?
E allora «operaio»? È assurdo avere visioni manichee: imprenditori tutti buoni o tutti cattivi. E anzi proprio perché la realtà è varia, servono le tutele. Sono termini di un lessico antico, è vero, ma hanno ancora efficacia, non li trovo offensivi. Mi sorprende la disputa, la trovo bislacca.
http://ilmanifesto.info/articolo-18-ora ... fare-muro/
— Antonio Sciotto, 30.9.2014
Intervista. L'ex segretario della Cgil: la minoranza Pd ha ancora carte da giocare sul "Jobs Act", ma deve condurre una battaglia seria e trasparente
«Se fossi stato in Direzione Pd? Mi sarei aggiunto come ventunesimo contrario alla proposta Renzi. E non ho capito chi non ha esplicitato la sua posizione: come fai ad astenerti su questioni così importanti?». Sergio Cofferati, europarlamentare Pd ed ex segretario Cgil, commenta così lo scontro nel suo partito sull’articolo 18. E alla minoranza Pd dice: «Ora si concentri sui suoi emendamenti, il cammino del Jobs Act sarà lungo e molto contrastato. Si deve procedere con una battaglia trasparente, capitolo per capitolo, compreso l’articolo 18».
Cammino lungo e contrastato? Quindi Renzi non li ha «spianati tutti», come avrebbe detto uscendo dalla Direzione? È troppo presto perché canti vittoria?
Il contrasto non è solo sull’articolo 18, nonostante Renzi ne abbia fatto una cartina di tornasole. Su quello, come su altri punti controversi o sbagliati come il demansionamento o la videosorveglianza, la minoranza può ottenere buoni risultati grazie agli emendamenti. E c’è sempre la possibilità di maggioranze a geometria variabile. Ancora: la proposta del Tfr in busta paga, che peraltro a me piace, non vede d’accordo le imprese. I sindacati potrebbero essere insoddisfatti dalla nuova concertazione in “sala verde” riaperta dal premier. Insomma, ci sono tanti nodi irrisolti. Inoltre vorrei sapere cosa si prevede sulla questione ammortizzatori, e sul disboscamento dei contratti precari. Dobbiamo vedere i testi.
Ma se Renzi pone la fiducia?
Io non credo che lo farà, ma non voglio correre avanti. Se discutiamo di “fiducia sì”-“fiducia no”, cadiamo nella trappola messa in piedi per disarmare i contrari.
Il premier è convinto di avere gli italiani dalla sua parte: «Appoggiano me, e non il sindacato».
Il problema non è “il popolo italiano è con me o contro di me”, è che siamo di fronte a una modifica delle regole che toglie diritti, a cominciare dalla dignità nel lavoro. Se la maggioranza dei nostri concittadini guardasse questo fenomeno con distrazione, o addirittura condividesse una pratica di riduzione delle tutele, io ne sarei molto preoccupato.
Eppure molti dicono che oggi sarebbe impossibile ripetere i 3 milioni in piazza del 2002. E la Cgil appare più isolata.
La Cgil si mobilitò da sola anche 12 anni fa, e un mese dopo seguì lo sciopero generale unitario. È vero che nel 2002 chi manifestava, univa il no all’abolizione dell’articolo 18 alla contrarietà al governo Berlusconi. Mentre oggi si dovrà conciliare il no alla decisione di Renzi con l’appartenenza al popolo del centrosinistra. Proprio per questo non applicherei gli stessi criteri di calcolo: chi protesta questa volta vale per 5 o 6.
Contrasto che lacera la sinistra.
Il lavoro ha un valore sociale e penso che debba avere qualità – apprendimento e conoscenza – ma anche diritti individuali e collettivi. Una forza progressista come il Pd non può rimuovere questi riferimenti. Se il paradigma è “un lavoro purché sia”, io non sono d’accordo.
Il cambio di posizione di Renzi allora come è arrivato? Forse i dati negativi dell’economia, i “rimproveri” di Katainen e Draghi?
Il premier non ha spiegato come mai fino a un mese fa abbia sostenuto posizioni del tutto opposte sull’articolo 18. Che poi è legittimo cambiare opinione, ma devi dire perché lo fai: altrimenti alimenti sospetti.
Uno scalpo offerto alla Ue? Per dirla con Susanna Camusso.
Qualsiasi sia la ragione, è una scelta sbagliata e da contrastare. Accompagnata da affermazioni molto gravi, mai fatte in precedenza: «Gli imprenditori devono essere liberi di licenziare quando vogliono». E poi le accuse prive di qualsiasi fondamento al sindacato. Che ci sia un mercato del lavoro duale è del tutto evidente, ma se qualcuno non ha diritti, il punto è aggiungere, non togliere.
Il reintegro è fondamentale?
In alcune situazioni sì. E non si può dire che siccome i casi sono pochi, allora non vale niente. Al contrario: i casi sono pochi perché funziona il valore deterrente della norma. E poi è previsto in molti ordinamenti europei, compreso in Germania.
Renzi però offre di coprire anche il disciplinare, per mediare.
Ma che mediazione è? Il reintegro per discriminazione è previsto dalla Costituzione, e il disciplinare è regolato dai contratti. Non c’entra l’articolo 18. Il problema è tutelare chi viene licenziato ingiustamente.
Allora, come dice Renzi, perché non è mai stato valido per tutti?
Va benissimo: allora lasci l’articolo 18 così com’è, e lo estenda a tutti. Compresi i partiti e i sindacati, le associazioni. Anche i boy scout. Il dualismo sui diritti non si risolve togliendoli a tutti, ma dandoli a tutti. Se Renzi vuole unificare tutele e protezioni, cominci dalla proposta di legge depositata dalla Cgil nel 2002, firmata da 5,5 milioni di cittadini.
Si è riaperta la querelle sulla parola «padrone». Usarla o no?
E allora «operaio»? È assurdo avere visioni manichee: imprenditori tutti buoni o tutti cattivi. E anzi proprio perché la realtà è varia, servono le tutele. Sono termini di un lessico antico, è vero, ma hanno ancora efficacia, non li trovo offensivi. Mi sorprende la disputa, la trovo bislacca.
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Re: articolo 18
Il governo porrà la fiducia al senato per scavalcare gli emendamenti.
Poco fa Fassina al tg la7 ha fatto il vago. Secondo me non voteranno contro come dovrebbero. Sprovvisti di palle, come detto più volte, protestano ma poi non fanno un caXXo...
E domani i sindacato vanno dal caimano-bis. Che ci vanno a fare dopo l'annuncio della fiducia? Che aspettano a proclamare lo sciopero generale?
Boh
Poco fa Fassina al tg la7 ha fatto il vago. Secondo me non voteranno contro come dovrebbero. Sprovvisti di palle, come detto più volte, protestano ma poi non fanno un caXXo...
E domani i sindacato vanno dal caimano-bis. Che ci vanno a fare dopo l'annuncio della fiducia? Che aspettano a proclamare lo sciopero generale?
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Lettera al Presidente della Repubblicapeanuts ha scritto:Il governo porrà la fiducia al senato per scavalcare gli emendamenti.
Poco fa Fassina al tg la7 ha fatto il vago. Secondo me non voteranno contro come dovrebbero. Sprovvisti di palle, come detto più volte, protestano ma poi non fanno un caXXo...
E domani i sindacato vanno dal caimano-bis. Che ci vanno a fare dopo l'annuncio della fiducia? Che aspettano a proclamare lo sciopero generale?
Boh
Signor Presidente,
il Governo si appresta a chiedere al Parlamento una nuova fiducia. Questa sarà posta sulla legge delega in materia di lavoro, perpetrando una prassi deprecabile, che ha assunto, con questo Esecutivo, una dimensione particolarmente preoccupante anche rispetto al passato. Risulta, infatti, che ben il settantacinque per cento delle leggi approvate fino all’inizio di settembre lo sia stato a seguito dell’apposizione della fiducia.
Questo, naturalmente, impedisce ogni confronto reale, ogni discussione proprio all’interno dell’organo a ciò deputato: il Parlamento. La questione mi preoccupa in particolare oggi che la questione di fiducia viene posta su un disegno di legge delega, per il quale l’articolo 72 della Costituzione, disponendo una riserva di assemblea, intende assicurare la più ampia discussione, e che, spostando il potere normativo dal Parlamento al Governo, deve lasciare il primo pienamente libero di stabilire se e in quali termini farlo. La preoccupazione cresce, naturalmente, in considerazione della materia su cui verte la delega – quella della disciplina dei rapporti di lavoro – così delicata, da un punto di vista sociale, tanto più in un momento di grave crisi economica come quella che il nostro Paese sta attraversando ininterrottamente da anni. Una materia che, anche rispetto all’impostazione di massima già contenuta in una delega di cui è stata più volte sottolineata l’eccessiva vaghezza, ha già visto emergere posizioni molto distanti tra le forze sociali e politiche e che per questo avrebbe richiesto, a mio avviso, una adeguata composizione nel dibattito parlamentare, che non può essere sempre vissuto con fastidio o come un mero allungamento dei tempi della decisione politica. Ciò svilisce, infatti, l’istituzione cui tutti noi, a partire da Lei, ne sono certo, teniamo profondamente, quale unica vera sede della rappresentanza popolare. E, in effetti, questo è il sentimento che oggi, da deputato chiamato a rappresentare la nazione, avverto, quello di uno svilimento, in fondo, della volontà popolare, che solo le Camere rappresentano.
Ecco, quindi, Signor Presidente che, pur rendendomi conto che non rientra tra le Sue prerogative alcuna decisione che involga l’apposizione della questione di fiducia sulla proposta di legge delega in discussione, sono certo che non mancherebbe di produrre effetto un Suo richiamo a un maggiore rispetto dei ruoli e le prerogative istituzionali e al corretto uso degli strumenti normativi. Mi permetto di manifestarLe questa mia preoccupazione, questo mio profondo disagio, che, quale rappresentante dei cittadini italiani, condivido con molti colleghi, anche in considerazione dell’attenzione che Ella in più occasioni ha mostrato verso la necessità che il Governo faccia un corretto uso degli strumenti normativi a sua disposizione. Un corretto uso che nel caso di specie mi pare, purtroppo, mancare nel modo più evidente.
Confidando nella Sua attenzione, Le porgo i miei migliori saluti,
Giuseppe Civati, deputato
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Re: articolo 18
Spero che almeno Civati sia coerente e voti contro ma LASCI QUEI VERMI!
Oh, bersani romani e compagnia voteranno la fiducia per senso di responsabilità
TRADITORI, COMPLICI!
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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