articolo 18

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camillobenso
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Re: articolo 18

Messaggio da camillobenso »

IFQ cambia il titolo all'articolo precedente


Meno articolo 18, più imprenditori
Renzi spacca e chiude con il vecchio Pd

Lavoro, in Direzione sì al segretario. "Non sono padroni, ma lavoratori. La sinistra li rappresenti"
D'Alema: 'Riforme, tue affermazioni non attinenti a realtà' (video). Lui: 'Ma tu non le hai fatte'
(video
camillobenso
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Re: articolo 18

Messaggio da camillobenso »

La vox populi.


Daniel Fortesque • 22 minuti fa
Berlusconi stravince alla direzione nazionale del PD!
Si ringrazia Bersani per l'assist, e per i servigi resi col governo Monti.
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PaolettoV • 30 minuti fa
I risultato finale smentisce i profeti di sventura. Renzi ha vinto e convito, il
rancoroso e sarcastico D'Alema incassa l'insuccesso. Il partito dimostra
ancora una volta di essere una formazione democratica in cui è
sovrana la ibera espressione del pensiero.
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silvano de lazzari • 39 minuti fa
Allora, Renzi ottiene quasi l'81% dei sì, mentre la minoranza Pd è... divisa.
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marione • 39 minuti fa
Che scenette imbarazzanti, vedere Sallusti e la ragazza di Forza italia rivendicare come loro questa riforma sul lavoro, e Nardella non sapere che pesci prendere per rispondergli....
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MiRiprendo LaLiberta • 42 minuti fa
130 voti favorevoli, 11 astenuti, 20 contrari
Che brutta fine avete fatto cari compagni...
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camillobenso
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Re: articolo 18

Messaggio da camillobenso »

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Qfwfq • un'ora fa
L’articolo 18… L’articolo 18… Io ho sentito qualcuno in
televisione che ha detto che noi volevamo togliere dei diritti… Ma
l’articolo 18 non tocca il diritto di nessuno che ha un lavoro.
L’articolo 18 dice soltanto che chi non ha tutele, perché voi sapete che
in Italia abbiamo gli ipertutelati, i tutelati e i “nientetutelati”…
Noi vogliamo estendere questo sistema di diritti a chi oggi i diritti
non li ha.

E dicevamo: se delle imprese che oggi non possono espandersi, perché
quando si arriva oltre i 15 collaboratori si deve applicare lo Statuto
dei lavoratori, molti imprenditori dicono “no, mi fermo”. Bene, noi per
fare espandere queste imprese e dare loro modo di creare nuovi posti di
lavoro dicevamo: “se aumentate il numero di collaboratori, anche a
questi nuovi collaboratori, che sono da prendere quindi tra coloro che
sono disoccupati o non ancora occupati, avranno lo stesso trattamento
degli altri 15″. Quindi si dà un lavoro a chi non ce l’ha.

Per il Sud, per un periodo sperimentale e temporaneo, mi sembra di
quattro anni, abbiamo detto: chi ha un lavoro a tempo determinato,
quindi che quando scade il tempo va a casa, non ha nessuna protezione,
nessuna tutela, se invece si cambia quel contratto, da tempo determinato
a tempo indeterminato, quel lavoratore, se un giorno sarà licenziato
senza giusta causa, non potrà chiedere, affrontando un processo che
dura 3, 4 o 5 anni, di essere reintegrato nell’azienda, ma potrà
chiedere un’indennità pecuniaria, in denaro. Vi sembra che sia togliere i
diritti a qualcuno o non invece dare diritti a chi non ne ha? Questo è
l’articolo 18.

Parole di Renzi? Sbagliato. Berlusconi, 2002. L'innovatore statista di Rignano fa copia/incolla.

http://www.youtube.com/watch?v...
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Roberto Altiri Qfwfq • 21 minuti fa
Il rottamaTTore.
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Qfwfq • un'ora fa
Civati:

"Voto contro. Non apprezzando la relazione del segretario, non condividendo i toni e le modalità di una discussione condotta per una settimana sui media con toni da destra (e da destra non a caso apprezzatissimi), segnalando che si tratta di una mediazione parziale e tardiva (e un mezzo cambiaverso sull’articolo 18 molto pasticciato), che non vi è nessuna chiarezza sui testi normativi, nessuna definizione circa la riduzione reale dei contratti, nessun impegno sulle cose di cui la legge delega non parla, nessuna lettura degli emendamenti proposti da 40 senatori, nessun chiarimento sui rilievi di costituzionalità avanzati, nessun cenno alla questione della formazione posta in molti interventi, nessuna precisione nell’indicare le coperture nella legge di stabilità che forse è la cosa più importante. Mi sembrano motivi sufficienti per votare no." http://www.ciwati.it/2014/09/2...

Che Renzi sta svuotando la parola "democrazia" di qualsiasi significato nel Pd è stato già detto, come anche che questa direzione sarebbe dovuta servire per illustrare il Jobs act, mentre il vitaiolo statista di Rignano si è dato al solito one man show parlando a vanvera di Polaroid vs macchine digitali (copiando la parodia che Crozza ha fatto a Landini).
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Roberto Altiri Qfwfq • 14 minuti fa
Oramai il pifferaio copia se stesso. Nel siparietto macchine fotografice Poalroid e digitali si era già esibito a giugno del 2012: "Le facce delle foto sono le stesse, ma tutto è diverso. Voglio
arrivare a dire che anche una politica può essere così. Tentare di
rappresentare la realtà con due strumenti diversi: uno vecchio stile,
che non butto via, ma che fa la foto peggio di quello nuovo. Noi
vogliamo cambiare macchina fotografica”.
Che stia finendo la fuffa e cominci a rovistare nei fondi del suo magazzino?
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redmachine • un'ora fa
Ma secondo voi per riformare la legislazione sul lavoro si riesce a trovare nel PD uno che abbia mai lavorato almeno un giorno nella vita?
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Ivo Serenthà • un'ora fa
Eh si certo,adesso lo irride,all'indomani del successo europeo era l'uomo della provvidenza,vi meritate un partito diventato di destra pura,e se avete gli attributi fate la scissione e lasciate i neo democristiani con scapp..mento a destra col caimano.
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redmachine • un'ora fa
Renzi non ha paura dei poteri forti. Infatti ha incontrato Marchionne senza la scorta.
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Ivo Serenthà redmachine • un'ora fa
Se si metteva anche lui il maglioncino blu potevano sfilare in via monte napoleone...
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redmachine • un'ora fa
Faranno finta di litigare un po', poi scenderanno a patti, diranno di aver difeso i lavoratori e lasceranno l'art. 18, ma in compenso alzeranno tutte le tasse...
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Roberto Altiri redmachine • 11 minuti fa
O lasceranno un simulacro dell'articolo 18 e alzeranno lo stesso le tasse.
O anche toglieranno l'articolo 18 e alzeranno comunque le tasse.
O, per essere precisi, non le tasse, ma le imposte. Le tasse si pagano in cambio di servizi.
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Hychno • un'ora fa
P arole
D ubbie
soltanto parole.
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redmachine • 2 ore fa
Il Renziscimento fiorentino sta per giungere al capolinea...
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giemme74 redmachine • un'ora fa
dubito... cadrà quando sembrerà che nessuno gli dia contro, significa che staranno lavorando alle sue spalle, come ha fatto lui con Letta... fino a quando vede il pericolo si scansa...
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redmachine • 2 ore fa
Secondo me noi saremmo in grado di trovare almeno una giusta causa per licenziare il presidente del consiglio...
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Roberto Altiri redmachine • 10 minuti fa
Anche se non l'abbiamo assunto. Il suo datore di lavoro è Re Girogio.
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peanuts
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Re: articolo 18

Messaggio da peanuts »

Mah, ho apprezzato gli attacchi a renzi ma non ho ancora sentito di abbandoni del pd-l. E adesso che succede alle camere? Dicono che presenteranno gli emendamenti ma verranno bocciati con l'appoggio del caimano, e poi? Si astengono?
Tirate fuori un briciolo di dignità, USCITE DAL PD!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: articolo 18

Messaggio da camillobenso »

Landini contro Renzi “Basta parole al vento ora confronto pubblico sui veri problemi”

(LUISA GRION).
30/09/2014 di triskel182



ROMA – Dal governo non è arrivata nessuna apertura e adesso «è davvero arrivato il momento di mettere le cose in chiaro, sull’articolo 18, sull’occupazione, sugli ammortizzatori sociali da cambiare e sui fondi da trovare». Al discorso di Renzi alla direzione del Pd, Maurizio Landini – leader della Fiom risponde con un invito esplicito: «Chiedo a Renzi un confronto pubblico, scelga lui dove e come, purché sia pubblico. E’ ora di far un’operazione verità, di dire le cose come stanno, a partire dall’articolo 18».
Ecco, proprio su quel tema c’è una novità: Renzi ha parlato di reintegro
anche nel caso di licenziamento per motivi disciplinari. E’ o no un’apertura?
«Non prendiamoci in giro, nel discorso di Renzi, per quanto riguarda l’articolo 18 non c’è nessuna novità. Siamo di fronte ad un ulteriore spacchettamento della norma dopo quello già operato dalla Fornero.
La discriminazione è trattata nel codice civile, il disciplinare è regolato nei contratti. Il giudice, quando decide per il reintegro, lo fa perché considera false le motivazioni che hanno portato al licenziamento. Se annullo il reintegro vuol dire che l’azienda, anche con motivazioni false può licenziare e che l’onere della prova cade sulle spalle del lavoratore. E’ un passo indietro, altro che novità ».

Ma il premier ha parlato di Tfr in busta paga, di legge di rappresentanza, di
salario minimo. Ha promesso di cancellare i contratti precari: sono o non tutti temi da voi proposti?
«Ma cosa c’entrano tutte queste cose con il rendere più semplice il licenziamento? La precarietà si riduce estendendo i diritti, non riducendoli. Vogliamo parlare di questi argomenti? Bene, Cgil e Fiom hanno proposte su ogni tema e sono pronte a parlare su tutto. Ma dentro questo schema ci sono punti che non possono essere oggetto di trattativa. Ci sono cose davanti alle quali si deve dire no: il diritto al lavoro deve essere senza ricatti».
Il governo dice che per colpa di quella norma nessuno investe in Italia.
«Se le multinazionali non vengono qui non è per via dell’articolo 18, ma perché non c’è una politica contro la corruzione e la burocrazia: sono questi i motivi tengono lontani gli investitori. Invece di cambiare il lavoro per decreto, Renzi faccia un decreto sul rientro dei capitali, sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sugli appalti. Il taglio dell’articolo 18 interessa solo alla Confindustria e non serve, perchè in questo Paese si può già licenziare quando l’azienda è in crisi».
Neanche il fatto che il governo abbia messo sul piatto un miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali vi sta bene?
«E’ un passo avanti, ma bisogna capire che tipo di riforma si vuole fare. Perché se si tratta di estendere la cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti, di prevedere un sussidio e un salario minimo, di allungare l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga al 2015 per far fronte al rischio di licenziamenti di massa cui questo 2014 ci espone, certo quella cifra non basta».
Secondo lei Renzi ha il favore dei poteri forti o li ha contro?
«Diciamo che nel Jobs Act lui ha assunto tutte le richieste dei poteri forti e che è andato a Detroit a prendere consigli da chi non paga le tasse in Italia e ha portato le sedi della Fiat all’estero. Non mi pare che la sua politica del lavoro colpisca chi versa il 12 per cento sulle stock option, colpisce i dipendenti , che non evadono e che pagano le tasse al 43 per cento».
Da La Repubblica del 30/09/2014.
peanuts
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Re: articolo 18

Messaggio da peanuts »

http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... f=HREC1-11

Ma alla destra e agli imprenditori non piace licenziare chi non gli va a genio, no...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
erding
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Re: articolo 18

Messaggio da erding »

Cofferati: «Articolo 18, ora si deve fare muro»

—  Antonio Sciotto, 30.9.2014

Intervista. L'ex segretario della Cgil: la minoranza Pd ha ancora carte da giocare sul "Jobs Act", ma deve condurre una battaglia seria e trasparente

«Se fossi stato in Dire­zione Pd? Mi sarei aggiunto come ven­tu­ne­simo con­tra­rio alla pro­po­sta Renzi. E non ho capito chi non ha espli­ci­tato la sua posi­zione: come fai ad aste­nerti su que­stioni così impor­tanti?». Ser­gio Cof­fe­rati, euro­par­la­men­tare Pd ed ex segre­ta­rio Cgil, com­menta così lo scon­tro nel suo par­tito sull’articolo 18. E alla mino­ranza Pd dice: «Ora si con­cen­tri sui suoi emen­da­menti, il cam­mino del Jobs Act sarà lungo e molto con­tra­stato. Si deve pro­ce­dere con una bat­ta­glia tra­spa­rente, capi­tolo per capi­tolo, com­preso l’articolo 18».

Cam­mino lungo e con­tra­stato? Quindi Renzi non li ha «spia­nati tutti», come avrebbe detto uscendo dalla Dire­zione? È troppo pre­sto per­ché canti vit­to­ria?

Il con­tra­sto non è solo sull’articolo 18, nono­stante Renzi ne abbia fatto una car­tina di tor­na­sole. Su quello, come su altri punti con­tro­versi o sba­gliati come il deman­sio­na­mento o la video­sor­ve­glianza, la mino­ranza può otte­nere buoni risul­tati gra­zie agli emen­da­menti. E c’è sem­pre la pos­si­bi­lità di mag­gio­ranze a geo­me­tria varia­bile. Ancora: la pro­po­sta del Tfr in busta paga, che peral­tro a me piace, non vede d’accordo le imprese. I sin­da­cati potreb­bero essere insod­di­sfatti dalla nuova con­cer­ta­zione in “sala verde” ria­perta dal pre­mier. Insomma, ci sono tanti nodi irri­solti. Inol­tre vor­rei sapere cosa si pre­vede sulla que­stione ammor­tiz­za­tori, e sul disbo­sca­mento dei con­tratti pre­cari. Dob­biamo vedere i testi.

Ma se Renzi pone la fiducia?

Io non credo che lo farà, ma non voglio cor­rere avanti. Se discu­tiamo di “fidu­cia sì”-“fiducia no”, cadiamo nella trap­pola messa in piedi per disar­mare i contrari.

Il pre­mier è con­vinto di avere gli ita­liani dalla sua parte: «Appog­giano me, e non il sindacato».

Il pro­blema non è “il popolo ita­liano è con me o con­tro di me”, è che siamo di fronte a una modi­fica delle regole che toglie diritti, a comin­ciare dalla dignità nel lavoro. Se la mag­gio­ranza dei nostri con­cit­ta­dini guar­dasse que­sto feno­meno con distra­zione, o addi­rit­tura con­di­vi­desse una pra­tica di ridu­zione delle tutele, io ne sarei molto preoccupato.

Eppure molti dicono che oggi sarebbe impos­si­bile ripe­tere i 3 milioni in piazza del 2002. E la Cgil appare più isolata.

La Cgil si mobi­litò da sola anche 12 anni fa, e un mese dopo seguì lo scio­pero gene­rale uni­ta­rio. È vero che nel 2002 chi mani­fe­stava, univa il no all’abolizione dell’articolo 18 alla con­tra­rietà al governo Ber­lu­sconi. Men­tre oggi si dovrà con­ci­liare il no alla deci­sione di Renzi con l’appartenenza al popolo del cen­tro­si­ni­stra. Pro­prio per que­sto non appli­che­rei gli stessi cri­teri di cal­colo: chi pro­te­sta que­sta volta vale per 5 o 6.

Con­tra­sto che lacera la sinistra.


Il lavoro ha un valore sociale e penso che debba avere qua­lità – appren­di­mento e cono­scenza – ma anche diritti indi­vi­duali e col­let­tivi. Una forza pro­gres­si­sta come il Pd non può rimuo­vere que­sti rife­ri­menti. Se il para­digma è “un lavoro pur­ché sia”, io non sono d’accordo.

Il cam­bio di posi­zione di Renzi allora come è arri­vato? Forse i dati nega­tivi dell’economia, i “rim­pro­veri” di Katai­nen e Draghi?

Il pre­mier non ha spie­gato come mai fino a un mese fa abbia soste­nuto posi­zioni del tutto oppo­ste sull’articolo 18. Che poi è legit­timo cam­biare opi­nione, ma devi dire per­ché lo fai: altri­menti ali­menti sospetti.

Uno scalpo offerto alla Ue? Per dirla con Susanna Camusso.

Qual­siasi sia la ragione, è una scelta sba­gliata e da con­tra­stare. Accom­pa­gnata da affer­ma­zioni molto gravi, mai fatte in pre­ce­denza: «Gli impren­di­tori devono essere liberi di licen­ziare quando vogliono». E poi le accuse prive di qual­siasi fon­da­mento al sin­da­cato. Che ci sia un mer­cato del lavoro duale è del tutto evi­dente, ma se qual­cuno non ha diritti, il punto è aggiun­gere, non togliere.

Il rein­te­gro è fondamentale?

In alcune situa­zioni sì. E non si può dire che sic­come i casi sono pochi, allora non vale niente. Al con­tra­rio: i casi sono pochi per­ché fun­ziona il valore deter­rente della norma. E poi è pre­vi­sto in molti ordi­na­menti euro­pei, com­preso in Germania.

Renzi però offre di coprire anche il disci­pli­nare, per mediare.

Ma che media­zione è? Il rein­te­gro per discri­mi­na­zione è pre­vi­sto dalla Costi­tu­zione, e il disci­pli­nare è rego­lato dai con­tratti. Non c’entra l’articolo 18. Il pro­blema è tute­lare chi viene licen­ziato ingiustamente.

Allora, come dice Renzi, per­ché non è mai stato valido per tutti?

Va benis­simo: allora lasci l’articolo 18 così com’è, e lo estenda a tutti. Com­presi i par­titi e i sin­da­cati, le asso­cia­zioni. Anche i boy scout. Il dua­li­smo sui diritti non si risolve toglien­doli a tutti, ma dan­doli a tutti. Se Renzi vuole uni­fi­care tutele e pro­te­zioni, cominci dalla pro­po­sta di legge depo­si­tata dalla Cgil nel 2002, fir­mata da 5,5 milioni di cittadini.

Si è ria­perta la que­relle sulla parola «padrone». Usarla o no?

E allora «ope­raio»? È assurdo avere visioni mani­chee: impren­di­tori tutti buoni o tutti cat­tivi. E anzi pro­prio per­ché la realtà è varia, ser­vono le tutele. Sono ter­mini di un les­sico antico, è vero, ma hanno ancora effi­ca­cia, non li trovo offen­sivi. Mi sor­prende la disputa, la trovo bislacca.

http://ilmanifesto.info/articolo-18-ora ... fare-muro/
peanuts
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Re: articolo 18

Messaggio da peanuts »

Il governo porrà la fiducia al senato per scavalcare gli emendamenti.

Poco fa Fassina al tg la7 ha fatto il vago. Secondo me non voteranno contro come dovrebbero. Sprovvisti di palle, come detto più volte, protestano ma poi non fanno un caXXo...

E domani i sindacato vanno dal caimano-bis. Che ci vanno a fare dopo l'annuncio della fiducia? Che aspettano a proclamare lo sciopero generale?

Boh
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erding
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Re: articolo 18

Messaggio da erding »

peanuts ha scritto:Il governo porrà la fiducia al senato per scavalcare gli emendamenti.

Poco fa Fassina al tg la7 ha fatto il vago. Secondo me non voteranno contro come dovrebbero. Sprovvisti di palle, come detto più volte, protestano ma poi non fanno un caXXo...

E domani i sindacato vanno dal caimano-bis. Che ci vanno a fare dopo l'annuncio della fiducia? Che aspettano a proclamare lo sciopero generale?

Boh
Lettera al Presidente della Repubblica



Signor Presidente,

il Governo si appresta a chiedere al Parlamento una nuova fiducia. Questa sarà posta sulla legge delega in materia di lavoro, perpetrando una prassi deprecabile, che ha assunto, con questo Esecutivo, una dimensione particolarmente preoccupante anche rispetto al passato. Risulta, infatti, che ben il settantacinque per cento delle leggi approvate fino all’inizio di settembre lo sia stato a seguito dell’apposizione della fiducia.

Questo, naturalmente, impedisce ogni confronto reale, ogni discussione proprio all’interno dell’organo a ciò deputato: il Parlamento. La questione mi preoccupa in particolare oggi che la questione di fiducia viene posta su un disegno di legge delega, per il quale l’articolo 72 della Costituzione, disponendo una riserva di assemblea, intende assicurare la più ampia discussione, e che, spostando il potere normativo dal Parlamento al Governo, deve lasciare il primo pienamente libero di stabilire se e in quali termini farlo. La preoccupazione cresce, naturalmente, in considerazione della materia su cui verte la delega – quella della disciplina dei rapporti di lavoro – così delicata, da un punto di vista sociale, tanto più in un momento di grave crisi economica come quella che il nostro Paese sta attraversando ininterrottamente da anni. Una materia che, anche rispetto all’impostazione di massima già contenuta in una delega di cui è stata più volte sottolineata l’eccessiva vaghezza, ha già visto emergere posizioni molto distanti tra le forze sociali e politiche e che per questo avrebbe richiesto, a mio avviso, una adeguata composizione nel dibattito parlamentare, che non può essere sempre vissuto con fastidio o come un mero allungamento dei tempi della decisione politica. Ciò svilisce, infatti, l’istituzione cui tutti noi, a partire da Lei, ne sono certo, teniamo profondamente, quale unica vera sede della rappresentanza popolare. E, in effetti, questo è il sentimento che oggi, da deputato chiamato a rappresentare la nazione, avverto, quello di uno svilimento, in fondo, della volontà popolare, che solo le Camere rappresentano.

Ecco, quindi, Signor Presidente che, pur rendendomi conto che non rientra tra le Sue prerogative alcuna decisione che involga l’apposizione della questione di fiducia sulla proposta di legge delega in discussione, sono certo che non mancherebbe di produrre effetto un Suo richiamo a un maggiore rispetto dei ruoli e le prerogative istituzionali e al corretto uso degli strumenti normativi. Mi permetto di manifestarLe questa mia preoccupazione, questo mio profondo disagio, che, quale rappresentante dei cittadini italiani, condivido con molti colleghi, anche in considerazione dell’attenzione che Ella in più occasioni ha mostrato verso la necessità che il Governo faccia un corretto uso degli strumenti normativi a sua disposizione. Un corretto uso che nel caso di specie mi pare, purtroppo, mancare nel modo più evidente.

Confidando nella Sua attenzione, Le porgo i miei migliori saluti,

Giuseppe Civati, deputato
peanuts
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Re: articolo 18

Messaggio da peanuts »

Spero che almeno Civati sia coerente e voti contro ma LASCI QUEI VERMI!

Oh, bersani romani e compagnia voteranno la fiducia per senso di responsabilità
TRADITORI, COMPLICI!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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