Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... -la-colpa/
Il video che vi mostriamo ci è arrivato in redazione via fb. Ce lo hanno inviato gli utenti de LaCosa e vogliamo riportare quanto loro scrivono: “LE TV DI STATO NON VI FARANNO VEDERE QUESTE IMMAGINI.. NOI PERO’, QUESTE AZIONI LE ABBIAMO FATTE…ORA, INVECE DI SCRIVERE MI PIACE E CAZZATE VARIE…FATE ANCHE VOI QUELLO CHE OGNI CITTADINO PER BENE DOVREBBE FARE E VEDRETE CHE QUESTI PARASSITI COMINCERANNO A TREMARE!!
Video integrale..ascoltate bene: Presto la frequenza di queste azioni , dove la RABBBBBIA della gente esploderà, sarà incontrollabile,imprevedibile e in forte aumento in tutto il paese
N.B. POLITICI:
Siete ancora in tempo…ANDATEVENE E COSTITUITEVI!!”
...................
Ciao
Paolo11

Sono immagini decisamente forti, che vanno a confermare quanto ha sostenuto Cacciari ieri sul Fatto Quotidiano.

Cacciari, cosa ha pensato guardando quel video?
Non nutro nessuna simpatia per D'Alema, non ci sopportiamo da quando avevamo i calzoncini corti. Ma quelle immagini, certo, mi hanno fatto impressione. Avrà anche diecimila peli sullo stomaco, ma per uno con la sua storia, quei fischi da parte del sindacato devono essere stati duri da digerire. Dico la verità, il compagno D'Alema mi ha fatto un po' pena.

Troppe colpe sulle sue spalle?
La situazione è drammatica. Le persone stanno sempre peggio e giustamente se la prendono con chi in questi anni ha gestito la baracca e ha ridotto il Paese in questo stato. La questione è delicatissima: non ci sono più punti di riferimento, né a destra né a sinistra né al centro. Nessuno ha più autorevolezza.


Quei fischi quindi non erano solo contro D'Alema?
Macché! Non è una questione personale. Non c'entra niente D'Alema. Poteva passare Bersani, Renzi, Alfano... è la rivolta contro una classe dirigente che non sa trovare soluzioni credibili ai problemi della gente. Anche voi giornali, smettetela di guardare al contingente: questa è una situazione che andrebbe studiata in termini di sistema, e invece noi continuiamo a stare qui a commentare fatti e fatterelli.
D'Alema ha preso i fischi, eppure è uno che critica Renzi un giorno sì e l'altro pure.
Nel Pd ci si avvia verso un divorzio lacrime e sangue. Lo dico da mesi, che era meglio procedere a una separazione consensuale: invece finirà a coltellate, ormai è inevitabile.



È preoccupato?
L'aria che tira è pericolosissima: la crisi peggiora e nessuno sa più a chi credere.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Ho segnalato a Formigli, tramite e mail, il filmato di Paolo e parte dell'articolo di Cacciari.


Caro Formigli, sul nostro forum politico della sinistra:

Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto
La libertà è il diritto dell’anima a respirare. E noi, partecipando malgrado tutto, vogliamo continuare a respirare.Lo facciamo nel modo più opportuno possibile all’interno di questo forum che offre spazio a tutti coloro che credono nella democrazia

http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 301#p35301

nel thread :
Diario della caduta di un regime.

E' stato pubblicato nel primo pomeriggio questo filmato che sembra non circoli nei normali canali Tv, che sostanzialmente conferma quanto ha sostenuto ieri Massimo Cacciari a proposito del trattamento riservato venerdì a Bari al Conte Max.

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... -la-colpa/

^^

Cacciari, cosa ha pensato guardando quel video?
Non nutro nessuna simpatia per D'Alema, non ci sopportiamo da quando avevamo i calzoncini corti. Ma quelle immagini, certo, mi hanno fatto impressione. Avrà anche diecimila peli sullo stomaco, ma per uno con la sua storia, quei fischi da parte del sindacato devono essere stati duri da digerire. Dico la verità, il compagno D'Alema mi ha fatto un po' pena.

Troppe colpe sulle sue spalle?
La situazione è drammatica. Le persone stanno sempre peggio e giustamente se la prendono con chi in questi anni ha gestito la baracca e ha ridotto il Paese in questo stato. La questione è delicatissima: non ci sono più punti di riferimento, né a destra né a sinistra né al centro. Nessuno ha più autorevolezza.


Quei fischi quindi non erano solo contro D'Alema?
Macché! Non è una questione personale. Non c'entra niente D'Alema. Poteva passare Bersani, Renzi, Alfano... è la rivolta contro una classe dirigente che non sa trovare soluzioni credibili ai problemi della gente. Anche voi giornali, smettetela di guardare al contingente: questa è una situazione che andrebbe studiata in termini di sistema, e invece noi continuiamo a stare qui a commentare fatti e fatterelli.
D'Alema ha preso i fischi, eppure è uno che critica Renzi un giorno sì e l'altro pure.
Nel Pd ci si avvia verso un divorzio lacrime e sangue. Lo dico da mesi, che era meglio procedere a una separazione consensuale: invece finirà a coltellate, ormai è inevitabile.


È preoccupato?
L'aria che tira è pericolosissima: la crisi peggiora e nessuno sa più a chi credere.

^^^^

Effettivamente tira decisamente una brutta aria, ma se hai buona memoria lo hai accennato anche tu lunedì scorso.

Cordialità

A.Hopkins
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Analoga e mail l'ho spedita al direttore del Fatto Quotidiano, Peter Gomez.

redazioneweb@ilfattoquotidiano.it
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Correnti di pensiero.

Maucat
La rabbia è lì latente come la brace sotto la cenere e basta poco per farla accendere, si attende solo la vera scintilla (venerdì D'Alema ha assaggiato solo un piccolo antipasto di cosa potrebbe succedere).


lucfig
1) Ormai gli Italiani non ci credono più, sono rassegnati, allora c'era la speranza che le cose potevano cambiare, oggi no.
3) Allora c'era ancora una morale, un'etica. Dopo vent'anni di Berlusconi di etica e morale non c'è nemmeno l'ombra. Senza ideali non si può progettare un futuro.


Paolo11
Siete ancora in tempo…ANDATEVENE E COSTITUITEVI!!”
^^

Credo che condivida Grillomao


Sentite stamani:

A) Tanto tra 2 giorni gli italiani si sono già scordati tutto. Al momento s’incazzano ma poi dopo 2 giorni tutto sbollisce.

B) Non guardare la televisione. Dicono sempre che tutto va male.



Secondo me sta per succedere qualcosa.
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Corruzione, Gomez: ‘Eliminata norma sui pentiti nel ddl, forse ai politici non conveniva’


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/ ... va/322853/


Vivace dibattito durante il talk show di approfondimento “La Gabbia”, su La7: i giornalisti Peter Gomez, Claudia Fusani e Alessandro Plateroti discutono sul ddl anticorruzione varato dal governo Renzi. Nel disegno di legge, che include un inasprimento di pene per i reati di corruzione, concussione e induzione, era prevista una norma che avrebbe garantito uno sconto di pena ai collaboratori di giustizia. Quella misura premiale poi è stata cancellata, come spiega dettagliatamente Claudia Fusani, presumibilmente per iniziativa del Ncd. Ieri il ministro della Giustizia Alfano ha negato ogni responsabilità a riguardo. “Chi mente?” – chiede il direttore de ilfattoquotidiano.it – “Non vogliono o non possono? Forse il sistema è troppo corrotto e non si possono prendere provvedimenti troppo radicali?“. Il deputato Pd Roberto Giachetti, ospite in collegamento, smentisce che ci siano “complotti” e sottolinea: “Quando poi entrano in ballo i servizi segreti finisce tutto in caciara“. Il vicedirettore de Il Sole 24 Ore esprime la sua contrarietà all’utilizzo dei pentiti nelle indagini. Gomez ribatte, citando l’inchiesta Mani Pulite e le indagini di mafia:”Se non hai un pentito, non arresti gli altri 300. Negli Usa funziona così”. Plateroti replica: “Qui non parliamo di picciotti o di capimafia, ma di gente istruita”. “Non c’è una differenza così grossa” – controbatte Gomez, che menziona il caso della scomparsa di Alfredo Guagnelli, l’ex braccio destro del parlamentare Pd Marco Di Stefano indagato per corruzione – “Se non c’è qualcuno che parla, le inchieste sulla corruzione non si fanno. Al di là della discussione etica, è indubbio che le inchieste le fai più velocemente e sgomini più facilmente l’organizzazione criminale se hai qualcuno che collabora”. Il direttore de il fattoquotidiano.it, poi, torna sulla cancellazione della norma nel ddl anticorruzione: “Credo che sia stata tolta non per una questione etica, ma perché qualcuno, non so chi, non vedeva convenienza e aveva paura che venissero scoperti troppi corrotti”
di Gisella Ruccia
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Con questo clima toccare il fondo diventa facile


il Fatto 15.12.14
B. e il “patto”
“Matteo ricordati: il Quirinale è nel Nazareno”

di Sara Nicoli

Non vede l’ora di riconquistare la sua agibilità politica per rituffarsi nell’agone di una campagna elettorale a primavera che lui dà ormai per scontata. Ma fino a quel momento, quando saluterà gli anziani di Cesano Boscone (succederà “il 15 di febbraio – dice - e ci sarà un cambio assoluto nel modo di relazionarci con gli elettorio”) resterà fermo, ma vigile, nella sua posizione di contraente del Patto del Nazareno. Una visuale di assoluto privilegio per Berlusconi. Anche ieri ha fatto capire il perché, con una frase che è arrivata come una secchiata di acqua gelata sugli spiriti fin troppo bollenti che si stavano confrontando nel catino della direzione Pd. Al telefono con i club dell’Emilia Romagna, riuniti a Imola, il Cavaliere ha buttato lì una frase tutta diretta a Renzi: “È logico – ha detto - che non potrà essere eletto un Capo dello Stato che a noi non sembri adeguato all’alta carica che dovrà ricoprire". Che nessuno s’immagini, insomma, che Berlusconi sia politicamente sepolto. E che, soprattutto, non voglia prendere parte attiva in una partita così importante come quella della successione a Napolitano. Dalla quale potrebbe anche dipendere la sua speranza di ricevere un giorno l’agognata grazia. E ancora: per dare un segnale inequivocabile al suo principale interlocutore (il Pd renziano), Berlusconi ha fatto chiaramente capire - come se non fosse noto – che uno dei puntelli del Patto è proprio la condivisione di un nome per il Colle, anche se poi, per rinfrancare le sue truppe un po’ stanche, ha puntualizzato: “Non potevamo dire no al patto del Nazareno, un patto che ci dà tanto fastidio, perchè non ci fa fare opposizione vera e ci crea problemi all’interno. Ma come facciamo a dire di no alle riforme che consentono il bipolarismo e il superamento del bicameralismo? ”. Già, come si fa.
CHIARO CHE, subito dopo queste dichiarazioni, nel Pd è partita la gara alla smentita di facciata. Prima è arrivata Debora Serracchiani, subito dopo è stata la volta di Lorenzo Guerini: “Non c’è nessun accordo nel patto del Nazareno che riguarda l’elezione del presidente della Repubblica. Quando sarà il momento, costruiremo un percorso in Parlamento parlando con tutte le forze politiche, come abbiamo sempre detto”. Intanto, però, Berlusconi ha già messo una pesante ipoteca su quel prossimo, delicato passaggio parlamentare. E non solo con le parole di ieri. Come svelato dal Fatto il 2 agosto scorso, nel Patto del Nazareno c’è una clausula, sottoscritta da Renzi e Berlusconi, per escludere a tutti i costi la nomina di Romano Prodi. Il Cavaliere, insomma, vuole essere assolutamente certo di non trovarsi al Colle qualcuno che pregiudichi anche la sopravvivenza stessa di Forza Italia, un partito oggi in default economico con gli ultimi 50 dipendenti messi da qualche giorno in cassa integrazione. “Oggi nessuno di noi, con quel che succede, può essere sicuro dei suoi diritti, dei suoi beni, perfino della sua libertà – ha concluso Berlusconi - dobbiamo cambiare il nostro Paese, dobbiamo uscire dall’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria in cui ci troviamo”. Frase da campagna elettorale, certo. Ma prima c’è da nominare il successore di Re Giorgio. E Silvio vuole essere uno dei protagonisti assoluti.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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MicroMega 8/2014 - Il sommario del nuovo numero in edicola da giovedì 27 novembre


Renzi peggio di Berlusconi. Il suicidio della sinistra. Il M5S senza bussola. E poi ancora: una diatriba filosofica su democrazia e religione e una lunga intervista al medico Umberto Veronesi. Sono i principali temi trattati nel numero 8/2014 di MicroMega da giovedì 27 novembre in edicola, libreria, su iPad e pdf.

Un miscellaneo che si apre con una riflessione del direttore Paolo Flores d’Arcais sull’attuale quadro politico: da una parte si critica il premier Renzi, dall’altra si consta la mancanza di alternative a causa dello sgretolamento del grillismo e della pochezza dei “partitini” della sinistra. Allora si auspica la nascita di una forza “giustizia e libertà” che prenda come esempio Podemos, il nuovo movimento-partito spagnolo che sta scuotendo il Paese con le sue rivendicazioni sociali e le battaglie giustizialiste ed Anticasta.

A seguire lo storico Angelo D’Orsi, che vede il renzismo come il compimento del berlusconismo, e Paolo Cacciari il quale ragiona sull’annoso rapporto fra movimenti e politica, questione su cui si è sempre arrovellata la sinistra. Quella stessa sinistra oggi in forte crisi, così come il lavoro “rottamato” e trasformato in merce - si evince dall’analisi del giuslavorista Domenico Tambasco - grazie al recente Jobs Act. Eppure il fallimento totale delle politiche neoliberiste dovrebbe condurre a rovesciare il paradigma dominante, per rimettere al centro, finalmente, l’interesse generale, come argomenta Pierfranco Pellizzetti.

Nel numero anche una sezione filosofica, dal titolo “Corpo e rivolta”, dedicata alla relazione tra democrazia e religione. Due saggi, uno di Julia Kristeva e l’altro di Giorgio Cesarale, a confronto tra loro.

Il pastore valdese Alessandro Esposito invece tenta una lettura della Bibbia che metta al centro l’uomo, e non Dio. Mentre Valerio Gigante spiega perché la ‘rivoluzione’ di papa Bergoglio sia un abbaglio e come nei fatti nella Chiesa non sia cambiato pressoché nulla. In tempo di alluvioni e morti per maltempo, Pancho Pardi ricorda quanto sia urgente la messa in sicurezza del territorio per scongiurare le ‘emergenze alluvioni’, che emergenze non sono. Infine, Marco d’Eramo mette in guardia dalla ‘maledizione’ dell’Unesco: le città dichiarate Patrimonio dell’umanità rischiano di morire.

MicroMega inaugura il proprio ciclo di interviste ai “grandi” del Novecento con una lunga conversazione di Cinzia Sciuto a Umberto Veronesi, “un medico illuminista dalla parte delle donne”.

Nel numero spazio agli esteri con i contributi di Alice Beja, la quale svela le contraddizioni del cosiddetto “sogno cinese”, ed Elisabetta Santori sulla Romania, metafora del futuro: “La riteniamo indietro di vent’anni, ma dentro di noi sappiamo che non è vero, che la Romania non è il passato, semmai è il futuro raggiunto saltando qualche tappa intermedia, e che forse, nel lungo periodo, ha persino più futuro di noi, perché il suo bagaglio di ricordi è più leggero del nostro e appesantisce di meno il cammino”.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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MEDIA & REGIME
Renzi, le riforme e il Metodo Supercazzola
di Marco Travaglio | 15 dicembre 2014 COMMENTI


Il Metodo Supercazzola, tutto chiacchiere e distintivo, non l’ha certo inventato Renzi: la cosiddetta seconda Repubblica è piena di annunciatori, promettitori, declamatori che a parole ci hanno salvati non una, ma cento volte, poi nei fatti ci han rovinati. Renzi l’ha solo affinato ed elevato alla massima potenza. Funziona a tappe.


1. Scoppia uno scandalo o giunge una notizia negativa.

2. Il piè veloce Matteo lancia subito un messaggio di segno opposto – via Twitter, Facebook, slide, conferenza stampa, Leopolda, video – per scacciare o declassare il precedente dai titoli di tg e giornali.

3. La stampa più credulona del mondo abbocca compiacente e strombazza la reazione del premier oscurando l’azione che l’ha provocata: “svolta”, “stretta”, “giro di vite”, “linea dura”, “così cambierà”, “rivoluzione”, “subito”, “ora”, “scatta”, “spunta”.

4. Le rare volte in cui la tradizione orale diventa scritta, e cioè il messaggio si traduce in testo di legge, tg e giornali ripetono paro paro i titoli già fatti sull’annuncio renziano. Chi legge si divide fra due possibili reazioni: “ah, allora era proprio vero, questo Renzi è un uomo di parola”, oppure “ah, credevo che la legge ci fosse già, vabbè comunque ora c’è”. Naturalmente la legge non c’è nemmeno ora: è solo un ddl che il governo lancia come un aeroplanino di carta nell’oceano delle aule parlamentari e va a marcire sui fondali senza lasciar traccia di sé.

5. Al primo nuovo scandalo o fatto negativo, la maggioranza ripesca quel che resta dell’aeroplanino e annuncia che il ddl è in discussione e verrà presto approvato, anzi adesso, subito. I giornali riannunciano: è fatta. Intanto il Parlamento ha altro da fare (di solito qualche decreto o legge delega da approvare alla svelta con la fiducia: roba perlopiù inutile tipo le ferie dei giudici o dannoso come il Jobs Act), o comunque la maggioranza si spacca (di solito per le norme davvero utili o urgenti, tipo contro la corruzione e la mafia); segue bombardamento di emendamenti e il ddl torna sul binario morto.

6. All’ennesimo nuovo scandalo o fatto negativo, confidando nella smemoratezza generale e nella complicità della stampa, Renzi riannuncia lo stesso annuncio già annunciato qualche mese prima, strappando gli stessi titoli nei tg e sui giornali, e riparte la rumba.

Risultato: zero, nessuna legge sulla Gazzetta Ufficiale. E, anche nel caso rarissimo in cui la legge venga approvata, dopo mesi o anni si scopre che: a) nessuno s’è curato di varare i decreti delegati o le norme attuative, dunque il provvedimento è rimasto lettera morta e nulla è cambiato; b) oppure la legge contiene un codicillo infilato all’ultimo momento che la rende inapplicabile o sortisce l’effetto opposto a quello annunciato (vedi legge Severino e voto di scambio).

Ora torna di gran moda l’anticorruzione.

Martedì: “Renzi: non lasceremo la Capitale ai ladri, chi sbaglia paga” (La Stampa).

Mercoledì: “Corruzione, pene più dure” (Corriere), “Stretta sui corrotti: carcere più duro e soldi restituiti”, “Il giro di vite di Renzi” (Repubblica).

Venerdì: “Ecco il piano anticorruzione: pene aumentate del 50% e prescrizione più lunga” (Repubblica), “Pene più alte e beni da restituire” (Corriere).

Sabato: “Corruzione, pene più dure. In cella anche chi patteggia”, “Sì alla stretta anticorruzione: pene più alte e beni confiscati.
Il premier: ora processi veloci” (Repubblica), “Stretta del governo sulla corruzione”, “Corruzione, così aumenta la pena” (Corriere),
“La svolta di Renzi: ‘Pronto a mettere la fiducia’”, “Renzi: ‘Non daremo tregua’” (La Stampa).

Leggendo meglio, si scopre che gli ora e i “subito” sono balle: non è un decreto, è il solito ddl che non ha i numeri in Parlamento, perché Ncd e FI non lo voteranno mai e, se Renzi chiedesse aiuto ai 5Stelle, farebbero cadere il governo.


Un’altra pera di droga ed estrogeni nelle vene esauste del Paese, aspettando che passi la nuttata.

Come diceva Sabina Guzzanti ai tempi di un altro celebre supercazzolaro: “Il canale di Sicilia è pieno di auto di cittadini convinti che il Ponte sullo Stretto sia stato costruito”.

il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2014

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1276733/
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

15 DIC 2014 18:07
RENZI CHE REGALA IL VINO AL PAPA, NOTORIAMENTE ASTEMIO, DIMOSTRA LA SUA POCHEZZA
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Loretta Napoleoni, economista, scrive sul Fatto, lo aveva anticipato nell’estate scorsa che era in arrivo una nuova bolla speculativa. Qualche mese più tardi a parlarne è Ennio Doris, il direttore di Mediolanum. Domenica scorsa è stata la volta di Federica Fantozzi ad Omnibus ad accennare che era in arrivo una nuova bolla. Quello che mi ha sorpreso domenica mattina è che il Prof: Sapelli, presente in trasmissione non sia intervenuto. Non ha né smentito né confermato.

Ieri è stata la volta di Roberto Marchesi sul Fatto.

Roberto Marchesi è un politologo studioso di macroeconomia trasferitosi in Texas nel 2008.

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ECONOMIA & LOBBY
Crisi economica: la nuova ondata è già in viaggio, ma nessuno se ne cura perché…
di Roberto Marchesi | 15 dicembre 2014
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