Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

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Amadeus

Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da Amadeus »

:lol: :lol:
Titanic 2 , la vendetta .
paolo11
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da paolo11 »

Caro Amadeus.E poi sul reddito le statistiche ci danno dopo la Spagna con 23.000 euro.
Ragazzi abbiamo provato i Politici, imprenditori (Silvio) Tecnici.Basta ora voglio un comico.
Avanti Grillo.
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da paolo11 »

I costi della politica italiana
Quanto costano ai contribuenti ministeri, istituzioni, consiglieri regionali e vitalizi? Una serie di immagini e grafici per fare i conti in tasca alla politica italiana
nuove auto blu, il governo frena: non le compriamo
26 apr 2012 - Sul sito del ministero dell'Economia c'è un bando che ha come oggetto: "Gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed opzionali per le Pubbliche Amministrazioni". Tradotto: auto blu, che in Italia sono almeno 60mila di cui, come riferisce il Formez, 800 inutilizzate. Le polemiche sono state forti e Palazzo Chigi ha diramato una nota in cui si legge che "Il Governo non acquisterà nuove 'auto blu' nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, l'adozione di un'analoga impostazione" e che "Il bando di gara della Consip non determina automaticamente l'acquisto di nuove autovetture. Con l'aggiudicazione delle convenzioni, Consip stipula soltanto un accordo quadro che può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessità di spostamento sul territorio"
http://notizie.virgilio.it/gallery/i-co ... liana.html
...........................................
Si avranno letto un po di critiche su Facebook e Twitter.
Qualcuna ne ho mandata pure io.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

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PALAZZO CHIGI E COSTI DELLA POLITICA
Nuove auto blu, il governo frena
La precisazione dopo la rivolta sul web: «Il bando di gara non determina l'acquisto automatico delle vetture»


MILANO - Dopo l'accusa arriva subito la replica del governo. Che precisa i contorni del presunto acquisto di 400 nuove «auto blu» da parte delle amministrazioni dello Stato. «Il governo non acquisterà nuove auto blu nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, l'adozione di un'analoga impostazione» spiega in una nota Palazzo Chigi «in riferimento agli articoli apparsi su alcuni quotidiani italiani, relativi alla Gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1.600 cc». «Il bando di gara della Consip - ricorda la nota - non determina automaticamente l'acquisto di nuove autovetture. Con l'aggiudicazione delle convenzioni, Consip stipula soltanto un accordo quadro che può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessità di spostamento sul territorio».
LA PRECISAZIONE - «Il bando - prosegue Palazzo Chigi - è pensato soprattutto per le esigenze delle Forze dell'Ordine e di quelle che svolgono servizi di utilità sociale che, più di altre, hanno bisogno di mezzi operativi. Attualmente, infatti, il 61% del parco auto ha tra i 5 e oltre 10 anni. Gli elevati e continui costi di manutenzione rendono l'utilizzo di queste vetture, oltre che inquinante per l'ambiente, particolarmente diseconomico». «Il governo ha avviato, con decreto del Presidente del Consiglio del 13 gennaio 2012, una politica di riduzione dei costi di gestione delle autovetture. Già nel 2011 c'è stato un taglio del 13% rispetto all'anno precedente. Formez PA ha stimato che la politica di riduzione dei costi produrrà un risparmio complessivo di oltre 300 milioni di euro, così divisi: 250 milioni di euro l'anno dalle amministrazioni locali; 60 milioni l'anno dall'amministrazione centrale. La gara, peraltro, è stata oggetto, già nelle settimane scorse, di un'interrogazione a risposta immediata presso la Camera dei Deputati, consultabile nella banca dati della Camera stessa. In tale occasione - conclude Palazzo Chigi - in Aula, il ministero dell'Economia e delle Finanze, nella persona del Vice Ministro, ha già dato una esaustiva risposta indicando tutte le norme su cui si basa la gara».

Redazione Online
26 aprile 2012 | 15:58
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Corriere.it
camillobenso
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

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A Milano dicono: "Se la va la gà i gamb".........non è andata.............



Quasi 65mila “auto blu” non bastano. Spunta un bando per noleggiarne 4350
A gennaio il Fatto ha svelato che le vetture di servizio cancellate per decreto sono poi ricomparse con un bando da 10 milioni di euro per comprarne altre 400. Ora il governo punta sul noleggio. Costo: oltre 84 milioni di euro. Ai quali vanno aggiunti i costi per assicurazioni, carburante, personale



Quanto costa la macchina dello Stato? La domanda è sempre quella, perché ogni volta che si tira una riga salta fuori un importo diverso, sempre clamoroso, mai definitivo. L’unica certezza è che neppure il governo Monti, al di là degli annunci, è riuscito a mettere ordine e freno alla materia. A gennaio il Fattoquotidano.it ha svelato come le auto blu cancellate per decreto siano poi ricomparse con un bando da 10 milioni di euro. Un mese dopo per quel bando sono fioccate interrogazioni e dibattito nel question time alla Camera. Ma era solo l’antipasto.

Il nuovo bando. Ora spunta un nuovo bando per il noleggio a lungo termine di 4.350 veicoli al costo di 84.673.752 euro. Le aziende avranno tempo fino al 14 di giugno per presentare le offerte, le amministrazioni un anno per approfittarne. La gara è divisa in cinque lotti: 2.750 auto di servizio, 630 berline ad alimentazione tradizionale ed elettrica, 470 veicoli commerciali, 300 vetture a Gpl e 200 a metano. La durata del contratto per chi aderisce va da un anno a sette. Tutto questo ad appena due mesi dalla chiusura del primo censimento nazionale delle auto pubbliche che il governo ha affidato agli esperti del Formez (che di auto blu ne ha tre).

La stima: quasi 65mila vetture. Uno studio che ha impegnato i ricercatori dell’ente per ben due anni. Risultato: 59.216 vetture censite (9.855 blu e 49.485 di servizio) e 800 auto pubbliche del tutto inutilizzate sparse per l’Italia. Dato ancora approssimativo perché il 10% delle amministrazioni non ha neppure risposto. Così la cifra viene ritoccata fino a un “patrimonio presunto” di 64.524 auto pubbliche ad un costo di circa 1,7 miliardi l’anno. Troppo per il ministro Filippo Patroni Griffi che, a margine della radiografia del Formez, annunciava una riduzione del 10% e un risparmio di 300 milioni l’anno con queste parole: “Il parco auto della Pubblica amministrazione risulta ancora eccessivamente sbilanciato sulle auto di proprietà a scapito del leasing e del comodato d’uso”.

Quasi metà per gli enti locali. Un mese dopo compare il bando per il noleggio, con la spesa che sale anziché scendere e le amministrazioni che si preparano a riempire i moduli d’ordine. Nella nuova corsa all’auto pubblica la fanno sempre da padrone gli enti locali con il 46% di richieste. Lo Stato segue con un 23% dove i più bisognosi, manco a dirlo, sono i ministeri, con 670 vetture, che staccano i secondi in classifica (organi costituzionali e dello Stato) fermi al 12% e gli ultimi (enti previdenziali) con il 5%. Dal punto di vista geografico, il Lazio è in cima alle richieste con il 16% del totale, quasi una su due (42%) è per lo Stato. Segue la Lombardia con l’11% e a fare la parte del leone sono gli enti locali (51%) e la sanità (30%). Curioso il dato dell’Abruzzo dove il 46% delle auto è chiesto per amministrazioni centrali dello Stato, il più alto in assoluto della categoria (nel Lazio, che pure conta tutte le sedi centrali delle amministrazioni pubbliche, il dato è al 42%).

Le reazioni della politica. Il censimento telematico è dunque già nel cestino e la spesa, anziché scendere, sale. Le reazioni politiche sono durissime. “Non sta né in cielo né in terra”, tuona l’onorevole Guido Crosetto (Pdl) che chiede al governo di fermare gli acquisti e di vincolarli a una pari riduzione del parco auto attuale. “Io frequanto i palazzi della politica e le amministrazioni centrali, vedo sfrecciare per Roma migliaia di auto con lampeggiante e non riconosco nessuno a bordo. Chi sono? Io obbligherei le amministrazioni a introdurre una targa specifica che dica per chi è quel viaggetto a spese dello Stato. Perché dove non arriva il buon senso, magari arriva il pudore”.

Dura anche la reazione dell’Idv che proprio agli inizi di aprile ha interrogato il viceministro Vittorio Grilli sul bando da 400 auto da noi segnalato a febbraio. “Le auto pubbliche sono ormai l’emblema delle difficoltà di questo governo a ridurre e razionalizzare la spesa. E poco importa che si prendano a nolo o si acquistino, il punto è che tutti avevamo convenuto che fossero da ridurre”, dice Massimo Donadi.

Noleggiare conviene? Resta poi da capire se noleggiare convenga davvero. Le opinioni sono divergenti. Grilli e il presidente del Formez Carlo Flamment sostengono di sì. “Il parco auto della Pubblica amministrazione – dice Flamment – è ancora eccessivamente sbilanciato sulle auto di proprietà (79%), seguito dal noleggio senza conducente (19%), mentre leasing e comodato sono all’1%. E’ obsoleto e sicuramente diseconomico e dannoso per l’ambiente, dato che 16mila auto (il 27% del totale) ha oltre 10 anni, e il 34% ha tra 5 e 10 anni di utilizzo”. Ma gli stessi dati raccolti dal Formez indicano il contrario, cioè che noleggiare costa di più.

Il confronto tra acquisto e noleggio. L’acquisto di auto del 2010 ha comportato una spesa di 60,7 milioni per 4.633 vetture in proprietà (vedi tabella) con una spesa media per vettura pari a 13mila euro. Il bando per il noleggio a lungo termine di 4.350 vetture ha una previsione di spesa pari a 84,6 milioni e una spesa media di 19mila. Nel confronto tra le due operazioni, dunque, lo Stato spende di più con l’aggravante che al termine del contratto di noleggio, da uno a sette anni, deve riconsegnare il mezzo anziché utilizzarlo fino a rottamazione.

I vantaggi del noleggio. Anche chi ha sottomano il parco auto più grande d’Italia, quello della Magliana con 600 vetture per la Questura e un migliaio per i ministeri, pone il problema: “Il noleggio costa mediamente un 30% in più – conferma il segretario provinciale del sindacato di polizia Silp Cgil Gianni Ciotti - La nostra esperienza dice che il noleggio conviene solo per i comparti che portano a usura totale i mezzi in breve tempo. Certo non per le esigenze di rappresentanza di enti e comuni. Una soluzione? Lo Stato confisca a mafiosi e politici decine di migliaia di veicoli l’anno, solitamente costosi, potenti che potrebbero essere riassegnati subito alle forze dell’ordine anziché venduti sottocosto dopo anni. Intervenendo su destinazione e tempi potremmo far risparmiare lo Stato, migliorare le dotazioni della polizia e fare in modo che sia la stessa mafia a pagare i mezzi per combatterla”.

L’assicurazione. Un vantaggio del noleggio è dato dal fatto che il contraente si impegna a sottoscrivere una polizza assicurativa contro terzi (Rct) e verso prestatori di lavoro (Rco). Ma resta il costo assicurativo della responsabilità civile (Rca). Ed è un bel costo. Le offerte economiche per le 4.350 vetture a noleggio scadono il prossimo 14 giugno. E pochi giorni prima, il 4 giugno, scade anche un bando per la copertura triennale, sia per le vetture nuove che per quelle già in dotazione ma in scadenza. La gara tra broker vale 134 milioni di euro (per la precisione 133.972.366,34), comprende RCA per 125.614 veicoli e coperture “kasko dipendenti” fino a un massimo di 33 milioni di km annui. Tra i veicoli, una volta sottratti quelli speciali (autobus, natanti, carrelli, motoveicoli, autocarri ad uso agricolo o trasporto esplosivi…) si contano 68.454 autovetture. In pratica la metà dei beni da assicurare. Il costo assicurativo unitario varia a seconda dei cavalli di potenza (da 13 cv a oltre 20) con prezzi unitari che il prospetto indica puntualmente ma che tocca poi moltiplicare per il numero dei veicoli per ciascuna classe d’appartenenza. Alla fine dei calcoli la copertura delle auto supera i 28 milioni di euro l’anno.

Il carburante. Comunque sia ora abbiamo le auto, le abbiamo assicurate, manca ancora qualcosa. Per accenderle e farle muovere serve il carburante. E qui il conto economico, come al solito, si fa complicato. Il fabbisogno di carburante dello Stato viene acquistato con procedure di gara annuali a validità biennale (fino a esaurimento entro l’anno successivo al contratto di fornitura), raggruppando le esigenze di regioni diverse e dividendo la gara in successivi lotti a seconda che comprendano il carburante per il riscaldamento (soprattutto gasolio) o la trazione veicolare. Ecco, qui (forse) c’è il dato utile alla ricerca. Forse, perché poi diventa impossibile distinguere la ruspa o l’autobus dall’auto di servizio. Comunque sia, l’ultimo ordinativo è stato siglato a settembre del 2011 e prevedeva l’acquisto di 461 milioni di litri di cui la metà (per l’esattezza 217 milioni) destinato alla trazione dei veicoli. Il costo preventivato di questo lotto di carburante, al lordo delle accise e iva esclusa, è 228.8 milioni di euro, cui vanno aggiunti oneri per la sicurezza e per il personale addetto alle eventuali operazioni di trasporto e stoccaggio. Non esiste un report successivo sulla destinazione d’uso di verde, gasolio o altro da parte del contraente statale, regionale o comunale che possa confermare o dettagliare ulteriormente. Ma almeno un ordine di grandezza c’è.

Il personale. Chiude il cerchio la spesa pubblica per il personale dedicato alla gestione del parco auto tra autisti, custodi, meccanici… Gli autisti sono 615.015, il personale “altro” 620.312. Il costo ogni anno è 1,2 miliardi (1.235.327). Ora c’è proprio tutto: auto, autisti, assicurazione e benzina. Resta solo da capire dove vogliamo andare con tutte queste macchine.

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camillobenso
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

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Auto blu, cancellate con un decreto reinserite con un bando
Pubblicato dal Ministero dell'Interno il via libera all'acquisto di nuovi veicoli: 10 milioni di euro pronti per le pubbliche amministrazioni. Con dei limiti: la cilindrata (1600 cc) e zero optional. A meno che non paghino loro il surplus. Può essere una buona notizia per le forze dell'ordine, ma c'è anche l'opzione di autovetture "blu ministeriale"


di Thomas Mackinson | 26 gennaio 2012


Le auto blu, uscite dalla porta, rischiano di rientrare dalla finestra. Il governo con un decreto ha deciso la stretta sui veicoli in uso alle pubbliche amministrazioni stabilendo tetti nella spesa, nuove regole per l’uso e per l’acquisto. Ma dieci giorni dopo il ministero dell’Economia lancia un bando per acquistarne 400 nuove di zecca, personalizzabili con vari colori compreso un bel “blu ministeriale”. Il tutto per la modica cifra di 10 milioni di euro. L’incoerenza della politica, a quanto pare, non risparmia il governo dei tecnici.

Era il 13 dicembre quando il consiglio dei ministri dichiarava guerra al fenomeno, tutto italiano, delle auto di rappresentanza e di servizio in uso presso le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche. Nel mirino non solo le auto blu ma tutto il parco dei mezzi in dotazione presso enti, comuni, province e regioni che secondo un censimento ancora in corso sarebbero oltre 70mila. Un segnale importante per gli italiani in un momento in tempi di nuovi sacrifici, aumenti delle tariffe e liberalizzazioni. “Stop all’auto blu come status symbol” è il messaggio che passa sui giornali. Ma ecco che il 24 gennaio, sul sito del Ministero dell’economia e sul portale Aquistinretepa.it, compare un bando nel quale si annuncia proprio il contrario, cioé la disponibilità a comprare altre 400 vetture per le amministrazioni che ne faranno richiesta. La base d’asta per le imprese fornitrici è di 9.571.000 euro e il termine per le loro offerte è fissato l’8 marzo. Le cilindrate oggetto della gara sono tutte inferiori a 1600 cc con standard minimi di equipaggiamento (climatizzatore, abs, controllo di trazione e stabilità elettronici e ovviamente airbag) e accessori facoltativi ed “extracapitolato” come sensori di parcheggio e pressione pneumatici, sistema start&stop.

Gli acquisti saranno effettuati tramite il sistema centralizzato di gestione Consip in base alle diverse esigenze che perverranno dalle amministrazioni senza limitazioni. Potranno aderire amministrazioni pubbliche senza distinzioni, centrali e periferiche, enti locali e territoriali, corpi di polizia, vigili del fuoco, Asl e così via. Potrebbe essere una buona notizia per le forze dell’ordine che da anni lamentano un parco veicoli ormai obsoleto e insufficiente. Ma da una vocina del capitolato si riaffaccia il rischio che, alla fine, anche chi vorrà far man bassa di auto blu avrà la strada spianata. A leggere la documentazione allegata, le note tecniche e tutto il nutrito materiale del bando si precisa infatti che sono compresi colori base, come il grigio, e “colori di istituto”. Così tra il verde “vem” per le vetture militari e il rosso “ral” per i vigili del fuoco ecco che spunta anche un bel “blu ministeriale”. Il bando precisa poi che gli interni sono standard. Non tutti però, perché l’amministrazione potrà fare richiesta al fornitore di allestimenti diversi e aggiungere a sue spese “interni di pregio”, con relativi costi a proprio carico. Insomma, la versione base è compresa, se vuoi quella elegante a scopo di rappresentanza devi metterci del tuo. Che poi è sempre il nostro, perché che a pagare sia l’amministrazione centrale o quella periferica, sempre di soldi pubblici si tratta.

La notizia stupisce per varie ragioni. A partire dal fatto che solo dieci giorni fa il governo ha approvato con apposito decreto il taglio alle auto di servizio. L’annuncio è stato riportato con enfasi e titoli a sei colonne: “Adesso tocca alle auto blu. Parola di governo”. In realtà la stura alle auto di Stato non riguarda solo quelle blu che sono la pietra dello scandalo antico, ma tutte quelle in servizio alle amministrazioni e a carico del pubblico che dal punto di vista economico incidono in modo molto maggiore. Così il decreto del 13 gennaio si abbatte su amministrazioni centrali dello Stato ma anche su comuni, province e regioni ed enti. Nessuno si salverebbe. Il testo, messo a punto dal ministro Patroni Griffi, si propone dunque di sfrondare l’intero parco mezzi ma cerca anche di dare una regolata al loro uso, limitando quello di rappresentanza a poche categorie ben individuate. “L’auto sarà concessa al ministro ma non al direttore generale, al sindaco ma non agli assessori o al segretario comunale”, spiegava lo stesso ministro Griffi. Che prometteva anche maglie più strette per i controlli e per la verifica degli acquisti eliminando la possibilità per le amministrazioni di comunicare entro trenta giorni l’acquisto effettuato al Dipartimento della funzione pubblica. D’ora in poi, dice il decreto, la segnalazione deve essere immediata.

Ma a frenare gli entusiasmi è un dettaglio non da poco. Il taglio, infatti, non scatta subito come molti vorrebbero. E il motivo è che – nonostante gli sforzi compiuti – ancora oggi non si sa neppure quante siano le auto blu in Italia. Il ministero ha infatti avviato un censimento già lo scorso anno tramite il Formez ma i dati finora pervenuti sono solo parziali: al censimento hanno risposto 5.600 amministrazioni per un conteggio di 50mila auto e all’appello mancano ancora 2.500 amministrazioni, il 30% del totale. Così, da una parte e si ipotizza un parco superiore ai 70mila veicoli e dall’altro si rimanda la stretta a quando si avranno dati completi, utili anche per capire cosa fare delle vetture in eccesso (per le quali il governo ipotizza una vendita all’asta). Il punto è che nell’interludio tra nuove e vecchie regole, non è scattato l’auspicato stop agli acquisti. Anzi, mentre il governo prendeva provvedimenti per riportare la spesa delle quattro ruote sotto controllo già si preparava il bando procedere a nuovi acquisti.

La notizia causerà qualche malumore anche perché il decreto del governo è stato accompagnato da un corredo di dati e di episodi non proprio “illuminanti” sulla diffusione e sull’uso dell’auto blu. Si è scoperto ad esempio che le vetture in uso esclusivo sono 1.737, 1.692 e 44.356 quelle di servizio. Nell’Italia che fa i conti con il rischio default la media di vetture di rappresentanza è di 2,6 ogni centomila abitanti, molto superiore a quella di paesi europei dall’economia meno disastrata. Solo la Lombardia, capofila tra le regioni, ha 200 vetture con uso esclusivo, 230 non esclusivo e 7.100 di servizio. Non si capisce come facciano ad andare avanti le amministrazioni di Liguria, Molise, Basilicata, Calabria e Trentino che, tutte insieme, non arrivano a tanto. E al censimento mancano ancora le dotazioni ministeriali, cosa non di poco conto se si pensa che solo il Ministero della Difesa ne conta 700 (oltre alle 9 Maserati blindate fonte di tante polemiche). La pubblicazione dei primi dati è stata poi accompagnata da un poco edificante corredo di aneddoti e cronache circa l’uso disinvolto che si fa di questo patrimonio pubblico su gomma: il Messaggero Veneto, ad esempio, ha pizzicato il presidente del consiglio regionale a scorrazzare in lungo e in largo per il Friuli tra partite di calcio e impegni private. L’ultima la racconta l’Espresso e riguarda l’assessore siciliano Gaetano Armao che cede l’Audi 6 regionale alla fidanzata. L’autista, pagato dai contribuenti, va a prenderla sotto casa e attende la fine dello shopping, poi la riaccompagna alla sua abitazione. Dettaglio: lei si chiama Lara Bartolozzi, è un magistrato della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo e come tale è sicuramente edotta di cosa significa l’espressione abuso del bene pubblico.

Il Fatto Quotidiano
paolo11
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da paolo11 »

camillobenso ha scritto:Il comunicato del governo

http://www.governo.it/Presidenza/Comuni ... sp?d=67789
...................................
Caro camillobenso.Ho letto la prima pagina.La seconda ?
In queste ore gli devono aver fischiato le orecchie.Visto le risposte dei cittadini dalla rete.
Ciao
Paolo11
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da paolo11 »

La cronaca della crisi ha un certo gusto del paradosso o della provocazione. Per capirlo basta mettere assieme tutti i dati sugli andamenti dell'economia, italiana ed europea, e sui diversi modi in cui reagiscono governi e i mercati. Ma proprio tutti i dati, anche quelli apparentemente senza connessione. Così, mentre l'Ocse mette l'Italia in fondo alla classifica dei salari medi e il governo pubblica lancia un bando per nuove auto blu, spuntano due notizie destinate a buttare benzina sul fuoco sempre acceso delle polemiche.

Top manager/lavoratori,
una forbice che si allarga

La prima - ripresa dal settimanale l'Espresso - viene dal network internazionale Ecgs (Expert corporate governance service) e riguarda le remunerazioni dei top manager italiani: dai dati dell'agenzia risulta che gli amministratori delegati (o Ceo) delle grandi società di casa nostra quotate in Borsa hanno guadagnato in media la bellezza di 5,48 milioni di euro nel 2011, secondi solo ai loro colleghi britannici con 6,08 milioni. Ben sopra i tedeschi (3,83 milioni) e francesi (3,43 milioni). Il dato diventa ancora più inquietante se si considera che questa cifra in Italia equivale a 143 volte lo stipendio medio di un dipendente con punte che arrivano a 877 volte.

Tutto questo - giusto per ricordarlo - mentre le rispettive aziende navigano in pessime acque. Un esempio per tutti: il gruppo Fondiaria-Sai dei Ligresti nel 2011 ha bruciato in Borsa addirittura più dell'83% di capitalizzazione e ha chiuso i conti in profondo rosso e l'Ad Fausto Marchionni è stato liquidato. Ma con una buonuscita di 10,5 milioni di euro. Un po' diverso è il caso di Marco Tronchetti Provera, ai vertici di Pirelli, che con più di 22 milioni di euro è stato il manager più pagato d'Italia. Ma nel 2011 la sua società ha registrato un bell'utile e il titolo è salito del 6,27% a Piazza Affari, in netta controtendenza con l'indice generale.
Stipendi e pensioni, a caccia di "ingiustizie" tra top manager e cappellani militari

Mentre l'economia arranca e le famiglie tagliano i bilanci, i manager italiani sono tra i più pagati d'Europa e lo Stato scuce 17 milioni per il clero in divisa


Pubblicato il 26/04/12 in Soldi| TAGS: stipendi, pensioni, redditi, manager, militari
Preti con le stellette, pensione di Stato

La seconda notizia è più curiosa e riguarda una "categoria" pressoché sconosciuta, quella dei cappellani militari. Sempre dalle colonne dell'Espresso apprendiamo che il costo di pensioni e stipendi dei preti-soldati si aggira sui 17 milioni di euro l'anno. I cappellani sono circa 160 di cui 16 alti ufficiali e hanno diritto al trattamento economico dei loro pari-grado.

Tra questi spicca un nome eccellente, quello del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e pensionato dell'esercito come ex ordinario militare, cioè vescovo dei cappellani: "per lo Stato è un generale di brigata, ruolo che può dar diritto a una pensione fino a 4mila euro. Il cardinale ha prestato servizio solo per tre anni, ma arrivato al 63° compleanno ha maturato il diritto a un vitalizio".Una questione spinosa per le forze armate, quella dei cappellani. Già sollevata da Luca Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm), che non ha mezzi termini: "I cappellani militari sono un costo che in tempi di vacche magre la Difesa dovrebbe eliminare: vi faccia fronte la Chiesa". (A.D.M.)
http://economia.virgilio.it/soldi/stipe ... itari.html
............................................
E vaiiiiiiii
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Gli Sprechi della Casta continuano imperterriti

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:
camillobenso ha scritto:Il comunicato del governo

http://www.governo.it/Presidenza/Comuni ... sp?d=67789
...................................
Caro camillobenso.Ho letto la prima pagina.La seconda ?
In queste ore gli devono aver fischiato le orecchie.Visto le risposte dei cittadini dalla rete.
Ciao
Paolo11
"Sem a post".....siamo a posto. Sul sito la seconda pagina non esiste. Cliccando in basso a destra su "Successiva" compare la pagina vuota.
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