Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?

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camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da camillobenso »

Syriza,la sinistra che serve,ora un nuovo partito
Salvatore Cannavò giacomosalerno.com 27.01.2015


Sergio Cofferati è molto soddisfatto per la vittoria di Syriza che rappresenta una nuova sinistra riformista, riferimento obbligato per tutta l’Europa. E per quanto riguarda l’Italia non ha dubbi: “Serve un nuovo partito radicato”.

Perché la vittoria di Tsipras è importante?
In Grecia diventa presidente del Consiglio una persona di profilo molto interessante che guida un partito di sinistra dopo una crisi lunghissima. E dopo un intervento dissennato dell’Europa attraverso la Troika. Contrariamente a quanto sembrava non c’è stato il prevalere di una destra estrema nazionalista e tendenzialmente antidemocratica. Ma vince una sinistra di riformismo forte con elementi inediti molto interessanti.

Quali?
Non mette in discussione l’Europa, accetta l’euro ma punta a rinegoziare il patto costitutivo.

E quali saranno gli effetti?
Molto rilevanti perché Tsipras sfida i teorici e praticanti del rigore, ma ancor prima sfida il campo progressista. I progressisti si sono adeguati con piccoli e irrilevanti distinguo alla linea dell’austerità. D’altro canto hanno votato tutti compatti per Junker.

Anche lei?
No, devo dire di essere stato l’unico tra i socialisti ad aver votato contro Junker e la sua Commissione.

Syriza rappresenta quindi una nuova sinistra al posto della socialdemocrazia?
Sì, potrebbe esserlo. Si guardi a quel che accade in Spagna. Podemos non ha il peso elettorale che ha avuto Syriza domenica, però è il primo partito in Spagna. E il Pasok è entrato a stento in Parlamento. La novità è una nuova sinistra per un riformismo forte. Il pregio di Tsipras è stato mettere insieme orientamenti diversi e farli diventare un’area coesa.

Cosa devono fare, allora, le forze di sinistra?
Le forze progressiste non possono limitarsi a fare gli auguri a Tsipras, ma sono chiamate a dire se con Tsipras vogliono provare a scrivere una nuova politica. La sua proposta politica è diversa dai conservatori europei ma anche dai progressisti. O stanno con lui oppure no.

Syriza è un modello per l’Europa?
Ogni paese ha la sua conformazione. Tsipras dice che si può cambiare. È evidente che si può ripetere questo processo anche altrove. Non è scontato che quel che perde la vecchia socialdemocrazia vada a sinistra.

Le forze socialiste possono rigenerarsi oppure vanno sostituite?
Entrambe le cose.

E in Italia?
In Italia la tendenza del Pd è opposta a quella greca. Il Pd sta perdendo i suoi valori di riferimento ed è impegnato nell’ossessiva ricerca di voti e di rapporti stabili con il centrosinistra.

Non crede che Renzi possa raccogliere la sfida di Tsipras?
La questione non si pone nemmeno. Se il tentativo è quello di esportare le larghe intese nei territori siamo nella direzione opposta a quella di Tsipras.

Lei cosa propone?
C’è da scrivere una nuova storia. Con pazienza ma molta determinazione. La nuova storia deve avere come primo riferimento i valori e subito dopo le politiche.

E la forma organizzata?
Serve un partito radicato. Un partito leggero diventa evanescente.

Che tempi immagina?
Non ci saranno tempi brevi. Ma è importante che di questo si inizi a discutere. La cosa impressionante degli ultimi anni è che non ci sono state vere discussioni.

Un partito radicato. Non ha paura di essere additato come il “vecchio” contro il “nuovo”?
Ma per carità… È solo questione di tempo. Alla fine un nuovo partito, una forma di partecipazione, la chiederanno le persone. Il problema è il rapporto tra cittadini e istituzioni. In mezzo non c’è più nulla.

Vendola ha proposto un coordinamento delle sinistre. Ne farà parte?
Sono interessato e disponibile a lavorare con tutti quelli che hanno questo obiettivo: evitare che quel filo sottilissimo che rimane si interrompa.

Il professor Rodotà invita a ricominciare dal “sociale” senza affidarsi all’assemblaggio di gruppi dirigenti. Che ne pensa?
È un’idea del tutto condivisibile. Se il partito da costruire è presente nelle comunità dove si lavora, dove si vive, dove si studia sarà naturalmente chiamato a rappresentare i bisogni di quelle comunità.

Ci sarà una lista di sinistra alle Regionali in Liguria?
Non lo so, ci sono problemi ancora aperti. Credo che ci sia un grande spazio in Liguria per un’iniziativa di carattere civico. Un nuovo terreno di incontro tra culture e sensibilità diverse nel campo largo del civismo progressista.

Qual è la sua ipotesi per il Quirinale?

La discussione la più trasparente possibile, fatta in Parlamento per far convergere consensi. Il presidente della Repubblica deve avere forte capacità politica e altrettanto marcata capacità di rappresentanza istituzionale. La figura che ha questo profilo è Stefano Rodotà e con lui Romano Prodi.
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

da Il Fatto Q
Tsipras vince perché non fa come la sinistra italiana!
di Jacopo Fo

I militanti greci hanno scelto la strada dell’azione solidale diretta. Syriza non si è limitata a criticare l’operato del governo.
Vincono perché hanno mostrato cosa sono capaci di fare per migliorare le condizioni di vita dei greci prima di aver vinto le elezioni, quando ancora in parlamento non contavano niente.
Syriza è l’anima di un vasto movimento, Solidarity4all, che si occupa direttamente di economia alternativa.

Angelo Mastrandrea, sul Manifesto, in un articolo molto documentato, Mense e cliniche la trincea di Syriza, intervista Christo Giovannopoulos uno dei responsabili della struttura solidale: «Abbiamo tre linee principali di azione: il cibo con le mense sociali e la distribuzione di viveri, la sanità con le cliniche e farmacie, e le cooperative. Solidarity4all aiuta i lavoratori a recuperare le aziende che chiudono: un fenomeno che è cominciato qualche anno fa (…) e attorno al quale si sta strutturando un vero e proprio movimento”.

Tanto per rendere l’idea dell’impegno colossale che questi compagni si sono assunti basti pensare che in una nazione di 11 milioni di abitanti (quanto Lazio e Campania) hanno sviluppato 2.500 iniziative. Centinaia di cliniche e studi medici offrono cure mediche gratuite, dal dentista, allo psicologo. Negli ambulatori gestiti da medici volontari realizzano anche piccoli interventi chirurgici. Appoggiati da una rete di medici e infermieri all’interno degli ospedali, riescono inoltre a procurare accertamenti e interventi chirurgici clandestini dentro gli ospedali. Una vera e propria resistenza civile che non ha paura di sfidare la legge pur di salvare vite umane.
C’è poi la rete di mense gestite da migliaia di volontari.
La rete offre anche altri servizi essenziali come consulenze legali.
Interessante notare che, laddove i sindaci aderiscono a Syriza, agiscono in supporto alla rete di solidarietà fornendo gratuitamente spazi comunali alla rete solidale.
Parallelamente Syriza ha organizzato un sistema di supporto alle cooperative di operai che hanno occupato le fabbriche continuando la produzione o si sono organizzati in modo autonomo. Si tratta di un sostegno fornito attraverso l’assistenza tecnica e commerciale e con la creazione di mercati dove si vendono o barattano merci e servizi. Come accadde dopo la bancarotta argentina, questo mercato alternativo ha fatto la differenza per milioni di persone che hanno potuto crearsi un reddito d’emergenza.
Gestire questi servizi è evidentemente un impegno immenso; per riuscirci si sono dovuti allestire sistemi di raccolta di medicinali, cibo e altri beni essenziali, arruolare un esercito di professionisti e trovare strutture. Tutte le sezioni del partito sono diventate contemporaneamente punti di coordinamento, farmacie, ristoranti, laboratori e negozi.

La differenza tra Syriza e i progressisti italiani è evidente. Da noi esiste un grande movimento solidale ma nessun partito considera l’azione diretta come un pilastro della sua attività.
La nostra rete del volontariato è notevolissima, una delle più grandi del mondo, e certamente il lavoro quotidiano di milioni di italiani è riuscito ad arginare la sofferenza patita in questi anni da tante famiglie. Ma da noi tutto è frammentato e manca quel coordinamento e quello spirito di rete che caratterizza Solidarity4all e che le dà maggiore potenza di azione, proprio perché dietro ha l’autorevolezza di un partito nazionale presente in parlamento.
La capacità di agire sul territorio e di rispondere in modo autonomo ai bisogni primari delle persone in difficoltà è stato il punto di forza del PCI fino agli anni ’60. Poi il partito ha gradualmente abbandonato questo fronte…

Sento in questi giorni rinvigorirsi dell’idea di creare una nuova formazione politica unitaria a sinistra del Pd… Siryza in salsa italiana… Ma i presupposti sono un’altra volta gran discorsi… Si ripropone l’idea di un partito che dice cose di sinistra e che si dedica ad una giusta opposizione intransigente… Ma non si parla di creare un partito del fare. Avremo ancora leader che si impongono per la parlantina e che poi, quando devono governare, dimostrano di non avere l’esperienza pratica indispensabile.
Io desidero leader che si facciano le ossa sul campo, facendo quadrare i bilanci di cooperative e onlus che funzionano migliorando la vita delle persone subito.

Insomma, a sinistra non si parla di azione diretta e di politica dei piccoli passi… Si profila l’ennesima alleanza chiacchierona che non potrà che essere perdente. Perché a chiacchiere Berlusconi e Renzi non li batte nessuno.

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Questa è una verità che dovrebbe far riflettere
EMERGENCY POTREBBE DARE UNA MANO, ma non basta , oggi in Italia è soprattutto la Caritas
che svolge attività di sostegno e sarebbe opportuno aprire dei canali per collaborare.
iafran
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iafran »

iospero ha scritto:da Il Fatto Q
Tsipras vince perché non fa come la sinistra italiana!
di Jacopo Fo

Sento in questi giorni rinvigorirsi dell’idea di creare una nuova formazione politica unitaria a sinistra del Pd… Siryza in salsa italiana… Ma i presupposti sono un’altra volta gran discorsi… Si ripropone l’idea di un partito che dice cose di sinistra e che si dedica ad una giusta opposizione intransigente… Ma non si parla di creare un partito del fare. Avremo ancora leader che si impongono per la parlantina e che poi, quando devono governare, dimostrano di non avere l’esperienza pratica indispensabile.
Io desidero leader che si facciano le ossa sul campo, facendo quadrare i bilanci di cooperative e onlus che funzionano migliorando la vita delle persone subito.

Insomma, a sinistra non si parla di azione diretta e di politica dei piccoli passi… ]
"L'Azione diretta" presuppone innanzitutto la percezione delle difficoltà economiche del Paese per poi spingersi ed essere solidale con le sofferenze dei cittadini, per adeguare il proprio stipendio e per contenere i privilegi in godimento (auto blu, scorte, finanziamenti a pioggia al partito, alla corrente ed all'organo di stampa).
camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da camillobenso »

“La sinistra non rinasce intorno al Quirinale”
(Salvatore Cannavò).
30/01/2015 di triskel182
RodotàIl giurista Stefano Rodotà.

La scelta di Mattarella è una buona scelta, si tratta di una persona rigorosa. Renzi è stato abile, ma questo non cambia la natura dei problemi a sinistra”. È netto quanto pacato Stefano Rodotà, in questo commento a caldo sulla partita presidenziale. Ma l’intervista serve soprattutto a fare il punto sulle prospettive della sinistra italiana dopo la vittoria di Alexis Tsipras in Grecia. Matteo Renzi lancia la candidatura di Sergio Mattarella. Ne do una valutazione molto positiva. L’ho visto all’opera in Parlamento e devo testimoniarne l’estremo rigore. Come mai Renzi si è mosso in questo modo? Mi sembra abbia cercato di evitare la decomposizione del suo partito. Non può permettersi di sfaldarlo. Mattarella, inoltre, gli consente di intercettare un’area più ampia esterna al Pd.

L’operazione modifica i termini del confronto a sinistra e il modo in cui si riorganizzerà? Il successo di Renzi, se si verificherà, non cambia il segno delle sue politiche. Sulle questioni sociali non ci saranno modifiche rilevanti. Perché? C’è stato un passaggio non trascurabile negli ultimi mesi: lo scontro tra Renzi e il sindacato. L’atteggiamento del ‘ce ne faremo una ragione’, irridente e sbrigativo, pone la questione dei ‘corpi intermedi’ e quindi della democrazia. L’assenza di opposizione politica è stata surrogata dall’opposizione sociale. La sinistra, dopo la vittoria di Tsipras, cosa deve fare? La centralità è sociale. Senza sottovalutare il rapporto con le istituzioni. È ancora d’attualità il tema dell’‘altra politica’, di cui c’è un gran bisogno. Il successo di Tsipras dice che la pratica sociale è decisiva per costruire una politica di sinistra improntata alla solidarietà, ai diritti, in grado di collegare grandi temi di dibattito con le pratiche più concrete. Lei ha definito “zavorre” i partiti e partitini della sinistra. Non mi attraggono gli annusa-menti, gli aggiustamenti, i negoziati di piccole forze politiche e penso che serva un cambio di passo radicale. Non si può costruire una forza politica traghettando quel che resta del Prc, di Sel, della lista Tsipras. Tutti devono rimettersi in gioco attraverso le pratiche sociali. È questa la proposta della coalizione sociale? Come diceva ieri Maurizio Landini, non so se la parola ‘coalizione’ sia la più adeguata. Ma l’aggettivo è quello giusto. Penso a diverse soggettività che si muovono già su temi definiti. Ad esempio il reddito minimo o di cittadinanza, con la Basic Income Network, i comitati per i beni comuni, il lavoro fatto da molti sindaci sui beni di proprietà comunale. Penso alla giunta Pizzarotti a Parma. E poi occorre recuperare il tema dell’acqua pubblica, dopo il referendum vinto, e le leggi di iniziativa popolare, come quella per abolire l’articolo 81 della Costituzione, la campagna Miseria ladra promossa da Libera, Emergency, il sindacato. Tutti questi soggetti possono stare in ‘rete’ attraverso punti convergenti. Sel ha proposto un “coordinamento delle sinistre”. La proposta di coordinamenti con la ‘doppia tessera’ non mi convince per nulla. Cofferati può essere compreso in questo disegno? Nel caso di Cofferati io vedo fatti nuovi interessanti che rimettono in discussione equilibri consolidati. Dobbiamo costruire uno spazio, anche organizzativo, in cui chi vuole lasciare le gabbie di appartenenza possa farlo liberamente. Tempi e proposte per il futuro? In tempi brevi serve un’iniziativa pubblica comune in cui tutti questi soggetti si mettano insieme. Con iniziative ma anche strumenti organizzativi. Non si può delegare a chi c’è già, serve costruire qualcosa di nuovo. È una strada percorribile anche dal M5S? Sì, senza l’assillo di dover per forza fare una proposta anche a loro. Definiamo terreni e pratiche di iniziativa, senza lanciare sfide. Sul reddito minimo, don Luigi Ciotti ha incontrato Beppe Grillo, vediamo cosa succederà. Dovremo creare piattaforme civiche interattive sapendo utilizzare la “rete” in maniera partecipativa e non autoritaria. E superare costruzioni artificiose e create a tavolino. Non hanno mai funzionato.

Da Il Fatto Quotidiano del 30/01/2015.
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

Cofferati: ‘Sinistra riparta dai valori o partito nuovo non va da nessuna parte’

L'ex leader della Cgil, che ha lasciato il Partito Democratico dopo aver denunciato brogli alle primarie in Liguria traccia la strada: "Rodotà e Landini dicono: partiamo dalla società, dalle persone in carne ed ossa, dai loro bisogni". Parteciperà all’eventuale lista civica che si contrapponesse al Pd della Paita? "Da qui a maggio il tempo è infinito..."
di Renzo Parodi | 31 gennaio 2015

Sergio Cofferati , rimpiange di essere uscito dal partito? I dissidenti protestano ma restano dentro a combattere il segretario-premier. E forse voteranno Mattarella al Colle
.
“Gli esponenti della minoranza Pd sono molto condizionati dal loro ruolo di parlamentari. Io ero e sono in una posizione del tutto diversa. Avevo l’obbligo di denunciare l’inquinamento delle Primarie in Liguria e la cancellazione dei valori fondanti del Pd, avvenute nel più assordante silenzio. Non potevo restare inerte”.

Le hanno rimproverato di essere uscito dopo la sconfitta alle urne…
“Assurdo. Io ho lottato finché era possibile cambiare il corso del fiume. Ancora adesso sono sorpreso del silenzio tombale del Pd ligure sulle motivazioni della sentenza di condanna del cosiddetto processo La Svolta che ad Imperia ha condannato 27 persone a oltre 200 anni di carcere. I giudici hanno scritto dei rapporti espliciti, documentati dalle intercettazioni, di politici del centro destra con ambienti della malavita organizzata. Quei politici, Saso e Minasso, con i quali il gruppo dirigente del Pd intrattiene a sua volta regolari rapporti”.
Dopo la vittoria di Raffaella Paita alle Primarie i vertici liguri del Pd le hanno imposto lo stop ad alleanze a destra.
“Siamo al ridicolo. Hanno detto: non faremo alleanze con partiti che nella denominazione hanno la parola “destra”. Msi, An, Casa Pound non ce l’hanno… Minasso ha già deciso il nome della nuova formazione politica, si chiamerà Area Popolare. Dunque… Gli accordi col centrodestra sono già stati stretti”.

Spera ancora che la procura le cavi le castagne dal fuoco invalidando le Primarie?
“Alla procura chiederò semplicemente di valutare se l’annullamento dei voti nei 9 seggi decisi dalla commissione di garanzia configuri dei reati penali. A Lavagna una signora ha confessato di essere stata pagata per votare. E tutti i voti del seggio di Lavagna sono stati annullati. Si configura il voto di scambio o qualcosa del genere? La procura dovrà dirlo e indicare chi ha barato al gioco e con quali obiettivi. Dovrà pronunciarsi anche la Direzione Distrettuale Antimafia che ha già acceso un faro su alcune situazioni sospette”.

Nel frattempo lei resterà a guardare?
“Fonderò la mia Associazione che in campo nazionale parteciperà alla discussione fra le varie forze della sinistra. E terrà in rete chi mi ha sostenuto alle Primarie nel tentativo di scrivere un’altra storia per la Liguria. Il mio timore è che l’astensionismo diventi una valanga”.

La vittoria di Tsipras in Grecia ha cambiato il quadro politico della sinistra anche in Italia
?
“Anzitutto cambierà la dialettica europea. Tsipras sfiderà le socialdemocrazie europee, Renzi e Hollande, ad uscire dal recinto dell’austerità. Si tratta di cambiare le regole d’ingaggio non solo rispetto al debito pubblico e di riscrivere il trattato delle regole costituenti dell’Unione. I socialisti si erano adeguati al rigore e hanno votato per Juncker e per la Commissione. Io ho votato contro”.

Effetto domino in vista?
“In Spagna Podemos ha le carte in regola per ripetere l’exploit di Siryza. In Francia i socialisti sono in calo verticale e la sinistra radicale sta riorganizzandosi”.

In Italia manca un leader. Non potrebbe essere lei? O Landini?
“Lo spazio c’è anche in Italia. Ma una sinistra di governo deve ribaltare il metodo: prima i valori, poi i programmi e solo alla fine la leadership. Altrimenti il partito nuovo non andrà da nessuna parte”.

Landini dice che la sinistra deve offrire una rappresentanza a chi non ne ha. Concorda?
“Rodotà e Landini dicono: partiamo dalla società, dalle persone in carne ed ossa, dai loro bisogni. E’ giusto. Faccio un esempio: Il Jobs Act è una legge regressiva che non dà nulla ai giovani e toglie i diritti a tutti: occorre tornare al documento Delors di Lisbona del 2000 che mise al centro il lavoro e la conoscenza. Un testo rimasto purtroppo inapplicato”.

Syriza è scesa in mezzo al popolo greco, ha sostenuto concretamente i suoi bisogni, offrendo sostegni economici a chi aveva perso il lavoro, assistenza ai malati. La sinistra italiana da decenni è richiusa nel suo bozzolo.
“E’ vero, la sinistra deve tornare fra la gente. Syriza ha replicato il sistema delle società di mutuo soccorso che nacquero a Genova nell’Ottocento”.

Parteciperà all’eventuale lista civica che si contrapponesse al Pd della Paita?
“Prendo atto intanto che Sel ha dichiarato che non entrerà nell’alleanza offerta da Paita. L’alternativa elettorale a questo Pd in Liguria è scontata”.

Non ha risposto…
“Io sono un cinese. E per me il tempo ha un altro valore. Da qui a maggio il tempo è infinito…”.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iafran »

iospero ha scritto:
L'ex leader della Cgil, che ha lasciato il Partito Democratico dopo aver denunciato brogli alle primarie in Liguria
. . . .

In Italia manca un leader. Non potrebbe essere lei? O Landini?
“Lo spazio c’è anche in Italia. Ma una sinistra di governo deve ribaltare il metodo: prima i valori, poi i programmi e solo alla fine la leadership. Altrimenti il partito nuovo non andrà da nessuna parte”.
(... prima i valori, poi i programmi e solo alla fine la leadership … "Elementare, Watson!")

Quelli della "casta politica di centrosinistra" avranno molto da obiettare, così come gli elettori "innamorati di un leader per sconfiggere quello del centrodestra" e per neutralizzare le lungaggini del confronto delle diverse idee (... Renzi, con il suo opinabile concetto di democrazia!), ma gli altri, i cittadini astensionisti, non aspettano altro per recarsi nuovamente alle urne, altrimenti vinceranno solo i metodi clientelari ... con le buone o con le cattive.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da camillobenso »

I MALI DELLA SINISTRA.
E LE TERAPIE QUALI SONO?


Informazione pervenuta stamani da un militante:

“Da quando è nata, Rifondazione ha subito 19 scissioni."

Complimenti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_de ... _Comunista
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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Repubblica.it

Madrid, migliaia in piazza con Podemos

Madrid, migliaia in piazza con Podemos
La manifestazione di Podemos a Madrid. In primo piano lo striscione con lo slogan principale: "Es Ahora" (E' ora) (ansa)

Il partito spagnolo che si batte contro le politiche europee di austerity alla sua prima grande manifestazione dopo la vittoria di Syriza in Grecia

di MONICA RUBINO

MADRID - "El pueblo unido jamás será vencido". E "Tic tac tic tac", come a dire che il tempo sta per scadere per la politica tradizionale. Sono gli slogan gridati dalle migliaia di persone provenienti da tutta la Spagna che sono scese in piazza a Madrid per partecipare alla "Marcia per il cambiamento" promossa da Podemos, il partito anti-austerità spagnolo, una settimana dopo la vittoria elettorale dell'alleato greco Syriza. La marcia è partita alle 12 da Plaza de Cibeles, di fronte al Municipio di Madrid e si è snodata per la strade della capitale fino alla Puerta del Sol, luogo simbolo della protesta degli "Indignados", che nel 2011 per settimane la occuparono chiedendo un cambiamento politico al culmine della crisi economica. Tante le bandiere greche e i cartelli con su scritto: "Il cambiamento è adesso".

Podemos aveva già programmato la marcia di oggi prima delle vittoria di Syriza alle elezioni anticipate di domenica scorsa, ma i leader del partito hanno cavalcato l'onda del trionfo dell'alleato greco per promuovere la prima grande manifestazione all'aperto di Podemos, all'apertura di un anno elettorale in Spagna. "Volevamo una mobilitazione storica e abbiamo centrato l'obiettivo. Volevamo che la gente potesse dire a figli e nipoti: 'Ero alla marcia del 31 gennaio che ha aperto una nuova era di cambiamento politico in Spagna'. E ci siamo riusciti", ha detto il leader di Podemos Pablo Iglesias, ex professore universitario 36enne, che domenica scorsa era ad Atene a fianco di Alexis Tsipras.

Madrid, migliaia in piazza con Podemos
Alexis Tsipras e Pablo Iglesias insieme ad Atene dopo il trionfo di Syriza in Grecia domenica scorsa

"Oggi sogniamo un paese migliore - ha detto ancora Iglesias alla moltitudine di manifestanti che ha affollato Puerta del Sol- ma non abbiamo riempito questo luogo per continuare a sognare, ma per trasformare il sogno in realtà adesso, nel 2015". Lo slogan simbolo della manifestazione è infatti l'esortazione "Es ahora", "E' ora", riferita proprio all'urgenza del cambiamento.

Podemos è nata solo un anno fa, ma è balzata nei sondaggi grazie alla promessa di battere la "casta" politica spagnola. Come Syriza anche Podemos ha ottenuto un considerevole sostegno popolare respingendo i programmi di austerità adottati nel tentativo di portare il paese fuori dalla crisi e prendendo di mira la corruzione.

Il movimento degli Indignados si è esaurito nel 2013, ma alcuni dei suoi leader hanno fondato Podemos a gennaio 2014. Quattro mesi dopo il partito ha ottenuto cinque seggi al parlamento europeo con il voto di 1,2 milioni di spagnoli e ha superato il partito socialista in molti sondaggi. Secondo alcuni attualmente è il primo partito in Spagna, davanti al conservatore Partito Popolare. Il premier Mariano Rajoy ha avvertito gli spagnoli di "non giocare alla roulette russa" sostenendo Podemos, che "promette sole e luna", ma non mantiene. I media di destra e sinistra hanno attaccato il partito, accusato di avere legami con il regime venezuelano, mentre alcuni dei suoi dirigenti avrebbero commesso illeciti fiscali. Ma i leader di Podemos hanno promesso di pubblicare le loro dichiarazioni dei redditi per disperdere i dubbi.

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Speriamo che un'iniziativa simile parta anche in Italia dal nuovo soggetto politico di sinistra che avrebbe bisogno per contarsi E INIZIARE A FARSI VEDERE
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iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

E SE SYRIZA SALVASSE L’EUROPA ?


di Donatella della Porta – 30 gennaio 2015 -


Nike/La vittoria di Tsipras è un segnale forte di rifiuto dell’arroganza di chi oggi governa l’Europa, incurante di ogni segnale che viene dai cittadini europei. In una situazione di emergenza umanitaria, le minacce di queste istituzioni non hanno prodotto sottomissione, ma ribellione


Non c’è dubbio che la maggioranza quasi assoluta ottenuta da Syriza alle elezioni di domenica scorsa rappresenti un punto di non-ritorno per l’Europa. È l’esito più temuto da governanti di vari paesi e, soprattutto, dai poteri finanziari che hanno condotto una intensa campagna minacciosa, fondata su una idea sempre più liberista di Europa secondo la quale una vittoria di Syriza avrebbe messo in pericolo stabilità e crescita economica (quale?). Ma è anche l’esito più auspicabile per chi della Europa ha una concezione diversa, di solidarietà e democrazia invece che di competizione e decisioni dall’alto – quell’Altraeuropa di giustizia sociale e di partecipazione, in cui era diventato sempre più difficile credere negli ultimi anni.

Al di là delle sfide che verranno al governo di Tsipras, dall’interno e dall’esterno e al di là della risposta che verrà dai poteri politico-finanziari, la campagna elettorale e la sua conclusione già segnano alcuni punti utili a tentare di ricostruire un’idea di un’Altraeuropa.

C’è sicuramente, innanzitutto, un segnale forte di rifiuto dell’arroganza di chi oggi governa l’Europa, incurante di ogni segnale che viene dai cittadini europei. Agli indicatori di una UE in profondissima crisi di legittimazione, al crollo drastico della fiducia nelle sue istituzioni dal 2008 ad oggi, ai due terzi di cittadini europei a cui l’Europa evoca sentimenti negativi, alle elezioni che hanno punito soprattutto i partiti del Partito Popolare Europeo, la risposta istituzionale è stata di continuità con una politica e delle politiche che sono risultate non solo impopolari, ma anche inefficaci.

I risultati delle elezioni in Grecia testimoniano che, sempre di più, i perentori diktat di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali – da ultimo la Bundesbank e il Fondo Monetario Internazionale – non producono più paura, ma piuttosto indignazione per la violazione di ogni parvenza di democrazia e sovranità nazionale, nonché per il loro evidente fallimento nel realizzare quella crescita economica che viene promessa, ma da lungo tempo non più realizzata. Il rifiuto è tanto più forte quanto più poteri sempre più opachi—troike varie, Eurogruppi o, appunto, le banche – pretendono non solo dai paesi più poveri l’implementazione di standard di bilancio, a cui comunque si deroga per i paesi più potenti, ma anche di imporre “riforme” (ad esempio, le deregolamentazione del mercato del lavoro, la riduzione dei diritti dei lavoratori, la riduzione dei servizi sociali) la cui efficacia nessuno ha finora provato.

In una situazione di emergenza umanitaria, le minacce di queste istituzioni non hanno prodotto sottomissione, ma ribellione. Rispetto ad una arroganza, considerata da molti come illegittima e inefficace, gli elettori greci hanno votato a maggioranza per un partito che non è euroscettico, ma piuttosto propone una diversa visione dell’Europa. Al di la’ dell’esito delle elezioni, con un sostegno a Syriza maggiore del previsto seppure non tale da garantire una maggioranza assoluta di seggi, la speranza per un’Altraeuropa viene dal processo che si è avviato nel 2011 e che è proseguito fino al 2015. Da un lato, al discorso di paura dei governi e delle istituzioni finanziarie, si è contrapposto un discorso di speranza – pragmatico nella richiesta di ricostruire condizioni minime di benessere e di democrazia, ma anche di rottura rispetto all’evoluzione politica degli ultimi decenni. Attraverso questo processo si è confermata l’importanza, a sinistra, di mantenere un collegamento tra movimenti sociali e rappresentanza partitica nella difesa di diritti che i governanti hanno definito superati, ma che i cittadini considerano ancora fondamentali. Questo è un messaggio che va oltre la Grecia, così come oltre la Grecia è andata la passione e l’entusiasmo che queste elezioni hanno suscitato a sinistra, soprattutto nel Sud Europa.

Da questo punto di vista, le elezioni in Grecia sono un momento di svolta anche per la sinistra europea. Resta certo da vedere in che misura l’emozione positiva per una prima vittoria a sinistra contro l’austerity in Europa si possa trasformare nei vari paesi europei in un progetto alternativo che, senza copiare Syriza, riesca a costruire un percorso vincente nelle piazze, ma anche all’interno delle istituzioni. Quello che è certo è che, inaspettatamente, proprio quando le opportunità istituzionali sembravano più chiuse per i movimenti sociali che si opponevano alle politiche di austerità reclamando diritti sociali, in Grecia ma anche in Spagna, partiti in vario modo collegati a movimenti sociali, innovativi, dinamici e vincenti, sono emersi dopo le sconfitte dei partiti di centro-sinistra, che sono diventati di centro, ma anche dei partiti di sinistra-sinistra residuati dal passato. Mentre in Grecia e in Spagna la gestione della crisi ha prodotto il crollo dei partiti di centrosinistra, che hanno perso iscritti ed elettori, per la prima volta occasioni di governo si aprono per nuovi partiti di sinistra, radicali ma pragmatici, non populisti ma orientati a ricostituire una visione di popolo, non euroscettici ma interessati a un’Altraeuropa. Se un progetto positivo di Europa potrà rinascere, sarà a partire da queste nuove forme, in apparenza non effimere, di rivendicazione di diritti civili, politici e sociali.



da Sbilanciamoci.info

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camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da camillobenso »

La Grecia si è mossa e ha reagito al profondo malessere che dura da anni. Com'è naturale in questi casi lo ha fatto perché ha trovato un leader disposto a rischiare, ma anche perché è riuscito a fare gruppo.

Anche la Spagna si è mossa sullo stesso alveo, e sulla carta, sembra per il momento il primo partito.

In Italia tutto questo non si manifesta.

Penso che abbia ragione Rodotà quando afferma che bisogna ripartire dal basso.

Solo che da queste parti non ci sono giovani leader disposti a guidare la sinistra.

Non si può di certo contare sulla sinistra cimiteriale, affarista e poltronista che ha affondato l'ultimo rimasuglio dell'esperienza socialista iniziata nel 1892.

Sotto traccia, la sinistra esiste ancora. Ma non ha un leader che sappia raccogliere la bandiera gettata nel fango e sappia ridare una speranza di vita i soliti piglianculi.
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