CRISI
Tagli, il governo non convince
La Bce rilancia accorpamento Province
Il segretario del Pd d'accordo con l'urgenza di provvedimenti, ma dice no a misure su scuola e difesa, come anche Di Pietro. Interventi troppo deboli per Bocchino. La Banca centrale guarda con attenzione la spending review e richiama l'attenzione su concorrenza e liberalizzazioni
ROMA - Critiche e preoccupazioni animano la vigilia del giorno in cui il governo approverà la spending review del ministro Giarda che prevede i tagli che riguarderanno l'amministrazione pubblica 1. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, provvedimenti vanno presi sì, ma mirati e con delle linee definite: ad esempio no a ulteriori tagli alla scuola, sì alla riorganizzazione della difesa. "Non siamo stati coinvolti e alcune cose le voglio prima vedere. So che c'è assolutamente la possibilità di alleggerire la spesa per quel che riguarda bardature amministrative e spese dello Stato, sono anche sicuro che un uomo come Giarda pensa di entrare con il cacciavite in questi meccanismi, perché usare la mazza non va bene. Quindi tagli sì, alcune proposte le abbiamo anche noi. La difesa ha bisogno di una grande ristrutturazione, spendiamo troppo per la gestione dell'apparato e troppo poco in investimenti e ammodernamento". Bersani ha detto di pensare ad esempio al patrimonio immobiliare.
Soddisfatto che il governo "Finalmente la smette di massacrare i cittadini e inizia a sforbiciare gli sprechi" si dice il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, che però sottolinea: "Una cosa è eliminare la marea di auto blu che ci costano un occhio della testa, un'altra dare il colpo di grazia a un'amministrazione della giustizia che è già in ginocchio. Una cosa è eliminare le spese militari immense e inutili come lo sciagurato acquisto dei caccia F-35, che dovrebbero essere adesso 'solo' 90 per una spesa di circa 10 miliardi di euro, tutt'altra cosa intervenire sugli effettivi delle forze dell'ordine o sulle loro dotazioni tecniche. Una cosa è ridurre davvero e non solo per gettare polvere negli occhi i costi della politica, un'altra cosa, diametralmente opposta, è tagliare i fondi per la pubblica istruzione. Continuo a non capire e quindi continuo a chiedere: ci spiegate perché prima di tagliare i fondi ai tribunali e alle scuole non andate a prendere quei 40 miliardi di euro che entrerebbero nelle casse dello stato se firmassimo anche noi come germania, inghilterra e austria l'accordo con la svizzera per recuperare i contributi sui capitali esportati illegalmente?".
Tagliare solo cinque milardi di spesa pubblica rappresentano per il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, solo una "presa in giro del governo nei confronti degli italiani": "Nel calderone della pubblica amministrazione ci sono decine e decine di miliardi di euro che finiscono in sprechi, clientele e corruzione. La sanità - aggiunge - è un buco nero dove recuperare risorse, le regioni e le province buttano miliardi dei contribuenti e ben 40 miliardi all'anno vanno a fondo perduto ad imprese collegate alla politica che non creano nè ricchezza né occupazione. Monti - conclude - tagli davvero la spesa pubblica improduttiva e recuperi decine di miliardi da destinare al lavoro giovanile e femminile ed al sostegno del potere d'acquisto delle famiglie che vivono di busta paga".
"Basta al massacro sociale. Il governo Monti, che non ha alcun collegamento con la realtà del Paese non può continuare con i tagli alla scuola, alla sicurezza, ai trasporti pubblici", è la posizione del presidente
dei Verdi, Angelo Bonelli, che aggiunge: "In tutti questi mesi abbiamo chiesto, invano, che si procedesse alla tassazione dei grandi patrimoni, ad un'azione sui patrimoni finanziari italiani occultati in Svizzera così come ha fatto la Germania, ma siamo rimasti inascoltati".
Secondo il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, effetture tagli è un errore: "Prima o poi si dovranno ascoltare veramente le voci che ci avvertono da tempo che stiamo seguendo una via sbagliata. Oggi è la volta dell'analista americano Fareed Zakaria, il quale ricorda che usare le giuste preoccupazioni per il deficit e il debito come 'giustificazione per imporre drastici tagli alla spesa nel pieno della peggiore crisi economica degli ultimi ottant'anni, è stato un errore'. La politica migliore - aggiunge - è quella anticiclica: tagliare nelle fasi di espansione e spendere in tempi di crisi. L'Europa sta facendo il contrario, con l'effetto di un peggioramento dei disavanzi di bilancio".
D'accordo, invece, con la spending review, ma non con i tagli alle forze dell'ordine è il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "In materia di spending review sosterremo con convinzione la lotta agli sprechi e alle spese inutili. Ma non consentiremo che lo Stato abbassi la guardia nella sicurezza e nel controllo del territorio. Un conto è razionalizzare acquisti e forniture per giusti risparmi. Altro è ipotizzare smantellamenti o riduzioni di presidi sul territorio. Su questo il Pdl dovrà essere determinato. Se qualcuno si illude di toccare stazioni dei Carabinieri o Commissariati sarà stroncato in Parlamento. Si combattano gli sprechi. Giù le mani da uffici essenziali per i cittadini. Chi vuole meno Carabinieri e meno Polizia sarà bocciato senza esitazioni. Ho avvertito Giarda da tempo", ha concluso.
Intanto la Bce rilancia l'accorpamento delle province come soluzione per ridurre i costi della politica. E poi insiste per riportare al centro dell'attenzione il capitolo concorrenza e liberalizzazioni per rilanciare la crescita. La Banca centrale europea fa sapere di guardare "con attenzione" alla spending review e insiste: accorpare le province "sarebbe l'unica,vera misura di taglio di costi della politica".
(29 aprile 2012)
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1
Ancora tagli alla scuola?