Podemos e affinità

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cardif
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da cardif »

pancho ha scritto:Una pubblicità formidabile
Questo spazio è 'praticabile' con discreto grado di piacevolezza, almeno secondo me. Ma pensare di poter arrivare chissà dove partendo da qua mi pare esagerato. Ho posto già un quesito a Cantone e l'ho riportato in un argomento aperto giorni fa. La mia domanda è stata posta, e c'è sul web. Nessuno se ne è accorto qua, figurati fuori.
Però spero lo stesso che qualcuno proponga un quesito a Landini, tanto per fare qualcosa. Iospero, che spera tanto in Landini, cosa gli vuole chiedere?

Intanto ho posto prima queste domande che ripropongo:

1) E' meglio che si formi un nuovo partito a sinistra del Pd? Che peso potrà avere? Col ballottaggio previsto nel nuovo sistema elettorale, quest'area dovrà astenersi e far vincere il CD o convergere comunque sul Pd?

2) E' meglio tentare di contenere all'interno del Pd il dissenso dalla linea attuale, cercando di cambiare questa linea e cambiare anche il segretario Renzi? Non tanto per avere una guida meno effervescente ma per averne una più attenta e di sinistra?

A me sembrano importanti, ma risposte non ne ho avute.
Si possono porre a Landini, anche se lui dirà che questo interessa il Pd ma che lui non è interessato ad entrare nella logica partitica e nemmeno a ripetere l'esperienza di Podemos.
Comunque se qualcuno vuole ...

cardif
Rom
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da Rom »

cardif ha scritto: 1) E' meglio che si formi un nuovo partito a sinistra del Pd? Che peso potrà avere? Col ballottaggio previsto nel nuovo sistema elettorale, quest'area dovrà astenersi e far vincere il CD o convergere comunque sul Pd?
2) E' meglio tentare di contenere all'interno del Pd il dissenso dalla linea attuale, cercando di cambiare questa linea e cambiare anche il segretario Renzi? Non tanto per avere una guida meno effervescente ma per averne una più attenta e di sinistra?
Bah, come dici tu, le risposte di Landini sono prevedibili. Ma sono importanti?
A me sembra che tutto somigli a una serie di candeline messe sulla torta, senza la torta: tutti corrono troppo con le parole, corrono al generale e al bersaglio grosso, mentre la politica e la vita sono fatti di catene molecolari. di situazioni e idee che si costruiscono secondo i meccanismi della "necessità logica".
Insomma, anche in questa fase, tutto continua come è andato nei vent'anni passati, cioè continue invenzioni, soprattutto verbali, una grande schiuma di massimi e minimi sistemi banalizzati al livello di talkshow: senza la possibilità di approfondire nulla, senza lasciar maturare nulla, né nelle sedi politiche canoniche, né soprattutto nella consapevolezza dei cittadini.
Comunque, possiamo provare a rispondere ale domande che hai fatto, laddove l'importante non è costituito dalle risposte, ma dai problemi che le risposte (quali che siano) pongono.

1 - La soluzione più logica è quella di astenersi: sarebbe strano fare una scissione o comunque creare una realtà alternativa al PD, e poi confluire nel PD nel momento elettorale. Più specificamnte, poi, se l'obiezione massima che si fa al PD renziano è quello di essersi spostato a destra: coerentemente, bisogna allora considere poco influente se a vincere è la destra, e allo stesso tempo una sconfitta del PD potrebbe favorire un suo recupero d'identità, oltre a smontare la sua personalizzazione.
2 - La risposta a questa domanda non può prescindere da una rilettura radicale del dissenso interno, prima di decidere cosa può o deve fare questo dissenso. In realtà, una risposta seria coinvolge tali e tanti argomenti che va ben al di là di una "opinione" - tra l'altro, c'è una storia dietro a questa domanda, in quasi due secoli di parlamentarismo, di partiti, di dissensi, correnti, scissioni, fusioni, movimenti, etc.
Intanto, il primo segno di vita che questo dissenso dovrebbe dare (per aspirare ad un ruolo più ambizioso) sarebbe di battersi per impedire che si consolidi un bipolarismo squinternato e artificioso, come l'attuale, e che le riforme costituzionali schifosette passino d opera di un parlamnto e con una maggioranza come l'attuale, contraddittorie e delegittimata sotto tutti gli aspetti.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
flaviomob
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da flaviomob »

Libera in realtà ha specificato che, essendo un'associazione di associazioni, non aderisce e non può aderire al progetto di Landini, che le adesioni avvengono da parte dei singoli a titolo personale, o da parte di singole associazioni.

http://www.huffingtonpost.it/2015/03/17 ... 83932.html?
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
pancho
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da pancho »

flaviomob ha scritto:Libera in realtà ha specificato che, essendo un'associazione di associazioni, non aderisce e non può aderire al progetto di Landini, che le adesioni avvengono da parte dei singoli a titolo personale, o da parte di singole associazioni.

http://www.huffingtonpost.it/2015/03/17 ... 83932.html?
Dice don Ciotti
Libera deve restare fuori da questi giochi".
Ma che giochi sarebbero questi, don Ciotti? Chiedere l'adesione a questa iniziativa affinchè il mondo del lavoro possa avere la sua parte dignitosa in una societa', questi sono da considerarsi dei giochi?

"Il governo sman­tella lo Sta­tuto dei lavo­ra­tori, con il Job Act mette soldi in tasca agli impren­di­tori lascian­doli liberi di licen­ziare, non dà il red­dito di cit­ta­di­nanza ma anzi tagli gli ammor­tiz­za­tori sociali, non blocca la catena di appalti e subap­palti che fa pro­li­fe­rare gli affari dei clan", e tu don Ciotti, alla richiesta da parte della Fiom di aderire a questo manifesto per dare un aiuto a questo mondo del lavoro e non solo rispondi che non ti vuoi immischiare in questi giochi?

E quando questo mondo aderisce alle iniziative di "libera" allora non possono essere considerati anche questi dei giochi?

Dove stà la differanza?

Ora e' il momento di fare i nomi, don Ciotti e ora questi nomi li sappiamo.

Rimanere sul vago non serve piu'.

Dire di lavorare contro la mafia non basta piu'.

Ora sappiamo i nomi e questi li dobbiamo dire ad alta voce e in qualsiasi momento. Questo e' uno dei tanti momenti.

Il tuo ragionamento, ma spero di sbagliarmi, sembra un voler dare un colpo alla botte e uno al cerchio mentre ora siamo costretti a fare delle distinzioni anche se questo comporta a prendere nette posizioni anche contro un certo potere politico che ha un nome e pure un cognome ben preciso.
Forse di questo hai paura? Di averli contro e quindi avere ulteriore difficoltà nell "tua lotta"?


Mah.... Sto' ripensando a chi daro' il mio prossimo 5 x mille. :o :o


un salutone

ps:
Ho mandato una email a Don Ciotti chiedendo delle spiegazioni riguardo le sue dichiarazioni al huffingtonpost e anche alle mie precise domande che ho posto anche qui.
Sono in attesa che mi risponda sperando che non rientri pure Lu iin quella ormai logica esistente del rapporto fra cittadini ed eletti.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
aaaa42
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da aaaa42 »

per cardif la lotta di classe esiste eccome ma hanno vinto i padroni. se questo e vero non vedo problema tra destra e PD anzi il più sociale oggettivamente e stato Berlusconi. contano le politiche e il PD ogni giorno sul sociale e sul lavoro e un partito di destra .
il nostro problema e costruire qualcosa tipo Grecia e Spagna . e magari trovare un dialogo con la destra sociale ma antifascista e non violenta.
cardif
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da cardif »

Rom ha scritto: Bah, come dici tu, le risposte di Landini sono prevedibili. Ma sono importanti?
caro Rom,
avevo scritto prima le due domande che pongono un problema di alternativa di via da intraprendere: l'una o l'altra.
Naturalmente me la sono posta per me, ma riguarda l'area dissidente interna al Pd e tutta l'area esterna, compresa quella a cui si rivolge Landini.
Quale via tentare di praticare e in che modo, per ridare una possibilità alle scelte di sinistra di affermarsi?
Poi, considerata la proposta di Pancho, le avevo riscritte come possibili domande da porre a Landini, giusto per proporre qualcosa.
Al momento Landini non dice di voler fondare un partito, anche sei il suo tentativo viene paragonato a Podemos:
"Raduno e lancio del manifesto - Nasce la «Podemos» di Landini" (titolo del Corriere del 13 marzo)
Ho pensato che quella che ho scritto potesse essere la risposta di Landini, ma è ovvio che non è la sua risposta ad essere importante. E' la scelta che chi può deve fare.

1) Landini ci prova, fuori del Pd. Ce la farà? Non ce la farà? Chi lo sa. Secondo me non potrà avere lo stesso successo di Podemos perché non ha una visione politica. Che del resto dice: "Dovremmo trovare il modo di dare forma e forza ad un progetto innovativo, individuando punti di programma condivisi". Alquanto vago come inizio, secondo me.
La posizione più rilevante di Podemos è quella di battersi contro"il bipartitismo che ha governato dalla fine del franchismo in poi e che Podemos chiama appunto “il regime del ’78” (quando fu approvata la Costituzione). Negli ultimi 37 anni, popolari e socialisti si sono alternati al potere garantendo in una prima fase stabilità, democrazia e benessere, ma anche costituendo sul lungo termine un establishment di potere corrotto." Come ho riportato prima.
L'affinità tra la visione sul bipolarismo in Spagna e quella italiana attuale ce la vedo.

http://espresso.repubblica.it/attualita ... a-1.202585
A Roma c'è stato Veltroni-Alemanno e adesso Marino. Ma a leggere il libro di Abbate e Lillo sulla cosca bipartisan (vedi L'Espresso) alla fine si è creato un sistema politico colluso col malaffare che non è stato bloccato dal bipolarismo, dall'alternanza.
A livello di governo, poi, ci troviamo nella situazione nota: non si può certo dire che il centrosinistra, che pore ha avuto la maggioranza anche se non schiacciante, governi secondo i suoi principi, no?

2) Poi c'è la posizione di Bersani:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... a/1505348/
Minoranza Pd, Bersani: “Io fuori? Andate via voi, questo partito è casa mia

Questo è il dilemma, secondo me.
cardif
cielo 70
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da cielo 70 »

aaaa42 ha scritto:per cardif la lotta di classe esiste eccome ma hanno vinto i padroni. se questo e vero non vedo problema tra destra e PD anzi il più sociale oggettivamente e stato Berlusconi. contano le politiche e il PD ogni giorno sul sociale e sul lavoro e un partito di destra .
il nostro problema e costruire qualcosa tipo Grecia e Spagna . e magari trovare un dialogo con la destra sociale ma antifascista e non violenta.
Non si capisce come fa a esistere una destra che s'interessi al sociale e che non sia autoritaria. Diventa automaticamente di sinistra.
Rom
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Re: Podemos e affinità

Messaggio da Rom »

cielo 70 ha scritto:
aaaa42 ha scritto:per cardif la lotta di classe esiste eccome ma hanno vinto i padroni. se questo e vero non vedo problema tra destra e PD anzi il più sociale oggettivamente e stato Berlusconi. contano le politiche e il PD ogni giorno sul sociale e sul lavoro e un partito di destra .
il nostro problema e costruire qualcosa tipo Grecia e Spagna . e magari trovare un dialogo con la destra sociale ma antifascista e non violenta.
Non si capisce come fa a esistere una destra che s'interessi al sociale e che non sia autoritaria. Diventa automaticamente di sinistra.
Hai ragione. Ma questa (anche questa) è una questione antica: basta andare a rileggere la storia del sindacalismo agli inizi del '900, e dei movimenti anti-borghesi a cavallo dei due secoli passati, dove si vede anche una sinistra che diventa destra, anche se non prprio automaticamente. Per non parlare del "sociale" di matrice cattolica, che non è facilmente riconducibile né alla destra, né alla sinistra.
Questo complicato sviluppo delle vicende socio-politiche del '900 ha portato a una situazione ideologicamnte enigmatica, che nessuno ha avuto più la capacità e la voglia di risolvere, soprattutto dopo l'avvento della democrazia post-industriale, che già di suo ha introdotto un ulteriore fattore di calcolo e ha reso obsoleti alcuni dei punti forti del confronto sociale precedente.
La politica, specialmente a sinistra, di fronte all'enigma, ha pensato di uscirne ignorandolo e scavalcandolo, adottando una soluzione pragmatica: non più l'impianto ideologico che produce i fatti politici, ma i fatti che producono una giustificazione ideologica, il che corrisponde alla dismissione pressoché totale di una politica che discende da una visione del mondo e da un qualunque tipo di progettualità - o meglio, l'adozione di una progettualità di breve respiro, al servizio del tatticismo e del consenso elettorale.

Tutto ciò è equivalso a una sorta di disarmo unilaterale, da parte della sinistra, contro le "ideologie di fatto" alle quali è improntato il sistema socio-economico del capitalismo globale.
Allo stesso tempo, ha fatto sì che la sinistra "di governo" possa essere misurata solo nella sua capacità di manutenzione del sistema, indipendentemente dal fatto che si riconosca o no nel sistema stesso: questione che è lasciata in sospeso, di fatto irrilevante.
Quindi, non meraviglia se una destra priva di autoritarismo e una sinistra priva di "trascendenza" possono incontrarsi: di fatto entrambe, così fatte, sono nient'altro che partiti centristi, che si differenziano non più (forse meno) di quanto non avvenisse tra le correnti della vecchia DC.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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