GRECIA-RI-ELEZIONI POLITICHE 2012-17 GIUGNO
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
ALLA VIGILIA DELLE POLITICHE
Grecia al voto, ma rischia un'altra paralisi
In Parlamento potrebbero entrare 8-10 partiti e la «grande coalizione» sarà difficile tra pro e contro Bce e Unione Europea
Antonio Ferrari
ATENE - Mai un'elezione greca era stata seguita con tanto interesse e apprensione non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo. I mercati del pianeta sanno già che un risultato incerto o confuso può provocare una nuova tempesta finanziaria, mentre un esito nel segno della stabilità verrebbe accolto con un po' di fiducia. In sostanza, i greci devono scegliere tra chi accetta il «memorandum» degli impegni presi con la Bce, l'Unione europea e il Fondo monetario, e chi non ne vuole assolutamente sapere. La tensione, che per qualcuno sembra autentica paura, è il vero tiranno di queste ore, in un Paese sfiancato da quasi cinque anni di recessione, e spaventato dal proprio destino.
PARLAMENTO - Le uniche notizie sicure per ora sono due: la geografia del Parlamento (300 seggi) cambierà radicalmente, con l'ingresso complessivo di almeno otto, se non dieci partiti; e gli indecisi sono tanti. Decisamente troppi. Basterebbe un elemento per consentire almeno una prima riflessione: i due maggiori partiti greci, il socialista Pasok e il centro destra di Nuova democrazia alle ultime elezioni avevano complessivamente il 78 per cento dei voti, con il netto vantaggio del partito di centro-sinistra; oggi, seppur con ruoli capovolti, cioè con il vantaggio di Nuova democrazia, i due partiti, assieme, prenderebbero (secondo i sondaggi) meno del 40 per cento.
GRANDE COALIZIONE - Sarebbe quindi insufficiente persino una «grande coalizione» ( abbastanza innaturale in un Paese di forti passioni) per raggiungere i 151 seggi necessari per governare. Si renderebbe necessario, a quel punto, allargare la coalizione ad altri partiti assai poco inclini ad accettare, condividere, e pagare il prezzo politico e sociale di nuovi durissimi sacrifici. La crisi, in un Paese in bancarotta tecnica ma per adesso salvato dal baratro e imbucato in un salvagente alla periferia dell'eurozona, è così devastante da aver prodotto un fenomeno distruttivo: la spaccatura di tutti i tradizionali partiti, che hanno perduto una o due costole, con la sola eccezione dei comunisti del Kke, permeati da nostalgie staliniste.
ESTREMISMI - Il Kke navigava attorno al 10 per cento dei consensi e non è cambiato, perchè i sondaggi gli danno più o meno lo stesso risultato. Tutti gli altri partiti hanno subito decurtazioni: Nuova democrazia, che alla sua destra aveva soltanto i nazionalisti del Laos, ha visto la nascita di altre due formazioni, gli intransigenti demagoghi del movimento Greci Indipendenti e gli estremisti di Alba d'Oro, un gruppo che si riconosce in molti capitoli della dottrina nazista. Nella Grecia che ha conosciuto l'onta e la vergogna della dittatura militare dal 1967 al 1974 pensare che Alba d'Oro entri comodamente in parlamento con quasi il 6 per cento dei voti provoca ben più di un brivido.
Sostenitrice del Pasok (Reuters)
PASOK PERDE PEZZI - Il Pasok ha continuato a perdere pezzi, e dal 44 per cento del 2009 potrebbe prendere adesso poco più del 16. L'ultima ferita è stata provocata dal partito Dimar di Fotis Kuvelis, che da una parte ha raccolto tutti gli stanchi e i delusi dai socialisti, e dall'altra sta spolpando la Coalizione di sinistra, che oggi si chiama Syriza, da cui Dimar proviene. Le liti nella grande famiglia della sinistra, una costante non solo europea, sono anche qui durissime. Forse, tra tante divisioni, potrebbero avvantaggiarsi i verdi e anche il piccolo partito liberale dell'ex ministro degli esteri Dora Bakojannis, in corsa per superare quel 3 per cento necessario per entrare in Parlamento.
VOTO INCERTO - Voto più confuso, quindi, è quasi impossibile immaginare. C'è chi si affida alla speranza, chi a un miracolo. Il Pasok, in crisi di leadership e di candidature credibili, presenta come capolista degli eletti onorari (che non hanno dovuto fare campagna) non un politico, ma l'eroe nazionale e plurimedagliato alle Olimpiadi nel sollevamento pesi. E' Pirros Dimas, greco-albanese, amato da tutti ed emblema di un'integrazione vincente. Per un partito come il Pasok che si richiama ancora ai valori della sinistra, è stata una scelta comprensibile.
5 maggio 2012 | 22:07
Grecia al voto, ma rischia un'altra paralisi
In Parlamento potrebbero entrare 8-10 partiti e la «grande coalizione» sarà difficile tra pro e contro Bce e Unione Europea
Antonio Ferrari
ATENE - Mai un'elezione greca era stata seguita con tanto interesse e apprensione non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo. I mercati del pianeta sanno già che un risultato incerto o confuso può provocare una nuova tempesta finanziaria, mentre un esito nel segno della stabilità verrebbe accolto con un po' di fiducia. In sostanza, i greci devono scegliere tra chi accetta il «memorandum» degli impegni presi con la Bce, l'Unione europea e il Fondo monetario, e chi non ne vuole assolutamente sapere. La tensione, che per qualcuno sembra autentica paura, è il vero tiranno di queste ore, in un Paese sfiancato da quasi cinque anni di recessione, e spaventato dal proprio destino.
PARLAMENTO - Le uniche notizie sicure per ora sono due: la geografia del Parlamento (300 seggi) cambierà radicalmente, con l'ingresso complessivo di almeno otto, se non dieci partiti; e gli indecisi sono tanti. Decisamente troppi. Basterebbe un elemento per consentire almeno una prima riflessione: i due maggiori partiti greci, il socialista Pasok e il centro destra di Nuova democrazia alle ultime elezioni avevano complessivamente il 78 per cento dei voti, con il netto vantaggio del partito di centro-sinistra; oggi, seppur con ruoli capovolti, cioè con il vantaggio di Nuova democrazia, i due partiti, assieme, prenderebbero (secondo i sondaggi) meno del 40 per cento.
GRANDE COALIZIONE - Sarebbe quindi insufficiente persino una «grande coalizione» ( abbastanza innaturale in un Paese di forti passioni) per raggiungere i 151 seggi necessari per governare. Si renderebbe necessario, a quel punto, allargare la coalizione ad altri partiti assai poco inclini ad accettare, condividere, e pagare il prezzo politico e sociale di nuovi durissimi sacrifici. La crisi, in un Paese in bancarotta tecnica ma per adesso salvato dal baratro e imbucato in un salvagente alla periferia dell'eurozona, è così devastante da aver prodotto un fenomeno distruttivo: la spaccatura di tutti i tradizionali partiti, che hanno perduto una o due costole, con la sola eccezione dei comunisti del Kke, permeati da nostalgie staliniste.
ESTREMISMI - Il Kke navigava attorno al 10 per cento dei consensi e non è cambiato, perchè i sondaggi gli danno più o meno lo stesso risultato. Tutti gli altri partiti hanno subito decurtazioni: Nuova democrazia, che alla sua destra aveva soltanto i nazionalisti del Laos, ha visto la nascita di altre due formazioni, gli intransigenti demagoghi del movimento Greci Indipendenti e gli estremisti di Alba d'Oro, un gruppo che si riconosce in molti capitoli della dottrina nazista. Nella Grecia che ha conosciuto l'onta e la vergogna della dittatura militare dal 1967 al 1974 pensare che Alba d'Oro entri comodamente in parlamento con quasi il 6 per cento dei voti provoca ben più di un brivido.
Sostenitrice del Pasok (Reuters)
PASOK PERDE PEZZI - Il Pasok ha continuato a perdere pezzi, e dal 44 per cento del 2009 potrebbe prendere adesso poco più del 16. L'ultima ferita è stata provocata dal partito Dimar di Fotis Kuvelis, che da una parte ha raccolto tutti gli stanchi e i delusi dai socialisti, e dall'altra sta spolpando la Coalizione di sinistra, che oggi si chiama Syriza, da cui Dimar proviene. Le liti nella grande famiglia della sinistra, una costante non solo europea, sono anche qui durissime. Forse, tra tante divisioni, potrebbero avvantaggiarsi i verdi e anche il piccolo partito liberale dell'ex ministro degli esteri Dora Bakojannis, in corsa per superare quel 3 per cento necessario per entrare in Parlamento.
VOTO INCERTO - Voto più confuso, quindi, è quasi impossibile immaginare. C'è chi si affida alla speranza, chi a un miracolo. Il Pasok, in crisi di leadership e di candidature credibili, presenta come capolista degli eletti onorari (che non hanno dovuto fare campagna) non un politico, ma l'eroe nazionale e plurimedagliato alle Olimpiadi nel sollevamento pesi. E' Pirros Dimas, greco-albanese, amato da tutti ed emblema di un'integrazione vincente. Per un partito come il Pasok che si richiama ancora ai valori della sinistra, è stata una scelta comprensibile.
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
ALLA VIGILIA DELLE POLITICHE
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In Parlamento potrebbero entrare 8-10 partiti e la «grande coalizione» sarà difficile tra pro e contro Bce e Unione Europea
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ATENE - Mai un'elezione greca era stata seguita con tanto interesse e apprensione non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo. I mercati del pianeta sanno già che un risultato incerto o confuso può provocare una nuova tempesta finanziaria, mentre un esito nel segno della stabilità verrebbe accolto con un po' di fiducia. In sostanza, i greci devono scegliere tra chi accetta il «memorandum» degli impegni presi con la Bce, l'Unione europea e il Fondo monetario, e chi non ne vuole assolutamente sapere. La tensione, che per qualcuno sembra autentica paura, è il vero tiranno di queste ore, in un Paese sfiancato da quasi cinque anni di recessione, e spaventato dal proprio destino.
PARLAMENTO - Le uniche notizie sicure per ora sono due: la geografia del Parlamento (300 seggi) cambierà radicalmente, con l'ingresso complessivo di almeno otto, se non dieci partiti; e gli indecisi sono tanti. Decisamente troppi. Basterebbe un elemento per consentire almeno una prima riflessione: i due maggiori partiti greci, il socialista Pasok e il centro destra di Nuova democrazia alle ultime elezioni avevano complessivamente il 78 per cento dei voti, con il netto vantaggio del partito di centro-sinistra; oggi, seppur con ruoli capovolti, cioè con il vantaggio di Nuova democrazia, i due partiti, assieme, prenderebbero (secondo i sondaggi) meno del 40 per cento.
GRANDE COALIZIONE - Sarebbe quindi insufficiente persino una «grande coalizione» ( abbastanza innaturale in un Paese di forti passioni) per raggiungere i 151 seggi necessari per governare. Si renderebbe necessario, a quel punto, allargare la coalizione ad altri partiti assai poco inclini ad accettare, condividere, e pagare il prezzo politico e sociale di nuovi durissimi sacrifici. La crisi, in un Paese in bancarotta tecnica ma per adesso salvato dal baratro e imbucato in un salvagente alla periferia dell'eurozona, è così devastante da aver prodotto un fenomeno distruttivo: la spaccatura di tutti i tradizionali partiti, che hanno perduto una o due costole, con la sola eccezione dei comunisti del Kke, permeati da nostalgie staliniste.
ESTREMISMI - Il Kke navigava attorno al 10 per cento dei consensi e non è cambiato, perchè i sondaggi gli danno più o meno lo stesso risultato. Tutti gli altri partiti hanno subito decurtazioni: Nuova democrazia, che alla sua destra aveva soltanto i nazionalisti del Laos, ha visto la nascita di altre due formazioni, gli intransigenti demagoghi del movimento Greci Indipendenti e gli estremisti di Alba d'Oro, un gruppo che si riconosce in molti capitoli della dottrina nazista. Nella Grecia che ha conosciuto l'onta e la vergogna della dittatura militare dal 1967 al 1974 pensare che Alba d'Oro entri comodamente in parlamento con quasi il 6 per cento dei voti provoca ben più di un brivido.
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PASOK PERDE PEZZI - Il Pasok ha continuato a perdere pezzi, e dal 44 per cento del 2009 potrebbe prendere adesso poco più del 16. L'ultima ferita è stata provocata dal partito Dimar di Fotis Kuvelis, che da una parte ha raccolto tutti gli stanchi e i delusi dai socialisti, e dall'altra sta spolpando la Coalizione di sinistra, che oggi si chiama Syriza, da cui Dimar proviene. Le liti nella grande famiglia della sinistra, una costante non solo europea, sono anche qui durissime. Forse, tra tante divisioni, potrebbero avvantaggiarsi i verdi e anche il piccolo partito liberale dell'ex ministro degli esteri Dora Bakojannis, in corsa per superare quel 3 per cento necessario per entrare in Parlamento.
VOTO INCERTO - Voto più confuso, quindi, è quasi impossibile immaginare. C'è chi si affida alla speranza, chi a un miracolo. Il Pasok, in crisi di leadership e di candidature credibili, presenta come capolista degli eletti onorari (che non hanno dovuto fare campagna) non un politico, ma l'eroe nazionale e plurimedagliato alle Olimpiadi nel sollevamento pesi. E' Pirros Dimas, greco-albanese, amato da tutti ed emblema di un'integrazione vincente. Per un partito come il Pasok che si richiama ancora ai valori della sinistra, è stata una scelta comprensibile.
5 maggio 2012 | 22:07
Grecia al voto, ma rischia un'altra paralisi
In Parlamento potrebbero entrare 8-10 partiti e la «grande coalizione» sarà difficile tra pro e contro Bce e Unione Europea
Antonio Ferrari
ATENE - Mai un'elezione greca era stata seguita con tanto interesse e apprensione non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo. I mercati del pianeta sanno già che un risultato incerto o confuso può provocare una nuova tempesta finanziaria, mentre un esito nel segno della stabilità verrebbe accolto con un po' di fiducia. In sostanza, i greci devono scegliere tra chi accetta il «memorandum» degli impegni presi con la Bce, l'Unione europea e il Fondo monetario, e chi non ne vuole assolutamente sapere. La tensione, che per qualcuno sembra autentica paura, è il vero tiranno di queste ore, in un Paese sfiancato da quasi cinque anni di recessione, e spaventato dal proprio destino.
PARLAMENTO - Le uniche notizie sicure per ora sono due: la geografia del Parlamento (300 seggi) cambierà radicalmente, con l'ingresso complessivo di almeno otto, se non dieci partiti; e gli indecisi sono tanti. Decisamente troppi. Basterebbe un elemento per consentire almeno una prima riflessione: i due maggiori partiti greci, il socialista Pasok e il centro destra di Nuova democrazia alle ultime elezioni avevano complessivamente il 78 per cento dei voti, con il netto vantaggio del partito di centro-sinistra; oggi, seppur con ruoli capovolti, cioè con il vantaggio di Nuova democrazia, i due partiti, assieme, prenderebbero (secondo i sondaggi) meno del 40 per cento.
GRANDE COALIZIONE - Sarebbe quindi insufficiente persino una «grande coalizione» ( abbastanza innaturale in un Paese di forti passioni) per raggiungere i 151 seggi necessari per governare. Si renderebbe necessario, a quel punto, allargare la coalizione ad altri partiti assai poco inclini ad accettare, condividere, e pagare il prezzo politico e sociale di nuovi durissimi sacrifici. La crisi, in un Paese in bancarotta tecnica ma per adesso salvato dal baratro e imbucato in un salvagente alla periferia dell'eurozona, è così devastante da aver prodotto un fenomeno distruttivo: la spaccatura di tutti i tradizionali partiti, che hanno perduto una o due costole, con la sola eccezione dei comunisti del Kke, permeati da nostalgie staliniste.
ESTREMISMI - Il Kke navigava attorno al 10 per cento dei consensi e non è cambiato, perchè i sondaggi gli danno più o meno lo stesso risultato. Tutti gli altri partiti hanno subito decurtazioni: Nuova democrazia, che alla sua destra aveva soltanto i nazionalisti del Laos, ha visto la nascita di altre due formazioni, gli intransigenti demagoghi del movimento Greci Indipendenti e gli estremisti di Alba d'Oro, un gruppo che si riconosce in molti capitoli della dottrina nazista. Nella Grecia che ha conosciuto l'onta e la vergogna della dittatura militare dal 1967 al 1974 pensare che Alba d'Oro entri comodamente in parlamento con quasi il 6 per cento dei voti provoca ben più di un brivido.
Sostenitrice del Pasok (Reuters)
PASOK PERDE PEZZI - Il Pasok ha continuato a perdere pezzi, e dal 44 per cento del 2009 potrebbe prendere adesso poco più del 16. L'ultima ferita è stata provocata dal partito Dimar di Fotis Kuvelis, che da una parte ha raccolto tutti gli stanchi e i delusi dai socialisti, e dall'altra sta spolpando la Coalizione di sinistra, che oggi si chiama Syriza, da cui Dimar proviene. Le liti nella grande famiglia della sinistra, una costante non solo europea, sono anche qui durissime. Forse, tra tante divisioni, potrebbero avvantaggiarsi i verdi e anche il piccolo partito liberale dell'ex ministro degli esteri Dora Bakojannis, in corsa per superare quel 3 per cento necessario per entrare in Parlamento.
VOTO INCERTO - Voto più confuso, quindi, è quasi impossibile immaginare. C'è chi si affida alla speranza, chi a un miracolo. Il Pasok, in crisi di leadership e di candidature credibili, presenta come capolista degli eletti onorari (che non hanno dovuto fare campagna) non un politico, ma l'eroe nazionale e plurimedagliato alle Olimpiadi nel sollevamento pesi. E' Pirros Dimas, greco-albanese, amato da tutti ed emblema di un'integrazione vincente. Per un partito come il Pasok che si richiama ancora ai valori della sinistra, è stata una scelta comprensibile.
5 maggio 2012 | 22:07
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
PUNITI I PARTITI CHE HANNO SOSTENUTO IL GOVERNO DI PAPADEMOS
Grecia, crollano i partiti pro-euro
Minacce di neofascisti in alcuni seggi
Nuova Democrazia in testa, segue Syriza. Alba d'Oro entra in Parlamento: minacce a elettori e rappresentanti di sinistra
MILANO-Un terremoto scuote la Grecia. Secondo il primo exit poll i partiti che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos sono stati puniti alle urne. Tanto che i socialisti del Pasok (13-17%) potrebbero essere scalzati da Syriza (15,5-18%), coalizione di estrema sinistra contro il piano di rigore imposto al Paese dalla Troika. In testa rimane Nuova Democrazia (17-20%) che però non riuscirebbe, almeno con questi risultati, a formare un governo. Un voto di rabbia e stanchezza. E che premia anche la formazione Alba D'Oro, di ispirazione neofascista, arrivando all'8 per cento. Per la prima volta in Parlamento.
GLI ATTACCHI- Gli stessi militanti che in mattinata hanno minacciato elettori in alcuni seggi di Atene. «Sono arrivati in auto. In una quindicina hanno bloccato la strada. Poi all'interno dei seggi hanno minacciato e insultato elettori e rappresentanti di sinistra». La denuncia del partito Antarsya. Due attacchi sono stati confermati dalla polizia che però ha deciso di non fornire dettagli. Oltre agli episodi denunciati ad Atene, gli abitanti di due piccoli villaggi nella regione di Trikala (nordovest della Grecia) non hanno votato per protestare contro le conseguenze della generale austerità. Tre persone sono state arrestate perché cercavano di comprare voti per Nuova Democrazia: in cambio davano benzina gratis.
IN PARLAMENTO- Insomma, un'ombra scura aleggia sul Paese. Il partito Chrissy Avhi, guidato da Nikolaos Michaloliakos, conferma una tendenza europea verso l'estremismo di destra, come è successo in Francia con il 18 per cento ottenuto da Marine Le Pen al primo turno. Intanto Syriza, di Fotis Kouvelis, scalza il Pasok e diventa il secondo partito dimostrando che chi ha appoggiato il governo tecnico è stato punito. L'affluenza ha visto molti giovani recarsi alle urne, loro che sono stufi di questa politica di austerity che «ci sta mangiando la vita». Insomma, in molti guardano al Paese con il fiato sospeso, anche perché se questi risultati venissero confermati, si allontana la possibilità di formare un esecutivo che mantenga i patti presi da Papademos con Bce, Fmi e Commissione europea. Per ora Nuova Democrazia cercherà di creare un governo di coalizione e non chiederà un nuovo ricorso alle urne. «Comunque vada sarà una sconfitta», per le strade di Atene il sentimento sembra essere abbastanza condiviso.
B.Arg.
6 maggio 2012 | 19:23
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Corriere.it
Grecia, crollano i partiti pro-euro
Minacce di neofascisti in alcuni seggi
Nuova Democrazia in testa, segue Syriza. Alba d'Oro entra in Parlamento: minacce a elettori e rappresentanti di sinistra
MILANO-Un terremoto scuote la Grecia. Secondo il primo exit poll i partiti che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos sono stati puniti alle urne. Tanto che i socialisti del Pasok (13-17%) potrebbero essere scalzati da Syriza (15,5-18%), coalizione di estrema sinistra contro il piano di rigore imposto al Paese dalla Troika. In testa rimane Nuova Democrazia (17-20%) che però non riuscirebbe, almeno con questi risultati, a formare un governo. Un voto di rabbia e stanchezza. E che premia anche la formazione Alba D'Oro, di ispirazione neofascista, arrivando all'8 per cento. Per la prima volta in Parlamento.
GLI ATTACCHI- Gli stessi militanti che in mattinata hanno minacciato elettori in alcuni seggi di Atene. «Sono arrivati in auto. In una quindicina hanno bloccato la strada. Poi all'interno dei seggi hanno minacciato e insultato elettori e rappresentanti di sinistra». La denuncia del partito Antarsya. Due attacchi sono stati confermati dalla polizia che però ha deciso di non fornire dettagli. Oltre agli episodi denunciati ad Atene, gli abitanti di due piccoli villaggi nella regione di Trikala (nordovest della Grecia) non hanno votato per protestare contro le conseguenze della generale austerità. Tre persone sono state arrestate perché cercavano di comprare voti per Nuova Democrazia: in cambio davano benzina gratis.
IN PARLAMENTO- Insomma, un'ombra scura aleggia sul Paese. Il partito Chrissy Avhi, guidato da Nikolaos Michaloliakos, conferma una tendenza europea verso l'estremismo di destra, come è successo in Francia con il 18 per cento ottenuto da Marine Le Pen al primo turno. Intanto Syriza, di Fotis Kouvelis, scalza il Pasok e diventa il secondo partito dimostrando che chi ha appoggiato il governo tecnico è stato punito. L'affluenza ha visto molti giovani recarsi alle urne, loro che sono stufi di questa politica di austerity che «ci sta mangiando la vita». Insomma, in molti guardano al Paese con il fiato sospeso, anche perché se questi risultati venissero confermati, si allontana la possibilità di formare un esecutivo che mantenga i patti presi da Papademos con Bce, Fmi e Commissione europea. Per ora Nuova Democrazia cercherà di creare un governo di coalizione e non chiederà un nuovo ricorso alle urne. «Comunque vada sarà una sconfitta», per le strade di Atene il sentimento sembra essere abbastanza condiviso.
B.Arg.
6 maggio 2012 | 19:23
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
I neofascisti all'8%, ma è spaventoso.
e ci hanno pure rovinato il nome "ALBA" .
difficile ora fare un governo decente .... è ciò che temo di più possa avvenire in Italia .
e ci hanno pure rovinato il nome "ALBA" .
difficile ora fare un governo decente .... è ciò che temo di più possa avvenire in Italia .
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
camillobenso ha scritto:PUNITI I PARTITI CHE HANNO SOSTENUTO IL GOVERNO DI PAPADEMOS
Grecia, crollano i partiti pro-euro
Minacce di neofascisti in alcuni seggi
Nuova Democrazia in testa, segue Syriza. Alba d'Oro entra in Parlamento: minacce a elettori e rappresentanti di sinistra
MILANO-Un terremoto scuote la Grecia. Secondo il primo exit poll i partiti che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos sono stati puniti alle urne.
Tanto che i socialisti del Pasok (13-17%) potrebbero essere scalzati da Syriza (15,5-18%), coalizione di estrema sinistra .
...omissis...
Corriere.it
questo è il rischio che corre il PD se continua a sostenere la macelleria sociale Monti.
Bersani è avvisato...
p.s.
un velo pietoso su quei coglioni del corriere.it che definiscono Syriza di "estrema" sinistra.
Syriza ,guidata da fotis kouvelis ,sta per "sinistra democratica".
l'"estrema sinistra"sono quelli del KKE che otterrebbero una percentuale tra il 7 e il 9%.
p.s.
e gli "estremisti" ,quelli veri,sono coloro che hanno ridotto il popolo greco in quelle condizioni...
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Non una buona notiza l'avanzata dei topi neri.
Contento per il risultato del partito di sinistra che ha osteggiato i ricatti della bce.
Contento per il risultato del partito di sinistra che ha osteggiato i ricatti della bce.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
Grecia, sconfitti i partiti dell'austerity
la sinistra radicale supera i socialisti .
Nea Dimokratia crolla al 19%, il Pasok al 13, scavalcato al secondo posto da Syriza.
Le due maggiori forze politiche si dicono comunque intenzionate a formare un governo di coalizione, anche se non hanno la maggioranza assoluta.
L'estrema destra di Alba dorata entra in Parlamento con il 7%.
la sinistra radicale supera i socialisti .
Nea Dimokratia crolla al 19%, il Pasok al 13, scavalcato al secondo posto da Syriza.
Le due maggiori forze politiche si dicono comunque intenzionate a formare un governo di coalizione, anche se non hanno la maggioranza assoluta.
L'estrema destra di Alba dorata entra in Parlamento con il 7%.
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
ATENE - Gli elettori greci hanno punito i partiti che hanno sostenuto il piano di tagli e riforme imposto da Unione europea, Bce e Fmi. La destra di Nea Dimokratia di Antonis Samaras ha il 19,1% dei consensi contro il 33,5% ottenuto nelle precedenti elezioni. Va anche peggio al Pasok di Evangelos Venizelos che ottiene il 13,3% contro il 43,9% del 2009 e si vede scavalcato al secondo posto dalla sinistra radicale (Syriza) che conquista il 16,6%.
Con questi risultati le due forze politiche che per decenni hanno dominato la scena politica greca sfiorerebbero la maggioranza in Parlamento: i conservatori occuperebbero infatti 108 seggi e i socialisti 41, ovvero solo 150 su 300, non abbastanza per formare una coalizione stabile. I leader di entrambi i partiti maggiori hanno già parlato di alleanza di governo, ma con questi numeri sarà difficile governarnare. A Syriza andrebbero 51 parlamentari.
Con questi risultati le due forze politiche che per decenni hanno dominato la scena politica greca sfiorerebbero la maggioranza in Parlamento: i conservatori occuperebbero infatti 108 seggi e i socialisti 41, ovvero solo 150 su 300, non abbastanza per formare una coalizione stabile. I leader di entrambi i partiti maggiori hanno già parlato di alleanza di governo, ma con questi numeri sarà difficile governarnare. A Syriza andrebbero 51 parlamentari.
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
La protesta contro le misure di austerity varate dall'esecutivo tecnico con l'appoggio di Nea Dimokratia (Nd) e Pasok premia anche l'estrema destra neonazista di Alba dorata che supera la soglia di sbarramento del 3% e entra in Parlamento con il 6,9% dei consensi. I comunisti del KKE migliorano leggermente rispetto al 2009. Entrano nell'assemblea legislativa anche i Greci indipendenti (destra) e Sinistra democratica. Al di sotto della soglia del tre per cento necessaria per ottenere una rappresentanza parlamentare Verdi, Laos (estrema destra) e Alleanza Democratica (centrodestra).
La rabbia e la disillusione dei greci nei confronti della politica si è manifestata anche attraverso l'astensione, vicina al 40%.
La rabbia e la disillusione dei greci nei confronti della politica si è manifestata anche attraverso l'astensione, vicina al 40%.
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Re: GRECIA-ELEZIONI POLITICHE 2012
La frammentazione del quadro politico era ampiamente prevista, in un Paese messo in ginocchio dalla crisi economica e alle prese con un fortissimo scontro sociale di cui il voto è specchio fedele.
Il compito di formare il nuovo governo spetterà in prima battuta al partito con i consensi maggiori, che avrà tre giorni di tempo per dare vita a un governo, dopo di che il mandato passerà al secondo per altri tre giorni e poi al terzo.
Se nessuna coalizione sarà formata, seguiranno nuove elezioni, possibilità che preoccupa i mercati internazionali.
Ma le dichiarazioni a caldo di Samaras e Venizelos aprono a un'alleanza tra Nd e Pasok.
Il leader di Nea
Dimokratia ha proposto la formazione di un "governo di salvezza nazionale".
Ribadendo la necessità che il nuovo esecutivo avvii la ripresa per mantenere la Grecia in Europa e nell'eurozona, Samaras ha auspicato modifiche al Memorandum firmato con i creditori internazionali e ha concluso affermando di voler allargare la sua proposta a tutte le forze politiche disposte a muoversi su queste due direttrici.
Il compito di formare il nuovo governo spetterà in prima battuta al partito con i consensi maggiori, che avrà tre giorni di tempo per dare vita a un governo, dopo di che il mandato passerà al secondo per altri tre giorni e poi al terzo.
Se nessuna coalizione sarà formata, seguiranno nuove elezioni, possibilità che preoccupa i mercati internazionali.
Ma le dichiarazioni a caldo di Samaras e Venizelos aprono a un'alleanza tra Nd e Pasok.
Il leader di Nea
Dimokratia ha proposto la formazione di un "governo di salvezza nazionale".
Ribadendo la necessità che il nuovo esecutivo avvii la ripresa per mantenere la Grecia in Europa e nell'eurozona, Samaras ha auspicato modifiche al Memorandum firmato con i creditori internazionali e ha concluso affermando di voler allargare la sua proposta a tutte le forze politiche disposte a muoversi su queste due direttrici.
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