La crisi dell'Europa
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Re: La crisi dell'Europa
BREXIT
La Gran Bretagna è fuori dall’Ue
La sterlina crolla, mercati nel panico Farage: «È l’Independence Day»
Il 51,8% ha votato per lasciare l’Ue, il 48,1 per restare. Il leader euroscettico canta vittoria e chiede le dimissioni di Cameron. Dopo un avvio timoroso, i mercati asiatici crollano. Come la sterlina, ai minimi da 31 anni
di Antonella De Gregorio, Andrea Marinelli e Beatrice Montini
http://www.corriere.it/esteri/brexit/no ... dfdf.shtml
La Gran Bretagna è fuori dall’Ue
La sterlina crolla, mercati nel panico Farage: «È l’Independence Day»
Il 51,8% ha votato per lasciare l’Ue, il 48,1 per restare. Il leader euroscettico canta vittoria e chiede le dimissioni di Cameron. Dopo un avvio timoroso, i mercati asiatici crollano. Come la sterlina, ai minimi da 31 anni
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http://www.corriere.it/esteri/brexit/no ... dfdf.shtml
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Re: La crisi dell'Europa
LIBRE news
Brexit, il sogno si avvera: torna il fantasma della democrazia
Scritto il 24/6/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla. “The impossible made possible”: i primi dati consolidati sullo scrutinio inglese – la Brexit al 52%, nonostante l’efferato, “provvidenziale” omicidio dell’unionista Jo Cox, turpemente trasformata in martire della causa di Bruxelles – finisce per scomodare l’immaginario collettivo e mediatico, dal trionfalismo lirico dei sovranisti al catastrofismo apocalittico degli europeisti ad ogni costo, con le loro proiezioni infernali sulla “fine del mondo” in salsa britannica, l’annesso crollo della sterlina e l’armageddon delle Borse. Di fatto, la parola Brexit – che ha terrorizzato Obama e Cameron, la Merkel e Wall Street, Draghi e la Bce, cioè tutti i principali protagonisti “neri” del girone dantesco chiamato crisi, fatto di recessione e austerity, guerra e terrorismo – assume un significato sconcertante, di portata epocale: il ritorno della sovranità democratica, pura eresia che trionfa, in un continente narcotizzato da tecnocrati oscuri, dominato da lobby planetarie impegnate da quarant’anni a spegnere, svuotare, neutralizzare ogni residuo germe di democrazia.Brexit suona davvero come fine del mondo, di quel mondo: dal “there is no alternative” di Margaret Thatcher negli anni ‘80 al “padroni a casa nostra” del fatidico 2016. Non c’è alternativa all’iper-liberismo totalitario, neo-aristocratico e privatizzatore del regime fiscale del 3%, dell’Eurozona e del Ttip? A quanto pare, gli inglesi non concordano: una alternativa deve per forza esistere, altrimenti finisce anche il popolo – inteso come comunità votante, sociale ed economica. Da Londra sembra levarsi un boato, destinato ad assordare l’Occidente, fino a coprire di ridicolo anche i più recenti belati italiani: «Noi non siamo mai stati contrari all’Unione Europea, vorremmo solo che fosse un po’ più democratica», ha ripetuto di recente in televisione il grillino Di Battista, nel solco del Casaleggio che, alla vigilia delle europee, dichiarò a Marco Travaglio: «Noi non siamo contrari all’euro». Come se lo scenario fosse dominato dalla paura di dover sfidare apertamente un regime tenebroso, capace di tutto.Aspettiamoci qualsiasi cosa, scrive Federico Dezzani sul suo blog: dal voto inglese fino alle elezioni americane, c’è da temere colpi di coda inimmaginabili. Chi ha cercato in ogni modo di evitare la Brexit adesso farà l’impossibile per sbarrare la strada a Donald Trump, l’imprevedibile tycoon si cui il super-potere non si fida, anche perché – in mezzo a tante chiacchiere confuse e violente – accusa Obama e la Clinton per l’affermazione dell’Isis in Siria e blatera di accordi strategici con la Russia per porre termine alla sporchissima “guerra infinita” che sta ininterrottamente insanguinando il mondo a partire dall’11 Settembre. In questa chiave, hanno ripetuto svariati analisti, va letta anche la strategia della tensione in atto dal Medio Oriente agli Usa, fino agli attentati europei di Parigi e Bruxelles. Segnali che indicano che l’élite del “there is no alternative” è spaccata e inquieta, una parte del vertice planetario si sta defilando di fronte al conto spaventoso dei costi umani della privatizzazione globale, a partire dal massacro della Grecia, con guerre ovunque e l’esodo biblico dei profughi. Ma il voto inglese supera le manovre di vertice, e rimette in campo il fantasma di gran lunga più temuto dagli architetti del medioevo Ue: quello della democrazia.
Brexit, il sogno si avvera: torna il fantasma della democrazia
Scritto il 24/6/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla. “The impossible made possible”: i primi dati consolidati sullo scrutinio inglese – la Brexit al 52%, nonostante l’efferato, “provvidenziale” omicidio dell’unionista Jo Cox, turpemente trasformata in martire della causa di Bruxelles – finisce per scomodare l’immaginario collettivo e mediatico, dal trionfalismo lirico dei sovranisti al catastrofismo apocalittico degli europeisti ad ogni costo, con le loro proiezioni infernali sulla “fine del mondo” in salsa britannica, l’annesso crollo della sterlina e l’armageddon delle Borse. Di fatto, la parola Brexit – che ha terrorizzato Obama e Cameron, la Merkel e Wall Street, Draghi e la Bce, cioè tutti i principali protagonisti “neri” del girone dantesco chiamato crisi, fatto di recessione e austerity, guerra e terrorismo – assume un significato sconcertante, di portata epocale: il ritorno della sovranità democratica, pura eresia che trionfa, in un continente narcotizzato da tecnocrati oscuri, dominato da lobby planetarie impegnate da quarant’anni a spegnere, svuotare, neutralizzare ogni residuo germe di democrazia.Brexit suona davvero come fine del mondo, di quel mondo: dal “there is no alternative” di Margaret Thatcher negli anni ‘80 al “padroni a casa nostra” del fatidico 2016. Non c’è alternativa all’iper-liberismo totalitario, neo-aristocratico e privatizzatore del regime fiscale del 3%, dell’Eurozona e del Ttip? A quanto pare, gli inglesi non concordano: una alternativa deve per forza esistere, altrimenti finisce anche il popolo – inteso come comunità votante, sociale ed economica. Da Londra sembra levarsi un boato, destinato ad assordare l’Occidente, fino a coprire di ridicolo anche i più recenti belati italiani: «Noi non siamo mai stati contrari all’Unione Europea, vorremmo solo che fosse un po’ più democratica», ha ripetuto di recente in televisione il grillino Di Battista, nel solco del Casaleggio che, alla vigilia delle europee, dichiarò a Marco Travaglio: «Noi non siamo contrari all’euro». Come se lo scenario fosse dominato dalla paura di dover sfidare apertamente un regime tenebroso, capace di tutto.Aspettiamoci qualsiasi cosa, scrive Federico Dezzani sul suo blog: dal voto inglese fino alle elezioni americane, c’è da temere colpi di coda inimmaginabili. Chi ha cercato in ogni modo di evitare la Brexit adesso farà l’impossibile per sbarrare la strada a Donald Trump, l’imprevedibile tycoon si cui il super-potere non si fida, anche perché – in mezzo a tante chiacchiere confuse e violente – accusa Obama e la Clinton per l’affermazione dell’Isis in Siria e blatera di accordi strategici con la Russia per porre termine alla sporchissima “guerra infinita” che sta ininterrottamente insanguinando il mondo a partire dall’11 Settembre. In questa chiave, hanno ripetuto svariati analisti, va letta anche la strategia della tensione in atto dal Medio Oriente agli Usa, fino agli attentati europei di Parigi e Bruxelles. Segnali che indicano che l’élite del “there is no alternative” è spaccata e inquieta, una parte del vertice planetario si sta defilando di fronte al conto spaventoso dei costi umani della privatizzazione globale, a partire dal massacro della Grecia, con guerre ovunque e l’esodo biblico dei profughi. Ma il voto inglese supera le manovre di vertice, e rimette in campo il fantasma di gran lunga più temuto dagli architetti del medioevo Ue: quello della democrazia.
Ultima modifica di camillobenso il 24/06/2016, 9:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: La crisi dell'Europa
Adesso prepariamoci al peggio del peggio.
Cominceremo tutti a sentire colpa della UE e dei tecnocrati.
Colpa dei populisti, e di Cameron che vince le elezioni promettendo politiche che poi neanche condivide.
Mentre sulla seconda ipotesi posso in parte essere d'accordo: facile vincere sfruttando emotività e pancia del popolino.
Al tempo stesso in parte non sono d'accordo... se la pancia del popolino è vuota qualcuno non ha fatto il proprio dovere.
Chi non ha fatto il proprio dovere?
Il primo punto.
I tecnocrati UE.
Ma la UE non nasce per "evitare la guerra", come si sente dire oggi.
Nasce nel dopoguerra sull'onda della consapevolezza politica che alcuni bisogni umani minimi,
quando non soddisfatti, portano a instabilità sociali col rischio di derive totalitarie.
Il piano Marshall nasce per evitare il risorgere dei fascismi in Europa nel dopoguerra.
Il concetto di "servizi sociali" nasce similmente, anche se più in ottica anticomunista.
Il "mercato comune" nasce con l'idea di far convergere gli interessi dei popoli: primo fra tutti il lavoro dignitoso.
Basta dunque con le competizioni commerciali fraticide in europa.
I governi negoziano, definiscono e attuano piani industriali pan-europei con lo scopo di non portare i popoli
a una guerra fra poveri europea.
La UE cambia faccia negli anni 80-90.
Entrano proprio gli inglesi.
E portano in dote il disegno liberista.
Non decide la politica, ma il mercato autoregolante.
La politica, lo stato non interviene.
Anzi bisogna dedicare le risorse a scopi "produttivi".
E' così che la UE perde la propria anima, cancellando la propria missione originale.
Che era proprio la creazione di un mercato regolato che producesse prosperità, e non disperazione e miseria.
Però si da la colpa alla UE.
Come se la UE non attuasse proprio politiche definite a livello governativo.
Governi da decenni conservatori o, anche se progressisti, comunque del tutto allineati al paradigma liberista.
In piena globalizzazione imposta dal WTO, la risposta dei governi liberisti è stata: cinesizziamo tutto.
Poi diamo la colpa alla UE.
E nel frattempo, dato che ancora non basta la miseria che pervade il continente, negoziamo pure il TTIP.
Vediamo se il PD la fa questa analisi.
O se ripeterà il ritornello dei populismi.
Per ora Shultz e PSOE tacciono, come da decenni del resto.
Mentre Renzi da la colpa della tranvata alle amministrative alle "minoranze rosicone".
soloo42001
Cominceremo tutti a sentire colpa della UE e dei tecnocrati.
Colpa dei populisti, e di Cameron che vince le elezioni promettendo politiche che poi neanche condivide.
Mentre sulla seconda ipotesi posso in parte essere d'accordo: facile vincere sfruttando emotività e pancia del popolino.
Al tempo stesso in parte non sono d'accordo... se la pancia del popolino è vuota qualcuno non ha fatto il proprio dovere.
Chi non ha fatto il proprio dovere?
Il primo punto.
I tecnocrati UE.
Ma la UE non nasce per "evitare la guerra", come si sente dire oggi.
Nasce nel dopoguerra sull'onda della consapevolezza politica che alcuni bisogni umani minimi,
quando non soddisfatti, portano a instabilità sociali col rischio di derive totalitarie.
Il piano Marshall nasce per evitare il risorgere dei fascismi in Europa nel dopoguerra.
Il concetto di "servizi sociali" nasce similmente, anche se più in ottica anticomunista.
Il "mercato comune" nasce con l'idea di far convergere gli interessi dei popoli: primo fra tutti il lavoro dignitoso.
Basta dunque con le competizioni commerciali fraticide in europa.
I governi negoziano, definiscono e attuano piani industriali pan-europei con lo scopo di non portare i popoli
a una guerra fra poveri europea.
La UE cambia faccia negli anni 80-90.
Entrano proprio gli inglesi.
E portano in dote il disegno liberista.
Non decide la politica, ma il mercato autoregolante.
La politica, lo stato non interviene.
Anzi bisogna dedicare le risorse a scopi "produttivi".
E' così che la UE perde la propria anima, cancellando la propria missione originale.
Che era proprio la creazione di un mercato regolato che producesse prosperità, e non disperazione e miseria.
Però si da la colpa alla UE.
Come se la UE non attuasse proprio politiche definite a livello governativo.
Governi da decenni conservatori o, anche se progressisti, comunque del tutto allineati al paradigma liberista.
In piena globalizzazione imposta dal WTO, la risposta dei governi liberisti è stata: cinesizziamo tutto.
Poi diamo la colpa alla UE.
E nel frattempo, dato che ancora non basta la miseria che pervade il continente, negoziamo pure il TTIP.
Vediamo se il PD la fa questa analisi.
O se ripeterà il ritornello dei populismi.
Per ora Shultz e PSOE tacciono, come da decenni del resto.
Mentre Renzi da la colpa della tranvata alle amministrative alle "minoranze rosicone".
soloo42001
Ultima modifica di soloo42001 il 24/06/2016, 11:10, modificato 2 volte in totale.
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Re: La crisi dell'Europa
soloo42001 sottoscrivo ogni singola sillaba di quello che hai detto.
Ho sentito alcune dichiarazioni da parte di esponenti della UE e sembrano avere tutti una gran fretta che l'UK se ne vada veramente, qualcuno è sembrato anche sollevato come se pensasse:" finalmente se ne sono andati"...
Adesso aspettiamoci la quasi certa indipendenza della Scozia che vuole rimanere nella UE e forse anche quella dell'Irlanda del Nord europeista anch'essa (chissà che non si riesca a unire finalmente tutta l'Irlanda...).
Adesso l'UE deve dare un calcio ai "mercati" e ritornare a una politica sviluppo sociale e non liberista, unico modo per mettere all'angolo i provocatori tipo Le Pen, Salvini e compagnia bella... altrimenti viene giù tutto e in meno di 10 anni avremo di nuovo tante belle guerre in Europa.
Ho sentito alcune dichiarazioni da parte di esponenti della UE e sembrano avere tutti una gran fretta che l'UK se ne vada veramente, qualcuno è sembrato anche sollevato come se pensasse:" finalmente se ne sono andati"...
Adesso aspettiamoci la quasi certa indipendenza della Scozia che vuole rimanere nella UE e forse anche quella dell'Irlanda del Nord europeista anch'essa (chissà che non si riesca a unire finalmente tutta l'Irlanda...).
Adesso l'UE deve dare un calcio ai "mercati" e ritornare a una politica sviluppo sociale e non liberista, unico modo per mettere all'angolo i provocatori tipo Le Pen, Salvini e compagnia bella... altrimenti viene giù tutto e in meno di 10 anni avremo di nuovo tante belle guerre in Europa.
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Re: La crisi dell'Europa
Su questo argomento dell'uscita della Gran Bretagna dall'euro posso dire che era prevedibile. Molto prevedibile.
Questa Europa che con le sue politiche e con l'apertura delle frontiere ha impoverito come mai era successo nel passato tutto il ceto medio e le fascie più deboli ancor di piu'.
Su questa situazione pero si continuava a far terrorismo politico dichiarando che la situazione sarebbe ancora di piu' peggiorate e che milioni di Inglesi potevano perdere la loro pensione, mi viene ancora una volta da chiedere: Ma questi politici fanno gli interessi di chi? delle lobbies e quindi dei poteri forti o di tutta la popolazione?
Si continua ancor ora per paura dell'effetto domino far vedere che la scelta della Gran Bretagna e' stata una scelta folle ma ci si dimentica ancora che questa Europa cosi come e' stata costruita non funziona e non puo' funzionare.
Si si continuera su questa strada l'effetto domino sara' più che reale e sara' una strada aperta non solo in Europa ma anche fuori dall'Europa per qualsiasi si proponga ad eliminarla. L'europa dei popoli e della tecnologia che ci han fatto credere fin'ora NON ESISTE.
Esiste solo nella mente degli illusori e non so proprio se potra esistere sapendo che nell'idea dei padri fondatori non avrebbe mai potuto favorire i poteri forti.
A dirla tutta, io personalmente auspicavo questa uscita anche per il fatto che avrebbe messo in evidenza parecchie verità a noi nascoste.
Ora verificheremo cosa potrebbe accadere.
Presumo che non succeder' niente di catastrofirmo in Gran Bretagna poiche e' un mercato a cui tutti intendono partecipare e se non succeder' niente questa Europa come e' stata concepita scomparire in pochi anni e non sono sicuro poi possa rinascere dalle sue ceneri.
Per concludere dico solo che i vari Trump, Salvini, Farage e quant'altri, sono solo il frutto di una cattiva politica verso i veti meno abbienti messi a fare una guerra tra i poveri mente gli altri si sguazzavamo nei profitti mai cosi altri come in questi ultimi decenni.
Cosa allora ci si poteva aspettare da queste situazioni se non c'e' alcuna volonta di fare una Europa dei popoli come la intendevano i padri fondatori?
Si ritornera' con le frontiere, visto che non e' stata trovata alcuna soluzione sulla immigrazione.
Si ritornera' con i mercati nazionali e con gli accordi fra stati come succedeva anni orsona.
Quindi si ritornera' come prima se non si dimostrera' di cambiare strada. Ma si faccia in fretta se esistono le possibilità altrimenti le decisioni del popolo sovrano dovranno essere rispettate poiche non occorre avere l'aiuto del mago Otelma per capire quello che potrà succedere da qui in avanti.
un salutone
Questa Europa che con le sue politiche e con l'apertura delle frontiere ha impoverito come mai era successo nel passato tutto il ceto medio e le fascie più deboli ancor di piu'.
Su questa situazione pero si continuava a far terrorismo politico dichiarando che la situazione sarebbe ancora di piu' peggiorate e che milioni di Inglesi potevano perdere la loro pensione, mi viene ancora una volta da chiedere: Ma questi politici fanno gli interessi di chi? delle lobbies e quindi dei poteri forti o di tutta la popolazione?
Si continua ancor ora per paura dell'effetto domino far vedere che la scelta della Gran Bretagna e' stata una scelta folle ma ci si dimentica ancora che questa Europa cosi come e' stata costruita non funziona e non puo' funzionare.
Si si continuera su questa strada l'effetto domino sara' più che reale e sara' una strada aperta non solo in Europa ma anche fuori dall'Europa per qualsiasi si proponga ad eliminarla. L'europa dei popoli e della tecnologia che ci han fatto credere fin'ora NON ESISTE.
Esiste solo nella mente degli illusori e non so proprio se potra esistere sapendo che nell'idea dei padri fondatori non avrebbe mai potuto favorire i poteri forti.
A dirla tutta, io personalmente auspicavo questa uscita anche per il fatto che avrebbe messo in evidenza parecchie verità a noi nascoste.
Ora verificheremo cosa potrebbe accadere.
Presumo che non succeder' niente di catastrofirmo in Gran Bretagna poiche e' un mercato a cui tutti intendono partecipare e se non succeder' niente questa Europa come e' stata concepita scomparire in pochi anni e non sono sicuro poi possa rinascere dalle sue ceneri.
Per concludere dico solo che i vari Trump, Salvini, Farage e quant'altri, sono solo il frutto di una cattiva politica verso i veti meno abbienti messi a fare una guerra tra i poveri mente gli altri si sguazzavamo nei profitti mai cosi altri come in questi ultimi decenni.
Cosa allora ci si poteva aspettare da queste situazioni se non c'e' alcuna volonta di fare una Europa dei popoli come la intendevano i padri fondatori?
Si ritornera' con le frontiere, visto che non e' stata trovata alcuna soluzione sulla immigrazione.
Si ritornera' con i mercati nazionali e con gli accordi fra stati come succedeva anni orsona.
Quindi si ritornera' come prima se non si dimostrera' di cambiare strada. Ma si faccia in fretta se esistono le possibilità altrimenti le decisioni del popolo sovrano dovranno essere rispettate poiche non occorre avere l'aiuto del mago Otelma per capire quello che potrà succedere da qui in avanti.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: La crisi dell'Europa
Parole nobili le tue, Maucat.Maucat ha scritto:soloo42001 sottoscrivo ogni singola sillaba di quello che hai detto.
Ho sentito alcune dichiarazioni da parte di esponenti della UE e sembrano avere tutti una gran fretta che l'UK se ne vada veramente, qualcuno è sembrato anche sollevato come se pensasse:" finalmente se ne sono andati"...
Adesso aspettiamoci la quasi certa indipendenza della Scozia che vuole rimanere nella UE e forse anche quella dell'Irlanda del Nord europeista anch'essa (chissà che non si riesca a unire finalmente tutta l'Irlanda...).
Adesso l'UE deve dare un calcio ai "mercati" e ritornare a una politica sviluppo sociale e non liberista, unico modo per mettere all'angolo i provocatori tipo Le Pen, Salvini e compagnia bella... altrimenti viene giù tutto e in meno di 10 anni avremo di nuovo tante belle guerre in Europa.
Purtroppo questa Europa e' stata generata solo perché i mercati finanziari la volevano e non per altro. Le idee dei padri fondatori, e qui parliamo di oltre 50anni fa, avevano nella loro mente una europa dei popoli nella quale tutti potevano partecipare in un unico progetto e con uniche leggi di mercato e del lavoro.
Purtroppo nel frattempo le classi dominanti ha preso il potere e questo non e' stato più possibile poiche avrebbe stravolto il loro obiettivo e cioe' quello di spostare comodamente all'interno di questo nuovo soggetto i loro mercati cio che non sarebbe stata permesso con gli obiettivi originali.
La finanza ha il dominio sulla politica e se non capiamo questo e partiamo da questa consapevolezza saremmo continuamente in balia delle loro volontà e , come succede spesso quando questo hanno anche il potere sui media, diremo pure che hanno ragione!!!
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: La crisi dell'Europa
E' chiaro che se un'istituzione, ad esempio la commissione UE, non risponde DIRETTAMENTE E FREQUENTEMENTE al popolo, allora si espone a molteplici rischi.Su questa situazione pero si continuava a far terrorismo politico dichiarando che la situazione sarebbe ancora di piu' peggiorate e che milioni di Inglesi potevano perdere la loro pensione, mi viene ancora una volta da chiedere: Ma questi politici fanno gli interessi di chi? delle lobbies e quindi dei poteri forti o di tutta la popolazione?
1. di essere usata da altri (es. i governi nazionali) come paravento di politiche fallimentari proprie o comunitarie
2. di essere usata dalle lobby per portare avanti gli interessi dei "poteri forti"
3. di perdere di vista gli obiettivi veri in virtù dei quali l'istituzione esiste
Diventa un organo burocratico, svincolato dalla realtà sociale vera ed esposto a derive imprevedibili.
D'altronde va anche detto che senza una rinuncia previa a parte della sovranità nazionale, non è pensabile
che l'istituzione europea possa minimamente incidere, eletta o meno che sia.
soloo42001
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Re: La crisi dell'Europa
Probabilmente, magari per mia natura, e' un mio problema quello di vedere spesso il bicchiere mezzo vuoto ma detto questo te veramente pensi che quanto hai elencato sopra possa essere fattibile?soloo42001 ha scritto:E' chiaro che se un'istituzione, ad esempio la commissione UE, non risponde DIRETTAMENTE E FREQUENTEMENTE al popolo, allora si espone a molteplici rischi.Su questa situazione pero si continuava a far terrorismo politico dichiarando che la situazione sarebbe ancora di piu' peggiorate e che milioni di Inglesi potevano perdere la loro pensione, mi viene ancora una volta da chiedere: Ma questi politici fanno gli interessi di chi? delle lobbies e quindi dei poteri forti o di tutta la popolazione?
1. di essere usata da altri (es. i governi nazionali) come paravento di politiche fallimentari proprie o comunitarie
2. di essere usata dalle lobby per portare avanti gli interessi dei "poteri forti"
3. di perdere di vista gli obiettivi veri in virtù dei quali l'istituzione esiste
Diventa un organo burocratico, svincolato dalla realtà sociale vera ed esposto a derive imprevedibili.
D'altronde va anche detto che senza una rinuncia previa a parte della sovranità nazionale, non è pensabile
che l'istituzione europea possa minimamente incidere, eletta o meno che sia.
soloo42001
Io, personalmente , non sono di questo avviso fino a che la politica non riprenda in mano il compito che le spetta e non sia subalterna ai poteri forti.
Ma tutto questo, in un mondo globalizzato in cui ha fatti più forte i potere, sara' mai possibile?
Questa e' la domanda sovrana dalla quale, poi, potremo capire quello che e' possibile e quello che non sara' mai possibile
un salutone
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Re: La crisi dell'Europa
Ma tutto questo, in un mondo globalizzato in cui ha fatti più forte i potere, sara' mai possibile?
Esattamente.
No.
Per cui siamo fottuti.
Il punto dove voglio arrivare è che è velleitario pensare che senza una rinuncia
alla sovranità nazionale, in favore della costruzione di vere istituzioni europee
di natura politica e democratica, le istituzioni oggi esistenti in UE abbiano modo
di cambiare e incidere nella realtà.
E qui forse sono io il pessimista.
E neanche è pensabile che i governi nazionali, che definiscono le politiche europee
della commissione UE, ricordiamolo sempre, gridiamolo dai tetti please, oggi di
fronte alla Brexit rinsaviscano.
Sono governi già oggi uno contro l'altro.
Di destra per la maggiorparte.
E tutti di matrice liberista.
Tenderanno a voler portare a casa ognuno più "specchietti per le allodole".
Mentre le lobby continueranno a prosperare.
Probabilmente avranno già architettato qualche schema che farà pagare
i costi della Brexit ai più deboli.
soloo42001
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Re: La crisi dell'Europa
La finanza ha il dominio sulla politica e se non capiamo questo e partiamo da questa consapevolezza saremmo continuamente in balia delle loro volontà
Giustissimo.
Ma se non si inizia a cercare di riportare la politica a dominare la finanza non ci può essere nessun futuro pacifico!
Ora più che mai, liberati dalla zavorra liberista britannica, dobbiamo togliere le basi ai "movimenti" populisti di ispirazione "fascista" e riportare l'Europa al livello di civiltà che le compete.
Per far ciò potrebbe essere anche necessario accantonare, almeno momentaneamente, sia i vincoli di bilancio deficit/PIL che porre in atto misure "particolari" per il controllo dell'immigrazione: il cittadino europeo deve sentire le istituzioni vicine a lui sia economicamente che per la sua protezione rimanendo nell'ambito del vivere civile, altrimenti la deriva "razzistica", "fascista" sarà inevitabile e con essa le tenebre ricadrebbero sul nostro Continente.
Giustissimo.
Ma se non si inizia a cercare di riportare la politica a dominare la finanza non ci può essere nessun futuro pacifico!
Ora più che mai, liberati dalla zavorra liberista britannica, dobbiamo togliere le basi ai "movimenti" populisti di ispirazione "fascista" e riportare l'Europa al livello di civiltà che le compete.
Per far ciò potrebbe essere anche necessario accantonare, almeno momentaneamente, sia i vincoli di bilancio deficit/PIL che porre in atto misure "particolari" per il controllo dell'immigrazione: il cittadino europeo deve sentire le istituzioni vicine a lui sia economicamente che per la sua protezione rimanendo nell'ambito del vivere civile, altrimenti la deriva "razzistica", "fascista" sarà inevitabile e con essa le tenebre ricadrebbero sul nostro Continente.
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