MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Luigi Di Maio ospite a L'intervista di Maria Latella
PUBBLICATO IL 23/10/2016
http://video.sky.it/news/politica/luigi ... 306590.vid
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Dimezzamento stipendi, proposta M5S in Aula
Di Maio: “Pd vota o affossa e tiene il malloppo?”
Il vicepresidente della Camera risponde al premier che lo accusa di assenteismo (leggi): “Dice inesattezze
Noi guadagniamo 3mila euro al mese e rendicontiamo tutto. Lo sfidiamo a dare massima trasparenza”
Politica
“Renzi ci dica chiaramente se il Pd voterà oppure no la nostra proposta per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Se vogliono fare proposte ben venga, se invece vogliono rimandare la proposta in commissione significa affossare tutto e tenersi il malloppo”. Luigi di Maio avverte i dem, nel giorno in cui il ddl a firma 5 Stelle per il taglio degli stipendi dei parlamentari arriva al Camera
Di Maio: “Pd vota o affossa e tiene il malloppo?”
Il vicepresidente della Camera risponde al premier che lo accusa di assenteismo (leggi): “Dice inesattezze
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
UncleTom ha scritto:Dimezzamento stipendi, proposta M5S in Aula
Di Maio: “Pd vota o affossa e tiene il malloppo?”
Il vicepresidente della Camera risponde al premier che lo accusa di assenteismo (leggi): “Dice inesattezze
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Taglio stipendi parlamentari, ddl M5s alla Camera. Di Maio: “Renzi dica o meno se il Pd lo voterà”
Politica
di F. Q. | 24 ottobre 2016
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Più informazioni su: Costi della Politica, Luigi di Maio, Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle
“Renzi ci dica chiaramente se il Pd voterà oppure no la nostra proposta per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Se vogliono fare proposte ben venga, se invece vogliono rimandare la proposta in commissione significa affossare tutto e tenersi il malloppo”. Luigi Di Maio avverte il Pd, nel giorno in cui il ddl a firma 5 Stelle per il taglio degli stipendi dei parlamentariarriva al Camera. La proposta è quella di portare le indennità da 5mila euro netti a 5mila lordi al mese (qui il contenuto del provvedimento). E il vicepresidente della Camera, in un post su Facebook, si rivolge direttamente al premier che a In mezz’ora diLucia Annunziata lo aveva accusato di assenteismo, con “il 37% di presenze in aula”, proponendo allora di tagliarli in proporzione alle assenze. “Va benissimo – replica Di Maio – però si parte dalla base dello stipendio dimezzato, perché oggi già esiste una norma alla Camera e al Senato per cui se non partecipi a una giornata di voti ti tolgono 250 euro, però se il tuo stipendio base è 10mila lordi euro più rimborsi, capirai che 250 euro che ti tagliano sono relativi”.
E anche sul dato personale di Di Maio Renzi ha detto un’inesattezza, risponde il vicepresidente di Montecitorio: “In realtà io ho solo il 12% di assenze – sottolinea – il resto ovviamente, io sono un vicepresidente della Camera, quando non voto, mi trovo o a presiedere o a svolgere un’altra serie di funzioni che mi vedono in missione. Infatti tre vicepresidenti su quattro abbiamo circa lo stesso numero di voti in missione, quindi in linea” aggiunge Di Maio. Secondo OpenParlamento, in effetti, Di Maio ha un tasso di presenze del 31,75 per cento e di assenze del 12,48 per cento, con missioni per il 55,77 per cento.
Renzi aveva anche detto che i parlamentari alla fine guadagnano comunque più del capo del governo. “Non dica inesattezze – replica di nuovo Di Maio – noi guadagniamo 3mila euro al mese e rendicontiamo tutti i rimborsi, lui prende più di 5mila euro e non sappiamo quello che si fa rimborsare. Lo sfidiamo a dare massima trasparenza su quanto spende, a partire dall’aereo da 170 milioni di euro“.
I deputati del M5s in commissione Affari costituzionali insistono che se fosse approvato il loro testo, si risparmierebbero “circa 87 milioni di euro ai cittadini”. Una cifra, aggiungono, che “supera di 30 milioni di euro il risparmio stimato della riforma Boschi”. “E’ certo che, se dovessero bocciare la nostra proposta – concludono gli eletti grillini – e rimandare il testo in commissione, o fare altri giochi di palazzo, verrebbe confermato il loro grande inganno nei confronti del Paese e, cioè, che la riforma costituzionale è stata dettata al Governo dai gruppi d’investimento esteri che vogliono solo spolpare l’Italia, a danno dei diritti dei cittadini”.
VIDEO:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... a/3117682/
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
24 ottobre 2016 | di Mario Ventriglia
Dimezzamento stipendi, Di Maio vs Renzi: “Non accampi scuse. Dica chiaramente se voterà la proposta M5S”
“Renzi non accampi scuse. Ci dica chiaramente se il PD voterà la nostra proposta di dimezzare gli stipendi dei parlamentari?”. Dai social network il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, risponde al premier Matteo Renzi: “Se invece vogliono mandarla in commissione significa che vogliono tenersi tutto. Non dica inesattezze. Lui prende 5000 euro al mese e non sappiamo quello che si fa rimborsare. Sappiamo invece che gli abbiamo rimborsato un aereo da 170 milioni di euro. Lo sfido – Conclude Di Maio – a rendere trasparente tutto quello che si fa rimborsare. La smetta di essere ossessionato dal M5S”
VIDEO.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/10/ ... 5s/569808/
Dimezzamento stipendi, Di Maio vs Renzi: “Non accampi scuse. Dica chiaramente se voterà la proposta M5S”
“Renzi non accampi scuse. Ci dica chiaramente se il PD voterà la nostra proposta di dimezzare gli stipendi dei parlamentari?”. Dai social network il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, risponde al premier Matteo Renzi: “Se invece vogliono mandarla in commissione significa che vogliono tenersi tutto. Non dica inesattezze. Lui prende 5000 euro al mese e non sappiamo quello che si fa rimborsare. Sappiamo invece che gli abbiamo rimborsato un aereo da 170 milioni di euro. Lo sfido – Conclude Di Maio – a rendere trasparente tutto quello che si fa rimborsare. La smetta di essere ossessionato dal M5S”
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/10/ ... 5s/569808/
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Piovono Rane
di Alessandro Gilioli
23 ott
Chi di pop corn ferisce
Da qualche settimana, lo si è accennato, Matteo Renzi sta cercando di distaccare la sua immagine da quella dell'establishment, perché ha capito che questa identificazione rischia di travolgerlo il 4 dicembre.
In Italia, per svariate ragioni, l'establishment è stato spesso identificato con i politici. Con la "casta", per usare il termine coniato dal libro di Stella e Rizzo e poi entrato nel lessico giornalistico-politico.
È un'identificazione un po' sfocata, a mio avviso: la vera casta - le élite, l'establishment - è la rete di strette relazioni e di corrispondenza di interessi tra una (robusta) parte del ceto politico e i poteri economici che stanno da pupari nella sala di comando.
Ma tant'è: in Italia più che altrove, la classe politica è identificata tout court con il privilegio, con il potere, con le decisioni che hanno impoverito il ceto medio.
Per distaccarsi dall'identificazione con questo odiato target - o meglio, per farsi identificare il più possibile come opposto a esso - Renzi ha portato tra le armi del Sì al referendum il taglio dei costi della politica. Anzi, ancor più direttamente: il taglio dei politici, come da manifesto qui sopra e come da tanta parte della propaganda per il sì, compreso il mitico spot in cui la nonna-cittadina si accomoda sulla poltrona lasciata libera da un politico.
Ma il diavolo, come noto, si scorda dei coperchi.
E così domani e martedì alla Camera arriverà la cosiddetta legge Lombardi, dal nome della deputata grillina che ne è prima firmataria.
Questa proposta implicherebbe risparmi sui "costi della politica" molto (ma molto) più significativi di quelli che arriverebbero dalla revisione del Senato. Li porterebbe attraverso la riduzione dell’indennità parlamentare a 5.000 euro lordi al mese (rispetto all'attuale lordo di 10.435 euro) e con il tetto di 3.500 euro per la diaria, che oggi è di circa il doppio.
Ora, quello che succederà tra lunedì pomeriggio e martedì sarà uno spettacolo.
Perché i deputati del Pd non possono votare contro una proposta di legge che va esattamente nella direzione con cui il Pd ha impostato la campagna per il Sì: ridurre i costi della politica. La figura di palta sarebbe totale e svuoterebbe il Sì di uno dei suoi maggiori cavalli di battaglia propagandistici.
Però non possono nemmeno votare a favore, perché se lo facessero si troverebbero non solo a farsi dettare la linea dal M5S, ma soprattutto a perdere metà del loro stipendio, subito, in questa legislatura, senza nemmeno più la possibilità di fare cassa adesso in previsione della riduzione complessiva di parlamentari remunerati che ci sarà dal 2018 se dovesse vincere il Sì.
Uno psicodramma totale. Un po' buffo, per noi che stiamo qui sotto a vederlo, ma totale.
Figlio di una dicotomia: il Pd che per vincere il referendum promette tagli ai costi della politica, ma che poi va in affanno di fronte a una proposta che implica più cospicui tagli ai costi della politica.
È il grande equivoco del Pd renziano, che viene a galla.
Il Pd renziano che dal 2013 si presenta come nuovo, rottamatore, vicino alla "gente" (e che con questo claim ha vinto le elezioni del 2014); e che tuttavia è anche (o soprattutto) establishment, classe politica, casta.
L'esplosione di questa contraddizione tra narrazione e realtà è quello che andrà in onda da lunedì.
Quando il Pd cercherà in ogni modo di ottenere un rinvio della discussione sulla legge Lombardi, per evitare che la contraddizione esploda prima del 4/12.
Se qui si fosse cognitivamente renziani, si direbbe che è il momento di prepararsi i pop corn.
Non lo si è, sicché ci si limita a suggerire di osservare con cura.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
IL SUICIDIO FINALE DEL PD
Insabbiata in commissione la legge sugli stipendi
Grillo: “Pd tradisce gli elettori e la Costituzione”
Ok di Montecitorio al rinvio della proposta M5s, 109 voti di scarto: sì di Pd e alleati, no delle opposizioni
Protesta 5 Stelle: “Vergogna”. Leader: “Vacche autonominate sacre”. Scambi e sfottò con Rosato (Video)
Politica
L’Aula di Montecitorio rispedisce il testo sul taglio degli stipendi parlamentari in commissione. Con 109 voti di differenza, i deputati hanno accolto la richiesta di rimandare la pdl Lombardi alla discussione in Affari Costituzionali. Rimandato al mittente l’appello di Beppe Grillo che, arrivando alla Camera aveva detto: “Non ci credo che il Pd non vota la nostra proposta. Pensate il Papa come sarebbe contento”. Ora che succede? Secondo il regolamento, alle opposizioni è riservato un quinto degli argomenti da trattare in Aula. Una possibilità che i grillini potrebbero sfruttare chiedendo di ricalendarizzare la legge. Ma in questo modo si rischia di innescare un palleggio infinito che porterebbe all’impasse dell’Aula
Insabbiata in commissione la legge sugli stipendi
Grillo: “Pd tradisce gli elettori e la Costituzione”
Ok di Montecitorio al rinvio della proposta M5s, 109 voti di scarto: sì di Pd e alleati, no delle opposizioni
Protesta 5 Stelle: “Vergogna”. Leader: “Vacche autonominate sacre”. Scambi e sfottò con Rosato (Video)
Politica
L’Aula di Montecitorio rispedisce il testo sul taglio degli stipendi parlamentari in commissione. Con 109 voti di differenza, i deputati hanno accolto la richiesta di rimandare la pdl Lombardi alla discussione in Affari Costituzionali. Rimandato al mittente l’appello di Beppe Grillo che, arrivando alla Camera aveva detto: “Non ci credo che il Pd non vota la nostra proposta. Pensate il Papa come sarebbe contento”. Ora che succede? Secondo il regolamento, alle opposizioni è riservato un quinto degli argomenti da trattare in Aula. Una possibilità che i grillini potrebbero sfruttare chiedendo di ricalendarizzare la legge. Ma in questo modo si rischia di innescare un palleggio infinito che porterebbe all’impasse dell’Aula
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
LE SUPERBALLE GIGA GALATTICHE DI PINOCCHIO MUSSOLONI-LA TRUFFA, DETTO IL BOMBA, MESSE ALLA PROVA SI AUTOSMONTANO. MA COME FANNO QUELLI DEL SI AD AVERE IL 31%. MA QUANTI MERLI CI SONO IN ITALIA?
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Taglio stipendio parlamentari: immuni e felici, la casta non ci pensa proprio a ridursi l’indennità
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Referendum Costituzionale
di Paolo Farinella | 26 ottobre 2016
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Mentre mi accingo a scrivere, apprendo che il Parlamento europeo ha autorizzato il tribunale di Milano di processare per calunnia il leghista Borghezio che ha dato della scimmia alla ministra (allora) Kienge. Contemporaneamente, il Parlamento italiano, nella fattispecie, Pd in combutta con FI e Lega, non autorizza il processo ad Albertini, ex sindaco di Milano e senatore forzaitaliota, per calunnia al giudice Robledo. Fulgido esempio di come funzionerà la riforma. Albertini all’epoca era sindaco e ora che è senatore pretende l’immunità, se non nega i suoi voti. Ecco il nuovo Senato del ricatto!
Nello stesso giorno, lo stesso Parlamento italiano ha discusso il disegno di legge del M5S che prevede il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. Il Pd, in combutta con gli altri, specie la destra, ha fatto ferro e fuoco, riuscendo a rimandare la legge in commissione dove ora sarà uccisa, sepolta e dimenticata. Al contempo il Pd, ormai senza speranza, senza radici e senz’anima politica, fa i gargarismi con «il risparmio» del taglio dei senatori. In una nota del 28 ottobre 2014, la Ragioneria dello Stato ha valutato il taglio senatoriale in «soli» 49 milioni di euro. Punto. Renzi e la santa in disgrazia Maria Elena Etruria vanno dicendo in giro che il risparmio sarà di 500 milioni di euro. Mentitori? Perché?
Immaginiamo che la loro controriforma passi: 100 senatori, che sono anche consiglieri regionali e sindaci di città o metropolitane, andranno almeno due volte al mese a Roma, qui si fermeranno almeno tre giorni durante i quali devono mangiare, dormire. Aggiungiamo il costo dei viaggi, naturalmente in prima classe. A codesti stakanovisti sarà riconosciuta un’indennità forfettaria che non potrà certamente penalizzarli per cui non saranno pagati, ma saranno indennizzati. Avranno anche l’immunità per cui i partiti vi metteranno quelli che o hanno procedimenti in corso o quelli che hanno la vocazione a delinquere. Un bel futuro si erge davanti a voi.
È evidente che il M5S ha presentato il suo disegno che, tra l’altro, aveva promesso in campagna elettorale, per stanare il Pd renziano che sta ingannando il Paese senza ritegno.
È evidente che lo scopo è politico per trarne vantaggio elettorale in un momento in cui il capo del governo e capo del Pd sta impazzando in giro per il mondo e per l’Italia a raccattare voti per il Sì alla sua riforma fatta su misura per perpetuare il suo comando.
È grave che il Parlamento non prenda nemmeno in considerazione i «privilegi della casta» in un tempo in cui persone e famiglie vivono con 290 euro al mese che è la pensione d’invalidità.
Occorrerebbe far provare ai parlamentari come si vive in Italia.
Invece di combattere seriamente l’evasione fiscale, il governo dovrebbe portare almeno a 1.000,00 euro tutte le pensione al di sotto e tagliare stipendi e benefit di chi, come i parlamentari, lavorano meno di tre giorni a settimana, per un totale di 12 giorni circa al mese.
Al contrario, il governo e Renzi in particolare premia gli evasori e provvede a loro favore. Egli pensa che siano costoro a salvargli il posto e il comando, ma si sbaglia perché sull’immoralità e sull’interesse personale non si costruisce nulla e, di solito, ci si rimette la pelle politica.
Deprimente lo spettacolo del Pd che in Parlamento urla contro il M5S accusandolo di «populismo» solo perché lo addita a sperperatore di denaro pubblico, di cui Renzi si serve per la sua politica personale, travestita di istituzionalità. Oggi il nemico dell’Italia è il Pd che ha perso la bussola della democrazia e del popolo, che lo sta abbandonando al suo destino. Il referendum ne sarà una prova.
Se il tribunale di Milano accoglierà l’esposto dell’ex giudice costituzionale Onida, di sicuro non si andrà a votare a dicembre, ma nella prossima primavera.
Se ciò accadesse, Renzi che è traballante, tirerà un sospiro di sollievo perché allontana una sconfitta che lo decapiterebbe; nello stesso tempo vivremo mesi terrificanti perché tutto sarebbe inguaiato, complicato e defatigante.
Non si può vivere mesi e mesi in questo clima di guerra civile per esclusiva colpa e responsabilità del presidente del Consiglio dei ministri italiano pro tempore che tronfio nella sua goffaggine ha voluto una riforma a colpi di maggioranze e per giunta dentro un Parlamento eticamente illegittimo perché eletto da una legge non costituzionale.
Renzi ha tradito Bersani, ha pugnalato Letta, ha infangato Prodi e voleva salvare l’Italia, lui che si era presentato come un messia di Rignano.
Ricordate «una riforma a settimana»?
Ora è esattamente come quelli che voleva rottamare e anche peggio.
Per distrarre gli italiani e il mondo, fa la voce grossa con l’Europa, ma da quelle parti deve stare attenti perché sono in maggioranza protestanti e non si lasciano impressionare da «can che abbaia e non morde».
Speriamo di votare presto, così a Natale possiamo vedere almeno un trasloco fiorentino.
Senza rancore, solo un augurio agli italiani perché Babbo Natale porti loro un bel regalo con fiocco azzurro: è nato l’ex-Renzi.
REFERENDUM COSTITUZIONALE
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Referendum Costituzionale
di Paolo Farinella | 26 ottobre 2016
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Nello stesso giorno, lo stesso Parlamento italiano ha discusso il disegno di legge del M5S che prevede il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. Il Pd, in combutta con gli altri, specie la destra, ha fatto ferro e fuoco, riuscendo a rimandare la legge in commissione dove ora sarà uccisa, sepolta e dimenticata. Al contempo il Pd, ormai senza speranza, senza radici e senz’anima politica, fa i gargarismi con «il risparmio» del taglio dei senatori. In una nota del 28 ottobre 2014, la Ragioneria dello Stato ha valutato il taglio senatoriale in «soli» 49 milioni di euro. Punto. Renzi e la santa in disgrazia Maria Elena Etruria vanno dicendo in giro che il risparmio sarà di 500 milioni di euro. Mentitori? Perché?
Immaginiamo che la loro controriforma passi: 100 senatori, che sono anche consiglieri regionali e sindaci di città o metropolitane, andranno almeno due volte al mese a Roma, qui si fermeranno almeno tre giorni durante i quali devono mangiare, dormire. Aggiungiamo il costo dei viaggi, naturalmente in prima classe. A codesti stakanovisti sarà riconosciuta un’indennità forfettaria che non potrà certamente penalizzarli per cui non saranno pagati, ma saranno indennizzati. Avranno anche l’immunità per cui i partiti vi metteranno quelli che o hanno procedimenti in corso o quelli che hanno la vocazione a delinquere. Un bel futuro si erge davanti a voi.
È evidente che il M5S ha presentato il suo disegno che, tra l’altro, aveva promesso in campagna elettorale, per stanare il Pd renziano che sta ingannando il Paese senza ritegno.
È evidente che lo scopo è politico per trarne vantaggio elettorale in un momento in cui il capo del governo e capo del Pd sta impazzando in giro per il mondo e per l’Italia a raccattare voti per il Sì alla sua riforma fatta su misura per perpetuare il suo comando.
È grave che il Parlamento non prenda nemmeno in considerazione i «privilegi della casta» in un tempo in cui persone e famiglie vivono con 290 euro al mese che è la pensione d’invalidità.
Occorrerebbe far provare ai parlamentari come si vive in Italia.
Invece di combattere seriamente l’evasione fiscale, il governo dovrebbe portare almeno a 1.000,00 euro tutte le pensione al di sotto e tagliare stipendi e benefit di chi, come i parlamentari, lavorano meno di tre giorni a settimana, per un totale di 12 giorni circa al mese.
Al contrario, il governo e Renzi in particolare premia gli evasori e provvede a loro favore. Egli pensa che siano costoro a salvargli il posto e il comando, ma si sbaglia perché sull’immoralità e sull’interesse personale non si costruisce nulla e, di solito, ci si rimette la pelle politica.
Deprimente lo spettacolo del Pd che in Parlamento urla contro il M5S accusandolo di «populismo» solo perché lo addita a sperperatore di denaro pubblico, di cui Renzi si serve per la sua politica personale, travestita di istituzionalità. Oggi il nemico dell’Italia è il Pd che ha perso la bussola della democrazia e del popolo, che lo sta abbandonando al suo destino. Il referendum ne sarà una prova.
Se il tribunale di Milano accoglierà l’esposto dell’ex giudice costituzionale Onida, di sicuro non si andrà a votare a dicembre, ma nella prossima primavera.
Se ciò accadesse, Renzi che è traballante, tirerà un sospiro di sollievo perché allontana una sconfitta che lo decapiterebbe; nello stesso tempo vivremo mesi terrificanti perché tutto sarebbe inguaiato, complicato e defatigante.
Non si può vivere mesi e mesi in questo clima di guerra civile per esclusiva colpa e responsabilità del presidente del Consiglio dei ministri italiano pro tempore che tronfio nella sua goffaggine ha voluto una riforma a colpi di maggioranze e per giunta dentro un Parlamento eticamente illegittimo perché eletto da una legge non costituzionale.
Renzi ha tradito Bersani, ha pugnalato Letta, ha infangato Prodi e voleva salvare l’Italia, lui che si era presentato come un messia di Rignano.
Ricordate «una riforma a settimana»?
Ora è esattamente come quelli che voleva rottamare e anche peggio.
Per distrarre gli italiani e il mondo, fa la voce grossa con l’Europa, ma da quelle parti deve stare attenti perché sono in maggioranza protestanti e non si lasciano impressionare da «can che abbaia e non morde».
Speriamo di votare presto, così a Natale possiamo vedere almeno un trasloco fiorentino.
Senza rancore, solo un augurio agli italiani perché Babbo Natale porti loro un bel regalo con fiocco azzurro: è nato l’ex-Renzi.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
CASTA
Tutte le scuse usate dei politici per non votare la legge taglia stipendi del M5S
Il ddl Lombardi, che propone una riduzione dell'indennità per i parlamentari, è stato rispedito in Commissione. Nel farlo gli onorevoli hanno rispolverato lo Statuto Albertino e i deputati socialisti di inizio '900. O messo in mezzo Virginia Raggi e il comune di Roma
DI MAURO MUNAFÒ
VEDI:
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Tutte le scuse usate dei politici per non votare la legge taglia stipendi del M5S
Il ddl Lombardi, che propone una riduzione dell'indennità per i parlamentari, è stato rispedito in Commissione. Nel farlo gli onorevoli hanno rispolverato lo Statuto Albertino e i deputati socialisti di inizio '900. O messo in mezzo Virginia Raggi e il comune di Roma
DI MAURO MUNAFÒ
VEDI:
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
MATTEO E GIORGIO:
IL POKER ANTI-M5S
CHE FAVORISCE
L’ONDA GRILLINA
»ANTONIO PADELLARO
L’altro ieri ,lunedì di Ognissanti, il M5S di Beppe Grillo ha di nuovo superato nei sondaggi, dopo molti mesi, il Pd di Matteo Renzi: il 31,2 contro il 30,6%. Notizia poco gradevole per il premier, perché, secondo la rilevazione Emg per il Tg La7 di Enrico Mentana, si rafforza il vantaggio deiCinque Stelle sul Pd, oltreché sull’intero centrodestra nel casodi ballottaggio elettorale. Senza contare che il formidabile pressing televisivo renziano delle ultime settimane non sembra avere scalfito i tre punti in più che il No continua a mantenere sul Sì a un mese dal referendum costituzionale del 4 dicembre. Percarità, sitratta pursempre di voti immateriali e soggetti a estrema variabilità, ma qualcosa ci dicono. Prima di tutto che malgrado i tanti guai ed errori accumulati dalla giunta Raggi a Roma si allarga (o almeno non decresce) la fascia elettorale favorevole a un governo pentastellato. Questi cittadini, e sono svariati milioni, sembrano dire: meglio gli incapaci dei ladri perché i primi possono sempre migliorare mentre è difficile che i secondi perdano il vizio. Ma c’è una seconda conse
guenza del“sorpasso”e riguarda il poker. Cosac’entri l’azzardoso gioco dicarte conla politicace lo ha spiegato Ciriaco De Mita n e ll ’intervista ad Antonello Caporale dopo il matc h tel evis ivo con Renzi, da lui definito appunto “un giocatore di poker”.
UNA DEFINIZIONEche nonèpiaciuta a quanti (Massimo Bordin sul Foglio) pare unmodo poco elegante (già usato, si ricorda, da Enrico Berlinguer con Bettino Craxi) per delegittimare l’avversario. Forse, mase siguarda conocchio smaliziato alla catena di aperture, rilanci e bluff che giusto dal boom
elettorale grillino del2013 è stato messo in campo per mettere fuori gioco (o dentro il gioco) il movimento di Grillo, si noterà qualche attinenza con il tavolo verde o forse soltanto con il gioco delle tre carte. Abbiamo scritto “boom”che è l’espressione confutata dall’allora inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano, per sminuire la portata del primo grande successo elettorale del M5S nelle Amministrative 2012. A chi gli chiedeva un commento sul risultato imprevisto l’allora presidente replicò con palese fastidio: “Boom? Io ricordo solo quello degli anni 60”. Dovette ricredersi un anno dopo quando il Movimento raccolse 8 milionie 600mila votie da quel momento, sarà un caso, ma tutte le mosse di Re Giorgio sembrarono finalizzate a mettere i Cinque Stelle, considerati e non atorto forzaantisistema, nella condizione di non nuocere al sistema. Fallito miseramente il corteggiamento dell’allora leader pd Bersani (la famosa riunione in streaming), tolto di mezzoil troppocauto Enrico Letta, l’a ss e
Napolitano-Renzi ha prodotto il combinato disposto riforma Boschi-Italicum. Evidentemente pensato per blindare a Palazzo Chigi lo statista di Rignano e contemporaneamente condannare il comico genovese a una sterile opposizione nei secula seculorum.
LE COSEpoihanno presoun’altra piega ma qui entra in scena il pokerista (per dirla con De Mita) che proprio nei momenti più difficili sa come giocare le sue carte. Per esempio: la reiterata smentita di un rinvio del referendum a primavera (nella speranzache nel frattempo il Sì si riprenda) sarà o no un bluff, visto e considerato che molto dipende dal Tribunale di Milano dove pende il ricorso Onida? E ancora: in un Italicum riveduto e corretto (anche qui in attesa di una pronuncia togata, quella della Consulta) quanto dispiacerebbe al premier una possibile abolizione del ballottaggio che, oggi, sembra cucito apposta per consegnare l’Italia ai Cinque Stelle? Del resto, quando Renzi ripete che il prossimo 4 dicembre “ci giochiamo tutto”non dimostra forse lo stesso spericolato sangue freddo di chi punta tutto il piatto (e il destino del Paese)con unacoppiadi settein mano? Macome dicequel personaggio di Cincinnati Kid:“A volte basta la mossa sbagliata al momento giusto”. Quanto a Grillo è l’avversario peggiore: uno che non sa giocare, ma vince lo stesso.
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IL POKER ANTI-M5S
CHE FAVORISCE
L’ONDA GRILLINA
»ANTONIO PADELLARO
L’altro ieri ,lunedì di Ognissanti, il M5S di Beppe Grillo ha di nuovo superato nei sondaggi, dopo molti mesi, il Pd di Matteo Renzi: il 31,2 contro il 30,6%. Notizia poco gradevole per il premier, perché, secondo la rilevazione Emg per il Tg La7 di Enrico Mentana, si rafforza il vantaggio deiCinque Stelle sul Pd, oltreché sull’intero centrodestra nel casodi ballottaggio elettorale. Senza contare che il formidabile pressing televisivo renziano delle ultime settimane non sembra avere scalfito i tre punti in più che il No continua a mantenere sul Sì a un mese dal referendum costituzionale del 4 dicembre. Percarità, sitratta pursempre di voti immateriali e soggetti a estrema variabilità, ma qualcosa ci dicono. Prima di tutto che malgrado i tanti guai ed errori accumulati dalla giunta Raggi a Roma si allarga (o almeno non decresce) la fascia elettorale favorevole a un governo pentastellato. Questi cittadini, e sono svariati milioni, sembrano dire: meglio gli incapaci dei ladri perché i primi possono sempre migliorare mentre è difficile che i secondi perdano il vizio. Ma c’è una seconda conse
guenza del“sorpasso”e riguarda il poker. Cosac’entri l’azzardoso gioco dicarte conla politicace lo ha spiegato Ciriaco De Mita n e ll ’intervista ad Antonello Caporale dopo il matc h tel evis ivo con Renzi, da lui definito appunto “un giocatore di poker”.
UNA DEFINIZIONEche nonèpiaciuta a quanti (Massimo Bordin sul Foglio) pare unmodo poco elegante (già usato, si ricorda, da Enrico Berlinguer con Bettino Craxi) per delegittimare l’avversario. Forse, mase siguarda conocchio smaliziato alla catena di aperture, rilanci e bluff che giusto dal boom
elettorale grillino del2013 è stato messo in campo per mettere fuori gioco (o dentro il gioco) il movimento di Grillo, si noterà qualche attinenza con il tavolo verde o forse soltanto con il gioco delle tre carte. Abbiamo scritto “boom”che è l’espressione confutata dall’allora inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano, per sminuire la portata del primo grande successo elettorale del M5S nelle Amministrative 2012. A chi gli chiedeva un commento sul risultato imprevisto l’allora presidente replicò con palese fastidio: “Boom? Io ricordo solo quello degli anni 60”. Dovette ricredersi un anno dopo quando il Movimento raccolse 8 milionie 600mila votie da quel momento, sarà un caso, ma tutte le mosse di Re Giorgio sembrarono finalizzate a mettere i Cinque Stelle, considerati e non atorto forzaantisistema, nella condizione di non nuocere al sistema. Fallito miseramente il corteggiamento dell’allora leader pd Bersani (la famosa riunione in streaming), tolto di mezzoil troppocauto Enrico Letta, l’a ss e
Napolitano-Renzi ha prodotto il combinato disposto riforma Boschi-Italicum. Evidentemente pensato per blindare a Palazzo Chigi lo statista di Rignano e contemporaneamente condannare il comico genovese a una sterile opposizione nei secula seculorum.
LE COSEpoihanno presoun’altra piega ma qui entra in scena il pokerista (per dirla con De Mita) che proprio nei momenti più difficili sa come giocare le sue carte. Per esempio: la reiterata smentita di un rinvio del referendum a primavera (nella speranzache nel frattempo il Sì si riprenda) sarà o no un bluff, visto e considerato che molto dipende dal Tribunale di Milano dove pende il ricorso Onida? E ancora: in un Italicum riveduto e corretto (anche qui in attesa di una pronuncia togata, quella della Consulta) quanto dispiacerebbe al premier una possibile abolizione del ballottaggio che, oggi, sembra cucito apposta per consegnare l’Italia ai Cinque Stelle? Del resto, quando Renzi ripete che il prossimo 4 dicembre “ci giochiamo tutto”non dimostra forse lo stesso spericolato sangue freddo di chi punta tutto il piatto (e il destino del Paese)con unacoppiadi settein mano? Macome dicequel personaggio di Cincinnati Kid:“A volte basta la mossa sbagliata al momento giusto”. Quanto a Grillo è l’avversario peggiore: uno che non sa giocare, ma vince lo stesso.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Alla domanda " come pensate di poter governare senza il 51%" di Battista ha risposto più o meno così :
faremo un governo di minoranza , proporremo un programma minimale che non dovrebbe o non potrebbe essere rifiutato dalla maggior parte dei parlamentari pena una forte disapprovazione dell'opinione pubblica,
per cui , nel caso fosse bocciato , si andrebbe a nuove elezioni sperando di arrivare al 51%.
Questo problema del 51% è stato posto in vario modo sia da Berlusconi che da Renzi, il primo chiedendo il 51% per il suo partito adducendo come negativo il fatto che in una coalizione non si riesce a fare quelle riforme da lui ritenute necessarie, il secondo ponendo la fiducia su l'Italicum in cui alla fine è previsto il ballottaggio con il premio di maggioranza per il partito e non per la coalizione.
Certamente il M5S potrebbe mettere in difficoltà il PD con un programma simile a quello del PD di Bersani, mettendo un po' il dito nella piaga di un falso centrosinistra e farlo saltare nelle sue contraddizioni.
faremo un governo di minoranza , proporremo un programma minimale che non dovrebbe o non potrebbe essere rifiutato dalla maggior parte dei parlamentari pena una forte disapprovazione dell'opinione pubblica,
per cui , nel caso fosse bocciato , si andrebbe a nuove elezioni sperando di arrivare al 51%.
Questo problema del 51% è stato posto in vario modo sia da Berlusconi che da Renzi, il primo chiedendo il 51% per il suo partito adducendo come negativo il fatto che in una coalizione non si riesce a fare quelle riforme da lui ritenute necessarie, il secondo ponendo la fiducia su l'Italicum in cui alla fine è previsto il ballottaggio con il premio di maggioranza per il partito e non per la coalizione.
Certamente il M5S potrebbe mettere in difficoltà il PD con un programma simile a quello del PD di Bersani, mettendo un po' il dito nella piaga di un falso centrosinistra e farlo saltare nelle sue contraddizioni.
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