MOVIMENTO 5 STELLE
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
LIBRE news
Pro o contro l’euro? Se non sceglie, Grillo è pari a Renzi
Scritto il 14/12/16 • nella Categoria: idee Condividi
«Se i Cinque Stelle vogliono dimostrare di essere diversi da Renzi, possono cominciare evitando di sottrarsi alle domande dirette. Altrimenti, se continueranno a schivarle, dimostreranno di essere sempre più simili a quei politici che volevano sostituire». Lo scrive Stefano Feltri sul “Fatto”, interrogandosi sui grillini: il movimento è pronto a governare l’Italia? E, cosa non meno importante, vuole davvero farlo? Domande rimaste sullo sfondo della campagna referendaria, che in teoria riguardava tutt’altro, ma a cui bisogna comunque offrire una risposta, visto che almeno un italiano su quattro tifa per i 5 Stelle. Purtroppo, però, i grillini «non sembrano offrire elementi chiari per formarsi un’opinione netta», scrive Feltri. Sulla loro onestà, a grandi linee, non ci sono dubbi: i 5 Stelle «non rubano, sono disposti a rinunciare al grosso del loro stipendio, non si prestano quasi mai a giochi di palazzo». Ma queste sono condizioni pre-politiche. Ok, saranno anche persone perbene. Ma quali sono le loro idee sui temi decisivi? «L’ambiguità sull’euro e sull’Unione europea, per esempio, non è più accettabile».
Lo confermano le vaghezze di Alessandro Di Battista, che ha dato un contributo importante alla vittoria del No al referendum. “Die Welt” in Germania ha appena pubblicato una sua intervista, tradotta in Italia da “Repubblica”. «Euro ed Europa non sono la stessa cosa», dice Di Battista. «Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta». Davvero? «Questa è la formula un po’ ipocrita, che i Cinque Stelle usano da anni», scrive Feltri. Che spiega: «Un referendum sull’euro è praticamente impossibile perché la Costituzione vieta consultazioni dirette sui trattati internazionali. Ma anche ammesso che si riesca a indire (l’iter è piuttosto farraginoso ma sulla carta esiste), quale sarebbe la posizione del Movimento? Farebbe campagna per il Sì o per il No?». Difficile scoprirlo, anche se «siamo reduci da un referendum nel quale M5S non si è speso soltanto per il voto diretto del “popolo” sulla Costituzione ma ha fatto una attiva campagna e, alla fine, è considerato unanimemente tra i vincitori».
Se ci fosse un referendum sull’euro, insomma, Di Battista e i Cinque Stelle farebbero campagna per rimanere o per uscire? «Dalla risposta a questa semplice domanda – scrive ancora Feltri – dipende una buona fetta del consenso al Movimento che finora ha prosperato in quella zona grigia al confine tra forza di opposizione e forza anti-sistema» Il giornalista del “Fatto” sospetta che i grillini non si sbilancino, temendo la prudenza degli italiani: «Dubito che tanti elettori sarebbero pronti ad affrontare l’incertezza di una rottura della moneta unica, anche perché le conseguenze sembrano ignote agli stessi leader M5S». Che conseguenze dovrebbe affrontare, l’Italia, in caso di uscita dall’euro? A Di Battista lo ha chiesto la giornalista tedesca Costanze Reuscher. E lui: «Conosco bene quali sono le conseguenze dell’introduzione dell’euro, la perdita di potere d’acquisto, il calo delle retribuzioni, la riduzione della capacità di concorrenza delle imprese, il degrado sociale, la disoccupazione». Una riposta «che è un modo per eludere la domanda», concude Feltri, a sua volta non certo schierato contro l’euro.
Di Battista, dal canto suo, preferisce non scendere nei dettagli: «Se l’Europa non vuole implodere deve accettare che non si può andare avanti così», si limita a dire. «Nel 2017 ci saranno elezioni importanti. In Francia probabilmente vinceranno i gollisti o Le Pen. In Germania la cancelliera ce la farà anche stavolta, ma i movimenti alternativi, chiamiamoli così, avanzano». Considerazioni ovvie, chiosa Feltri: «Di Battista non ha voluto rispondere». Come anche Luigi Di Maio e lo stesso Beppe Grillo, dovrebbe «rispondere a due semplici domande che richiedono un Sì o un No, senza sfumature, come nel referendum di domenica». Prima domanda: è nel programma elettorale dei 5 Stelle un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro? Seconda: ammesso che quella consultazione si tenga, il M5S farà campagna pro o contro la permanenza dell’Italia nella moneta unica? Aspettarsi una risposta, oggi, dai 5 Stelle, è perfettamente inutile.
Pro o contro l’euro? Se non sceglie, Grillo è pari a Renzi
Scritto il 14/12/16 • nella Categoria: idee Condividi
«Se i Cinque Stelle vogliono dimostrare di essere diversi da Renzi, possono cominciare evitando di sottrarsi alle domande dirette. Altrimenti, se continueranno a schivarle, dimostreranno di essere sempre più simili a quei politici che volevano sostituire». Lo scrive Stefano Feltri sul “Fatto”, interrogandosi sui grillini: il movimento è pronto a governare l’Italia? E, cosa non meno importante, vuole davvero farlo? Domande rimaste sullo sfondo della campagna referendaria, che in teoria riguardava tutt’altro, ma a cui bisogna comunque offrire una risposta, visto che almeno un italiano su quattro tifa per i 5 Stelle. Purtroppo, però, i grillini «non sembrano offrire elementi chiari per formarsi un’opinione netta», scrive Feltri. Sulla loro onestà, a grandi linee, non ci sono dubbi: i 5 Stelle «non rubano, sono disposti a rinunciare al grosso del loro stipendio, non si prestano quasi mai a giochi di palazzo». Ma queste sono condizioni pre-politiche. Ok, saranno anche persone perbene. Ma quali sono le loro idee sui temi decisivi? «L’ambiguità sull’euro e sull’Unione europea, per esempio, non è più accettabile».
Lo confermano le vaghezze di Alessandro Di Battista, che ha dato un contributo importante alla vittoria del No al referendum. “Die Welt” in Germania ha appena pubblicato una sua intervista, tradotta in Italia da “Repubblica”. «Euro ed Europa non sono la stessa cosa», dice Di Battista. «Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta». Davvero? «Questa è la formula un po’ ipocrita, che i Cinque Stelle usano da anni», scrive Feltri. Che spiega: «Un referendum sull’euro è praticamente impossibile perché la Costituzione vieta consultazioni dirette sui trattati internazionali. Ma anche ammesso che si riesca a indire (l’iter è piuttosto farraginoso ma sulla carta esiste), quale sarebbe la posizione del Movimento? Farebbe campagna per il Sì o per il No?». Difficile scoprirlo, anche se «siamo reduci da un referendum nel quale M5S non si è speso soltanto per il voto diretto del “popolo” sulla Costituzione ma ha fatto una attiva campagna e, alla fine, è considerato unanimemente tra i vincitori».
Se ci fosse un referendum sull’euro, insomma, Di Battista e i Cinque Stelle farebbero campagna per rimanere o per uscire? «Dalla risposta a questa semplice domanda – scrive ancora Feltri – dipende una buona fetta del consenso al Movimento che finora ha prosperato in quella zona grigia al confine tra forza di opposizione e forza anti-sistema» Il giornalista del “Fatto” sospetta che i grillini non si sbilancino, temendo la prudenza degli italiani: «Dubito che tanti elettori sarebbero pronti ad affrontare l’incertezza di una rottura della moneta unica, anche perché le conseguenze sembrano ignote agli stessi leader M5S». Che conseguenze dovrebbe affrontare, l’Italia, in caso di uscita dall’euro? A Di Battista lo ha chiesto la giornalista tedesca Costanze Reuscher. E lui: «Conosco bene quali sono le conseguenze dell’introduzione dell’euro, la perdita di potere d’acquisto, il calo delle retribuzioni, la riduzione della capacità di concorrenza delle imprese, il degrado sociale, la disoccupazione». Una riposta «che è un modo per eludere la domanda», concude Feltri, a sua volta non certo schierato contro l’euro.
Di Battista, dal canto suo, preferisce non scendere nei dettagli: «Se l’Europa non vuole implodere deve accettare che non si può andare avanti così», si limita a dire. «Nel 2017 ci saranno elezioni importanti. In Francia probabilmente vinceranno i gollisti o Le Pen. In Germania la cancelliera ce la farà anche stavolta, ma i movimenti alternativi, chiamiamoli così, avanzano». Considerazioni ovvie, chiosa Feltri: «Di Battista non ha voluto rispondere». Come anche Luigi Di Maio e lo stesso Beppe Grillo, dovrebbe «rispondere a due semplici domande che richiedono un Sì o un No, senza sfumature, come nel referendum di domenica». Prima domanda: è nel programma elettorale dei 5 Stelle un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro? Seconda: ammesso che quella consultazione si tenga, il M5S farà campagna pro o contro la permanenza dell’Italia nella moneta unica? Aspettarsi una risposta, oggi, dai 5 Stelle, è perfettamente inutile.
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
UNA DOMANDA MAL POSTA
Eppure in altre occasioni il giovanissimo vicedirettore del Fatto Quotidiano(Classe 1984) ha dimostrato di saperci fare, di essere in palla.
Se non fa una serie di doverose premesse, oltre a non ottenere una risposta decente dai grilletti, rischia di scivolare nella serie delle domande cazzone a cui i suoi colleghi si sono adagiati di buon grado da tempo immemore.
A volte solo per soddisfare il solito “Tengo famiglia”, che con il giornalismo a ben poco a che fare.
Stefano Feltri, sa benissimo che il BelPaese dal 1945 è una colonia di confine dell’impero a stelle e striscie.
Chiunque vada a governare deve sottostare ai desiderata di chi governa nella capitale dell’impero.
Ma la storia non insegna più niente veramente?????????
D’accordo che il 9 maggio del 1978, Stefano Feltri era ancora nel mondo dei sogni. Ma un laureato della Bocconi che ha scelto di fare il giornalista non può NON conoscere la fine che hanno fatto fare ad Aldo Moro, per essersi opposto ai desiderata del Dottor Kissinger & Co.
Il Divo Giulio Andreotti, specialista in slalom col potere centrale a stelle e strisce, e con l’onorata società, è morto nel suo letto diversamente dall’amico e collega Aldo Moro.
Non può non sapere, Stefano Feltri, che a Roma ci sta ancora in servizio permanente effettivo l’Agente della CIA, agli ordini della potente loggia massonica deviata Three Eyes, fondata da Bush padre, militante nell’estrema destra americana.
I 5 stelle, se dovessero andare a governare devono sottostare come tutti agli ordini dell’ambasciata americana di Roma.
Come si può chiedere ai pentastellati di uscire dall’eurozona se questa è agli ordini dell’impero a stelle e strisce???????????????????????????????
Eppure in altre occasioni il giovanissimo vicedirettore del Fatto Quotidiano(Classe 1984) ha dimostrato di saperci fare, di essere in palla.
Se non fa una serie di doverose premesse, oltre a non ottenere una risposta decente dai grilletti, rischia di scivolare nella serie delle domande cazzone a cui i suoi colleghi si sono adagiati di buon grado da tempo immemore.
A volte solo per soddisfare il solito “Tengo famiglia”, che con il giornalismo a ben poco a che fare.
Stefano Feltri, sa benissimo che il BelPaese dal 1945 è una colonia di confine dell’impero a stelle e striscie.
Chiunque vada a governare deve sottostare ai desiderata di chi governa nella capitale dell’impero.
Ma la storia non insegna più niente veramente?????????
D’accordo che il 9 maggio del 1978, Stefano Feltri era ancora nel mondo dei sogni. Ma un laureato della Bocconi che ha scelto di fare il giornalista non può NON conoscere la fine che hanno fatto fare ad Aldo Moro, per essersi opposto ai desiderata del Dottor Kissinger & Co.
Il Divo Giulio Andreotti, specialista in slalom col potere centrale a stelle e strisce, e con l’onorata società, è morto nel suo letto diversamente dall’amico e collega Aldo Moro.
Non può non sapere, Stefano Feltri, che a Roma ci sta ancora in servizio permanente effettivo l’Agente della CIA, agli ordini della potente loggia massonica deviata Three Eyes, fondata da Bush padre, militante nell’estrema destra americana.
I 5 stelle, se dovessero andare a governare devono sottostare come tutti agli ordini dell’ambasciata americana di Roma.
Come si può chiedere ai pentastellati di uscire dall’eurozona se questa è agli ordini dell’impero a stelle e strisce???????????????????????????????
-
- Messaggi: 2444
- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
UncleTom ha scritto:UNA DOMANDA MAL POSTA
Eppure in altre occasioni il giovanissimo vicedirettore del Fatto Quotidiano(Classe 1984) ha dimostrato di saperci fare, di essere in palla.
Se non fa una serie di doverose premesse, oltre a non ottenere una risposta decente dai grilletti, rischia di scivolare nella serie delle domande cazzone a cui i suoi colleghi si sono adagiati di buon grado da tempo immemore.
A volte solo per soddisfare il solito “Tengo famiglia”, che con il giornalismo a ben poco a che fare.
Stefano Feltri, sa benissimo che il BelPaese dal 1945 è una colonia di confine dell’impero a stelle e striscie.
Chiunque vada a governare deve sottostare ai desiderata di chi governa nella capitale dell’impero.
Ma la storia non insegna più niente veramente?????????
D’accordo che il 9 maggio del 1978, Stefano Feltri era ancora nel mondo dei sogni. Ma un laureato della Bocconi che ha scelto di fare il giornalista non può NON conoscere la fine che hanno fatto fare ad Aldo Moro, per essersi opposto ai desiderata del Dottor Kissinger & Co.
Il Divo Giulio Andreotti, specialista in slalom col potere centrale a stelle e strisce, e con l’onorata società, è morto nel suo letto diversamente dall’amico e collega Aldo Moro.
Non può non sapere, Stefano Feltri, che a Roma ci sta ancora in servizio permanente effettivo l’Agente della CIA, agli ordini della potente loggia massonica deviata Three Eyes, fondata da Bush padre, militante nell’estrema destra americana.
I 5 stelle, se dovessero andare a governare devono sottostare come tutti agli ordini dell’ambasciata americana di Roma.
Come si può chiedere ai pentastellati di uscire dall’eurozona se questa è agli ordini dell’impero a stelle e strisce???????????????????????????????
Quanto scrivi andava bene fino a ieri, oggi con Trump mi sembra un'altra musica. L' Europa e gli stati che la compongono, se si vuole, possono aprire un'altra strada.
-
- Messaggi: 2444
- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Il Movimento 5 Stelle saprebbe governare?
di Alessio Liberati | 5 novembre 2012
Poco tempo fa ho assistito ad una interessante intervista televisiva ad un noto politologo, il quale ha espresso le proprie perplessità (e preoccupazioni) sul futuro democratico del Paese, se il Movimento 5 Stelle dovesse avere la maggioranza: la mancanza di competenze tecniche e di esperienza, a suo avviso, rappresenterebbe un rischio per la gestione della cosa pubblica.
In disparte ogni considerazione sul fatto che gli slogan contro “i professionisti della politica” (oggi evidentemente al potere) erano qualche anno fa molto apprezzati proprio da chi oggi sostiene il contrario (fu il mantra ripetuto ossessivamente al momento dell’ingresso in politica dell’allora “nuovo” leader Berlusconi), dal punto di vista tecnico credo che non si possa davvero sostenere una simile tesi.
Infatti – è banale ma va ricordato – non esiste alcuna norma che prevede requisiti di esperienza politica pregressa (e nemmeno specifiche competenze!) per fare il ministro o il parlamentare. È una delle regole fondamentali della nostra democrazia, come concepita, scritta e voluta dai padri costituenti.
Il dibattito, allora, va più correttamente spostato sul piano della mera opportunità, non su quello delle regole.
In proposito, non va però dimenticato che i Governi italiani, da molti decenni, sono stati rappresentati da persone in gran parte prive di competenze (giuridiche o politiche) specifiche (ingegneri, veline, medici, ecc.), che hanno potuto governare grazie alla competenza tecnica dei propri collaboratori: capi di ufficio legislativo, capi di gabinetto, segretari particolari, sottosegretari. La politica dà l’indirizzo, il vertice tecnico traduce la scelta politica in norme e provvedimenti. Funziona così, volenti o nolenti.
Se è sempre stato così, allora, perché il Movimento 5 Stelle (o quello dei “forconi” o qualunque altra lista civica) non dovrebbe essere capace di governare? Il problema, semmai, si sposterebbe sulla necessità di scegliere dei tecnici seri, competenti, indipendenti, nuovi e liberi, in grado di offrire le proprie competenze al servizio della Repubblica senza condizionamenti o doppi fini.
Va anche evidenziato che tutti i passati Governi hanno avuto una forte continuità nella scelta dei tecnici di maggior peso, tanto da aver indotto qualcuno a parlare di vero e proprio governo-ombra. Tanto per fare un esempio, i ministri Tremonti e Di Pietro – che all’elettore potrebbero apparire agli antipodi – hanno scelto la stessa persona nel ruolo tecnico di maggior peso: il capo di gabinetto Vincenzo Fortunato. Da sempre, inoltre, i posti chiave sono stati occupati per lo più da persone reclutate nel Consiglio di Stato e nell’Avvocatura dello Stato, sovente le stesse al servizio dei governi di diverso colore.
La vera novità sarebbe quindi quella di affiancare ai politici, chiunque essi siano (e che, senza alcuna ragione di allarme, non sono in genere dotati di una grande competenza sulle materie dei rispettivi ministeri), scegliessero dei tecnici realmente nuovi, mai visti, fuori dalle vecchie logiche.
Fossi in quel politologo, rifletterei più su questo, piuttosto che sulla indubbia (ma fino a poco tempo fa considerata un valore) inesperienza politica del M5S a fronte dei “professionisti della politica” oggi ai vertici del potere.
----------------------- ------------------ ----------------------------
Dopotutto con i professionisti della politica oggi siamo ancora nel pantano e cosa gravissima , imperdonabile, siamo rimasti senza una legge elettorale che ci consenta di andare a votare.
di Alessio Liberati | 5 novembre 2012
Poco tempo fa ho assistito ad una interessante intervista televisiva ad un noto politologo, il quale ha espresso le proprie perplessità (e preoccupazioni) sul futuro democratico del Paese, se il Movimento 5 Stelle dovesse avere la maggioranza: la mancanza di competenze tecniche e di esperienza, a suo avviso, rappresenterebbe un rischio per la gestione della cosa pubblica.
In disparte ogni considerazione sul fatto che gli slogan contro “i professionisti della politica” (oggi evidentemente al potere) erano qualche anno fa molto apprezzati proprio da chi oggi sostiene il contrario (fu il mantra ripetuto ossessivamente al momento dell’ingresso in politica dell’allora “nuovo” leader Berlusconi), dal punto di vista tecnico credo che non si possa davvero sostenere una simile tesi.
Infatti – è banale ma va ricordato – non esiste alcuna norma che prevede requisiti di esperienza politica pregressa (e nemmeno specifiche competenze!) per fare il ministro o il parlamentare. È una delle regole fondamentali della nostra democrazia, come concepita, scritta e voluta dai padri costituenti.
Il dibattito, allora, va più correttamente spostato sul piano della mera opportunità, non su quello delle regole.
In proposito, non va però dimenticato che i Governi italiani, da molti decenni, sono stati rappresentati da persone in gran parte prive di competenze (giuridiche o politiche) specifiche (ingegneri, veline, medici, ecc.), che hanno potuto governare grazie alla competenza tecnica dei propri collaboratori: capi di ufficio legislativo, capi di gabinetto, segretari particolari, sottosegretari. La politica dà l’indirizzo, il vertice tecnico traduce la scelta politica in norme e provvedimenti. Funziona così, volenti o nolenti.
Se è sempre stato così, allora, perché il Movimento 5 Stelle (o quello dei “forconi” o qualunque altra lista civica) non dovrebbe essere capace di governare? Il problema, semmai, si sposterebbe sulla necessità di scegliere dei tecnici seri, competenti, indipendenti, nuovi e liberi, in grado di offrire le proprie competenze al servizio della Repubblica senza condizionamenti o doppi fini.
Va anche evidenziato che tutti i passati Governi hanno avuto una forte continuità nella scelta dei tecnici di maggior peso, tanto da aver indotto qualcuno a parlare di vero e proprio governo-ombra. Tanto per fare un esempio, i ministri Tremonti e Di Pietro – che all’elettore potrebbero apparire agli antipodi – hanno scelto la stessa persona nel ruolo tecnico di maggior peso: il capo di gabinetto Vincenzo Fortunato. Da sempre, inoltre, i posti chiave sono stati occupati per lo più da persone reclutate nel Consiglio di Stato e nell’Avvocatura dello Stato, sovente le stesse al servizio dei governi di diverso colore.
La vera novità sarebbe quindi quella di affiancare ai politici, chiunque essi siano (e che, senza alcuna ragione di allarme, non sono in genere dotati di una grande competenza sulle materie dei rispettivi ministeri), scegliessero dei tecnici realmente nuovi, mai visti, fuori dalle vecchie logiche.
Fossi in quel politologo, rifletterei più su questo, piuttosto che sulla indubbia (ma fino a poco tempo fa considerata un valore) inesperienza politica del M5S a fronte dei “professionisti della politica” oggi ai vertici del potere.
----------------------- ------------------ ----------------------------
Dopotutto con i professionisti della politica oggi siamo ancora nel pantano e cosa gravissima , imperdonabile, siamo rimasti senza una legge elettorale che ci consenta di andare a votare.
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
hai perfettamente ragione su questo! Sappiamo anche che i pentastellato oltre di avere un po' di casino in casa sono anche impreparati a governare . Detto questo ch alternative potemmo avere davanti sapendo cosa abbiamo ora è quello che FORSE potremmo avere domani?iospero ha scritto:Il Movimento 5 Stelle saprebbe governare?
di Alessio Liberati | 5 novembre 2012
Poco tempo fa ho assistito ad una interessante intervista televisiva ad un noto politologo, il quale ha espresso le proprie perplessità (e preoccupazioni) sul futuro democratico del Paese, se il Movimento 5 Stelle dovesse avere la maggioranza: la mancanza di competenze tecniche e di esperienza, a suo avviso, rappresenterebbe un rischio per la gestione della cosa pubblica.
In disparte ogni considerazione sul fatto che gli slogan contro “i professionisti della politica” (oggi evidentemente al potere) erano qualche anno fa molto apprezzati proprio da chi oggi sostiene il contrario (fu il mantra ripetuto ossessivamente al momento dell’ingresso in politica dell’allora “nuovo” leader Berlusconi), dal punto di vista tecnico credo che non si possa davvero sostenere una simile tesi.
Infatti – è banale ma va ricordato – non esiste alcuna norma che prevede requisiti di esperienza politica pregressa (e nemmeno specifiche competenze!) per fare il ministro o il parlamentare. È una delle regole fondamentali della nostra democrazia, come concepita, scritta e voluta dai padri costituenti.
Il dibattito, allora, va più correttamente spostato sul piano della mera opportunità, non su quello delle regole.
In proposito, non va però dimenticato che i Governi italiani, da molti decenni, sono stati rappresentati da persone in gran parte prive di competenze (giuridiche o politiche) specifiche (ingegneri, veline, medici, ecc.), che hanno potuto governare grazie alla competenza tecnica dei propri collaboratori: capi di ufficio legislativo, capi di gabinetto, segretari particolari, sottosegretari. La politica dà l’indirizzo, il vertice tecnico traduce la scelta politica in norme e provvedimenti. Funziona così, volenti o nolenti.
Se è sempre stato così, allora, perché il Movimento 5 Stelle (o quello dei “forconi” o qualunque altra lista civica) non dovrebbe essere capace di governare? Il problema, semmai, si sposterebbe sulla necessità di scegliere dei tecnici seri, competenti, indipendenti, nuovi e liberi, in grado di offrire le proprie competenze al servizio della Repubblica senza condizionamenti o doppi fini.
Va anche evidenziato che tutti i passati Governi hanno avuto una forte continuità nella scelta dei tecnici di maggior peso, tanto da aver indotto qualcuno a parlare di vero e proprio governo-ombra. Tanto per fare un esempio, i ministri Tremonti e Di Pietro – che all’elettore potrebbero apparire agli antipodi – hanno scelto la stessa persona nel ruolo tecnico di maggior peso: il capo di gabinetto Vincenzo Fortunato. Da sempre, inoltre, i posti chiave sono stati occupati per lo più da persone reclutate nel Consiglio di Stato e nell’Avvocatura dello Stato, sovente le stesse al servizio dei governi di diverso colore.
La vera novità sarebbe quindi quella di affiancare ai politici, chiunque essi siano (e che, senza alcuna ragione di allarme, non sono in genere dotati di una grande competenza sulle materie dei rispettivi ministeri), scegliessero dei tecnici realmente nuovi, mai visti, fuori dalle vecchie logiche.
Fossi in quel politologo, rifletterei più su questo, piuttosto che sulla indubbia (ma fino a poco tempo fa considerata un valore) inesperienza politica del M5S a fronte dei “professionisti della politica” oggi ai vertici del potere.
----------------------- ------------------ ----------------------------
Dopotutto con i professionisti della politica oggi siamo ancora nel pantano e cosa gravissima , imperdonabile, siamo rimasti senza una legge elettorale che ci consenta di andare a votare.
Siamo arrivati al punto che coloro che dichiaravano se vinceva il no se ne sarebbero andati dalla vita politica ed invece sono stati premiati. Come potremmo fidarci di costoro e quindi rifiutare i grillini qualora fossero loro in all'antica al PD?
Non votare e lasciare libero alla vittoria il PD, votare la piccola lista di sinistra qualora S ne trovasse una sapendo che sarebbe ininfluente alla fine?
Purtroppo cred che questa domanda se la siano posta in molti e trarre le conclusioni su cosa voterebbero non è così difficile da far.
Real polik caro Zione?
un saluone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
pancho ha scritto:hai perfettamente ragione su questo! Sappiamo anche che i pentastellato oltre di avere un po' di casino in casa sono anche impreparati a governare . Detto questo ch alternative potemmo avere davanti sapendo cosa abbiamo ora è quello che FORSE potremmo avere domani?iospero ha scritto:Il Movimento 5 Stelle saprebbe governare?
di Alessio Liberati | 5 novembre 2012
Poco tempo fa ho assistito ad una interessante intervista televisiva ad un noto politologo, il quale ha espresso le proprie perplessità (e preoccupazioni) sul futuro democratico del Paese, se il Movimento 5 Stelle dovesse avere la maggioranza: la mancanza di competenze tecniche e di esperienza, a suo avviso, rappresenterebbe un rischio per la gestione della cosa pubblica.
In disparte ogni considerazione sul fatto che gli slogan contro “i professionisti della politica” (oggi evidentemente al potere) erano qualche anno fa molto apprezzati proprio da chi oggi sostiene il contrario (fu il mantra ripetuto ossessivamente al momento dell’ingresso in politica dell’allora “nuovo” leader Berlusconi), dal punto di vista tecnico credo che non si possa davvero sostenere una simile tesi.
Infatti – è banale ma va ricordato – non esiste alcuna norma che prevede requisiti di esperienza politica pregressa (e nemmeno specifiche competenze!) per fare il ministro o il parlamentare. È una delle regole fondamentali della nostra democrazia, come concepita, scritta e voluta dai padri costituenti.
Il dibattito, allora, va più correttamente spostato sul piano della mera opportunità, non su quello delle regole.
In proposito, non va però dimenticato che i Governi italiani, da molti decenni, sono stati rappresentati da persone in gran parte prive di competenze (giuridiche o politiche) specifiche (ingegneri, veline, medici, ecc.), che hanno potuto governare grazie alla competenza tecnica dei propri collaboratori: capi di ufficio legislativo, capi di gabinetto, segretari particolari, sottosegretari. La politica dà l’indirizzo, il vertice tecnico traduce la scelta politica in norme e provvedimenti. Funziona così, volenti o nolenti.
Se è sempre stato così, allora, perché il Movimento 5 Stelle (o quello dei “forconi” o qualunque altra lista civica) non dovrebbe essere capace di governare? Il problema, semmai, si sposterebbe sulla necessità di scegliere dei tecnici seri, competenti, indipendenti, nuovi e liberi, in grado di offrire le proprie competenze al servizio della Repubblica senza condizionamenti o doppi fini.
Va anche evidenziato che tutti i passati Governi hanno avuto una forte continuità nella scelta dei tecnici di maggior peso, tanto da aver indotto qualcuno a parlare di vero e proprio governo-ombra. Tanto per fare un esempio, i ministri Tremonti e Di Pietro – che all’elettore potrebbero apparire agli antipodi – hanno scelto la stessa persona nel ruolo tecnico di maggior peso: il capo di gabinetto Vincenzo Fortunato. Da sempre, inoltre, i posti chiave sono stati occupati per lo più da persone reclutate nel Consiglio di Stato e nell’Avvocatura dello Stato, sovente le stesse al servizio dei governi di diverso colore.
La vera novità sarebbe quindi quella di affiancare ai politici, chiunque essi siano (e che, senza alcuna ragione di allarme, non sono in genere dotati di una grande competenza sulle materie dei rispettivi ministeri), scegliessero dei tecnici realmente nuovi, mai visti, fuori dalle vecchie logiche.
Fossi in quel politologo, rifletterei più su questo, piuttosto che sulla indubbia (ma fino a poco tempo fa considerata un valore) inesperienza politica del M5S a fronte dei “professionisti della politica” oggi ai vertici del potere.
----------------------- ------------------ ----------------------------
Dopotutto con i professionisti della politica oggi siamo ancora nel pantano e cosa gravissima , imperdonabile, siamo rimasti senza una legge elettorale che ci consenta di andare a votare.
Siamo arrivati al punto che coloro che dichiaravano se vinceva il no se ne sarebbero andati dalla vita politica ed invece sono stati premiati. Come potremmo fidarci di costoro e quindi rifiutare i grillini qualora fossero loro in all'antica al PD?
Non votare e lasciare libero alla vittoria il PD, votare la piccola lista di sinistra qualora S ne trovasse una sapendo che sarebbe ininfluente alla fine?
Purtroppo cred che questa domanda se la siano posta in molti e trarre le conclusioni su cosa voterebbero non è così difficile da far.
Real polik caro Zione?
un saluone
Realpolitik per realpolitk
Caro pancho, da 15 anni mi confronto sulla politica nostrana, e non solo, con un amico che ha 11 anni più di noi.
Mi confronto 4 volte la settimana per circa un’ora.
Negli ultimi 5 anni abbiamo preso l’abitudine di confrontare le ipotesi su come finirà questo stramaledetto Paese.
Su di un punto concordiamo in questa fase tormentata. I partiti tradizionali, per come li avevamo conosciuti durante la Prima Repubblica, ed anche all’inizio della Seconda, non esistono più.
Come non esistono più gli uomini usciti dalla Seconda Guerra mondiale.
Per tempra, per capacità di manovra, per intelligenza, per moralità, per desiderio dell’affermazione della libertà e della democrazia.
In poche parole i padri fondatori della Repubblica.
Noi invece ci troviamo ad avere a che fare con i padri sfondatori della Repubblica.
Sciascia, non esiterebbe un istante a classificarli con il suo metro di misura.
I padri fondatori, classificati come “Uomini”.
I padri sfondatori dei giorni nostri come “Quaquaraquà”.
In questi ultimi due mesi, invece, divergiamo su cosa ci sarà dopo la constatazione che per la moribonda Italia non c’è più niente da fare.
Il mio interlocutore sostiene che le élite che ci governano dietro la politica ufficiale, per mantenere salda la continuità dei loro interessi, non esiteranno a mandare nelle piazze i carri armati.
Io vedo poco questa soluzione, in Italia, dopo l’esperienza del fascismo, anche se non la escluderei del tutto, vista la gravità della situazione attuale che non ammette soluzioni adottando la sola ragione.
Siamo andati troppo oltre il limite di guardia.
Il partito democristiano 2.0(Chiamato impropriamente PD) è destinato a dissolversi.
Il centro destra stenta a diventare una coalizione credibile.
I 5 stelle non hanno la capacità di governare questa fase che riuscirebbe difficile da governare ad uomini della taglia dei De Gasperi, degli Einaudi, dei Pertini, dei Calamandrei.
Brutto a dirsi, ma siamo destinati a fare la fine dei topi.
A meno che qualcuno abbia una soluzione da proporre, tra i frequentatori del Forum.
-
- Messaggi: 1188
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Il movimento 5stelle è cresciuto numericamente e forse è destinato a crescere ancora non tanto
per suo merito quanto per il demerito delle altre forze presenti nel teatro politico italiano.
La sinistra (c'è ancora?) così mal rappresentata ed organizzata ha misconosciuto la lezione di
A. Gramsci. Nel 1924 Gramsci fondò il giornale l'Unità e scelse quel nome non a caso.
Oggi pur essendoci grande bisogno di una rappresentanza forte ed unita della sinistra siamo con
formazioni insignificanti ed ininfluenti, eppure ci sarebbero tutte le condizioni e le motivazioni
di una sinistra forte ed unita.
Il M5S ha raccolto e canalizzato lo scontento e la rabbia che non trova altra sponda che il movimento.
Siamo obiettivi, dentro c'è di tutto, dovrà necessariamente farsi partito ed elaborare un profilo politico
più preciso ed attrezzarsi nell'avere più competenze tecniche.
La sfida che ha davanti è una sfida immane.
per suo merito quanto per il demerito delle altre forze presenti nel teatro politico italiano.
La sinistra (c'è ancora?) così mal rappresentata ed organizzata ha misconosciuto la lezione di
A. Gramsci. Nel 1924 Gramsci fondò il giornale l'Unità e scelse quel nome non a caso.
Oggi pur essendoci grande bisogno di una rappresentanza forte ed unita della sinistra siamo con
formazioni insignificanti ed ininfluenti, eppure ci sarebbero tutte le condizioni e le motivazioni
di una sinistra forte ed unita.
Il M5S ha raccolto e canalizzato lo scontento e la rabbia che non trova altra sponda che il movimento.
Siamo obiettivi, dentro c'è di tutto, dovrà necessariamente farsi partito ed elaborare un profilo politico
più preciso ed attrezzarsi nell'avere più competenze tecniche.
La sfida che ha davanti è una sfida immane.
-
- Messaggi: 1079
- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Concordo con te "erdig", ho già espresso la mia opinione in altri post a proposito.
Purtroppo lo scontento di tanta parte della sinistra è andato a canalizzarsi in astensione e voti al M5S, io medesimo ho cercato di partecipare ad alcuni meet-up dei grillini e lì sono subito venute a galla le problematiche di un movimento che non può diventare un partito a causa delle troppe e divergenti anime che lo compongono. Fino a che si tratta di dire "No" tutti d'accordo poi si passa alla seconda fase, quella politica: "che fare?" e lì le anime divergenti si scontrano e non si partorisce nulla neanche il tradizionale topolino. Alcuni movimentisti non sanno neanche cosa sia la politica, e poi la mancanza di democrazia è micidiale visto che decidono tutto alla fine i "guru" dinastici...
Tutto ciò per rimarcare che l'Italia necessita assolutamente di una forza politica di sinistra coesa e unita per formare un argine al coacervo di Liberismo, Turbocapitalismo, Populismo che rischia di distruggere dopo poco più di 150 anni la nostra Nazione.
Questa forza è chiaro che non può essere il PD da cui tutti quelli con ancora un barlume di sinistra in testa e nel cuore devono uscire lasciando il "re nudo" di fronte alle sue storiche responsabilità.
Io nell'ultimo referendum ho fatto una mia personale campagna per il NO e penso di aver convinto almeno un centinaio di persone, sto cercando di parlare con tutti quelli che hanno a cuore la giustizia sociale e l'equità e molti sarebbero anche interessati e propensi ad aderire a una forza che propugnasse e difendesse tali idee, il problema è che non c'è ed è difficle far aderire qualcuno a qualcosa che non esiste!
Purtroppo lo scontento di tanta parte della sinistra è andato a canalizzarsi in astensione e voti al M5S, io medesimo ho cercato di partecipare ad alcuni meet-up dei grillini e lì sono subito venute a galla le problematiche di un movimento che non può diventare un partito a causa delle troppe e divergenti anime che lo compongono. Fino a che si tratta di dire "No" tutti d'accordo poi si passa alla seconda fase, quella politica: "che fare?" e lì le anime divergenti si scontrano e non si partorisce nulla neanche il tradizionale topolino. Alcuni movimentisti non sanno neanche cosa sia la politica, e poi la mancanza di democrazia è micidiale visto che decidono tutto alla fine i "guru" dinastici...
Tutto ciò per rimarcare che l'Italia necessita assolutamente di una forza politica di sinistra coesa e unita per formare un argine al coacervo di Liberismo, Turbocapitalismo, Populismo che rischia di distruggere dopo poco più di 150 anni la nostra Nazione.
Questa forza è chiaro che non può essere il PD da cui tutti quelli con ancora un barlume di sinistra in testa e nel cuore devono uscire lasciando il "re nudo" di fronte alle sue storiche responsabilità.
Io nell'ultimo referendum ho fatto una mia personale campagna per il NO e penso di aver convinto almeno un centinaio di persone, sto cercando di parlare con tutti quelli che hanno a cuore la giustizia sociale e l'equità e molti sarebbero anche interessati e propensi ad aderire a una forza che propugnasse e difendesse tali idee, il problema è che non c'è ed è difficle far aderire qualcuno a qualcosa che non esiste!
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Hai detto bene, Maury!Maucat ha scritto:Concordo con te "erdig", ho già espresso la mia opinione in altri post a proposito.
Purtroppo lo scontento di tanta parte della sinistra è andato a canalizzarsi in astensione e voti al M5S, io medesimo ho cercato di partecipare ad alcuni meet-up dei grillini e lì sono subito venute a galla le problematiche di un movimento che non può diventare un partito a causa delle troppe e divergenti anime che lo compongono. Fino a che si tratta di dire "No" tutti d'accordo poi si passa alla seconda fase, quella politica: "che fare?" e lì le anime divergenti si scontrano e non si partorisce nulla neanche il tradizionale topolino. Alcuni movimentisti non sanno neanche cosa sia la politica, e poi la mancanza di democrazia è micidiale visto che decidono tutto alla fine i "guru" dinastici...
Tutto ciò per rimarcare che l'Italia necessita assolutamente di una forza politica di sinistra coesa e unita per formare un argine al coacervo di Liberismo, Turbocapitalismo, Populismo che rischia di distruggere dopo poco più di 150 anni la nostra Nazione.
Questa forza è chiaro che non può essere il PD da cui tutti quelli con ancora un barlume di sinistra in testa e nel cuore devono uscire lasciando il "re nudo" di fronte alle sue storiche responsabilità.
Io nell'ultimo referendum ho fatto una mia personale campagna per il NO e penso di aver convinto almeno un centinaio di persone, sto cercando di parlare con tutti quelli che hanno a cuore la giustizia sociale e l'equità e molti sarebbero anche interessati e propensi ad aderire a una forza che propugnasse e difendesse tali idee, il problema è che non c'è ed è difficle far aderire qualcuno a qualcosa che non esiste!
Che dovrebbero fare allora coloro che dissentano e si sentono ancora di sinistra?
Certo che per votare ' pentastellati ce ne vuole ma che altra alternativa ci sarebbe per non disperdere il nostro voto e favorire cosi ancora una volta quelli che ci governano in questo modo. Parolai e bugiardi?
Esiste questo rischio votando i 5stelle ma che potrebbero fare oltre quello che ci sta' succedendo?
Sono un movimento!!! Certo
Sono una miriade di idee contrastati fra di loro!!! Certo
Sono impreparati!!! Certo
Questo ce lo dicevano a me anche ai tempi del PCI.
Pero avevamo dalla nostra la gestione di alcune regioni in cui amministravamo abbastanza bene e che potevamo portare come esempio.
Ora costoro, da quello che mi risulta(correggimi se sbaglio) le comunità dove governano mi sembra che non vadano cosi male a parte Roma che sfiderei chiunquea governarlagovernare da come e' messa.
Quindi che fare, con questi dubbi?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
-
- Messaggi: 1079
- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Purtroppo se non riesci a fare nulla a Roma (non qualcosa... nulla) come puoi fare qualcosa al governo nazionale?
Poi la mancanza di democrazia al vertice per me è inderogabile.
Poi la mancanza di democrazia al vertice per me è inderogabile.
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite