Per non parlare dell'ostilità a proseguire la linea C dopo Fori imperiali. Adesso vogliono pure fare un referendum su una cosa che faceva anche parte del piano regolatore.Maucat ha scritto:Sono nato, cresciuto a Roma e ci vivo da sempre so benissimo quali sono i suoi problemi e chi li abbia creati. E' giusto quello dici tu "pancho" ma qui ci si aspettava qualcosa, un segno anche piccolo di discontinuità invece nulla, tutto come prima e dopo quasi 8 mesi non c'è nemmeno una giunta completa. L'occasione si è persa con la decisione sulle Olimpiadi, dovevi candidarti e affermare ad alta voce che avresti vigilato su ogni appalto e su ogni progetto per evitare la corsa al mattone invece si parla solo della funivia a Casalotti (fa veramente ridere), dello stadio della Roma che invece di mattoni ne crea ancora di più e in una zona che da sempre è il naturale sfogo alluvionale del Tevere e del bruttissimo albero di Natale con la mancanza di un evento patrocinato dal Comune per il 31 dicembre.
MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Mi pare che i 5 stelle sia per il no a tutto, pensano di essere superiori a tutti gli altri partiti al punto da aver in qualche modo contribuito, come il Bertinotti di altri tempi, a far affermare Renzi, e non sappiano prendersi alcune responsabilità e fare qualche cosa di buono per far ripartire la nazione e i comuni dove governano. E ora anche la loro sbandieratissima onestà è in dubbio.iospero ha scritto:Sembra che ci sia soltanto Roma e la Raggi, ma mentre la Raggi non ha alcun avviso di garanzia a Milano Sala ha avuto l'avviso.
Non mi scandalizzo troppo.
C'è una grande differenza tra il M5S e gli altri .
A quanto mi risulta oltre al M5S c'è solo la formazione " Possibile " di Civati favorevoli agli istituti di democrazia diretta disponibili e più facilmente accessibili da parte dei cittadini ( referendum senza quorum, raccolta delle firme per via digitale tramite internet ecc.).
Nei comuni in cui il M5S amministra gli Statuti comunali prevedono o stanno per prevedere queste forme di democrazia DIRETTA, a livello nazionale tutto è più complicato dovendo fare una modifica costituzionale, ma questa è la strada da percorrere affinché i partiti si diano una regolata.
Fondamentale resta una stampa libera e a più voci perché senza l'informazione i cittadini non hanno la possibilità di conoscere e scegliere.
Oggi un cittadino di sinistra non ha possibilità di scegliere un partito di sinistra e ,visto che il M5S non fa coalizioni, può puntare sui movimenti civici per il bene comune che potrebbero sostenere il M5S per la sua democrazia diretta.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
cielo 70 ha scritto:Mi pare che i 5 stelle sia per il no a tutto, pensano di essere superiori a tutti gli altri partiti al punto da aver in qualche modo contribuito, come il Bertinotti di altri tempi, a far affermare Renzi, e non sappiano prendersi alcune responsabilità e fare qualche cosa di buono per far ripartire la nazione e i comuni dove governano. E ora anche la loro sbandieratissima onestà è in dubbio.iospero ha scritto:Sembra che ci sia soltanto Roma e la Raggi, ma mentre la Raggi non ha alcun avviso di garanzia a Milano Sala ha avuto l'avviso.
Non mi scandalizzo troppo.
C'è una grande differenza tra il M5S e gli altri .
A quanto mi risulta oltre al M5S c'è solo la formazione " Possibile " di Civati favorevoli agli istituti di democrazia diretta disponibili e più facilmente accessibili da parte dei cittadini ( referendum senza quorum, raccolta delle firme per via digitale tramite internet ecc.).
Nei comuni in cui il M5S amministra gli Statuti comunali prevedono o stanno per prevedere queste forme di democrazia DIRETTA, a livello nazionale tutto è più complicato dovendo fare una modifica costituzionale, ma questa è la strada da percorrere affinché i partiti si diano una regolata.
Fondamentale resta una stampa libera e a più voci perché senza l'informazione i cittadini non hanno la possibilità di conoscere e scegliere.
Oggi un cittadino di sinistra non ha possibilità di scegliere un partito di sinistra e ,visto che il M5S non fa coalizioni, può puntare sui movimenti civici per il bene comune che potrebbero sostenere il M5S per la sua democrazia diretta.
Pongo i riflettori su:
...........non sappiano prendersi alcune responsabilità e fare qualche cosa di buono per far ripartire la nazione e i comuni dove governano...........
IN QUESTA FASE POLITICA CHI E' IN GRADO DI FAR RIPARTIRE LA NAZIONE,..E DI CONSEGUENZA ANCHE I COMUNI?????
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Il dibattito sui 5S entra in una fase delicata. Dopo la Muraro e Marra, ed ancor prima con le firme false, gli italiani non tifosi sono portati a dire:
“ Ma allora sono come gli altri”
Maucat, ha riportato il clima di Roma.
E anche nel resto d’Italia il clima è pesante.
Dal F.Q.
A Roma i cinquestelle hanno fallito. Ma il disastro si poteva evitare
di Nello Trocchia | 16 dicembre 2016
Cronista
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Contro chi scriveva di Raffaele Marra, di Paola Muraro sono arrivati solo insulti e indifferenza eppure bastava leggere le inchieste pubblicate per evitare il disastro.
Ora Paola Muraro si è dimessa perché indagata, Raffaele Marra è stato arrestato per corruzione.
Un partito che è andato al potere al grido di onestà dovrebbe praticare, oltre che predicare, discontinuità.
Al primo segnale un movimento che si dice diverso dovrebbe cambiare personale politico e amministrativo, invece, a Roma, si è scelta la strada della perseveranza.
E chi persevera non può accampare scuse, Virginia Raggi, sindaca della capitale, si è dimostrata totalmente inadeguata nella selezione dei suoi fedelissimi.
Eppure nei casi in esame i segnali erano fin troppo chiari, il Movimento 5 Stelle aveva tutte le informazioni per assumere le decisioni conseguenti.
E invece? E, invece, ha deciso di derubricare a quisquilie quanto emerso sul conto di Paola Muraro, prima, e Raffaele Marra poi. Su Muraro ho iniziato a scrivere da fine luglio evidenziando passato e relazioni.
La questione non è l’indagine, ma, in sintesi, la bugia, la vicinanza ad un sistema di potere, agli uomini che di quel groviglio erano l’espressione.
Non doveva essere scelta, ma quando sono emerse le contraddizioni nel passato di Muraro, la sindaca ha continuato a difenderla piuttosto che rimuoverla.
Sul caso Marra, la vicenda è simile e, a tratti, ancor più pesante ora che l’ex uomo di Alemanno, divenuto fedelissimo di Raggi, è stato arrestato per corruzione.
A fine ottobre l’Espresso dedica la copertina a Raffaele Marra con questo titolo: “Il sindaco ombra”.
Io mi occupo dell’assenza di trasparenza e dell’impossibilità di conoscere buona parte dei finanziatori della campagna elettorale di Raggi, ma l’inchiesta principale è dedicata a Marra e la firma Emiliano Fittipaldi.
Proprio Fittipaldi, a settembre, aveva svelato i rapporti tra il costruttore Sergio Scarpellini e il fedelissimo di Raggi e in particolare l’acquisto scontato di un immobile, vicenda ora al centro dell’inchiesta della Procura di Roma.
Eppure la reazione dei grillini è stata anche in quel caso chiarissima: sottovalutare, sminuire, nascondere la polvere in ogni dove.
Bisogna menzionare nel silenzio assordante la voce della deputata Roberta Lombardi che, a luglio, lascia il mini-direttorio, e poi parla di Marra come di un virus che infetta il M5S prima di presentare una denuncia lo scorso novembre.
La sua voce, però, è rimasta inascoltata.
Ora Raggi convoca in tutta fretta una conferenza stampa senza domande, un grande classico del potere che quando deve rispondere scappa.
Visto l’epilogo torna di attualità una considerazione del collega del Fatto Marco Lillo che, lo scorso luglio, a proposito di una omissione nel curriculum di Raggi, scriveva: “Virginia Raggi non ha le carte in regola per essere il candidato del M5S a Roma”.
Non si è agito in tempo, ora la polvere nascosta è diventata una valanga che travolge il movimento, Raggi e il coretto ‘onestà onestà’.
twitter: @nellotro
“ Ma allora sono come gli altri”
Maucat, ha riportato il clima di Roma.
E anche nel resto d’Italia il clima è pesante.
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A Roma i cinquestelle hanno fallito. Ma il disastro si poteva evitare
di Nello Trocchia | 16 dicembre 2016
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Contro chi scriveva di Raffaele Marra, di Paola Muraro sono arrivati solo insulti e indifferenza eppure bastava leggere le inchieste pubblicate per evitare il disastro.
Ora Paola Muraro si è dimessa perché indagata, Raffaele Marra è stato arrestato per corruzione.
Un partito che è andato al potere al grido di onestà dovrebbe praticare, oltre che predicare, discontinuità.
Al primo segnale un movimento che si dice diverso dovrebbe cambiare personale politico e amministrativo, invece, a Roma, si è scelta la strada della perseveranza.
E chi persevera non può accampare scuse, Virginia Raggi, sindaca della capitale, si è dimostrata totalmente inadeguata nella selezione dei suoi fedelissimi.
Eppure nei casi in esame i segnali erano fin troppo chiari, il Movimento 5 Stelle aveva tutte le informazioni per assumere le decisioni conseguenti.
E invece? E, invece, ha deciso di derubricare a quisquilie quanto emerso sul conto di Paola Muraro, prima, e Raffaele Marra poi. Su Muraro ho iniziato a scrivere da fine luglio evidenziando passato e relazioni.
La questione non è l’indagine, ma, in sintesi, la bugia, la vicinanza ad un sistema di potere, agli uomini che di quel groviglio erano l’espressione.
Non doveva essere scelta, ma quando sono emerse le contraddizioni nel passato di Muraro, la sindaca ha continuato a difenderla piuttosto che rimuoverla.
Sul caso Marra, la vicenda è simile e, a tratti, ancor più pesante ora che l’ex uomo di Alemanno, divenuto fedelissimo di Raggi, è stato arrestato per corruzione.
A fine ottobre l’Espresso dedica la copertina a Raffaele Marra con questo titolo: “Il sindaco ombra”.
Io mi occupo dell’assenza di trasparenza e dell’impossibilità di conoscere buona parte dei finanziatori della campagna elettorale di Raggi, ma l’inchiesta principale è dedicata a Marra e la firma Emiliano Fittipaldi.
Proprio Fittipaldi, a settembre, aveva svelato i rapporti tra il costruttore Sergio Scarpellini e il fedelissimo di Raggi e in particolare l’acquisto scontato di un immobile, vicenda ora al centro dell’inchiesta della Procura di Roma.
Eppure la reazione dei grillini è stata anche in quel caso chiarissima: sottovalutare, sminuire, nascondere la polvere in ogni dove.
Bisogna menzionare nel silenzio assordante la voce della deputata Roberta Lombardi che, a luglio, lascia il mini-direttorio, e poi parla di Marra come di un virus che infetta il M5S prima di presentare una denuncia lo scorso novembre.
La sua voce, però, è rimasta inascoltata.
Ora Raggi convoca in tutta fretta una conferenza stampa senza domande, un grande classico del potere che quando deve rispondere scappa.
Visto l’epilogo torna di attualità una considerazione del collega del Fatto Marco Lillo che, lo scorso luglio, a proposito di una omissione nel curriculum di Raggi, scriveva: “Virginia Raggi non ha le carte in regola per essere il candidato del M5S a Roma”.
Non si è agito in tempo, ora la polvere nascosta è diventata una valanga che travolge il movimento, Raggi e il coretto ‘onestà onestà’.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Raggi a rischio dopo la lunga difesa di Marra
Resa dei conti M5s sulla squadra e sul simbolo
Oppositori chiedono la testa di Frongia e Romeo. Vertici con Grillo fino all’alba. Fico annulla intervista tv
Sindaca a colloquio con i consiglieri comunali. Ipotesi di proseguire mandato fuori dal movimento
Politica
Una notte insonne e poi il treno all’alba: Beppe Grillo ha lasciato Roma con il treno delle sei, lasciando in campo tutte le ipotesi: dal ritiro del simbolo fino al sostegno condizionato. Parlamentari e consiglieri più ortodossi sono molto duri: se la sindaca vuole restare deve chiudere con Marra e Romeo. In queste ore però, nelle telefonate tra Genova e Milano, e nei colloqui che Grillo ha fatto di persona all’hotel Forum, non si esclude niente, tra il timore di nuove evoluzioni giudiziarie e il rischio di maggiori danni d’immagine. Per tutta la giornata di ieri si è parlato di un post a firma di Grillo che avrebbe di fatto dovuto scaricare la sindaca M5s. Ritardato, più volte, per ora non è ancora stato pubblicato
di F. Q.
Resa dei conti M5s sulla squadra e sul simbolo
Oppositori chiedono la testa di Frongia e Romeo. Vertici con Grillo fino all’alba. Fico annulla intervista tv
Sindaca a colloquio con i consiglieri comunali. Ipotesi di proseguire mandato fuori dal movimento
Politica
Una notte insonne e poi il treno all’alba: Beppe Grillo ha lasciato Roma con il treno delle sei, lasciando in campo tutte le ipotesi: dal ritiro del simbolo fino al sostegno condizionato. Parlamentari e consiglieri più ortodossi sono molto duri: se la sindaca vuole restare deve chiudere con Marra e Romeo. In queste ore però, nelle telefonate tra Genova e Milano, e nei colloqui che Grillo ha fatto di persona all’hotel Forum, non si esclude niente, tra il timore di nuove evoluzioni giudiziarie e il rischio di maggiori danni d’immagine. Per tutta la giornata di ieri si è parlato di un post a firma di Grillo che avrebbe di fatto dovuto scaricare la sindaca M5s. Ritardato, più volte, per ora non è ancora stato pubblicato
di F. Q.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
17 dic 2016 15:57
1. SULL'ARRESTO DI MARRA, LO SCONTRO AL ''FATTO QUOTIDIANO'': PETER GOMEZ, DIRETTORE DEL SITO, CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA RAGGI. MARCO TRAVAGLIO, DIRETTORE DEL GIORNALE, CONTINUA A DIFENDERLA: ''NON POTEVA SAPERE, MARRA NON ERA SOSPETTATO DI NULLA''
2. GOMEZ DICE IL CONTRARIO: 'MARRA EBBE UNO SCONTO DI 500MILA EURO DA SCARPELLINI, QUELLO CHE IL M5S CONSIDERA UN PALAZZINARO DA COMBATTERE. E LA RAGGI SAPEVA' (VIDEO)
3. ''LA SINDACA RISCHIA UN AVVISO DI GARANZIA, IL MOVIMENTO DEVE STACCARE LA SPINA E AMMETTERE DI AVER SBAGLIATO AD AVER CANDIDATO UNA CHE MENTÌ NEL CURRICULUM SU PREVITI. CHI NON LO CAPISCE, È SOLO UN TIFOSO. E CON I TIFOSI NON SI PUÒ DISCUTERE''
4. TRA I DUE LITIGANTI, FACCI: ''TRAVAGLIO PER MESI HA DIFESO MARRA. CHE, INTERVISTATO DAL 'FATTO' DICEVA: 'MI SENTO UN 5STELLE'. LO DIFENDERÀ PURE OGGI'' (LO HA FATTO)
1. SULL'ARRESTO DI MARRA, LO SCONTRO AL ''FATTO QUOTIDIANO'': PETER GOMEZ, DIRETTORE DEL SITO, CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA RAGGI. MARCO TRAVAGLIO, DIRETTORE DEL GIORNALE, CONTINUA A DIFENDERLA: ''NON POTEVA SAPERE, MARRA NON ERA SOSPETTATO DI NULLA''
2. GOMEZ DICE IL CONTRARIO: 'MARRA EBBE UNO SCONTO DI 500MILA EURO DA SCARPELLINI, QUELLO CHE IL M5S CONSIDERA UN PALAZZINARO DA COMBATTERE. E LA RAGGI SAPEVA' (VIDEO)
3. ''LA SINDACA RISCHIA UN AVVISO DI GARANZIA, IL MOVIMENTO DEVE STACCARE LA SPINA E AMMETTERE DI AVER SBAGLIATO AD AVER CANDIDATO UNA CHE MENTÌ NEL CURRICULUM SU PREVITI. CHI NON LO CAPISCE, È SOLO UN TIFOSO. E CON I TIFOSI NON SI PUÒ DISCUTERE''
4. TRA I DUE LITIGANTI, FACCI: ''TRAVAGLIO PER MESI HA DIFESO MARRA. CHE, INTERVISTATO DAL 'FATTO' DICEVA: 'MI SENTO UN 5STELLE'. LO DIFENDERÀ PURE OGGI'' (LO HA FATTO)
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
17 dic 2016 18:08
SAVIANO: ''VIRGINIA RAGGI SI DEVE DIMETTERE. E DOV'È FINITO DI BATTISTA, QUELLO CHE URLAVA 'ONESTÀ!!' IN FACCIA AI RADICALI, CHE DAVVERO CONTRASTAVANO SCARPELLINI?''
- MELANIA RIZZOLI: ''LA SINDACA È UNA CALAMITÀ PER IL M5S, PER ROMA E PER SE STESSA. TOTALMENTE INADEGUATA AL COMPITO''
1. SAVIANO: DI BATTISTA URLAVA ''ONESTÀ'' IN FACCIA A ROBERTO MAGI DEI RADICALI, I POCHI CHE DAVVERO HANNO COMBATTUTO SCARPELLINI
Roberto Saviano pubblica su Facebook il video dei Radicali, con Di Battista che strepita ''Onestà'' in faccia a Riccardo Magi (2014)
Raffaele Marra e il silenzio di Alessandro Di Battista.
Di Battista è stato il maggiore sponsor a Roma di Virginia Raggi. È responsabile, insieme alla Sindaca, della scelta di avere Marra tra i collaboratori della giunta. Marra che prima dell'arresto era "insostituibile" e che ora è "uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma".
Oggi Di Battista tace. Non ha ancora urlato, o anche solo pronunciato, una parola sull'arresto di Raffaele Marra. Eppure ricordo la virulenza, ai limiti dell'aggressione, utilizzata nei confronti di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani. E pensare che proprio i Radicali con Rita Bernardini denunciarono gli affari del costruttore Scarpellini, arrestato insieme a Marra. L'omertà di Di Battista oggi ci insegna che chiedere onestà agli altri vale poco se non la si pretende prima in casa propria.
Dopo l'arresto di Marra non ci uniremo al coro festante dei nuovi manettari che oggi sono prontissimi a darsi il cambio coi manettari di prima. L’onestà in sé e per sé non potrà mai essere un argomento politico significativo: lo è invece la capacità di cambiamento concreto dei meccanismi che favoriscono la corruzione e il malaffare, a prescindere dalle singole persone che se ne faranno interpreti. (Video del dicembre 2014)
2. SAVIANO: VIRGINIA RAGGI E IL DOVERE DEL PASSO INDIETRO
Roberto Saviano per ''la Repubblica''
Si e' diversi non quando si dichiara di essere diversi, ma quando si agisce diversamente. Scegliendo Marra, Virginia Raggi non ha agito diversamente dai suoi predecessori. L’arresto del fedelissimo della sindaca, l’uomo che ha difeso innumerevoli volte da luglio a oggi resistendo anche alle sollecitazioni di Beppe Grillo, che avrebbe voluto la sua rimozione, dimostra una volta di più che il re è nudo.
L’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita. I pochi mesi di amministrazione Raggi a Roma sono bastati a farci comprendere quanto il M5S sia fragile. Una denuncia che si sta sollevando anche al suo interno, come dimostra il clima che sta infuocando il confronto tra le diverse correnti romane e parlamentari.
Il Movimento, purtroppo per i suoi elettori e per i tantissimi italiani che gli hanno dato fiducia nella prova referendaria, in mancanza di regole organizzative e di selezione precise e riconoscibili, in altre parole di regole democratiche, sta evidenziando un altro dei suoi limiti, forse il più inquietante: è un movimento scalabile. Può essere preso d'assalto da chiunque e, siccome chi critica ha in sorte l'epurazione, non riesce a maturare una crescita interna che lo renda più solido e meno contraddittorio nelle scelte e nei comportamenti.
Questo è quanto accaduto a Roma, dove la destra vicina agli ambienti di Forza Italia e dell'ex sindaco Gianni Alemanno lo ha di fatto occupato. Beppe Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente - forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori - perché significherebbe alzare bandiera bianca, ammettere che la sua creatura non ha sufficienti anticorpi per scongiurare che gruppi organizzati possano infiltrarsi nelle sue strutture fluide e prendere il potere, utilizzando la buona fede degli elettori.
Il punto di partenza di questo ragionamento, anche se mi aspetto che i militanti mi diano del servo del Pd, è proprio questo: la buona fede di chi ha scelto e votato i Cinquestelle. E questa è la ragione per la quale, se il M5S non vuole disperdere il capitale umano e politico accumulato in questi anni, deve darsi nuove regole precise. Deve accettare di praticare la democrazia al proprio interno se vuole chiedere e pretendere la stessa democrazia all'esterno, alle istituzioni e alle altre forze politiche del Paese.
Una conseguenza mi pare inevitabile. Virginia Raggi deve dimettersi (o autosospendersi fino a un chiarimento giudiziario) perché ha legato il proprio destino a quello di Raffaele Marra. Perché lo ha difeso strenuamente quando in molti, anche tra quelli del suo Movimento, le hanno fatto notare l'imbarazzante continuità di Marra con le esperienze amministrative precedenti. Raggi ha un obbligo etico che le deriva dalla fascia tricolore che le è stata consegnata dopo la vittoria alle elezioni.
Deve dimostrare di comprendere fino all'ultima piega che cosa significhi essere la Sindaca della più importante città del Paese e il suo riflesso nel mondo. Deve farsi carico delle sue responsabilità politiche e civili. Deve dar conto delle sue scelte ai cittadini, non soltanto quelli che hanno votato per lei. Deve dar conto a quei cittadini che oggi scoprono chi è Marra: una pedina inamovibile della sua squadra e della sua amministrazione. Perché Marra non è - come si è voluto far credere - una figura marginale. Marra è l'amministrazione Raggi. Marra è Virginia Raggi.
DANIELE FRONGIA VIRGINIA RAGGI
Da lui sono passate tutte le decisioni più importanti della sindaca. Una sindaca che, nella migliore delle ipotesi, non ha saputo leggere e interpretare la complessità del reale. Lei e i 5stelle alla prova dei fatti sino ad oggi hanno fallito. Ecco perché è il caso che Raggi passi la mano. Mettere la testa sotto la sabbia, questo Grillo dovrebbe saperlo, porterebbe a un disastro peggiore. Quando chiesi (e ne sono ancora convinto) le dimissioni per conflitto di interessi della ministra Maria Elena Boschi fui accusato di essere grillino. Venni letteralmente massacrato dal Pd e dall'intero suo popolo riunito alla Leopolda in quei giorni. Eppure quelle mancate dimissioni hanno segnato l'inizio della ingloriosa fine del renzismo. Chi oggi lo nega lo fa per convenienza.
La situazione del nostro Paese è disastrosa, si è lavorato soprattutto alle apparenze e molto poco alla sostanza. La storia di Beppe Sala a Milano mostra come il governo abbia rischiato molto a delegare tutta la sua diversità all'Anac (l'Autorità nazionale anticorruzione) che non essendo una procura, non potendo né indagare né investigare, concede il suo bollino blu (come fatto su Expo) a vicende e situazioni che non può conoscere bene fino in fondo, dando più una valutazione mediatica che reale.
Ora l'inchiesta Expo rischia di gettare una luce ambigua sull'Anac rendendola l'ennesima operazione di facciata del governo Renzi. L'augurio è che sia in grado di sottrarsi al ruolo di chi si limita a battezzare il bene e il male dell'amministrazione pubblica e cerchi di tornare alle sue funzioni di prevenzione e analisi.
Dopo l'arresto di Marra, mi accusano nuovamente di essere al soldo del Partito democratico. Domando anche a chi mi attacca: quanto vi sta a cuore il vostro presente e il vostro futuro? Che cosa risponderete ai vostri figli quando vi chiederanno dove eravate quando c'era bisogno di fermarsi a ragionare? Per capire, solo per capire. Niente di più. Chi critica non può essere considerato un nemico da epurare. Possiamo continuare a ragionare in questo modo? Il Pd dice "se non appoggi Renzi aiuti Salvini e Grillo" e il M5S "se critichi la gestione Raggi vuoi riconsegnare Roma nelle mani di chi ha permesso Mafia Capitale".
Attestarsi su queste posizioni distrugge ogni possibilità di dibattito, riduce le idee a uno scontro tra squadre. Eppure Marra è la dimostrazione che la politica, anche quella del Movimento, che si pone come radicalmente nuova deve sempre misurarsi (e allearsi) con i meccanismi di scambio, influenza, opportunismo.
Amministrare è difficilissimo, per cambiare davvero bisogna essere prudenti e saper ascoltare. Perché dinanzi alle prove politiche (non ancora giudiziarie) di continuità tra Marra e Alemanno (Marra sottoscrisse - come racconta il giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi - contratti milionari a favore di Fabrizio Amore, un costruttore imputato di associazione per delinquere) la Raggi ha continuato a difenderlo?
Forse la ragione è semplice: le figure come Marra garantiscono voti, controllo burocratico, influenza, rapporto con immobiliari e imprenditori. Si può discutere di tutto questo senza essere accusati di essere cospiratori contro il nuovo? Chi insulta non pensa. Essere liberi, diversi, dissidenti non è un'aspirazione facile. Ma non dovremmo mai smettere di provarci.
3. È UNA CALAMITÀ PER M5S, ROMA E SE STESSA
Melania Rizzoli per ''Libero Quotidiano''
Per noi romani lo spettacolo è desolante.
Da mesi viviamo lo smarrimento della nostra città, la Capitale d' Italia, mortificata, umiliata e ormai allo sbando, senza un governo che si possa chiamare tale. Le strade di Roma sono sporche, abbandonate, i sampietrini di basalto delle nostre piazze, che una volta brillavano, sono divelti, smontati e rubati addirittura, e i marciapiedi sono invasi da mendicanti, venditori abusivi e borseggiatori che spariscono rapidi nei vicoli con il loro bottino, correndo indisturbati tra i ratti e i sacchi di spazzatura.
L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI
La neo-sindaca Virginia Raggi, eletta lo scorso giugno con un plebiscito di voti del popolo pentastellato, non solo non si è rivelata all' altezza, ma oggi appare totalmente inadeguata al compito, cosa di cui si è accorta anche la magistratura, che, in assenza di iniziative politiche, interviene come suo solito a gamba tesa e inizia a demolire la sua fragile giunta con gli avvisi di garanzia e gli arresti, e a smantellare un governo che non c' è, evitando così la lunga e penosa agonia della Capitale.
Era già sembrato strano che una grande comunità come quella romana, cinica e disincantata, tollerante e irriverente insieme, avesse espresso la sua volontà popolare su una donna giovane e sconosciuta, senza nessuna empatia con il popolo capitolino, presentata come «una di noi» e forte solo del marchio stellato di Beppe Grillo, fidelizzandosi nella sua scelta, al grido di «onestà onestà», senza rendersi conto di promuovere al Campidoglio un avvocato con scarsa esperienza politica, priva di quella competenza, caparbietà e carattere necessari per governare la città più ingovernabile d' Italia. Il breve percorso di Virginia Raggi è stato segnato fin dall' inizio solo da problemi, da incertezze, da esitazioni, da scelte sbagliate e poi da strenue difese di collaboratori indifendibili, con una luna di miele post-elettorale che non c' è mai stata, sfregiata da quella «partenza con il piede sbagliato» denunciata anche dal Wall Street Journal che ridicolizzava, in un articolo di luglio, la provinciale ascesa del populismo a Roma, umiliando in poche righe la memoria della grandezza della nostra città.
Era già sembrato strano che il Movimento 5 Stelle continuasse a sostenere questo giovane sindaco incerto, emotivamente fragile, sempre sull' orlo di una crisi di nervi, dalle lacrime facili, priva del coraggio spietato che il ruolo impone, come pronta a mollare tutto di fronte ai mucchi di immondizia nelle strade, ai frigoriferi abbandonati sui marciapiedi, al caos dei trasporti, della viabilità, della sicurezza e della corruzione nelle sue stesse stanze, che interviene esitante in consiglio leggendo a cantilena, con tono depresso, testi scritti da altri per lei, da quei funzionari e top manager che via via hanno rassegnato le dimissioni.
Era già sembrato strano leggere sul blog di Beppe Grillo «Virginia non si tocca!» nel tentativo di fermare gli attacchi durissimi al neo-sindaco che arrivavano anche dagli stessi esponenti dei Cinque stelle, come fosse un virus infettante che avrebbe potuto contagiare anche loro e che andava distrutto subito prima della prevedibile epidemia.
Eppure Grillo aveva toccato con mano il degrado di Roma cadendo rovinosamente in una delle famose voragini che decorano l' asfalto delle nostre strade, durante la sua manifestazione alla vigilia del referendum, e quel giorno avrebbe dovuto intuire che tutte le ambizioni del suo movimento rischiavano di essere inghiottite non dalle buche di Roma ma dall' immobilismo e dalla paralisi governativa del sindaco più inadeguato d' Italia.
Era già sembrato strano che nessun responsabile del Movimento fosse intervenuto mentre la sindaca perdeva i pezzi, impegnata tra dimissioni e cambi di poltrone, tra nomine ballerine e contestate, tra una serie di addii e di deleghe ritirate, quasi offensive per la dignità del Campidoglio, mentre la città da governare si riempiva di migranti che dormono per strada e nelle stazioni, aumentava il numero dei cortei di protesta, collassava il traffico e negli uffici del Comune entrava la Finanza per ordine della Procura.
NECESSARIA AUTOCRITICA
E quindi non ci sembrerà strano se il famoso «cambio di passo» per la nostra amata Capitale, annunciato dal leader grillino, si realizzasse con una autocritica severa, con l' ammissione di aver commesso un grave errore, una scelta poco onorevole per la città del Risorgimento, che ha tante emergenze, molte criticità, ma che, per la sua storia, per la sua importanza e per la sua dignità, ha bisogno di una guida vera, autorevole, ferma e decisa.
Insomma, che ha bisogno di un sindaco che non può essere certamente Virginia Raggi, la quale farebbe bene a dimettersi in tempo, onestamente e con rapidità, prima che sia costretta a farlo ad opera della magistratura, o peggio ad opera del popolo romano, che quando perde la pazienza, rispolvera l' eterno Flaiano e dice: «A Virgì, scànsate, che nun è robba pe te...».
SAVIANO: ''VIRGINIA RAGGI SI DEVE DIMETTERE. E DOV'È FINITO DI BATTISTA, QUELLO CHE URLAVA 'ONESTÀ!!' IN FACCIA AI RADICALI, CHE DAVVERO CONTRASTAVANO SCARPELLINI?''
- MELANIA RIZZOLI: ''LA SINDACA È UNA CALAMITÀ PER IL M5S, PER ROMA E PER SE STESSA. TOTALMENTE INADEGUATA AL COMPITO''
1. SAVIANO: DI BATTISTA URLAVA ''ONESTÀ'' IN FACCIA A ROBERTO MAGI DEI RADICALI, I POCHI CHE DAVVERO HANNO COMBATTUTO SCARPELLINI
Roberto Saviano pubblica su Facebook il video dei Radicali, con Di Battista che strepita ''Onestà'' in faccia a Riccardo Magi (2014)
Raffaele Marra e il silenzio di Alessandro Di Battista.
Di Battista è stato il maggiore sponsor a Roma di Virginia Raggi. È responsabile, insieme alla Sindaca, della scelta di avere Marra tra i collaboratori della giunta. Marra che prima dell'arresto era "insostituibile" e che ora è "uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma".
Oggi Di Battista tace. Non ha ancora urlato, o anche solo pronunciato, una parola sull'arresto di Raffaele Marra. Eppure ricordo la virulenza, ai limiti dell'aggressione, utilizzata nei confronti di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani. E pensare che proprio i Radicali con Rita Bernardini denunciarono gli affari del costruttore Scarpellini, arrestato insieme a Marra. L'omertà di Di Battista oggi ci insegna che chiedere onestà agli altri vale poco se non la si pretende prima in casa propria.
Dopo l'arresto di Marra non ci uniremo al coro festante dei nuovi manettari che oggi sono prontissimi a darsi il cambio coi manettari di prima. L’onestà in sé e per sé non potrà mai essere un argomento politico significativo: lo è invece la capacità di cambiamento concreto dei meccanismi che favoriscono la corruzione e il malaffare, a prescindere dalle singole persone che se ne faranno interpreti. (Video del dicembre 2014)
2. SAVIANO: VIRGINIA RAGGI E IL DOVERE DEL PASSO INDIETRO
Roberto Saviano per ''la Repubblica''
Si e' diversi non quando si dichiara di essere diversi, ma quando si agisce diversamente. Scegliendo Marra, Virginia Raggi non ha agito diversamente dai suoi predecessori. L’arresto del fedelissimo della sindaca, l’uomo che ha difeso innumerevoli volte da luglio a oggi resistendo anche alle sollecitazioni di Beppe Grillo, che avrebbe voluto la sua rimozione, dimostra una volta di più che il re è nudo.
L’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita. I pochi mesi di amministrazione Raggi a Roma sono bastati a farci comprendere quanto il M5S sia fragile. Una denuncia che si sta sollevando anche al suo interno, come dimostra il clima che sta infuocando il confronto tra le diverse correnti romane e parlamentari.
Il Movimento, purtroppo per i suoi elettori e per i tantissimi italiani che gli hanno dato fiducia nella prova referendaria, in mancanza di regole organizzative e di selezione precise e riconoscibili, in altre parole di regole democratiche, sta evidenziando un altro dei suoi limiti, forse il più inquietante: è un movimento scalabile. Può essere preso d'assalto da chiunque e, siccome chi critica ha in sorte l'epurazione, non riesce a maturare una crescita interna che lo renda più solido e meno contraddittorio nelle scelte e nei comportamenti.
Questo è quanto accaduto a Roma, dove la destra vicina agli ambienti di Forza Italia e dell'ex sindaco Gianni Alemanno lo ha di fatto occupato. Beppe Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente - forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori - perché significherebbe alzare bandiera bianca, ammettere che la sua creatura non ha sufficienti anticorpi per scongiurare che gruppi organizzati possano infiltrarsi nelle sue strutture fluide e prendere il potere, utilizzando la buona fede degli elettori.
Il punto di partenza di questo ragionamento, anche se mi aspetto che i militanti mi diano del servo del Pd, è proprio questo: la buona fede di chi ha scelto e votato i Cinquestelle. E questa è la ragione per la quale, se il M5S non vuole disperdere il capitale umano e politico accumulato in questi anni, deve darsi nuove regole precise. Deve accettare di praticare la democrazia al proprio interno se vuole chiedere e pretendere la stessa democrazia all'esterno, alle istituzioni e alle altre forze politiche del Paese.
Una conseguenza mi pare inevitabile. Virginia Raggi deve dimettersi (o autosospendersi fino a un chiarimento giudiziario) perché ha legato il proprio destino a quello di Raffaele Marra. Perché lo ha difeso strenuamente quando in molti, anche tra quelli del suo Movimento, le hanno fatto notare l'imbarazzante continuità di Marra con le esperienze amministrative precedenti. Raggi ha un obbligo etico che le deriva dalla fascia tricolore che le è stata consegnata dopo la vittoria alle elezioni.
Deve dimostrare di comprendere fino all'ultima piega che cosa significhi essere la Sindaca della più importante città del Paese e il suo riflesso nel mondo. Deve farsi carico delle sue responsabilità politiche e civili. Deve dar conto delle sue scelte ai cittadini, non soltanto quelli che hanno votato per lei. Deve dar conto a quei cittadini che oggi scoprono chi è Marra: una pedina inamovibile della sua squadra e della sua amministrazione. Perché Marra non è - come si è voluto far credere - una figura marginale. Marra è l'amministrazione Raggi. Marra è Virginia Raggi.
DANIELE FRONGIA VIRGINIA RAGGI
Da lui sono passate tutte le decisioni più importanti della sindaca. Una sindaca che, nella migliore delle ipotesi, non ha saputo leggere e interpretare la complessità del reale. Lei e i 5stelle alla prova dei fatti sino ad oggi hanno fallito. Ecco perché è il caso che Raggi passi la mano. Mettere la testa sotto la sabbia, questo Grillo dovrebbe saperlo, porterebbe a un disastro peggiore. Quando chiesi (e ne sono ancora convinto) le dimissioni per conflitto di interessi della ministra Maria Elena Boschi fui accusato di essere grillino. Venni letteralmente massacrato dal Pd e dall'intero suo popolo riunito alla Leopolda in quei giorni. Eppure quelle mancate dimissioni hanno segnato l'inizio della ingloriosa fine del renzismo. Chi oggi lo nega lo fa per convenienza.
La situazione del nostro Paese è disastrosa, si è lavorato soprattutto alle apparenze e molto poco alla sostanza. La storia di Beppe Sala a Milano mostra come il governo abbia rischiato molto a delegare tutta la sua diversità all'Anac (l'Autorità nazionale anticorruzione) che non essendo una procura, non potendo né indagare né investigare, concede il suo bollino blu (come fatto su Expo) a vicende e situazioni che non può conoscere bene fino in fondo, dando più una valutazione mediatica che reale.
Ora l'inchiesta Expo rischia di gettare una luce ambigua sull'Anac rendendola l'ennesima operazione di facciata del governo Renzi. L'augurio è che sia in grado di sottrarsi al ruolo di chi si limita a battezzare il bene e il male dell'amministrazione pubblica e cerchi di tornare alle sue funzioni di prevenzione e analisi.
Dopo l'arresto di Marra, mi accusano nuovamente di essere al soldo del Partito democratico. Domando anche a chi mi attacca: quanto vi sta a cuore il vostro presente e il vostro futuro? Che cosa risponderete ai vostri figli quando vi chiederanno dove eravate quando c'era bisogno di fermarsi a ragionare? Per capire, solo per capire. Niente di più. Chi critica non può essere considerato un nemico da epurare. Possiamo continuare a ragionare in questo modo? Il Pd dice "se non appoggi Renzi aiuti Salvini e Grillo" e il M5S "se critichi la gestione Raggi vuoi riconsegnare Roma nelle mani di chi ha permesso Mafia Capitale".
Attestarsi su queste posizioni distrugge ogni possibilità di dibattito, riduce le idee a uno scontro tra squadre. Eppure Marra è la dimostrazione che la politica, anche quella del Movimento, che si pone come radicalmente nuova deve sempre misurarsi (e allearsi) con i meccanismi di scambio, influenza, opportunismo.
Amministrare è difficilissimo, per cambiare davvero bisogna essere prudenti e saper ascoltare. Perché dinanzi alle prove politiche (non ancora giudiziarie) di continuità tra Marra e Alemanno (Marra sottoscrisse - come racconta il giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi - contratti milionari a favore di Fabrizio Amore, un costruttore imputato di associazione per delinquere) la Raggi ha continuato a difenderlo?
Forse la ragione è semplice: le figure come Marra garantiscono voti, controllo burocratico, influenza, rapporto con immobiliari e imprenditori. Si può discutere di tutto questo senza essere accusati di essere cospiratori contro il nuovo? Chi insulta non pensa. Essere liberi, diversi, dissidenti non è un'aspirazione facile. Ma non dovremmo mai smettere di provarci.
3. È UNA CALAMITÀ PER M5S, ROMA E SE STESSA
Melania Rizzoli per ''Libero Quotidiano''
Per noi romani lo spettacolo è desolante.
Da mesi viviamo lo smarrimento della nostra città, la Capitale d' Italia, mortificata, umiliata e ormai allo sbando, senza un governo che si possa chiamare tale. Le strade di Roma sono sporche, abbandonate, i sampietrini di basalto delle nostre piazze, che una volta brillavano, sono divelti, smontati e rubati addirittura, e i marciapiedi sono invasi da mendicanti, venditori abusivi e borseggiatori che spariscono rapidi nei vicoli con il loro bottino, correndo indisturbati tra i ratti e i sacchi di spazzatura.
L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI
La neo-sindaca Virginia Raggi, eletta lo scorso giugno con un plebiscito di voti del popolo pentastellato, non solo non si è rivelata all' altezza, ma oggi appare totalmente inadeguata al compito, cosa di cui si è accorta anche la magistratura, che, in assenza di iniziative politiche, interviene come suo solito a gamba tesa e inizia a demolire la sua fragile giunta con gli avvisi di garanzia e gli arresti, e a smantellare un governo che non c' è, evitando così la lunga e penosa agonia della Capitale.
Era già sembrato strano che una grande comunità come quella romana, cinica e disincantata, tollerante e irriverente insieme, avesse espresso la sua volontà popolare su una donna giovane e sconosciuta, senza nessuna empatia con il popolo capitolino, presentata come «una di noi» e forte solo del marchio stellato di Beppe Grillo, fidelizzandosi nella sua scelta, al grido di «onestà onestà», senza rendersi conto di promuovere al Campidoglio un avvocato con scarsa esperienza politica, priva di quella competenza, caparbietà e carattere necessari per governare la città più ingovernabile d' Italia. Il breve percorso di Virginia Raggi è stato segnato fin dall' inizio solo da problemi, da incertezze, da esitazioni, da scelte sbagliate e poi da strenue difese di collaboratori indifendibili, con una luna di miele post-elettorale che non c' è mai stata, sfregiata da quella «partenza con il piede sbagliato» denunciata anche dal Wall Street Journal che ridicolizzava, in un articolo di luglio, la provinciale ascesa del populismo a Roma, umiliando in poche righe la memoria della grandezza della nostra città.
Era già sembrato strano che il Movimento 5 Stelle continuasse a sostenere questo giovane sindaco incerto, emotivamente fragile, sempre sull' orlo di una crisi di nervi, dalle lacrime facili, priva del coraggio spietato che il ruolo impone, come pronta a mollare tutto di fronte ai mucchi di immondizia nelle strade, ai frigoriferi abbandonati sui marciapiedi, al caos dei trasporti, della viabilità, della sicurezza e della corruzione nelle sue stesse stanze, che interviene esitante in consiglio leggendo a cantilena, con tono depresso, testi scritti da altri per lei, da quei funzionari e top manager che via via hanno rassegnato le dimissioni.
Era già sembrato strano leggere sul blog di Beppe Grillo «Virginia non si tocca!» nel tentativo di fermare gli attacchi durissimi al neo-sindaco che arrivavano anche dagli stessi esponenti dei Cinque stelle, come fosse un virus infettante che avrebbe potuto contagiare anche loro e che andava distrutto subito prima della prevedibile epidemia.
Eppure Grillo aveva toccato con mano il degrado di Roma cadendo rovinosamente in una delle famose voragini che decorano l' asfalto delle nostre strade, durante la sua manifestazione alla vigilia del referendum, e quel giorno avrebbe dovuto intuire che tutte le ambizioni del suo movimento rischiavano di essere inghiottite non dalle buche di Roma ma dall' immobilismo e dalla paralisi governativa del sindaco più inadeguato d' Italia.
Era già sembrato strano che nessun responsabile del Movimento fosse intervenuto mentre la sindaca perdeva i pezzi, impegnata tra dimissioni e cambi di poltrone, tra nomine ballerine e contestate, tra una serie di addii e di deleghe ritirate, quasi offensive per la dignità del Campidoglio, mentre la città da governare si riempiva di migranti che dormono per strada e nelle stazioni, aumentava il numero dei cortei di protesta, collassava il traffico e negli uffici del Comune entrava la Finanza per ordine della Procura.
NECESSARIA AUTOCRITICA
E quindi non ci sembrerà strano se il famoso «cambio di passo» per la nostra amata Capitale, annunciato dal leader grillino, si realizzasse con una autocritica severa, con l' ammissione di aver commesso un grave errore, una scelta poco onorevole per la città del Risorgimento, che ha tante emergenze, molte criticità, ma che, per la sua storia, per la sua importanza e per la sua dignità, ha bisogno di una guida vera, autorevole, ferma e decisa.
Insomma, che ha bisogno di un sindaco che non può essere certamente Virginia Raggi, la quale farebbe bene a dimettersi in tempo, onestamente e con rapidità, prima che sia costretta a farlo ad opera della magistratura, o peggio ad opera del popolo romano, che quando perde la pazienza, rispolvera l' eterno Flaiano e dice: «A Virgì, scànsate, che nun è robba pe te...».
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Arresto Marra, Saviano: “La Raggi deve dimettersi. Di Battista tace, ma è responsabile come lei”
Politica
Lo scrittore su Repubblica si rivolge alla sindaca M5s e le chiede un passo indietro dopo l'arresto del suo collaboratore. Poi su Facebook accusa il deputato 5 stelle che non ha ancora commentato la vicenda e pubblica un vecchio video in cui il grillino grida "Onestà, onestà" al segretario dei Radicali Riccardo Magi
di F. Q. | 17 dicembre 2016
commenti (126)
“Virginia Raggi deve dimettersi (o autosospendersi fino a un chiarimento giudiziario) perché ha legato il proprio destino a quello di Raffaele Marra“. Lo scrittore Roberto Saviano, in un lungo intervento su Repubblica, si rivolge alla sindaca M5s a Roma e le chiede un passo indietro dopo l’arresto dell’ex vice capo di gabinetto e capo del personale. Poi in un post su Facebook commenta il silenzio del deputato romano Alessandro Di Battista: “Oggi tace, ma è responsabile come la sindaca di Roma”.
Su Repubblica il giornalista spiega il perché, secondo lui, la Raggi non può continuare come se niente fosse nell’amministrazione del Campidoglio. “Perché ha difeso strenuamente Marra quando in molti, anche tra quelli del suo Movimento, le hanno fatto notare l’imbarazzante continuità di Marra con le esperienze amministrative precedenti”. La sindaca, aggiunge, “deve farsi carico delle sue responsabilità politiche e civili. Deve dar conto delle sue scelte ai cittadini, non soltanto quelli che hanno votato per lei”, perché” Marra non è, come si è voluto far credere, una figura marginale. Marra è l’amministrazione Raggi”. Partendo da questo, Saviano afferma che “l’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita”. Il Movimento, secondo Saviano, “sta evidenziando un altro dei suoi limiti, forse il più inquietante: è un movimento scalabile” e “questo è quanto accaduto a Roma, dove la destra vicina agli ambienti di Forza Italia e dell’ex sindaco Gianni Alemanno lo ha di fatto occupato”. E, aggiunge, “Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente, forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori, perché significherebbe alzare bandiera bianca”.
Su Facebook Saviano nel pomeriggio ha pubblicato un post accompagnato da un video dei Radicali italiani in cui si vede Di Battista che urla in faccia al segretario Magi lo slogan “Onestà, onestà”. E a fianco scrive: “Il deputato M5s è stato il maggiore sponsor a Roma della Raggi. È responsabile, insieme alla sindaca, della scelta di avere Marra tra i collaboratori della giunta. Marra che prima dell’arresto era ‘insostituibile’ e che ora è ‘uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma'”. Il riferimento è proprio alle parole della Raggi che, se nei mesi scorsi ha difeso l’ex vice capo di gabinetto, solo ieri in conferenza stampa lo ha definito “uno come gli altri”. “Oggi Di Battista tace”, continua Saviano. “Non ha ancora urlato, o anche solo pronunciato, una parola sull’arresto di Raffaele Marra. Eppure ricordo la virulenza, ai limiti dell’aggressione, utilizzata nei confronti di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani. E pensare che proprio i Radicali con Rita Bernardini denunciarono gli affari del costruttore Scarpellini, arrestato insieme a Marra. L’omertà di Di Battista oggi ci insegna che chiedere onestà agli altri vale poco se non la si pretende prima in casa propria”.
Politica
Lo scrittore su Repubblica si rivolge alla sindaca M5s e le chiede un passo indietro dopo l'arresto del suo collaboratore. Poi su Facebook accusa il deputato 5 stelle che non ha ancora commentato la vicenda e pubblica un vecchio video in cui il grillino grida "Onestà, onestà" al segretario dei Radicali Riccardo Magi
di F. Q. | 17 dicembre 2016
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“Virginia Raggi deve dimettersi (o autosospendersi fino a un chiarimento giudiziario) perché ha legato il proprio destino a quello di Raffaele Marra“. Lo scrittore Roberto Saviano, in un lungo intervento su Repubblica, si rivolge alla sindaca M5s a Roma e le chiede un passo indietro dopo l’arresto dell’ex vice capo di gabinetto e capo del personale. Poi in un post su Facebook commenta il silenzio del deputato romano Alessandro Di Battista: “Oggi tace, ma è responsabile come la sindaca di Roma”.
Su Repubblica il giornalista spiega il perché, secondo lui, la Raggi non può continuare come se niente fosse nell’amministrazione del Campidoglio. “Perché ha difeso strenuamente Marra quando in molti, anche tra quelli del suo Movimento, le hanno fatto notare l’imbarazzante continuità di Marra con le esperienze amministrative precedenti”. La sindaca, aggiunge, “deve farsi carico delle sue responsabilità politiche e civili. Deve dar conto delle sue scelte ai cittadini, non soltanto quelli che hanno votato per lei”, perché” Marra non è, come si è voluto far credere, una figura marginale. Marra è l’amministrazione Raggi”. Partendo da questo, Saviano afferma che “l’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita”. Il Movimento, secondo Saviano, “sta evidenziando un altro dei suoi limiti, forse il più inquietante: è un movimento scalabile” e “questo è quanto accaduto a Roma, dove la destra vicina agli ambienti di Forza Italia e dell’ex sindaco Gianni Alemanno lo ha di fatto occupato”. E, aggiunge, “Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente, forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori, perché significherebbe alzare bandiera bianca”.
Su Facebook Saviano nel pomeriggio ha pubblicato un post accompagnato da un video dei Radicali italiani in cui si vede Di Battista che urla in faccia al segretario Magi lo slogan “Onestà, onestà”. E a fianco scrive: “Il deputato M5s è stato il maggiore sponsor a Roma della Raggi. È responsabile, insieme alla sindaca, della scelta di avere Marra tra i collaboratori della giunta. Marra che prima dell’arresto era ‘insostituibile’ e che ora è ‘uno dei 23mila dipendenti del Comune di Roma'”. Il riferimento è proprio alle parole della Raggi che, se nei mesi scorsi ha difeso l’ex vice capo di gabinetto, solo ieri in conferenza stampa lo ha definito “uno come gli altri”. “Oggi Di Battista tace”, continua Saviano. “Non ha ancora urlato, o anche solo pronunciato, una parola sull’arresto di Raffaele Marra. Eppure ricordo la virulenza, ai limiti dell’aggressione, utilizzata nei confronti di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani. E pensare che proprio i Radicali con Rita Bernardini denunciarono gli affari del costruttore Scarpellini, arrestato insieme a Marra. L’omertà di Di Battista oggi ci insegna che chiedere onestà agli altri vale poco se non la si pretende prima in casa propria”.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
La Raggi si arrende a Grillo
Il sindaco accetta l'ultimatum del leader: via Romeo, Frongia ridimensionato. Raggi: "Diamo segnale di cambiamento"
Luca Romano - Sab, 17/12/2016 - 22:40
L'arresto di Raffaele Marra si trasforma in uno tsunami, quasi annunciato, per la Giunta capitolina targata Movimento 5 Stelle.
Davide Casaleggio e Beppe Grillo erano già pronti a prendere le distanze da Virginia Raggi, sospendendo o pretendendo l'autosospensione della sindaca di Roma con un post già pronto e solo da pubblicare sul blog pentastellato. Poi lo stop e la decisione di attendere se e quali ricadute sulla persona della prima cittadina possa avere l'inchiesta, che ha portato in manette il suo fedelissimo. Unico modo per salvarsi da parte della sindaca dopo le pressioni interne ed esterne alla sua Giunta la rinuncia al 'Raggio magicò. La decisione arriva dopo cinque ore di vertice pomeridiano al termine del quale salta la testa di Salvatore Romeo e viene ridimensionato anche Daniele Frongia. Per spiegare le decisioni Raggi si affida a una nota dopo aver lasciato l'incontro in auto senza rilasciare dichiarazioni.
"Dopo un confronto con il garante Beppe Grillo abbiamo stabilito di dare un segno di cambiamento", spiega la sindaca in un comunicato dove si specifica che "Daniele Frongia ha deciso di rinunciare al ruolo di vicesindaco mantenendo le deleghe alle Politiche giovanili e allo Sport. Contestualmente Salvatore Romeo ha deciso di dimettersi dall'incarico di capo della Segreteria politica". In contemporanea arriva anche la benedizione del capo politico pentastellato Beppe Grillo, che in mattinata all'alba aveva lasciato la Capitale per Genova dopo una riunione fiume con alcuni rappresentanti di spicco del M5S come Roberto Fico e le romane Roberta Lombardi e Paola Taverna alle quali le scuse di Raggi non erano bastate. "Roma va avanti con Virginia Raggi sindaco del MoVimento 5 Stelle", dice Grillo a chiare lettere sul blog.
"Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo. Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare agli errori fatti per fugare ogni dubbio. L'attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo", assicura. Delle due strade che il Movimento aveva davanti, lasciare la Raggi al suo destino togliendole il simbolo o difenderla fino alla fine optando per una strategia d'attacco, i vertici nazionali scelgono la seconda chiamando il popolo grillino a fare quadrato. "Combatteremo con le unghie e con i denti perchè Roma cambi, ma in un ambiente così corrotto e marcio dobbiamo aspettarci di tutto - dichiara infatti ancora Grillo - A breve definiremo un codice etico che regola il comportamento degli eletti del MoVimento 5 Stelle in caso di procedimenti giudiziari". "Ci stanno combattendo con tutte le armi comprese le denunce facili che comunque comportano atti dovuti come l'iscrizione nel registro degli indagati o gli avvisi di garanzia. Nessuno pensi di poterci fermare così. Mettiamo la barra a dritta e avanti tutta", la sua conclusione.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Raggi accetta il commissariamento della giunta
Via i fedelissimi, i vertici decidono il nuovo vice
Dopo l’ultimatum dei vertici M5s, la sindaca annuncia dimissioni di Frongia e del capo segreteria Romeo
In pole l’assessore Colomban, uomo di fiducia di Casaleggio. Grillo: “Si è fidata delle persone sbagliate”
Dipende dai punti di vista
Via i fedelissimi, i vertici decidono il nuovo vice
Dopo l’ultimatum dei vertici M5s, la sindaca annuncia dimissioni di Frongia e del capo segreteria Romeo
In pole l’assessore Colomban, uomo di fiducia di Casaleggio. Grillo: “Si è fidata delle persone sbagliate”
Dipende dai punti di vista
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