MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
PEGGIO DI COSI' SI MUORE
18 dic 2016 13:21
1. FAIDE, CORRENTI, SABOTAGGI: IL MOVIMENTO 5 STELLE HA SALVATO RAGGI PER SALVARE DI MAIO, CHE GRILLO HA SCELTO COME CANDIDATO PREMIER. MA LE LOTTE SONO APPENA INIZIATE
2. MENTRE LAPIDANO LA SINDACA, BEPPE SE NE TORNA A GENOVA, DI BATTISTA È ECLISSATO. CON LA CLASSICA TECNICA, LE FAZIONI SCARICANO TUTTO SU UN CAPRO ESPIATORIO
3. DI MAIO È COSI' INDEBOLITO CHE ORA SI PUÒ ALZARE UN DEPUTATO TRA TANTI, GIUSEPPE BRESCIA, E CHIAMARLO 'PICCOLO STRATEGA'. LA LOMBARDI, VINCITRICE DELLA GUERRA CONTRO MARRA, HA LE ZAVORRE DE VITO E FERRARA. TAVERNA E VIGNAROLI ERANO DIETRO LA MURARO
4. BECCHI, L’EX IDEOLOGO DEL MOVIMENTO: GRILLO NON È RICONOSCIUTO COME L' AUTORITÀ E IL LEADER DEL MOVIMENTO. LO ERA GIANROBERTO CASALEGGIO, AL FIGLIO MANCA CARISMA
18 dic 2016 13:21
1. FAIDE, CORRENTI, SABOTAGGI: IL MOVIMENTO 5 STELLE HA SALVATO RAGGI PER SALVARE DI MAIO, CHE GRILLO HA SCELTO COME CANDIDATO PREMIER. MA LE LOTTE SONO APPENA INIZIATE
2. MENTRE LAPIDANO LA SINDACA, BEPPE SE NE TORNA A GENOVA, DI BATTISTA È ECLISSATO. CON LA CLASSICA TECNICA, LE FAZIONI SCARICANO TUTTO SU UN CAPRO ESPIATORIO
3. DI MAIO È COSI' INDEBOLITO CHE ORA SI PUÒ ALZARE UN DEPUTATO TRA TANTI, GIUSEPPE BRESCIA, E CHIAMARLO 'PICCOLO STRATEGA'. LA LOMBARDI, VINCITRICE DELLA GUERRA CONTRO MARRA, HA LE ZAVORRE DE VITO E FERRARA. TAVERNA E VIGNAROLI ERANO DIETRO LA MURARO
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
UncleTom ha scritto:PEGGIO DI COSI' SI MUORE
18 dic 2016 13:21
1. FAIDE, CORRENTI, SABOTAGGI: IL MOVIMENTO 5 STELLE HA SALVATO RAGGI PER SALVARE DI MAIO, CHE GRILLO HA SCELTO COME CANDIDATO PREMIER. MA LE LOTTE SONO APPENA INIZIATE
2. MENTRE LAPIDANO LA SINDACA, BEPPE SE NE TORNA A GENOVA, DI BATTISTA È ECLISSATO. CON LA CLASSICA TECNICA, LE FAZIONI SCARICANO TUTTO SU UN CAPRO ESPIATORIO
3. DI MAIO È COSI' INDEBOLITO CHE ORA SI PUÒ ALZARE UN DEPUTATO TRA TANTI, GIUSEPPE BRESCIA, E CHIAMARLO 'PICCOLO STRATEGA'. LA LOMBARDI, VINCITRICE DELLA GUERRA CONTRO MARRA, HA LE ZAVORRE DE VITO E FERRARA. TAVERNA E VIGNAROLI ERANO DIETRO LA MURARO
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1. FAIDE E CORRENTI, ALLEANZA PRECARIA CONTRO RAGGI E LA CORDATA DI MAIO
Jacopo Iacoboni per ‘La Stampa’
Mentre lapidano Virginia Raggi - con l' Ama paralizzata e il suo direttore generale dimissionario, l' Atac semicommissariata, il bilancio di Roma da approvare e un buco da approfondire - Beppe Grillo se ne torna a Genova, Luigi Di Maio si defila, Alessandro Di Battista è eclissato. Con la classica tecnica in uso nel Movimento, le correnti - disparate, in lotta e cattive - si sono provvisoriamente unite nella loro specialità: scaricare tutto su un capro espiatorio. E dire che a novembre Grillo chiese a tutti i consiglieri capitolini cosa ne pensassero di Marra: risposero tutti, nessuno escluso, che era ok.
Di Maio, ormai in minoranza nel gruppo parlamentare, ieri suggeriva la linea «aspettiamo, stiamo fermi, passerà».
Stavolta non può reggere, neanche all' interno. Il fronte opposto è troppo vasto e trasversale, ma chi ha la capacità politica di chiedere il conto, sia al vicepresidente della Camera sia, notizia, a Davide Casaleggio, che hanno difeso fino all' indifendibile la Raggi, è solo Roberta Lombardi; che definì Raffaele Marra «un virus che infetta il Movimento».
Lombardi ha due pretoriani non proprio inattaccabili (Marcello De Vito presentò Raffaele Marra a Frongia, che da ieri alle sette di sera non è più vicesindaco: si è dimesso, la Raggi ha respinto le dimissioni ma resta solo come assessore; e Paolo Ferrara, il consigliere di Ostia, dove il M5S è pieno di ombre), ma è donna di temperamento e, sua dote, sa essere cattiva. L' altro che può dire «ve l' avevo detto» è Roberto Fico, politicamente l' opposto di Di Maio, ma un temporeggiatore.
Fico aveva provato a dire qualcosa a Grillo per tempo, anche sui leaderismi di Di Maio, ma Grillo gli rispose «vengo a Roma, ci chiudiamo tu, Luigi e io in una stanza e risolviamo tutto». La Stampa raccontò la rivolta, e Fico negò tutto, anziché rivendicare quel suo ruolo di alternativa a un M5S scalato e permeabile ai poteri e alla destra.
Di Maio è talmente indebolito che adesso si può alzare un deputato tra tanti, Giuseppe Brescia, e chiamarlo su Facebook «piccolo stratega»: «Chi ha difeso questa linea scellerata (della Raggi, nda) dovrebbe smetterla di giocare al "piccolo stratega" perché evidentemente non ne è in grado e arreca solo danno al Movimento».
La comunicazione ufficiale, che nel M5S è il trait d' union tra gruppo parlamentare e la Casaleggio associati, non esiste più. I capi sono un' estensione di Di Maio, e Lombardi e Fico vogliono la loro testa. È con loro Paola Taverna, colei che mandò la mail in cui informava Di Maio dei guai giudiziari di Muraro («Io col cerino in mano non ci resto»); la mail che Di Maio «non avevo capito».
Però anche il giro-Taverna, l' ex mini direttorio romano, non è al riparo da tempeste. Fu Stefano Vignaroli, per capirci, a introdurre alla Raggi Paola Muraro, altra catastrofe per la sindaca; Vignaroli a tenere un canale con Manlio Cerroni, il «re dei monnezzari». Anche Vignaroli non si vede in giro da tempo.
Carla Ruocco è vicina all' ex assessore Marcello Minenna (che non ha gradito, eufemismo, come Di Maio, dopo avergli promesso radiose sorti future, l' abbia scaricato in un secondo), il quale a sua volta ha rapporto di stima con l' ex capo di gabinetto della Raggi, Carla Raineri. Ruocco agisce in queste ore in piena intesa con Fico.
È donna con un canale telefonico aperto con Grillo. E con Fico stanno i parlamentari piemontesi: persone legate agli ideali ormai andati del M5S, trasparenza, distanza dai poteri. Come i liguri. O quelli del Nord Est, di Federico D' Incà.
Una scheggia incontrollabile in questi giochi è rappresentata dalla corrente dei siciliani fatti fuori (per ora) dopo la storia delle firme false: Riccardo Nuti e Claudia Mannino. A ottobre alcuni di loro accusarono (la cosa uscì sulla Stampa) i vertici della comunicazione alla Camera di «lavorare per le Iene con i nostri soldi». Anche da Palermo, la storia delle firme false si potrebbe rivelare un boomerang per chi internamente l' ha cavalcata.
In questa guerra di tutti contro tutti, con alleanze precarissime solo in chiave anti-Di Maio e anti-Raggi, anche Davide Casaleggio è clamorosamente messo in discussione, privo com' è del carisma del padre. Si fida di poche persone (Max Bugani, David Borrelli, Carlo Martelli), con le quali però ha in mano il sistema informatico, specifiche dei codici e password, e può accendere o spegnere quando vuole la luce in questa stanza dove tutti menano le mani, intuendo che piantare la banderilla sulla schiena della Raggi può non bastare a salvare la baracca.
2. LA RAGGI S'INCOLLA ALLA POLTRONA
Paolo Becchi e Cesare Sacchetti per ‘Libero Quotidiano’
Ha da passà 'a nuttata, recita un adagio napoletano che potrebbe bene adattarsi ai tormenti del M5S di questi giorni. Ma la nottata per i pentastellati non sembra proprio passare, e le faide interne che lacerano il Movimento sembrano da un momento all' altro in grado di portare al redde rationem conclusivo tra le correnti che si azzuffano per la guida di M5S. L' incontro di venerdì ha visto da un lato Roberto Fico, Paola Taverna e Roberta Lombardi che chiedono la testa di Virginia Raggi per gli errori commessi fino ad ora e soprattutto per non aver rimosso Marra a suo tempo. Obiettivamente è difficile dar torto in questo caso alla vecchia guardia.
Dall' altro Beppe Grillo nelle vesti di mediatore e non di leader del movimento che, stando ad attendibili fonti interne, avrebbe deciso di difendere la Raggi fino alla fine e di non toglierle il simbolo. Roma è Roma, e il M5S non può permettersi di capitolare così presto. E poi dietro la Raggi c' è Di Maio. Mettendo in discussione il sindaco c' è il rischio di mettere in discussione anche il futuro candidato premier, già deciso da Grillo. Se dunque le prime indiscrezioni sembravano puntare verso un sacrificio della Raggi, pur di salvaguardare le concrete possibilità di vittoria del Movimento a livello nazionale, ora lo scenario è cambiato. Secondo fonti bene informate Grillo avrebbe voluto persino scrivere sul blog un post a sostegno del sindaco, poi per evitare reazioni incontrollate ha evitato di farlo.
Ma il dato resta: Beppe non molla Virginia, e la Taverna e Lombardi sono infuriate per questa sua scelta.
E dietro di loro Fico con una parte consistente del Movimento. Che sia in corso un regolamento di conti interno è incontestabile. È stata proprio la stessa Lombardi a presentarsi in procura per denunciare Marra, ora arrestato per corruzione. Come la Lombardi sapesse delle presunte irregolarità commesse dal capo del personale del Campidoglio resta un punto interrogativo, ma evidentemente la zarina romana ha lavorato alacremente negli ultimi mesi proprio per venire a conoscenza di queste notizie di reato.
Dunque il sabotaggio interno è evidente. Ed è una storia che non è iniziata in questi giorni prenatalizi né nei giorni dell' estate scorsa, quando scrivemmo che a Roma il M5S aveva fallito ancora prima di iniziare. È una storia che parte dai primi mesi dell' anno, quando arrivò l' investitura di Gianroberto Casaleggio a Virginia Raggi come candidato prescelto per il Comune di Roma. Una donna, che lui riteneva facilmente controllabile e a cui comunque aveva fatto firmare un contratto che la vincolava nelle sue scelte, un contratto per la verità giuridicamente nullo.
Raggi però non è mai stata accettata dalla Lombardi che considera le faccende romane di sua diretta competenza. E Gianroberto ora non c' è più. Finché era in vita lui, il vero creatore del Movimento, uno che è riuscito a fare del Dibba un software perfetto, che riesce persino a controllare dall' alto dei cieli, i mille contrasti che dominavano il Movimento venivano sopiti con l' autorità del leader indiscusso, in grado di imporre la linea. Dopo la sua scomparsa ad aprile, è iniziata la resa dei conti e la scalata alla guida del M5S.
La stessa leadership di Di Maio è ora messa di nuovo in discussione dall' ala romana e da Roberto Fico, come accaduto pochi mesi fa quando il vicepresidente della Camera finì sulla graticola per la gaffe della email «non capita» di Paola Taverna. Ora se Grillo ha deciso di difendere la Raggi fino all' ultima stazione della via crucis, lo fa solo per salvare Di Maio, ma dovrà prepararsi ad un vero e proprio calvario poiché il peggio deve ancora arrivare.
Nei prossimi giorni sui giornali verranno pubblicate le intercettazioni di Marra e di Scarpellini, nelle quali ci sono elementi di prova decisivi contro i due, secondo i pm romani.
Inizierà una girandola mediatica che porterà quelle conversazioni su tutte le prime pagine dei giornali, e ad oggi non sappiamo se nei dialoghi di Marra possa saltare fuori qualcosa in grado di mettere ancora più in difficoltà Virginia Raggi. A quel punto diventerà sempre più complicato per Grillo resistere alle pressioni interne ma come farà a ritornare sui suoi passi dopo essersi schierato a difesa del sindaco? Nel frattempo gli "ortodossi" continueranno comunque a lavorare per affondare la Raggi, del tutto indifferenti al fatto che questo potrebbe portare alla spaccatura del M5S.
In questo caos una cosa pare evidente: Grillo non è riconosciuto come l' autorità e il leader del Movimento. Lo era Gianroberto Casaleggio, ma non lo è mai stato l' ex comico genovese. Tutto questo porta a credere che nei prossimi mesi non si potrà più dare nulla per scontato, perché la nave grillina senza nocchiero è allo sbando. Tutti vogliono andare al comando, ma nessuno vuole eseguire gli ordini.
Il vero nemico del M5S è il M5S stesso. Intanto la città di Roma è paralizzata e mentre i pentastellati pensano alla loro resa dei conti interna, le strade della Capitale restano devastate dalle buche e in diversi quartieri della città la spazzatura si accumula di nuovo. Trovandosi tra l' incudine e il martello Grillo ha scelto il martello: c' è il rischio che se lo sbatta nei coglioni e allora saran dolori.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Io sono abituato a dare giudizi su quanto uno afferma, indipendentemente dalla casacca politica che porta.
Ma perché Cacciari si è intestardito a votare SI non l'ho proprio capita.
Cacciari era presente questa sera al TG24 Sky, e ha risposto su Renzi e i 5S.
Su Renzi ero d'accordo con lui.
E sui 5S, e su quanto accaduto a Roma ha fatto una riflessione che nessuno aveva fatto finora.
Un gruppo di trafficoni che smanettava da tempo su Roma, indipendente dal colore politico che governava la città, ha compreso con un anno di anticipo che a Roma si sarebbero affermati i 5S.
Di conseguenza, i maneggioni, sono saliti in anticipo sul carro dei vincitori.
Rimane comunque sempre il dubbio sul motivo che ha indotto uno abituato a ragionare, a piegarsi a votare SI.
Perché era sbagliato su tutti i fronti.
Ma perché Cacciari si è intestardito a votare SI non l'ho proprio capita.
Cacciari era presente questa sera al TG24 Sky, e ha risposto su Renzi e i 5S.
Su Renzi ero d'accordo con lui.
E sui 5S, e su quanto accaduto a Roma ha fatto una riflessione che nessuno aveva fatto finora.
Un gruppo di trafficoni che smanettava da tempo su Roma, indipendente dal colore politico che governava la città, ha compreso con un anno di anticipo che a Roma si sarebbero affermati i 5S.
Di conseguenza, i maneggioni, sono saliti in anticipo sul carro dei vincitori.
Rimane comunque sempre il dubbio sul motivo che ha indotto uno abituato a ragionare, a piegarsi a votare SI.
Perché era sbagliato su tutti i fronti.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
ALL’INTERNO DI UN’AUTOBOTTE DELLA BIRAGHI SPURGHI.
NELL’ITALIA CHE AFFONDA SEMPRE DI PIU’ SI ALZA LA VOCE INUTILE DI LITTORIO FELTRI. LA NUOVA VERSIONE DI ARLECCHINO DEL TERZO MILLENNIO, AL SERVIZIO DI DUE PADRONI
19 dic 2016 09:57
GRILLO CALANTE
- FELTRI: “SI RASSEGNINO I GRILLINI: NON SONO RINNOVATORI DELLA POLITICA MA SOLO DEI PRESUNTUOSI, DEI GIOVANOTTI ILLUSI DI POTER PURIFICARE IL PAESE CON ARMI GIOCATTOLO. QUELLI CHE VI HANNO VOTATO, CARI GRILLINI, SARANNO GIÀ PENTITI ALLA LUCE DEL DISASTRO CHE AVETE COMBINATO SOTTO IL CUPOLONE. IL MOVIMENTO E’ ALLO SBANDO”
CHIEDERE QUALCOSA DI INTELLIGENTE E PROPOSITIVO A LITTORIO FELTRI, E' COME CHIEDERE AD UNA LUMACA DI CORRERE I 100M. IN MENO DI 10 SECONDI.
Vittorio Feltri per Libero Quotidiano
Siamo quasi in imbarazzo a parlare di Virginia Raggi, non vorremmo dare l'impressione di aggredire una povera ragazza smarrita, prima sopravvalutata e poi trattata come uno straccio perché incapace di amministrare decentemente Roma. Ma il problema non è la sindaca inadeguata, ma chi l'ha scelta e le ha affidato un compito più grande di lei.
Con quale metodo è stata selezionata e chi nel Movimento 5 stelle ha approvato simile candidatura? I responsabili grillini si rendono conto di essere ridicoli quando si rivolgono alla rete per sapere chi spedire al vertice delle istituzioni o sono ancora convinti di avere trovato la soluzione migliore per separare il grano dalla pula?
Interrogativi non da poco. L'esperienza capitolina dovrebbe aver insegnato ai grillini che così non va. Immaginiamo che gli elettori dei pentastellati siano delusi in tutta Italia e non soltanto nella Città Eterna. Essi si chiederanno se valga la pena votare gente tanto sprovveduta se ciò significa cadere dalla padella nella brace.
Vero che i partiti tradizionali hanno fallito la missione sia a livello nazionale sia a livello locale, ed è giusto o almeno normale che la gente sia disgustata e cerchi di far sentire la propria protesta come può, ma se l' alternativa è quella che abbiamo sotto gli occhi a Roma, era meglio quando era peggio. Questo è il punto.
Il popolo ha scartato per nausea il Pd e Forza Italia e si è buttata sul M5S non per gioco, bensì nella speranza che Grillo & soci fossero più puliti, e ora dovrebbero essere soddisfatti della Raggi che sembra un virgulto della famiglia Addams, faccetta pallida, capelli neri e mani tremanti? Addolora dire queste cose di una giovane donna sicuramente perbene, ma la realtà non è diversa da come l' abbiamo descritta con senso di pietà. Liberatela. Restituitela ad occupazioni ordinarie. Non merita di rimediare una figuraccia al giorno essendo priva di colpe se non quella di prendersi sul serio.
Si rassegnino i grillini: non sono abili rinnovatori della politica patria, ma soltanto dei presuntuosi, dei giovanotti illusi di poter purificare il Paese con armi giocattolo. Molti connazionali che vi hanno donato la preferenza, cari grillini, saranno già pentiti alla luce del disastro che avete combinato sotto il Cupolone.
O vi date una registrata, sia pur tardiva, oppure vi conviene sparire prima che siate cancellati alle prossime consultazioni. Solo dei pazzi autolesionisti vi assicureranno un appoggio che serve solo a ulteriormente incasinare la vita nella penisola. Il Movimento è allo sbando e non lo diciamo noi ma i fatti. D'accordo che il vecchio Casaleggio non c' è più e sentite la mancanza di una guida. Persuadetevi: o riuscite a camminare con le vostre gambe o sedetevi e riposate in pace. Amen.
NELL’ITALIA CHE AFFONDA SEMPRE DI PIU’ SI ALZA LA VOCE INUTILE DI LITTORIO FELTRI. LA NUOVA VERSIONE DI ARLECCHINO DEL TERZO MILLENNIO, AL SERVIZIO DI DUE PADRONI
19 dic 2016 09:57
GRILLO CALANTE
- FELTRI: “SI RASSEGNINO I GRILLINI: NON SONO RINNOVATORI DELLA POLITICA MA SOLO DEI PRESUNTUOSI, DEI GIOVANOTTI ILLUSI DI POTER PURIFICARE IL PAESE CON ARMI GIOCATTOLO. QUELLI CHE VI HANNO VOTATO, CARI GRILLINI, SARANNO GIÀ PENTITI ALLA LUCE DEL DISASTRO CHE AVETE COMBINATO SOTTO IL CUPOLONE. IL MOVIMENTO E’ ALLO SBANDO”
CHIEDERE QUALCOSA DI INTELLIGENTE E PROPOSITIVO A LITTORIO FELTRI, E' COME CHIEDERE AD UNA LUMACA DI CORRERE I 100M. IN MENO DI 10 SECONDI.
Vittorio Feltri per Libero Quotidiano
Siamo quasi in imbarazzo a parlare di Virginia Raggi, non vorremmo dare l'impressione di aggredire una povera ragazza smarrita, prima sopravvalutata e poi trattata come uno straccio perché incapace di amministrare decentemente Roma. Ma il problema non è la sindaca inadeguata, ma chi l'ha scelta e le ha affidato un compito più grande di lei.
Con quale metodo è stata selezionata e chi nel Movimento 5 stelle ha approvato simile candidatura? I responsabili grillini si rendono conto di essere ridicoli quando si rivolgono alla rete per sapere chi spedire al vertice delle istituzioni o sono ancora convinti di avere trovato la soluzione migliore per separare il grano dalla pula?
Interrogativi non da poco. L'esperienza capitolina dovrebbe aver insegnato ai grillini che così non va. Immaginiamo che gli elettori dei pentastellati siano delusi in tutta Italia e non soltanto nella Città Eterna. Essi si chiederanno se valga la pena votare gente tanto sprovveduta se ciò significa cadere dalla padella nella brace.
Vero che i partiti tradizionali hanno fallito la missione sia a livello nazionale sia a livello locale, ed è giusto o almeno normale che la gente sia disgustata e cerchi di far sentire la propria protesta come può, ma se l' alternativa è quella che abbiamo sotto gli occhi a Roma, era meglio quando era peggio. Questo è il punto.
Il popolo ha scartato per nausea il Pd e Forza Italia e si è buttata sul M5S non per gioco, bensì nella speranza che Grillo & soci fossero più puliti, e ora dovrebbero essere soddisfatti della Raggi che sembra un virgulto della famiglia Addams, faccetta pallida, capelli neri e mani tremanti? Addolora dire queste cose di una giovane donna sicuramente perbene, ma la realtà non è diversa da come l' abbiamo descritta con senso di pietà. Liberatela. Restituitela ad occupazioni ordinarie. Non merita di rimediare una figuraccia al giorno essendo priva di colpe se non quella di prendersi sul serio.
Si rassegnino i grillini: non sono abili rinnovatori della politica patria, ma soltanto dei presuntuosi, dei giovanotti illusi di poter purificare il Paese con armi giocattolo. Molti connazionali che vi hanno donato la preferenza, cari grillini, saranno già pentiti alla luce del disastro che avete combinato sotto il Cupolone.
O vi date una registrata, sia pur tardiva, oppure vi conviene sparire prima che siate cancellati alle prossime consultazioni. Solo dei pazzi autolesionisti vi assicureranno un appoggio che serve solo a ulteriormente incasinare la vita nella penisola. Il Movimento è allo sbando e non lo diciamo noi ma i fatti. D'accordo che il vecchio Casaleggio non c' è più e sentite la mancanza di una guida. Persuadetevi: o riuscite a camminare con le vostre gambe o sedetevi e riposate in pace. Amen.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
SITUAZIONE SEMPRE PIU' COMPLICATA
LIBRE news
La Raggi non può ribellarsi, a Grillo la lega un contratto
Scritto il 19/12/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
La Raggi non poteva essere eletta perché non ha alcuna autonomia politica rispetto a Grillo, Casaleggio e a M5S. Esiste un vizio di forma alla radice della formazione della giunta capitolina e l’arresto di Raffaele Marra non è il problema principale per il sindaco di Roma che ha le mani legate dal contratto firmato con Beppe Grillo e Casaleggio Associati. Proprio mentre impazza la bufera sulla squadra del Campidoglio ritorna alla ribalta la spinosissima questione del contratto stipulato dalla Raggi e da tutti gli eletti M5S alle elezioni amministrative di Roma. Monica Cirinnà, Pd, ha pubblicato sul suo sito l’originale del contratto firmato da tutti i consiglieri eletti in Campidoglio oltre che dalla stessa Raggi fornito dall’avvocato, Venerando Monello, che nel luglio scorso ha fatto ricorso alla magistratura. Per la Cirinnà quel contratto rappresenta un vulnus insanabile per la democrazia che di fatto avrebbe dovuto rendere ineleggibile l’attuale primo cittadino del Campidoglio.
Il codice di comportamento imposto a tutti gli eletti del M5S a Roma è rintracciabile sul blog di Grillo ma la Cirinnà fa notare che l’originale firmato da lei pubblicato non è un semplice codice etico al quale attenersi ma un contratto vincolante. Documento dunque diverso da quello diffuso sul blog di Grillo «nella parte che contiene l’accettazione espressa da parte della Raggi di alcune clausole vessatorie tra le quali la penale di 150.000 euro», fa notare la Cirinnà. Non si tratta quindi, come sostengono Grillo e soci, «di un impegno di natura etica e non giuridica» ma, denuncia Cirinnà, «di un vero e proprio contratto». E su questo punto torna all’attacco anche lo sfidante sconfitto nella corsa al Campidoglio. Roberto Giachetti sottolinea come la Raggi sia costretta a lasciare «le scelte più importanti e strategiche ad un soggetto privato che nulla ha a che vedere con la comunità che l’ha eletta».
Contro la Raggi anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ha chiesto alla Procura di Roma il sequestro del documento. «Si tratta di un atto illegale», denuncia Gasparri. Sotto accusa in particolare il passaggio del contratto che prevede come tutte «le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse» debbano essere «preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle». Insomma non governa la Raggi ma Grillo e Casaleggio. Se il primo cittadino si ribella violando «le regole contenute nel codice» non può sfuggire alla sanzione prevista dall’ammontare «minimo di 150.000 euro». Firmato Virginia Raggi.
(Francesca Angeli, “Ecco il vero contratto siglato dalla Raggi: “Sugli atti importanti va consultato Beppe”, da “Il Giornale” del 17 dicembre 2016).
LIBRE news
La Raggi non può ribellarsi, a Grillo la lega un contratto
Scritto il 19/12/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
La Raggi non poteva essere eletta perché non ha alcuna autonomia politica rispetto a Grillo, Casaleggio e a M5S. Esiste un vizio di forma alla radice della formazione della giunta capitolina e l’arresto di Raffaele Marra non è il problema principale per il sindaco di Roma che ha le mani legate dal contratto firmato con Beppe Grillo e Casaleggio Associati. Proprio mentre impazza la bufera sulla squadra del Campidoglio ritorna alla ribalta la spinosissima questione del contratto stipulato dalla Raggi e da tutti gli eletti M5S alle elezioni amministrative di Roma. Monica Cirinnà, Pd, ha pubblicato sul suo sito l’originale del contratto firmato da tutti i consiglieri eletti in Campidoglio oltre che dalla stessa Raggi fornito dall’avvocato, Venerando Monello, che nel luglio scorso ha fatto ricorso alla magistratura. Per la Cirinnà quel contratto rappresenta un vulnus insanabile per la democrazia che di fatto avrebbe dovuto rendere ineleggibile l’attuale primo cittadino del Campidoglio.
Il codice di comportamento imposto a tutti gli eletti del M5S a Roma è rintracciabile sul blog di Grillo ma la Cirinnà fa notare che l’originale firmato da lei pubblicato non è un semplice codice etico al quale attenersi ma un contratto vincolante. Documento dunque diverso da quello diffuso sul blog di Grillo «nella parte che contiene l’accettazione espressa da parte della Raggi di alcune clausole vessatorie tra le quali la penale di 150.000 euro», fa notare la Cirinnà. Non si tratta quindi, come sostengono Grillo e soci, «di un impegno di natura etica e non giuridica» ma, denuncia Cirinnà, «di un vero e proprio contratto». E su questo punto torna all’attacco anche lo sfidante sconfitto nella corsa al Campidoglio. Roberto Giachetti sottolinea come la Raggi sia costretta a lasciare «le scelte più importanti e strategiche ad un soggetto privato che nulla ha a che vedere con la comunità che l’ha eletta».
Contro la Raggi anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ha chiesto alla Procura di Roma il sequestro del documento. «Si tratta di un atto illegale», denuncia Gasparri. Sotto accusa in particolare il passaggio del contratto che prevede come tutte «le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse» debbano essere «preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle». Insomma non governa la Raggi ma Grillo e Casaleggio. Se il primo cittadino si ribella violando «le regole contenute nel codice» non può sfuggire alla sanzione prevista dall’ammontare «minimo di 150.000 euro». Firmato Virginia Raggi.
(Francesca Angeli, “Ecco il vero contratto siglato dalla Raggi: “Sugli atti importanti va consultato Beppe”, da “Il Giornale” del 17 dicembre 2016).
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
E daje de tacco e daje de punta
quant’è bbona la sora assunta...................
19 dic 2016 15:09
LA VENDETTA DELLA RAINERI
- L'EX CAPO DI GABINETTO DELLA RAGGI, CACCIATA DAL GATTO E LA VOLPE MARRA E ROMEO: ''IO E MINENNA ERAVAMO CONSIDERATI CORPI ESTRANEI, QUEI DUE DECIDEVANO TUTTO IN RIUNIONI SEGRETE CON LA SINDACA. UNA PROFONDA TRISTEZZA PER QUELLO CHE CONSIDERO UN FALLIMENTO, UNA SCONFITTA, PER ROMA E PER LE ISTITUZIONI ITALIANE''
Giovanna Vitale per la Repubblica
La grande accusatrice di Raffaele Marra è una giudice di lungo corso, costretta a restare in trincea «per difendere il mio onore e la mia storia», dice Carla Raineri, per 32 giorni capo di gabinetto in Campidoglio.
Consigliera, l’arresto di Marra conferma tutte le sue denunce.
«In questo momento provo solo una profonda tristezza per quello che considero un fallimento, una sconfitta, per Roma e per le istituzioni italiane. Io però non intendo commentare le indagini in corso: sono un magistrato e rispetto il lavoro dei colleghi. Quel che dovevo, l’ho già detto al procuratore Pignatone».
Nel suo esposto racconta di aver avvertito “un clima di crescente ostilità”, che Marra e Romeo erano onnipresenti, stavano sempre chiusi dalla sindaca e prendevano loro tutte le decisioni, senza fare toccare palla a lei, che pure era il capo di gabinetto in carica.
«È stato esattamente così. Io sono arrivata a Roma su insistenza di Marcello Minenna, che aveva accettato di fare l’assessore al Bilancio ponendo come condizione irrinunciabile di avere me a capo del gabinetto. Io ho ceduto, tra molti timori, perché pensavo di poter proseguire il percorso di legalità iniziato con il commissario Tronca. Presto ho però capito che noi eravamo considerati due corpi estranei, da far fuori in ogni modo».
Come lo ha capito?
«Il clima che ho respirato era surreale. Mi ha ricordato il film Mani sulla città. Riunioni segrete, decisioni strategiche prese nel chiuso di una stanza ed affatto condivise con me. L’ho scritto anche nel “memoriale”: ho trovato un gabinetto che era un guscio vuoto. Tutte le funzioni principali erano state “esportate” altrove.
Di fatto era stata costituita una struttura parallela, il cui capo era Romeo, che si comportava da padrone, con modi villani; mentre Marra, pur essendo formalmente il mio vice, riferiva direttamente alla sindaca. Io ero sempre bypassata. In un mese ho visto la Raggi in privato una sola volta e solo perché ho preteso un colloquio chiarificatore».
Per dirvi cosa?
«Cosa dissi io. Perché la Raggi restò silente. Ricordo bene il suo sguardo pieno d’odio. Le dissi che non avrei avallato la nomina di Romeo a capo della segreteria, che ritenevo illegittima. Che al posto di Marra, al mio fianco, volevo un colonnello dei Carabinieri. Che il gabinetto doveva tornare ad essere un vero gabinetto, non una farsa. E che se non si fossero realizzate queste condizioni non sarei rimasta un giorno di più»
E poi che succede?
«Raggi e Marra ricevono a mia insaputa in Campidoglio il presidente dell’Anac Cantone per sottoporgli la questione della mia nomina. E qui si apre quella che considero la pagina più amara di tutta la vicenda».
Ossia?
«Cantone si ritiene competente a pronunciarsi nonostante io non sia un appalto ma un magistrato e, dunque, almeno sino a prova contraria, non sospetta di corruzione. Quindi rende un parere in 24 ore, senza istruttoria e, soprattutto, senza sentire in contraddittorio il destinatario del provvedimento, cioè io. Lo rende in “via riservata”, benché poi postato come un trofeo su Facebook dalla sindaca, e lo fa recapitare con un pony express in Campidoglio.
Un parere totalmente in contrasto con tutti i precedenti, che non sono stati acquisiti, e che contiene almeno tre affermazioni confliggenti con i documenti che attestano i vari passaggi della procedura della mia nomina. Non si sono mai visti quesiti di tre pagine, contenenti già la risposta auspicata, a fronte di un paginetta scarsa di parere».
Ma lei aveva chiesto l’allontanamento di Marra perché si era accorta di qualcosa?
«Quando sono arrivata alcuni ufficiali della GdF e dei Carabinieri sono venuti nel mio ufficio per segnalarmi l’inopportunità di trattenere Marra nel gabinetto. Soprattutto di stare attenta perché lui aveva trascorso la sua vita a fare dossieraggi, ad acquisire informazioni per usarle poi come armi di ricatto».
E lei avvertì Raggi?
«Certo, sia io sia Minenna le abbiamo riferito tutto, e in più occasioni. Ecco perché ora deve dare una spiegazione vera del perché ha preferito tenersi Marra e Romeo, pugnalando me e Marcello alle spalle».
La sindaca ha però ammesso di aver sbagliato, definendo però Marra uno dei 23mila comunali.
«Marra era il suo braccio destro. Lo sapevano tutti. In Campidoglio non si muoveva foglia senza l’avallo suo e di Romeo».
Che ruolo ha avuto Di Maio in questa vicenda?
«Io non l’ho mai incontrato. Ma a quanto mi ha riferito Minenna, per convincerlo ad accettare l’incarico di assessore Di Maio gli garantì che noi avremmo avuto mani libere. Poi però Marra e Raggi gli chiesero un incontro ed evidentemente ottennero il sostegno alla nostra eliminazione».
quant’è bbona la sora assunta...................
19 dic 2016 15:09
LA VENDETTA DELLA RAINERI
- L'EX CAPO DI GABINETTO DELLA RAGGI, CACCIATA DAL GATTO E LA VOLPE MARRA E ROMEO: ''IO E MINENNA ERAVAMO CONSIDERATI CORPI ESTRANEI, QUEI DUE DECIDEVANO TUTTO IN RIUNIONI SEGRETE CON LA SINDACA. UNA PROFONDA TRISTEZZA PER QUELLO CHE CONSIDERO UN FALLIMENTO, UNA SCONFITTA, PER ROMA E PER LE ISTITUZIONI ITALIANE''
Giovanna Vitale per la Repubblica
La grande accusatrice di Raffaele Marra è una giudice di lungo corso, costretta a restare in trincea «per difendere il mio onore e la mia storia», dice Carla Raineri, per 32 giorni capo di gabinetto in Campidoglio.
Consigliera, l’arresto di Marra conferma tutte le sue denunce.
«In questo momento provo solo una profonda tristezza per quello che considero un fallimento, una sconfitta, per Roma e per le istituzioni italiane. Io però non intendo commentare le indagini in corso: sono un magistrato e rispetto il lavoro dei colleghi. Quel che dovevo, l’ho già detto al procuratore Pignatone».
Nel suo esposto racconta di aver avvertito “un clima di crescente ostilità”, che Marra e Romeo erano onnipresenti, stavano sempre chiusi dalla sindaca e prendevano loro tutte le decisioni, senza fare toccare palla a lei, che pure era il capo di gabinetto in carica.
«È stato esattamente così. Io sono arrivata a Roma su insistenza di Marcello Minenna, che aveva accettato di fare l’assessore al Bilancio ponendo come condizione irrinunciabile di avere me a capo del gabinetto. Io ho ceduto, tra molti timori, perché pensavo di poter proseguire il percorso di legalità iniziato con il commissario Tronca. Presto ho però capito che noi eravamo considerati due corpi estranei, da far fuori in ogni modo».
Come lo ha capito?
«Il clima che ho respirato era surreale. Mi ha ricordato il film Mani sulla città. Riunioni segrete, decisioni strategiche prese nel chiuso di una stanza ed affatto condivise con me. L’ho scritto anche nel “memoriale”: ho trovato un gabinetto che era un guscio vuoto. Tutte le funzioni principali erano state “esportate” altrove.
Di fatto era stata costituita una struttura parallela, il cui capo era Romeo, che si comportava da padrone, con modi villani; mentre Marra, pur essendo formalmente il mio vice, riferiva direttamente alla sindaca. Io ero sempre bypassata. In un mese ho visto la Raggi in privato una sola volta e solo perché ho preteso un colloquio chiarificatore».
Per dirvi cosa?
«Cosa dissi io. Perché la Raggi restò silente. Ricordo bene il suo sguardo pieno d’odio. Le dissi che non avrei avallato la nomina di Romeo a capo della segreteria, che ritenevo illegittima. Che al posto di Marra, al mio fianco, volevo un colonnello dei Carabinieri. Che il gabinetto doveva tornare ad essere un vero gabinetto, non una farsa. E che se non si fossero realizzate queste condizioni non sarei rimasta un giorno di più»
E poi che succede?
«Raggi e Marra ricevono a mia insaputa in Campidoglio il presidente dell’Anac Cantone per sottoporgli la questione della mia nomina. E qui si apre quella che considero la pagina più amara di tutta la vicenda».
Ossia?
«Cantone si ritiene competente a pronunciarsi nonostante io non sia un appalto ma un magistrato e, dunque, almeno sino a prova contraria, non sospetta di corruzione. Quindi rende un parere in 24 ore, senza istruttoria e, soprattutto, senza sentire in contraddittorio il destinatario del provvedimento, cioè io. Lo rende in “via riservata”, benché poi postato come un trofeo su Facebook dalla sindaca, e lo fa recapitare con un pony express in Campidoglio.
Un parere totalmente in contrasto con tutti i precedenti, che non sono stati acquisiti, e che contiene almeno tre affermazioni confliggenti con i documenti che attestano i vari passaggi della procedura della mia nomina. Non si sono mai visti quesiti di tre pagine, contenenti già la risposta auspicata, a fronte di un paginetta scarsa di parere».
Ma lei aveva chiesto l’allontanamento di Marra perché si era accorta di qualcosa?
«Quando sono arrivata alcuni ufficiali della GdF e dei Carabinieri sono venuti nel mio ufficio per segnalarmi l’inopportunità di trattenere Marra nel gabinetto. Soprattutto di stare attenta perché lui aveva trascorso la sua vita a fare dossieraggi, ad acquisire informazioni per usarle poi come armi di ricatto».
E lei avvertì Raggi?
«Certo, sia io sia Minenna le abbiamo riferito tutto, e in più occasioni. Ecco perché ora deve dare una spiegazione vera del perché ha preferito tenersi Marra e Romeo, pugnalando me e Marcello alle spalle».
La sindaca ha però ammesso di aver sbagliato, definendo però Marra uno dei 23mila comunali.
«Marra era il suo braccio destro. Lo sapevano tutti. In Campidoglio non si muoveva foglia senza l’avallo suo e di Romeo».
Che ruolo ha avuto Di Maio in questa vicenda?
«Io non l’ho mai incontrato. Ma a quanto mi ha riferito Minenna, per convincerlo ad accettare l’incarico di assessore Di Maio gli garantì che noi avremmo avuto mani libere. Poi però Marra e Raggi gli chiesero un incontro ed evidentemente ottennero il sostegno alla nostra eliminazione».
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Politica
Roma: cara Virginia, il tempo è scaduto
di Fabio Marcelli | 18 dicembre 2016
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Ho sempre difeso Virginia Raggi e la sua Giunta, vittime di una campagna di stampa accanita sostenuta da poteri forti che pensavano di aver tutto da perdere dal suo avvento in Campidoglio, primi fra tutti i palazzinari che a Roma hanno sempre fatto il buono e cattivo tempo. Questa campagna oggi continua con l’incredibile doppio standard che si traduce nell’infinita accondiscendenza nei confronti di Sala che si è macchiato di colpe ben più gravi e penalmente rilevanti.
Inutile però nascondere la testa sotto la sabbia. L’arresto di Marra, nel quale la sindaca aveva malriposto la sua fiducia, quasi che si trattasse di una sorta di genio del management del personale capitolino, quando invece a quanto pare era solo un disonesto, è solo la ciliegina sulla torta. Non si tratta però solo di selezione di pessimi personaggi dipinti come salvatori della Patria, ma di incapacità di tagliare definitivamente i ponti con il passato e di ascolto della città in quanto tale.
Eppure c’era stata, da parte di molti esponenti di movimenti sociali e dell’associazionismo presenti in città, una totale apertura di credito nei confronti della Giunta pentastellata. Così come del resto i cittadini romani si aspettavano novità tangibili che ancora non si vedono. Fra le varie tesi esplicative di tale situazione io propendo per quella dell’ingenuità, inesperienza, incapacità dei nuovi amministratori che, agitando la bandiera dell’onestà e basta, non sono andati al di là di una piatta invocazione della legalità formale, finendo per inciamparvi proprio perché la loro mancanza di coraggio li portava a nascondersi dietro personaggi comunque discutibili come l’ex assessore ai Rifiuti, Paola Muraro o il sospettato di corruzione, Raffaele Marra.
Sappiamo tutti quanto pesi il lascito di giunte che rispondevano ai poteri forti quando non addirittura a Mafia Capitale. Proprio per questo, però, ci si doveva attendere da Virginia e dalla sua équipe quel colpo di reni che non c’è stato. Virginia, pur essendo probabilmente una brava persona, non è certo De Magistris, il sindaco che sa parlare alle masse partenopee che pure vivono una situazione ancora più difficile di quella romana, ma non è neanche Chiara Appendino che sta attuando a Torino (città invece certamente meno problematica di Roma) scelte politiche e amministrative innovative e stimolanti.
Bisogna peraltro dare ragione a Roberta Lombardi quando denunciava Marra come il virus che stava minando i cinquestelle.
La domanda però è come è possibile che la sindaca della Capitale si faccia infettare da un virus di questo genere, continuando a dargli fiducia? La risposta è, come ho accennato, nell’ingenuità e mancanza di coraggio della Raggi e del suo gruppo. Si tratta però di un campanello di allarme più generale per i cinquestelle. Dato che il virus ha potuto penetrare di un organismo indebolito per l’assenza di una chiara prospettiva politica (l’invocazione dell’onestà da sola non basta neanche a quanto pare a garantire la stessa onestà) e per la debolezza dei meccanismi democratici interni, che pure sono infinitamente superiori a quelli di partiti come il Pd e Forza Italia.
Pecche gravissime, tanto più nel momento in cui la vittoria del No e l’agonia del renzismo, ultimo avatar del governo dei poteri forti, pongono con forza la questione dell’alternativa. I Cinquestelle, per il ruolo che svolgono e la fiducia di cui continuano nonostante tutto a godere da parte di gran parte del popolo italiano, devono quindi portare avanti, a partire dal caso di Roma, una forte riflessione autocritica. La stessa Raggi deve continuare a governare cominciando a rispondere alle aspettative dei cittadini romani, dando finalmente luogo a un vero dialogo con le realtà vive di Roma. Per dirla con la rete Decide Roma in una metropoli dove la percentuale di no è stata tra le più alte in Italia, è giunto il momento di rendere visibile e concreta la promessa di rompere con le politiche liberiste e renziane, altrimenti “i processi finanziari già in atto trasformeranno Roma e i suoi beni pubblici in un grande bazar, e la giunta 5s nel battitore d’asta”.
Capito Virginia? Il tempo è scaduto, devi avere il coraggio di cambiare per non dare un duro colpo alle speranze che i cinquestelle e tu in particolare avete volenti o nolenti sollevato.
di Fabio Marcelli | 18 dicembre 2016
Roma: cara Virginia, il tempo è scaduto
di Fabio Marcelli | 18 dicembre 2016
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Fabio Marcelli
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Ho sempre difeso Virginia Raggi e la sua Giunta, vittime di una campagna di stampa accanita sostenuta da poteri forti che pensavano di aver tutto da perdere dal suo avvento in Campidoglio, primi fra tutti i palazzinari che a Roma hanno sempre fatto il buono e cattivo tempo. Questa campagna oggi continua con l’incredibile doppio standard che si traduce nell’infinita accondiscendenza nei confronti di Sala che si è macchiato di colpe ben più gravi e penalmente rilevanti.
Inutile però nascondere la testa sotto la sabbia. L’arresto di Marra, nel quale la sindaca aveva malriposto la sua fiducia, quasi che si trattasse di una sorta di genio del management del personale capitolino, quando invece a quanto pare era solo un disonesto, è solo la ciliegina sulla torta. Non si tratta però solo di selezione di pessimi personaggi dipinti come salvatori della Patria, ma di incapacità di tagliare definitivamente i ponti con il passato e di ascolto della città in quanto tale.
Eppure c’era stata, da parte di molti esponenti di movimenti sociali e dell’associazionismo presenti in città, una totale apertura di credito nei confronti della Giunta pentastellata. Così come del resto i cittadini romani si aspettavano novità tangibili che ancora non si vedono. Fra le varie tesi esplicative di tale situazione io propendo per quella dell’ingenuità, inesperienza, incapacità dei nuovi amministratori che, agitando la bandiera dell’onestà e basta, non sono andati al di là di una piatta invocazione della legalità formale, finendo per inciamparvi proprio perché la loro mancanza di coraggio li portava a nascondersi dietro personaggi comunque discutibili come l’ex assessore ai Rifiuti, Paola Muraro o il sospettato di corruzione, Raffaele Marra.
Sappiamo tutti quanto pesi il lascito di giunte che rispondevano ai poteri forti quando non addirittura a Mafia Capitale. Proprio per questo, però, ci si doveva attendere da Virginia e dalla sua équipe quel colpo di reni che non c’è stato. Virginia, pur essendo probabilmente una brava persona, non è certo De Magistris, il sindaco che sa parlare alle masse partenopee che pure vivono una situazione ancora più difficile di quella romana, ma non è neanche Chiara Appendino che sta attuando a Torino (città invece certamente meno problematica di Roma) scelte politiche e amministrative innovative e stimolanti.
Bisogna peraltro dare ragione a Roberta Lombardi quando denunciava Marra come il virus che stava minando i cinquestelle.
La domanda però è come è possibile che la sindaca della Capitale si faccia infettare da un virus di questo genere, continuando a dargli fiducia? La risposta è, come ho accennato, nell’ingenuità e mancanza di coraggio della Raggi e del suo gruppo. Si tratta però di un campanello di allarme più generale per i cinquestelle. Dato che il virus ha potuto penetrare di un organismo indebolito per l’assenza di una chiara prospettiva politica (l’invocazione dell’onestà da sola non basta neanche a quanto pare a garantire la stessa onestà) e per la debolezza dei meccanismi democratici interni, che pure sono infinitamente superiori a quelli di partiti come il Pd e Forza Italia.
Pecche gravissime, tanto più nel momento in cui la vittoria del No e l’agonia del renzismo, ultimo avatar del governo dei poteri forti, pongono con forza la questione dell’alternativa. I Cinquestelle, per il ruolo che svolgono e la fiducia di cui continuano nonostante tutto a godere da parte di gran parte del popolo italiano, devono quindi portare avanti, a partire dal caso di Roma, una forte riflessione autocritica. La stessa Raggi deve continuare a governare cominciando a rispondere alle aspettative dei cittadini romani, dando finalmente luogo a un vero dialogo con le realtà vive di Roma. Per dirla con la rete Decide Roma in una metropoli dove la percentuale di no è stata tra le più alte in Italia, è giunto il momento di rendere visibile e concreta la promessa di rompere con le politiche liberiste e renziane, altrimenti “i processi finanziari già in atto trasformeranno Roma e i suoi beni pubblici in un grande bazar, e la giunta 5s nel battitore d’asta”.
Capito Virginia? Il tempo è scaduto, devi avere il coraggio di cambiare per non dare un duro colpo alle speranze che i cinquestelle e tu in particolare avete volenti o nolenti sollevato.
di Fabio Marcelli | 18 dicembre 2016
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Sono d'accordo che il tempo sia abbondantemente scaduto a Roma ma inizio ad avere alcuni sospetti riguardo l'incredibile accozzaglia di nomi discutibili che la "sindaca" ha chiamato intorno a se.
Semplicemente gira voce da tempo qui sui 7 colli che un gruppetto di "maneggioni" storici degli affari della Capitale, quando ebbero compreso che dopo la giunta Marino ci sarebbe stata una giunta 5S, si siano messi in moto per entrare con dei loro uomini (e donne) nel movimento e far si che le scelte, sia per la candidatura di "sindaco" che poi per la scelta dei suoi collaboratori, cadessero su nomi "amici" così da poter continuare a fare affari come sempre.
Si distraeva il volgo con la "battaglia" contro le Olimpiadi del mattone e con la funivia intanto si osteggiava chi voleva opporsi al nuovo stadio della "magica" che tanti soldi porta agli amici degli amici (poi se casca tutto nella zona alluvionale del Tevere chissenefrega) e si davano gli appalti per la "monnezza" e per le manutenzioni ATAC sempre agli stessi...
Probabilmente al punto in cui siamo arrivati "Beppone" dovrà prendere il toro per le corna e obbligare la Raggi a obbedire ai suoi ordini (quindi cacciare tutti gli amichetti dei palazzinari, monnezzari, ecc. ecc.) o andarsene, l'alternativa sennò sarà la rotta totale del M5S con addio ai sogni di gloria nazionali.
Inoltre una migliore cernita dei nominativi che entrano nel M5S sarebbe più che auspicabile.
Semplicemente gira voce da tempo qui sui 7 colli che un gruppetto di "maneggioni" storici degli affari della Capitale, quando ebbero compreso che dopo la giunta Marino ci sarebbe stata una giunta 5S, si siano messi in moto per entrare con dei loro uomini (e donne) nel movimento e far si che le scelte, sia per la candidatura di "sindaco" che poi per la scelta dei suoi collaboratori, cadessero su nomi "amici" così da poter continuare a fare affari come sempre.
Si distraeva il volgo con la "battaglia" contro le Olimpiadi del mattone e con la funivia intanto si osteggiava chi voleva opporsi al nuovo stadio della "magica" che tanti soldi porta agli amici degli amici (poi se casca tutto nella zona alluvionale del Tevere chissenefrega) e si davano gli appalti per la "monnezza" e per le manutenzioni ATAC sempre agli stessi...
Probabilmente al punto in cui siamo arrivati "Beppone" dovrà prendere il toro per le corna e obbligare la Raggi a obbedire ai suoi ordini (quindi cacciare tutti gli amichetti dei palazzinari, monnezzari, ecc. ecc.) o andarsene, l'alternativa sennò sarà la rotta totale del M5S con addio ai sogni di gloria nazionali.
Inoltre una migliore cernita dei nominativi che entrano nel M5S sarebbe più che auspicabile.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
UncleTom ha scritto:iospero ha scritto:
Lo schema del potere in Italia io lo vedo a questo modo:
1) Il primo livello è rappresentato dalle èlite massonico-finanziarie made in Usa.
Come, tra l’altro JP Morgan e Goldman Sachs
2) Il Secondo livello è rappresentato dal mondo finanziario-imprenditoriale, bancario nazionale che condiziona da sempre la politica interna. In subordine e in ossequio al primo livello.
3) E in tutto questo vogliamo mettere da parte l’influenza di Mafia, ‘ndrangheta, Camorra e Sacra corona unita????
Quindi la domanda sorge spontanea:
COME SI FA A GOVERNARE SE SI DEVE DIPENDERE DAL VERO POTERE CHE CI DOMINA E CONTROLLA?????
---------------------------------------------------
Visto che abbiamo un esponente di Possibile in questa discussione, puoi chiarirci come intende comportarsi Possibile all’interno dello schema di potere elencato nel post precedente??????
ECCO UNA RISPOSTA che condivido fatta su " Vie possibili"
La tua domanda dipende dalla descrizione del potere che proponi. Non la condivido, non perché non esistano vari poteri, alcuni forti, altri un po' meno, ma perché non esiste fra questi poteri alcun patto di cooperazione e neppure convenienze comuni: alcuni vogliono vendere armi, altri vogliono far soldi in pace; alcuni vogliono l'inflazione, altri la stabilità monetaria o la deflazione; alcuni sono legati all'economia dei combustibili fossili, altri a quella dei loro concorrenti; e così via. La descrizione che tratteggi si chiama "sinarchia" (Negli ultimi anni il termine è stato stravolto per indicare un ipotetico governo occulto planetario, o "governo ombra", che gestisce invisibilmente le trame della politica e dell'economia mondiale e che decide i destini dell'umanità) collegato alle teorie del complotto. e non ha più fondamento scientifico dei Protocolli dei Savi di Sion. La sua mancanza di scientificità è facilmente verificabile: pretende di "spiegare" quello che è già avvenuto (tutte le ideologie aprioristiche ci riescono, ognuna a modo suo), ma non dà mai la minima indicazione su quello che potrebbe accadere in futuro.E' però molto pericolosa, perché alimenta una cultura, apparentemente di opposizione molto radicale, ma in realtà incredula di ogni proposta e di ogni progetto alternativo. Forse questo è l'unica cosa che accomuna i poteri forti del mondo: gradiscono molto essere ritenuti dagli oppressi più forti e meno conflittuali fra di loro di quanto non siano.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Corruzione per appalti scuole e strade in due municipi: arresti e perquisizioni a Roma
Imprenditori in manette, indagati anche funzionari pubblici di Roma Capitale. Le indagini riguardano opere pubbliche da realizzare nel I e nel XIV municipio
I fatti contestati, legati a lavori mai eseguiti di ristrutturazione in alcuni edifici scolastici del municipio XIV e ai lavori di ristrutturazione di via del Melone, risalgono al 2013 e al 2015.
Perché succede a Roma ?
In parte è giusto infierire sulla Raggi e il M5S , ma oggi la stampa e i media puntano su ciò per distrarci da altro ( vedi Milano). A me sembra che a Roma ci sia una massa di funzionari corrotti a tal punto da credere ormai come normale il loro comportamento e ben poco riescono fare politici ben intenzionati se non possono sostituirli perché protetti da normative in vigore.
Imprenditori in manette, indagati anche funzionari pubblici di Roma Capitale. Le indagini riguardano opere pubbliche da realizzare nel I e nel XIV municipio
I fatti contestati, legati a lavori mai eseguiti di ristrutturazione in alcuni edifici scolastici del municipio XIV e ai lavori di ristrutturazione di via del Melone, risalgono al 2013 e al 2015.
Perché succede a Roma ?
In parte è giusto infierire sulla Raggi e il M5S , ma oggi la stampa e i media puntano su ciò per distrarci da altro ( vedi Milano). A me sembra che a Roma ci sia una massa di funzionari corrotti a tal punto da credere ormai come normale il loro comportamento e ben poco riescono fare politici ben intenzionati se non possono sostituirli perché protetti da normative in vigore.
Chi c’è in linea
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