Ho seguito con molto interesse l’applicazione dell’auto elettrica già da studente, anche perché legata al corso di studi prescelto all’epoca.
Poi, via via negli anni, anche grazie allo sviluppo tecnologico, malgrado gli entusiasmi per il perfezionamento, seguivano le delusioni per lo scarso impatto sull’utenza.
Se limitiamo l’analisi all’utenza italiana, la prima scarsa attrattiva è derivata dalla scarsa autonomia del mezzo, il che obbliga a due soluzioni:
1) Ricaricare la batteria dopo una regolare scarica, oppure,
2) creare un sistema di sostituzione della fonte di energia (batteria) in stazioni di servizio apposite, in alternativa delle attuali stazioni di servizio per la distribuzione dei carburanti.
Attualmente il confronto dell’autonomia gioca a sfavore dell’auto elettrica rispetto ai tradizionali mezzi di propulsione.
Dalla rete:
Autonomia auto elettrica
Un'auto elettrica ha un'autonomia più ridotta rispetto alle automobili tradizionali. Questa realtà è innegabile, tuttavia spesso alimenta paure e timori infondati sull'affidabilità dell'auto elettrica da parte degli automobilisti. In questa guida cerchiamo di fare il punto della situazione. Partiamo da un esempio pratico.
Se un'utilitaria con propulsore termico a benzina ha un'autonomia media di circa 600 km con un pieno e un'auto diesel circa 900 km, le auto elettriche più avanzate raggiungono un livello di autonomia di circa 100-120 km con un pieno di elettricità.
Il secondo freno all’attrattiva del mezzo elettrico è il suo costo. Per il momento le case costruttrici non sono ancora riuscite a trovare la soluzione per rendere competitivo il mezzo elettrico nei confronti degli altri mezzi di propulsione.
In una fase economica di crisi come questa, se non tira il mezzo più economico (a benzina) dobbiamo supporre che il mezzo elettrico incontri maggiori difficoltà di vendita e di successo.
Il terzo freno è rappresentato dal rapporto degli italiani con l’auto.
Cosa rappresenta l’automobile per gli italiani?
Nella stragrande maggioranza non è uno strumento a loro disposizione ma un mezzo per confrontarsi con gli altri.
E’ solo della scorsa settimana l’affermazione di un coetaneo che asseriva di accontentarsi della sua vecchia auto che gli consente di pagare oggi un prezzo ridotto di bollo e di assicurazione,….ma se dovesse scegliere un mezzo che possa suscitare invidia, saprebbe bene di cosa dotarsi.
Negli ultimi trent’anni la stampa si è occupata diffusamente del fenomeno che si registra la mattina davanti alle scuole elementari. File di mamme che accompagnano i cuccioli a scuola con l’auto. Anche se molto spesso la loro abitazione dista non più di cento-duecento metri dalla scuola.
Questo fenomeno è sempre stato considerato come legato all’esibizione dello status economico espresso attraverso l’autoveicolo. “Noi possiamo,….il mio cucciolo appartiene ad una famiglia che può, ….siete avvertiti”.
Oggi la gara avviene attraverso i Suv, mi dicono che davanti alle scuole tutte le mattine ci sia la sfilata di Suv.
Già quarant’anni fa erano state esibite autovetture elettriche a due posti di dimensioni ridotte. Non ho mai compreso perché i costruttori non hanno mai previsto per la città anche qualcosa che preveda almeno 4 posti, tenendo conto dei figli.
Queste vetturette ridotte non hanno mai incontrato il favore dell’utente italiano.
Due giorni fa la stampa italiana ha pubblicato questa notizia:
Il diesel è cancerogeno. Codacons: Via tutte le auto da Milano. 750mila veicoli?
MILANO – Il diesel fa venire il cancro, il Codacons pone il problema della rimozione totale delle auotinquinanti dalla provincia di Milano. Che sia devastante per la salute il diesel ora è una certezza al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha appena inserito tra gli “agenti cancerogeni per gli umani di gruppo 1″: significa che la scienza non ha più dubbi, esperimenti decennali e protocolli investigativi non lasciano margini al dubbio.
E’ la scoperta dell’acqua calda, ma gli interessi in gioco sono sempre stati così alti che la notizia viene divulgata solo ora.
Ma come per l’amianto, scattano subito le contromisure, e chi s’incarica della difesa?
Nientepopòdimeno che:
Il falso allarme sui motori diesel “che fanno venire il tumore”
L'Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica uno studio che dimostrerebbe che "le emissioni del motori diesel sono cancerogene". Per questo motivo, il Codacons oggi ha chiesto il sequestro di tutti i veicoli alimentati a gasolio nel territorio di Milano. Ma l'annuncio è un po' troppo allarmistico, scopriamo il perché.
…….Insomma, quello dell'OMS è un «grande equivoco». Così lo definisce l'Ing. Enrico De Vita, per molti anni responsabile del settore tecnico del mensile Quattroruote. Il giornalista specializzato nel settore automobilistico, ha commentato con fare beffardo l'allarme anti-diesel ripreso dal Codacons…..
continua su:
http://www.fanpage.it/il-falso-allarme- ... z20KCPkcxR
http://www.fanpage.it
Mica si vuole fare crollare il mercato,…vero? Eppure chi era arrivato davanti alle camere a gas tedesche aveva detto,….mai più. Ma davanti a macro interessi si può tranquillamente provvedere allo sterminio di massa.
Spesso i comuni del Nord Italia sono obbligati a fermare la circolazione per inquinamento.
Con l’auto elettrica il fattore inquinamento si ridurrebbe notevolmente, ma vallo a spiegare agli italiani che non se la sentono di rinunciare all’esibizione dell’automobile come segno di status quo.
Per essere tecnicamente corretti, occorre fare presente che l’energia elettrica non nasce sotto i cavoli, ma dipende dalle centrali elettriche.
Quindi qualcuno potrebbe obiettare che l’inquinamento non cambia, è solo spostato in luoghi concentrati.
Nel caso, sarebbe opportuno che conoscessero che un’azienda milanese in attività da mezzo secolo, oggi operante sui mercati mondiali, ha realizzato filtri che sono stati usati dal Principato di Monaco che li ha utilizzati per un inceneritore costruito nel centro della città, poco distante dal Casinò.
Non dimentichiamo poi come gira il mondo e i suoi interessi. Basta vedere cosa è successo a Enrico Mattei.
Da almeno una quarantina d’anni penso che il mezzo cittadino ideale potrebbe essere proprio l’auto elettrica, perché la velocità commerciale in città è più che idonea per questo mezzo e che un percorso cittadino di 120 km senza ricarica possa rientrare nelle esigenze quotidiane di città.
Il veicolo elettrico è di dimensioni ridotte e quindi occupando meno spazio renderebbe più fluido il transito cittadino.
Inoltre il veicolo elettrico è silenzioso, il che non è poco. (Può essere però pericoloso, perché una ventina di giorni fa ho visto schizzare via una vetturetta elettrica a velocità sostenuta. Noi siamo abituati a sentirne il rumore, ed essendo silenziosa uno potrebbe non accorgersi del veicolo in transito con le debite conseguenze)
Ma ripeto, ai connazionali le piccole vetturette elettriche non piacciono, significa in pratica un’omologazione al ribasso, da poareti, direbbero nella città di paolino,…..meglio i Suv,..che comunicano…io posso e tu no.