Top vergognescion...
Re: Top vergognescion...
Schettino torna libero:
"In tv per 50 mila euro"
Il comandante della nave Costa Concordia Francesco Schettino
GRAZIA LONGO
ROMA
Libero dagli arresti domiciliari, il comandante della Concordia Francesco Schettino ha tanta voglia di parlare. Di gridare al mondo la sua innocenza sul naufragio, al largo dell'isola del Giglio, costato 32 vite.
Ma c'è un ma. Irrevocabile. Schettino, raccontano i suoi avvocati, concederà interviste solo a selezionati gruppi editoriali. Almeno fino alla prossima settimana. Intanto è partita un'asta, con una base di «offerta intorno ai 50 mila euro». A tanto ammonta «la proposta di un canale televisivo e di un settimanale». E non è escluso che il prezzo salga con lo share, perché il caso della Concordia è un'enorme tragedia ma anche un indiscusso show mediatico.
Inevitabile, quindi, la corsa ad aggiudicarsi l'esclusiva. Ieri sera a Quinta Colonna, su Canale 5, è stato anticipato il memoriale che il capitano ha affidato ai suoi legali. Quisquilie rispetto alle dichiarazioni che il comandante rilascerà in prima persona a chi è pronto a sganciare «intorno ai 50 mila euro». Cifra che potrebbe lievitare se nel corso della settimana arriveranno altre proposte più cospicue, da valutare «nell'interesse del cliente».
L' avvocato Paolo Bastianini, socio di Bruno Leporatti, difensore del capitano è perentorio: «Inutile correre fino a Meta di Sorrento: Schettino non uscirà di casa e non parlerà. Chiunque andrà, rimarrà davanti alla porta». E così dopo l'ipotesi di un libro per una casa editrice americana ora arrivano le interviste a pagamento.
Il carico delle spese sulle spalle di Schettino è certo ingente, chissà a quanto ammonteranno le richieste delle parti civili da onorare nel caso venisse giudicato colpevole, e chissà se l'assicurazione sosterrà tutti i risarcimenti. Contro il comandante, la procura di Grosseto ha formulato le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci, abbandono della nave e omessa comunicazione alle autorità marittime.
La verità del comandante ha quindi un prezzo. A prova di garanzia. «E' chiaro che il pagamento avverrà solo se l'esclusività dell'intervista sarà mantenuta» prosegue l'avvocato Bastianini. E per assicurarlo, il legale cita il noto proverbio arabo «vedere cammello, alzare moneta». Come dire che il conto verrà saldato solo a promessa mantenuta.
La trattativa è ancora in corso, «Non esistono patti siglati. C'è tempo una settimana: non sono un grande esperto di contrattazioni di questo tipo, ma vogliamo ottimizzare, massimizzare l'interesse del comandante Schettino in modo che le due esclusive escano insieme, cosicché nessuna sminuisca l'altra. Dopo parlerà a ruota libera con tutte le testate giornalistiche».
Ieri intanto, nell'anticipazione del memoriale, il capitano della Concordia si difende: «E' stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare a farmi fare quella sterzata repentina a dritta. In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un'ecatombe. Il mio cordoglio va alle famiglie colpite negli affetti più forti».
Il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio ribadisce invece «la forza del nostro impianto accusatorio. Abbiamo espresso parere favorevole alla fine dei domiciliari solo perché sarebbero comunque scaduti il 13 luglio. Il gip Montesarchio ha però accolto la nostra richiesta dell'obbligo di dimora».
-----
facciamo una scommessa su quale settimanale e quale canale televisivo hanno lanciato l'opa ?
"In tv per 50 mila euro"
Il comandante della nave Costa Concordia Francesco Schettino
GRAZIA LONGO
ROMA
Libero dagli arresti domiciliari, il comandante della Concordia Francesco Schettino ha tanta voglia di parlare. Di gridare al mondo la sua innocenza sul naufragio, al largo dell'isola del Giglio, costato 32 vite.
Ma c'è un ma. Irrevocabile. Schettino, raccontano i suoi avvocati, concederà interviste solo a selezionati gruppi editoriali. Almeno fino alla prossima settimana. Intanto è partita un'asta, con una base di «offerta intorno ai 50 mila euro». A tanto ammonta «la proposta di un canale televisivo e di un settimanale». E non è escluso che il prezzo salga con lo share, perché il caso della Concordia è un'enorme tragedia ma anche un indiscusso show mediatico.
Inevitabile, quindi, la corsa ad aggiudicarsi l'esclusiva. Ieri sera a Quinta Colonna, su Canale 5, è stato anticipato il memoriale che il capitano ha affidato ai suoi legali. Quisquilie rispetto alle dichiarazioni che il comandante rilascerà in prima persona a chi è pronto a sganciare «intorno ai 50 mila euro». Cifra che potrebbe lievitare se nel corso della settimana arriveranno altre proposte più cospicue, da valutare «nell'interesse del cliente».
L' avvocato Paolo Bastianini, socio di Bruno Leporatti, difensore del capitano è perentorio: «Inutile correre fino a Meta di Sorrento: Schettino non uscirà di casa e non parlerà. Chiunque andrà, rimarrà davanti alla porta». E così dopo l'ipotesi di un libro per una casa editrice americana ora arrivano le interviste a pagamento.
Il carico delle spese sulle spalle di Schettino è certo ingente, chissà a quanto ammonteranno le richieste delle parti civili da onorare nel caso venisse giudicato colpevole, e chissà se l'assicurazione sosterrà tutti i risarcimenti. Contro il comandante, la procura di Grosseto ha formulato le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci, abbandono della nave e omessa comunicazione alle autorità marittime.
La verità del comandante ha quindi un prezzo. A prova di garanzia. «E' chiaro che il pagamento avverrà solo se l'esclusività dell'intervista sarà mantenuta» prosegue l'avvocato Bastianini. E per assicurarlo, il legale cita il noto proverbio arabo «vedere cammello, alzare moneta». Come dire che il conto verrà saldato solo a promessa mantenuta.
La trattativa è ancora in corso, «Non esistono patti siglati. C'è tempo una settimana: non sono un grande esperto di contrattazioni di questo tipo, ma vogliamo ottimizzare, massimizzare l'interesse del comandante Schettino in modo che le due esclusive escano insieme, cosicché nessuna sminuisca l'altra. Dopo parlerà a ruota libera con tutte le testate giornalistiche».
Ieri intanto, nell'anticipazione del memoriale, il capitano della Concordia si difende: «E' stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare a farmi fare quella sterzata repentina a dritta. In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un'ecatombe. Il mio cordoglio va alle famiglie colpite negli affetti più forti».
Il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio ribadisce invece «la forza del nostro impianto accusatorio. Abbiamo espresso parere favorevole alla fine dei domiciliari solo perché sarebbero comunque scaduti il 13 luglio. Il gip Montesarchio ha però accolto la nostra richiesta dell'obbligo di dimora».
-----
facciamo una scommessa su quale settimanale e quale canale televisivo hanno lanciato l'opa ?
-
- Messaggi: 3973
- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: Top vergognescion...
Amadeus ha scritto:
facciamo una scommessa su quale settimanale e quale canale televisivo hanno lanciato l'opa ?
io punto su radio Maria e famiglia cristiana...
-
- Messaggi: 694
- Iscritto il: 22/02/2012, 10:21
Re: Top vergognescion...
Frequenze tv, il ministero di Passera rinnova le autorizzazioni per 20 anni
Il dicastero dell'ex numero uno di Intesa firma il rinnovo per dieci anni, più una proroga automatica per i successivi dieci, della attuale situazione del piccolo schermo. Risultato: Mediaset evita di perdere i suoi privilegi e le emittenti locali soffriranno con il passaggio al digitale
di Carlo Tecce
Chi l’ha detto che il mercato sia selvaggio e pericoloso? Chi l’ha detto sbaglia. Perché le televisioni italiane, grosse e piccine, possono dormire serenamente per i prossimi vent’anni. Oppure rassegnarsi perché nulla potrà più cambiare. Garantisce il ministero per lo Sviluppo economico, diretto dall’ex banchiere Corrado Passera, che rinnova le autorizzazioni per le frequenze (patrimonio pubblico) con un provvidenziale documento amministrativo: lo Stato fotografa il sistema attuale, pieno di conflitti e interferenze, e lo rende immodificabile sino al 2022, con una proroga automatica per altri dieci anni. Certo, può replicare il ministero, lo Stato può sempre ripensarci: a costo di pagare rimborsi milionari, però. Anni fa lo Stato decise decisedi chiamare il noleggio di Stato “diritto d’uso”. In cambio le aziende pagano un obolo calcolato sul fatturato annuo: l’1 per cento, spiccioli. Non soltanto le televisioni, e soprattutto Mediaset (e Rete4), godranno di vecchi privilegi per vent’anni, ma si ritrovano lo sconto applicato in anticipo.
NESSUNO PUÒ motivare questa fretta improvvisa del ministero, tranne il velenoso sospetto che sia servita a frenare l’assalto dei berlusconiani al presidente Anna Maria Tarantola, regolarmente eletta dal Cda di viale Mazzini proprio ieri, mentre lo Sviluppo economico comunicava la lieta notizia agli editori televisivi. In questo “condono” di massa finiscono tutti: le televisioni che riescono a trasmettere su frequenze teoricamente provvisorie, cioè Mediaset; le emittenti locali che vengono oscurate dai ripetitori più invasivi, ancora Mediaset. Non è semplice capire per quale timore (o pressione), in questi giorni, il ministero di Passera abbia ignorato la Conferenza di Ginevra che ordinava di rivedere la distribuzione delle frequenze televisive per migliorare le connessioni veloci: la famosa Banda larga che, per la parte di Italia che si trova sfortunatamente a sud di Roma, resta un miraggio. Ci vuole coraggio, e un senso di sfida, a rinnovare le concessioni quando l’Autorità competente è sospesa fra i due consigli, quello scaduto il 15 maggio e quello in arrivo il 16 luglio. L’Agcom doveva scrivere un piano per le frequenze; c’era una bozza provvisoria, in attesa di redigere il testo definitivo.
IL MINISTERO ha sbandierato a lungo l’abolizione del beauty contest e la prossima asta onerosa che potrebbe scalfire il duopolio italiano: ora, perché l’hanno dimenticato? Forse perché sanno che l’asta sarà inevitabilmente rinviata di un paio di mesi: e chi vivrà, vedrà. Il commissario Nicola D’Angelo, in carica ancora per pochi giorni, ha spedito una lettera ai vertici Agcom per chiedere spiegazioni. Non ha ricevuto risposta. Ma nei commenti privati, in Autorità parlano di un’accelerazione inaspettata e assurda: “Come fanno a concedere qualcosa senza un piano? È un abuso pazzesco”. Il ministero si difende evidenziando l’assoluta buona fede: “Non potevamo ritardare, ci avrebbero subissato di ricorsi. Il limite era il 30 giugno. È vero che la situazione è in continua evoluzione, ma lo Stato non abdica ai suoi poteri, potrà sempre intervenire. E Mediaset ne esce penalizzata perché non potrà trasformare le frequenze telefoniche che possiede in quelle televisive”.
La cartolina che spediamo in giro per l’Europa è sempre la stessa, in fondo, e forse non spaventa: Mediaset rafforza il suo dominio, La7 s’accontenta del cantuccio, la Rai assiste inerme, le emittenti locali soffrono, gli imprenditori stranieri non superano la frontiera. La cartolina è pronta. Il francobollo è valido per vent’anni.
da Il Fatto Quotidiano dell’11 luglio 2012
_______________
Ed io Pago
Il dicastero dell'ex numero uno di Intesa firma il rinnovo per dieci anni, più una proroga automatica per i successivi dieci, della attuale situazione del piccolo schermo. Risultato: Mediaset evita di perdere i suoi privilegi e le emittenti locali soffriranno con il passaggio al digitale
di Carlo Tecce
Chi l’ha detto che il mercato sia selvaggio e pericoloso? Chi l’ha detto sbaglia. Perché le televisioni italiane, grosse e piccine, possono dormire serenamente per i prossimi vent’anni. Oppure rassegnarsi perché nulla potrà più cambiare. Garantisce il ministero per lo Sviluppo economico, diretto dall’ex banchiere Corrado Passera, che rinnova le autorizzazioni per le frequenze (patrimonio pubblico) con un provvidenziale documento amministrativo: lo Stato fotografa il sistema attuale, pieno di conflitti e interferenze, e lo rende immodificabile sino al 2022, con una proroga automatica per altri dieci anni. Certo, può replicare il ministero, lo Stato può sempre ripensarci: a costo di pagare rimborsi milionari, però. Anni fa lo Stato decise decisedi chiamare il noleggio di Stato “diritto d’uso”. In cambio le aziende pagano un obolo calcolato sul fatturato annuo: l’1 per cento, spiccioli. Non soltanto le televisioni, e soprattutto Mediaset (e Rete4), godranno di vecchi privilegi per vent’anni, ma si ritrovano lo sconto applicato in anticipo.
NESSUNO PUÒ motivare questa fretta improvvisa del ministero, tranne il velenoso sospetto che sia servita a frenare l’assalto dei berlusconiani al presidente Anna Maria Tarantola, regolarmente eletta dal Cda di viale Mazzini proprio ieri, mentre lo Sviluppo economico comunicava la lieta notizia agli editori televisivi. In questo “condono” di massa finiscono tutti: le televisioni che riescono a trasmettere su frequenze teoricamente provvisorie, cioè Mediaset; le emittenti locali che vengono oscurate dai ripetitori più invasivi, ancora Mediaset. Non è semplice capire per quale timore (o pressione), in questi giorni, il ministero di Passera abbia ignorato la Conferenza di Ginevra che ordinava di rivedere la distribuzione delle frequenze televisive per migliorare le connessioni veloci: la famosa Banda larga che, per la parte di Italia che si trova sfortunatamente a sud di Roma, resta un miraggio. Ci vuole coraggio, e un senso di sfida, a rinnovare le concessioni quando l’Autorità competente è sospesa fra i due consigli, quello scaduto il 15 maggio e quello in arrivo il 16 luglio. L’Agcom doveva scrivere un piano per le frequenze; c’era una bozza provvisoria, in attesa di redigere il testo definitivo.
IL MINISTERO ha sbandierato a lungo l’abolizione del beauty contest e la prossima asta onerosa che potrebbe scalfire il duopolio italiano: ora, perché l’hanno dimenticato? Forse perché sanno che l’asta sarà inevitabilmente rinviata di un paio di mesi: e chi vivrà, vedrà. Il commissario Nicola D’Angelo, in carica ancora per pochi giorni, ha spedito una lettera ai vertici Agcom per chiedere spiegazioni. Non ha ricevuto risposta. Ma nei commenti privati, in Autorità parlano di un’accelerazione inaspettata e assurda: “Come fanno a concedere qualcosa senza un piano? È un abuso pazzesco”. Il ministero si difende evidenziando l’assoluta buona fede: “Non potevamo ritardare, ci avrebbero subissato di ricorsi. Il limite era il 30 giugno. È vero che la situazione è in continua evoluzione, ma lo Stato non abdica ai suoi poteri, potrà sempre intervenire. E Mediaset ne esce penalizzata perché non potrà trasformare le frequenze telefoniche che possiede in quelle televisive”.
La cartolina che spediamo in giro per l’Europa è sempre la stessa, in fondo, e forse non spaventa: Mediaset rafforza il suo dominio, La7 s’accontenta del cantuccio, la Rai assiste inerme, le emittenti locali soffrono, gli imprenditori stranieri non superano la frontiera. La cartolina è pronta. Il francobollo è valido per vent’anni.
da Il Fatto Quotidiano dell’11 luglio 2012
_______________
Ed io Pago
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
Re: Top vergognescion...
LIBERO, LA MINETTI E LE SEXY CAREZZE AL MICROFONO - VIDEO
Se la Minetti se ne andrà dal Consiglio Regionale, ci sarà chi la rimpiangerà: il microfono dell'aula. Questo il "Libero-Pensiero" di oggi
http://www.youtube.com/watch?v=Wa5KTLdx1lk
Sul sito del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro il video "Minetti e le sexy carezze al microfono". Questo il messaggio che si legge sul quotidiano:
Angelino Alfano cacciando Nicole Minetti dal consiglio regionale della Lombardia fa una vittima inconsolabile: il microfono della consigliera del Pdl. Non era mai stato trattato così bene e coccolato... Non potrà avere una consigliera migliore..
E pensare che questi erano quelli che si indignavano, accusandolo di maschilismo, se qualcuno osava protestare per l'elezione della Minetti a consigliere regionale.
Se la Minetti se ne andrà dal Consiglio Regionale, ci sarà chi la rimpiangerà: il microfono dell'aula. Questo il "Libero-Pensiero" di oggi
http://www.youtube.com/watch?v=Wa5KTLdx1lk
Sul sito del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro il video "Minetti e le sexy carezze al microfono". Questo il messaggio che si legge sul quotidiano:
Angelino Alfano cacciando Nicole Minetti dal consiglio regionale della Lombardia fa una vittima inconsolabile: il microfono della consigliera del Pdl. Non era mai stato trattato così bene e coccolato... Non potrà avere una consigliera migliore..
E pensare che questi erano quelli che si indignavano, accusandolo di maschilismo, se qualcuno osava protestare per l'elezione della Minetti a consigliere regionale.
-
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Top vergognescion...
Beh, nel topic della vergogna non può mancare lei no?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
-
- Messaggi: 3973
- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: Top vergognescion...
Appello di Patrizia Moretti
madre di Federico Aldrovandi
Commemoriamo mio figlio: STOP alla tortura di stato!
Pubblicato il: 17 Luglio 2012
I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio.
C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io:
adottare in Italia una legge contro la tortura.
La morte di mio figlio non è un'eccezione:
diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti.
Ma finalmente possiamo fare qualcosa:
alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini.
Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi.
Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto:
insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta.
Ma dobbiamo farlo prima che il Parlamento vada in ferie!
Vi chiedo di firmare la petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo a tutti - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro dell'Interno non appena avremo raggiunto le 100.000 firme.
,
http://www.avaaz.org/it/italy_against_t ... bb&v=16106
madre di Federico Aldrovandi
Commemoriamo mio figlio: STOP alla tortura di stato!
Pubblicato il: 17 Luglio 2012
I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio.
C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io:
adottare in Italia una legge contro la tortura.
La morte di mio figlio non è un'eccezione:
diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti.
Ma finalmente possiamo fare qualcosa:
alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini.
Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi.
Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto:
insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta.
Ma dobbiamo farlo prima che il Parlamento vada in ferie!
Vi chiedo di firmare la petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo a tutti - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro dell'Interno non appena avremo raggiunto le 100.000 firme.
,
http://www.avaaz.org/it/italy_against_t ... bb&v=16106
-
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Top vergognescion...
Firmato.
In questo paese Federico muore in quel modo e schettino riceve un sacco di soldi.
Povera patria.
In questo paese Federico muore in quel modo e schettino riceve un sacco di soldi.
Povera patria.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
-
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Top vergognescion...
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER2-1
Ah, vogliono fare come sacconi, brunetta...?
Beh, loro SONO come sacconi e brunetta.
Non ci provate, brutti SCHIFOSI.
Ah, vogliono fare come sacconi, brunetta...?
Beh, loro SONO come sacconi e brunetta.
Non ci provate, brutti SCHIFOSI.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Top vergognescion...
Sicilia: Lombardo augura la morte a Lo Bello, minacciato dalla mafia
Il governatore dimissionario perde le staffe contro il vicepresidente di Confindustria, sotto scorta per il suo attivismo contro il pizzo, che ha evocato il default della Regione. E difende il bilancio della sua amministrazione: "Siamo messi meglio dell'Italia"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 luglio 2012
“C’è qualche pseudo-industriale secondo cui io dovrei licenziare 50mila persone, ma non lo farò mai. Piuttosto questo pseudo-industriale vada a morire ammazzato”. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo non lo dice, ma le parole pronunciate in una conferenza stampa sono rivolte al vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, che nei giorni scorsi in un’intervista aveva evocato il rischio default per la Sicilia e la necessità di ridurre il personale che grava sui conti della Regione. Uno sfogo sinistro, perché il governatore imputato di concorso esterno in associazione mafiosa parla in questi termini dell’imprenditore che, da presidente di Confindustria Sicilia, è diventato un simbolo della lotta alla mafia. Lo Bello ha imposto che venissero espulsi gli associati che pagavano il pizzo, e da anni gira scortato dalla polizia.
Il governatore, che da tempo ha annunciato l’intenzione di dimettersi il prossimo 31 luglio, ha reagito contrattaccando con toni durissimi alle voci di rischio default che hanno investito la regione. ”La Sicilia non è in rischio default”, ha assicurato, ma “vive una crisi di liquidità legata alla recessione con il resto del Paese. Avremo debiti e mutui da 5 miliardi, ma il Paese ha toccato il massimo con duemila miliardi di debito pubblico”.
La Regione Sicilia è messa meglio dello Stato, ha argomentato Lombardo: “Il bilancio della Sicilia è di 27 miliardi, il debito di 5,5 miliardi, il Pil di 85 miliardi di euro. Se confrontiamo il Pil col debito della Regione e quello dello Stato capiamo meglio: lo Stato ha un Pil di 1600 miliardi e duemila miliardi di euro di debito”.
Dopo l’allarme di Lo Bello, il presidente del consiglio Mario Monti ha scritto a Lombardo per chiedere conferma delle dimissioni, in vista delle azioni da intraprendere sui conti della Sicilia, e i due hanno fissato un incontro ilo 24 luglio. “A Monti spiegheremo che noi abbiamo un credito di un miliardo verso lo Stato, tra fondi per la sanità e Fas anticipati e fondi europei. Con questi soldi non avremo nemmeno problemi di liquidità”, ha affermato.
Quanto al paragone con la Grecia, anche questo lanciato da Lo Bello, Lombardo ha commentato:“Noi abbiamo un bilancio approvato, faremo un assestamento e poi certo, abbiamo una situazione difficile. Non solo una difficoltà siciliana, ma anche di tante altre regioni italiane. Poi lo Stato si inventa la spending review e i problemi sono i nostri. Tra Tremonti prima e Monti poi abbiamo dovuto pagare un miliardo in più di euro e abbiamo la spesa corrente come quella del 2001. C’è disinformazione quando si parla di camminatori e forestali, sono bugie e falsità”.
Il governatore ha citato anche il rating espresso da Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch, che pone la Regione Sicilia a un livello di affidabilità finanziaria della città di Milano e della regione Veneto, e addirittura superiore al Piemonte: “La nostra situazione è Baa2, stiamo meglio di molte altre regioni”.
Il governatore dimissionario perde le staffe contro il vicepresidente di Confindustria, sotto scorta per il suo attivismo contro il pizzo, che ha evocato il default della Regione. E difende il bilancio della sua amministrazione: "Siamo messi meglio dell'Italia"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 luglio 2012
“C’è qualche pseudo-industriale secondo cui io dovrei licenziare 50mila persone, ma non lo farò mai. Piuttosto questo pseudo-industriale vada a morire ammazzato”. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo non lo dice, ma le parole pronunciate in una conferenza stampa sono rivolte al vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, che nei giorni scorsi in un’intervista aveva evocato il rischio default per la Sicilia e la necessità di ridurre il personale che grava sui conti della Regione. Uno sfogo sinistro, perché il governatore imputato di concorso esterno in associazione mafiosa parla in questi termini dell’imprenditore che, da presidente di Confindustria Sicilia, è diventato un simbolo della lotta alla mafia. Lo Bello ha imposto che venissero espulsi gli associati che pagavano il pizzo, e da anni gira scortato dalla polizia.
Il governatore, che da tempo ha annunciato l’intenzione di dimettersi il prossimo 31 luglio, ha reagito contrattaccando con toni durissimi alle voci di rischio default che hanno investito la regione. ”La Sicilia non è in rischio default”, ha assicurato, ma “vive una crisi di liquidità legata alla recessione con il resto del Paese. Avremo debiti e mutui da 5 miliardi, ma il Paese ha toccato il massimo con duemila miliardi di debito pubblico”.
La Regione Sicilia è messa meglio dello Stato, ha argomentato Lombardo: “Il bilancio della Sicilia è di 27 miliardi, il debito di 5,5 miliardi, il Pil di 85 miliardi di euro. Se confrontiamo il Pil col debito della Regione e quello dello Stato capiamo meglio: lo Stato ha un Pil di 1600 miliardi e duemila miliardi di euro di debito”.
Dopo l’allarme di Lo Bello, il presidente del consiglio Mario Monti ha scritto a Lombardo per chiedere conferma delle dimissioni, in vista delle azioni da intraprendere sui conti della Sicilia, e i due hanno fissato un incontro ilo 24 luglio. “A Monti spiegheremo che noi abbiamo un credito di un miliardo verso lo Stato, tra fondi per la sanità e Fas anticipati e fondi europei. Con questi soldi non avremo nemmeno problemi di liquidità”, ha affermato.
Quanto al paragone con la Grecia, anche questo lanciato da Lo Bello, Lombardo ha commentato:“Noi abbiamo un bilancio approvato, faremo un assestamento e poi certo, abbiamo una situazione difficile. Non solo una difficoltà siciliana, ma anche di tante altre regioni italiane. Poi lo Stato si inventa la spending review e i problemi sono i nostri. Tra Tremonti prima e Monti poi abbiamo dovuto pagare un miliardo in più di euro e abbiamo la spesa corrente come quella del 2001. C’è disinformazione quando si parla di camminatori e forestali, sono bugie e falsità”.
Il governatore ha citato anche il rating espresso da Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch, che pone la Regione Sicilia a un livello di affidabilità finanziaria della città di Milano e della regione Veneto, e addirittura superiore al Piemonte: “La nostra situazione è Baa2, stiamo meglio di molte altre regioni”.
Re: Top vergognescion...
LA MINETTI LANCIA I PROFILATTICI "BUNGA BUNGA", DEPOSITATO IL MARCHIO - FOTO
Il portavoce della consigliera lombarda deposita il marchio "Bunga Bunga condom". Lo svela Vanity Fair
A riportare la notizia è VanityFair.it in un articolo a firma di F.Oggiano.
Lo scorso 6 luglio, si legge, "l'assistente della consigliera, Luca Pedrini, ha depositato all'Ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo Economico il logo «Bunga Bunga condom»: una linea di preservativi".
Pedrini, svela Vanity Fair, "ha depositato il marchio assieme a Mirko Scarcella, imprenditore molto vicino a Fabrizio Corona". Proprio Scarcella è il depositario del marchio del logo della farfallina mostrata da Belen Rodriguez a Sanremo. La Minetti, in attesa delle dimissioni, sta già pensando al futuro.
Ecco la foto (da vomitare...)
Il portavoce della consigliera lombarda deposita il marchio "Bunga Bunga condom". Lo svela Vanity Fair
A riportare la notizia è VanityFair.it in un articolo a firma di F.Oggiano.
Lo scorso 6 luglio, si legge, "l'assistente della consigliera, Luca Pedrini, ha depositato all'Ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo Economico il logo «Bunga Bunga condom»: una linea di preservativi".
Pedrini, svela Vanity Fair, "ha depositato il marchio assieme a Mirko Scarcella, imprenditore molto vicino a Fabrizio Corona". Proprio Scarcella è il depositario del marchio del logo della farfallina mostrata da Belen Rodriguez a Sanremo. La Minetti, in attesa delle dimissioni, sta già pensando al futuro.
Ecco la foto (da vomitare...)
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Google [Bot] e 0 ospiti