Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Fra Trieste e Lubiana due mesi fa è stato tolto l´ultimo treno. Quanto alla linea di Gorizia, è chiusa dai tempi della Guerra fredda, anche se i binari esistono ancora. Tutto è finito: niente per l´Ungheria, per Zagabria, per l´Istria, per Fiume e Dalmazia. Per Roma il mondo finisce a Mestre.
Moretti, presidente di RFI ha chiuso la line per mancanza di traffico.
Moretti, presidente di RFI ha chiuso la line per mancanza di traffico.
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
questa della mozzarella è una frase di grillo
Copiata da Marco Travaglio
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Testo interrogazione a risposta orale
link alla fonte
Atto a cui si riferisce:
C.3/02124 [Scongiurare la condizione di isolamento e marginalità di Trieste e del Friuli Venezia Giulia ]
MENIA.(Fli) - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
una delle più prestigiose guide turistiche del panorama mondiale, l'australiana Lonely Planet, ha indicato Trieste come la città più affascinante e più sconosciuta al mondo, che merita, dunque, di essere scoperta;
se fa certo piacere il riconoscimento del valore storico, culturale ed artistico del capoluogo giuliano, d'altra parte si è indotti a riflettere sulla evidente sottovalutazione di un patrimonio non solo regionale ma di carattere nazionale ed internazionale;
nell'ultimo mese sono apparsi anche numerosi articoli di stampa che hanno portato alla luce la sconcertante situazione dei collegamenti ferroviari del capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che rafforzano quest'impressione di Trieste come una città che non conta, non ha valore economico, culturale e turistico;
appare del tutto evidente che è in atto una politica di isolamento del capoluogo giuliano, operata da Trenitalia, testimoniata da una ingiustificata riduzione dell'offerta, dalla soppressione di linee e treni, dalla riduzione di investimenti, dalla marginalizzazione progressiva, da viaggi interminabili alla volta delle più importati città italiane;
si ripetono da parte delle istituzioni locali pressioni e appelli sempre più inutili verso Trenitalia, che sembra peraltro essersi ultimamente accorta di Trieste solo per rimuovere le panchine della sala d'aspetto della stazione centrale, divenute alloggio di barboni nei giorni del grande freddo;
mentre a Nordovest si costruisce il tratto della TAV Torino Lione, segmento del ben più ampio corridoio trans europeo che prevede il collegamento tra Lisbona e Kiev via Trieste, ad un normale e neutrale osservatore dovrebbe sembrare quantomeno strano che nell'Italia del 2012, nel Nordest «locomotiva d'Italia», percorrere in treno il tratto fra Venezia e Trieste significhi impiegare lo stesso tempo delle «Littorine» del periodo fascista;
secondo l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, la giustificazione a questa condizione è semplice: «In Friuli Venezia Giulia non c'è mercato e non investiamo». In altre parole, il milione e 200mila abitanti del Friuli Venezia Giulia non giustifica investimenti funzionali a un miglioramento sostanziale dei collegamenti con l'area della pianura Padana, del centro Italia e del Nord ovest. L'idea di fondo è quella di far arrivare a Mestre i passeggeri italiani o stranieri che arrivano da est, e poi, attraverso questo hub fare sì che possano prendere i convogli dell'alta velocità verso le maggiori città del Paese. E viceversa;
fa eccezione - l'unica al momento - il Frecciabianca che collega Trieste direttamente a Milano in circa 4 ore, senza imporre ai passeggeri di cambiare a Mestre. Anche se risulta difficile non accorgersi del fatto che il tempo impiegato da Trieste per raggiungere Mestre (1 ora e 40 minuti per 140 chilometri) è più o meno lo stesso che si impiega dalla stessa Mestre per arrivare alla stazione centrale di Milano (2 ore e 20 minuti però per 260 chilometri). Per il resto, la soluzione è la stessa descritta sopra: interregionale fino a Mestre e poi Eurostar verso Roma o Milano;
un recente articolo di Susanna Tamaro (Corriere della Sera, 13 febbraio 2012) ha descritto con accuratezza e sensibilità le difficoltà che un viaggiatore (oggi definito esclusivamente cliente) deve affrontare quando prende un treno, a maggior ragione se quel treno è da o per Trieste. Nello specifico, la Tamaro racconta di un assurdo viaggio su un Intercity Napoli-Trieste, bloccato in aperta campagna nel cuore della notte per ore senza fornire alcuna spiegazione ai passeggeri e in arrivo a Trieste con 5 ore di ritardo, in una stazione obsoleta, senza servizio taxi e all'alba;
ancor peggiore appare la situazione per i collegamenti di Trieste con l'Europa.
Un accurato spaccato si ricava da una puntuale indagine di stampa di Paolo Rumiz (Repubblica, 29 gennaio 2012): cent'anni fa Trieste era al centro d'Europa; con una sola coincidenza si arrivava a Praga, Cracovia, Stoccarda. Persino, con la cortina di ferro che separava materialmente l'est comunista dall'ovest e senza convenzione di Schengen, lo stato dei collegamenti ferroviari era di gran lunga migliore. Passava ancora il Simplon Orient Express diretto ad Istanbul, in vagon lit si poteva andare a Parigi, Genova, Roma, Budapest e Belgrado. Oggi si possono raggiungere soltanto Udine e Venezia, peraltro con dei treni lentissimi; circa due
mesi fa è stato tolto l'ultimo treno tra Trieste e Lubiana, il collegamento con Gorizia non c'è più dai tempi della Guerra fredda, non ci sono più treni per l'Ungheria, per Zagabria, per l'Istria, Fiume e la Dalmazia. E il confronto più deprimente è quello con Vienna: prima c'erano 12 treni al giorno, tutti diretti, oggi nessuno; con trazione a vapore il viaggio durava 10 ore e 7 minuti, oggi dura 9 ore e 28 minuti, con due cambi, tre biglietti e una tratta in pullman;
a parere dell'interrogante è indiscutibile che la situazione dei collegamenti, soprattutto ferroviari, in cui versa la città di Trieste e di riflesso tutta la regione Friuli Venezia Giulia, meriti di essere affrontata in maniera seria, studiandone le criticità e le potenzialità, per consentire uno sviluppo adeguato e competitivo all'intera regione e al suo capoluogo, nell'ambito di un più generale ripensamento della strategia del sistema Italia e della sua proiezione in Europa -:
quali siano gli orientamenti del Governo a proposito della situazione sopra riportata;
se e quali interventi, anche di «moral suasion», intenda adottare nei confronti delle politiche di Trenitalia per ovviare urgentemente alle storture denunciate;
quali iniziative intenda adottare per scongiurare la condizione di isolamento e marginalità di Trieste e del Friuli Venezia Giulia nel sistema Italia che, attualmente porta alla considerazione «de facto» che l'Italia ad est finisce a Mestre;
quali iniziative intenda promuovere, anche di supporto finanziario e eventualmente di ordine normativo, per riconsegnare all'area giuliana una proiezione strategica nazionale e internazionale, sotto i diversi profili della competizione del sistema infrastrutturale, portuale, commerciale, turistico, garantendo alla città di Trieste un ruolo internazionale coerente con le sue aspirazioni e con quella che per secoli è stata la sua attitudine a fare da cerniera con il centro e l'est Europa.
(3-02124)
link alla fonte
Atto a cui si riferisce:
C.3/02124 [Scongiurare la condizione di isolamento e marginalità di Trieste e del Friuli Venezia Giulia ]
MENIA.(Fli) - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
una delle più prestigiose guide turistiche del panorama mondiale, l'australiana Lonely Planet, ha indicato Trieste come la città più affascinante e più sconosciuta al mondo, che merita, dunque, di essere scoperta;
se fa certo piacere il riconoscimento del valore storico, culturale ed artistico del capoluogo giuliano, d'altra parte si è indotti a riflettere sulla evidente sottovalutazione di un patrimonio non solo regionale ma di carattere nazionale ed internazionale;
nell'ultimo mese sono apparsi anche numerosi articoli di stampa che hanno portato alla luce la sconcertante situazione dei collegamenti ferroviari del capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che rafforzano quest'impressione di Trieste come una città che non conta, non ha valore economico, culturale e turistico;
appare del tutto evidente che è in atto una politica di isolamento del capoluogo giuliano, operata da Trenitalia, testimoniata da una ingiustificata riduzione dell'offerta, dalla soppressione di linee e treni, dalla riduzione di investimenti, dalla marginalizzazione progressiva, da viaggi interminabili alla volta delle più importati città italiane;
si ripetono da parte delle istituzioni locali pressioni e appelli sempre più inutili verso Trenitalia, che sembra peraltro essersi ultimamente accorta di Trieste solo per rimuovere le panchine della sala d'aspetto della stazione centrale, divenute alloggio di barboni nei giorni del grande freddo;
mentre a Nordovest si costruisce il tratto della TAV Torino Lione, segmento del ben più ampio corridoio trans europeo che prevede il collegamento tra Lisbona e Kiev via Trieste, ad un normale e neutrale osservatore dovrebbe sembrare quantomeno strano che nell'Italia del 2012, nel Nordest «locomotiva d'Italia», percorrere in treno il tratto fra Venezia e Trieste significhi impiegare lo stesso tempo delle «Littorine» del periodo fascista;
secondo l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, la giustificazione a questa condizione è semplice: «In Friuli Venezia Giulia non c'è mercato e non investiamo». In altre parole, il milione e 200mila abitanti del Friuli Venezia Giulia non giustifica investimenti funzionali a un miglioramento sostanziale dei collegamenti con l'area della pianura Padana, del centro Italia e del Nord ovest. L'idea di fondo è quella di far arrivare a Mestre i passeggeri italiani o stranieri che arrivano da est, e poi, attraverso questo hub fare sì che possano prendere i convogli dell'alta velocità verso le maggiori città del Paese. E viceversa;
fa eccezione - l'unica al momento - il Frecciabianca che collega Trieste direttamente a Milano in circa 4 ore, senza imporre ai passeggeri di cambiare a Mestre. Anche se risulta difficile non accorgersi del fatto che il tempo impiegato da Trieste per raggiungere Mestre (1 ora e 40 minuti per 140 chilometri) è più o meno lo stesso che si impiega dalla stessa Mestre per arrivare alla stazione centrale di Milano (2 ore e 20 minuti però per 260 chilometri). Per il resto, la soluzione è la stessa descritta sopra: interregionale fino a Mestre e poi Eurostar verso Roma o Milano;
un recente articolo di Susanna Tamaro (Corriere della Sera, 13 febbraio 2012) ha descritto con accuratezza e sensibilità le difficoltà che un viaggiatore (oggi definito esclusivamente cliente) deve affrontare quando prende un treno, a maggior ragione se quel treno è da o per Trieste. Nello specifico, la Tamaro racconta di un assurdo viaggio su un Intercity Napoli-Trieste, bloccato in aperta campagna nel cuore della notte per ore senza fornire alcuna spiegazione ai passeggeri e in arrivo a Trieste con 5 ore di ritardo, in una stazione obsoleta, senza servizio taxi e all'alba;
ancor peggiore appare la situazione per i collegamenti di Trieste con l'Europa.
Un accurato spaccato si ricava da una puntuale indagine di stampa di Paolo Rumiz (Repubblica, 29 gennaio 2012): cent'anni fa Trieste era al centro d'Europa; con una sola coincidenza si arrivava a Praga, Cracovia, Stoccarda. Persino, con la cortina di ferro che separava materialmente l'est comunista dall'ovest e senza convenzione di Schengen, lo stato dei collegamenti ferroviari era di gran lunga migliore. Passava ancora il Simplon Orient Express diretto ad Istanbul, in vagon lit si poteva andare a Parigi, Genova, Roma, Budapest e Belgrado. Oggi si possono raggiungere soltanto Udine e Venezia, peraltro con dei treni lentissimi; circa due
mesi fa è stato tolto l'ultimo treno tra Trieste e Lubiana, il collegamento con Gorizia non c'è più dai tempi della Guerra fredda, non ci sono più treni per l'Ungheria, per Zagabria, per l'Istria, Fiume e la Dalmazia. E il confronto più deprimente è quello con Vienna: prima c'erano 12 treni al giorno, tutti diretti, oggi nessuno; con trazione a vapore il viaggio durava 10 ore e 7 minuti, oggi dura 9 ore e 28 minuti, con due cambi, tre biglietti e una tratta in pullman;
a parere dell'interrogante è indiscutibile che la situazione dei collegamenti, soprattutto ferroviari, in cui versa la città di Trieste e di riflesso tutta la regione Friuli Venezia Giulia, meriti di essere affrontata in maniera seria, studiandone le criticità e le potenzialità, per consentire uno sviluppo adeguato e competitivo all'intera regione e al suo capoluogo, nell'ambito di un più generale ripensamento della strategia del sistema Italia e della sua proiezione in Europa -:
quali siano gli orientamenti del Governo a proposito della situazione sopra riportata;
se e quali interventi, anche di «moral suasion», intenda adottare nei confronti delle politiche di Trenitalia per ovviare urgentemente alle storture denunciate;
quali iniziative intenda adottare per scongiurare la condizione di isolamento e marginalità di Trieste e del Friuli Venezia Giulia nel sistema Italia che, attualmente porta alla considerazione «de facto» che l'Italia ad est finisce a Mestre;
quali iniziative intenda promuovere, anche di supporto finanziario e eventualmente di ordine normativo, per riconsegnare all'area giuliana una proiezione strategica nazionale e internazionale, sotto i diversi profili della competizione del sistema infrastrutturale, portuale, commerciale, turistico, garantendo alla città di Trieste un ruolo internazionale coerente con le sue aspirazioni e con quella che per secoli è stata la sua attitudine a fare da cerniera con il centro e l'est Europa.
(3-02124)
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Sai che non sono in gioco le mozzarelle ma la competività dell'europa. In un mondo con sempre meno petrolio e con il costo del greggio che salirà alle stelle sei sicuro che consideri una tale opera inutile?
Nell'interrogazione di MENIA al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, appare chiaro che non esiste più il disegno europeo di 22 anni fa, l'ad di Trenitalia ha chiuso il traffico ferroviario da Trieste a Lubiana per mancanza di passeggeri.
Il Portogallo si è tirato fuori a marzo. La Spagna di questi giorni ha grossi problemi economico finanziari.
Rimane in piedi quindi la tratta Torino - Lione, ma con quale flusso?
Nell'interrogazione di MENIA al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, appare chiaro che non esiste più il disegno europeo di 22 anni fa, l'ad di Trenitalia ha chiuso il traffico ferroviario da Trieste a Lubiana per mancanza di passeggeri.
Il Portogallo si è tirato fuori a marzo. La Spagna di questi giorni ha grossi problemi economico finanziari.
Rimane in piedi quindi la tratta Torino - Lione, ma con quale flusso?
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Progetto di ferrovia Torino-Lione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_d ... _.22LTF.22
Passeggeri: traffico Italia-Francia [modifica]
La domanda di trasporto passeggeri in transito sulla tratta internazionale non è al momento elevata (3 coppie di TGV al giorno).
Il progetto della nuova linea è invece dimensionato per circa 24 treni AV diretti al giorno più un elevato quantitativo di treni AV (tipo ETR485) con un numero maggiore di fermate (ad es. fermerebbero a Susa).
È interessante confrontare la simulazione comparata effettuata da RFI-Italferr[78] del tempo di percorrenza ad alta velocità (treni tipo ETR485) all'orizzonte temporale del 2035 sull'itinerario Lyon Part-Dieu/Torino Porta Nuova. La "Relazione tecnica di esercizio" del progetto preliminare ipotizza infatti che il 50% dei treni percorra comunque il Frejus ed il 50% utilizzi il nuovo tunnel di base, per cui è stato comparato il tempo nelle due situazioni.[79] I treni attraverso il Frejus impiegherebbero complessivamente circa 2:25 ore per giungere da Lione a Bussoleno, mentre quelli attraverso il nuovo tunnel impiegherebbero 1:22 ore per giungere a Susa-AV (Bussoleno e Susa-AV saranno le stazioni più vicine sulle due linee).[79]
Per scendere a Torino, tuttavia, sia percorrendo la linea storica che percorrendo la nuova linea AV/AC, entrambi i treni impiegherebbero un tempo simile, cioè circa 25 minuti,[79] poiché a fronte di velocità minori la linea storica è più breve, per cui i tempi di percorrenza risultano simili.
Il risparmio di tempo determinato dal tunnel di base rispetto al Frejus ammonta invece a 48 minuti.[79] Con gli interventi di parte francese, il tempo di percorrenza da Torino a Chambéry risulterebbe di 73 minuti; [80] da Torino a St. Exupéry, punto dell’interconnessione con la linea AV Marsiglia-Parigi, di 1h26’ contro le attuali 3h38’. [81] Il risparmio complessivo dei treni passeggeri sulla NLTL, all’orizzonte temporale 2035, sarebbe pertanto di almeno due ore. [82]
Questo risparmio di tempo, considerati i pochi passeggeri che usano la linea, non è tuttavia mai stato considerato sufficiente da FS per giustificare gli elevati costi del tunnel di base;[senza fonte] per questo motivo la nuova linea fu ridefinita (come tutte le tratte italiane) AV/AC, cioè da utilizzare prevalentemente per le merci, previste in grande crescita dal "modello LTF" sopra descritto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_d ... _.22LTF.22
Passeggeri: traffico Italia-Francia [modifica]
La domanda di trasporto passeggeri in transito sulla tratta internazionale non è al momento elevata (3 coppie di TGV al giorno).
Il progetto della nuova linea è invece dimensionato per circa 24 treni AV diretti al giorno più un elevato quantitativo di treni AV (tipo ETR485) con un numero maggiore di fermate (ad es. fermerebbero a Susa).
È interessante confrontare la simulazione comparata effettuata da RFI-Italferr[78] del tempo di percorrenza ad alta velocità (treni tipo ETR485) all'orizzonte temporale del 2035 sull'itinerario Lyon Part-Dieu/Torino Porta Nuova. La "Relazione tecnica di esercizio" del progetto preliminare ipotizza infatti che il 50% dei treni percorra comunque il Frejus ed il 50% utilizzi il nuovo tunnel di base, per cui è stato comparato il tempo nelle due situazioni.[79] I treni attraverso il Frejus impiegherebbero complessivamente circa 2:25 ore per giungere da Lione a Bussoleno, mentre quelli attraverso il nuovo tunnel impiegherebbero 1:22 ore per giungere a Susa-AV (Bussoleno e Susa-AV saranno le stazioni più vicine sulle due linee).[79]
Per scendere a Torino, tuttavia, sia percorrendo la linea storica che percorrendo la nuova linea AV/AC, entrambi i treni impiegherebbero un tempo simile, cioè circa 25 minuti,[79] poiché a fronte di velocità minori la linea storica è più breve, per cui i tempi di percorrenza risultano simili.
Il risparmio di tempo determinato dal tunnel di base rispetto al Frejus ammonta invece a 48 minuti.[79] Con gli interventi di parte francese, il tempo di percorrenza da Torino a Chambéry risulterebbe di 73 minuti; [80] da Torino a St. Exupéry, punto dell’interconnessione con la linea AV Marsiglia-Parigi, di 1h26’ contro le attuali 3h38’. [81] Il risparmio complessivo dei treni passeggeri sulla NLTL, all’orizzonte temporale 2035, sarebbe pertanto di almeno due ore. [82]
Questo risparmio di tempo, considerati i pochi passeggeri che usano la linea, non è tuttavia mai stato considerato sufficiente da FS per giustificare gli elevati costi del tunnel di base;[senza fonte] per questo motivo la nuova linea fu ridefinita (come tutte le tratte italiane) AV/AC, cioè da utilizzare prevalentemente per le merci, previste in grande crescita dal "modello LTF" sopra descritto
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Caro baskerville2008.Tu parli della Francia del 2002 hanno cominciato.Guarda quante cose sono successe fino ad ora.Soldi dal 2001 per mandare i soldati in Afganistan,Soldi spesi per la ex Jugoslavia, Iraq, Terremoti in Abruzzo alluvioni , smottamenti in varie zone Italiane terremoto ora in Emiglia e Veneto.baskerville2008 ha scritto:beh entrambi fate un ragionamento che non condivido. Le cose non si smettono di farle perché c'è stato un terremoto o perché c'è il rischio di infiltrazioni mafiose, se no tiriamo i remi in barca e non facciamo nulla. La domanda da porsi è: serve o non serve? per me si è un opera che serve e con cui abbiamo preso dei patti chiari con l'europa anni fa ma poiché siamo i soliti inaffidabili italiani dall'altra parte aspettano che ci mettiamo d'accordo! Ma sicuramente noi siamo molto più furbi nei nostri cugini francesi che d'altronde hanno cominciato i lavori nel 2002 ed alle contestazioni,la classe politica, ha risposto spiegando alle popolazioni i vantaggi ecologici ed economici dell'opera......eh si sono proprio dei fessi! http://www.lettera43.it/attualita/41912 ... l-2002.htm
ciao a tutti
Avevamo un governo che non aveva neache i soldi per pagare le pensioni ai pensionati.Monti fino ad ora di Equità non si è visto un tubo.
Il portogallo si è ritirato per il suo tratto della Tav.Ha guardato piama le esigenge dei cittadini.
Noi siamo sempre i piu bravi.Se ascoltavamo loro ora sarebbero in costruzioni centrali nucleari in zone Sismiche ecc....
Mi chiedo e te lo chiedo.Vogliamo vegliarci?O lasciare sempre in mano la nazione qa queta gentaglia, che ci ha postato alla catastrofe!
Non sarò mica io che ho provocato quel debito che abbiamo.Io lavoravo come dipendente paganto sempre le mie tasse come moltissimi lavoratori.
E colpa mia se hanno andare in pensione persone di 40 anni quelle bebi. ecc.....
Mi sono rotto i c......di questa gentaglia.
E l'untima sentita ieri rera dell'accordo Tremonti con il Vaticano.C'era una inflazione da parte dello stato Italiano che doveva farsi pagare ICI dalla chiesa.Per Evitare la sanzione hanno fatto dei traffini non ortodossi.
Le altre Nazioni non scherzano con le strutture del Vaticano (PAGANO).noi siamo i piu fessi.Altro che forconi.
Ciao
Paolo11
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Tav, la Francia ci ripensa: «Stop Torino-Lione»
La Francia intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione: è quanto riporta il Le Figaro. «Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni», ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac. Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
Nella hit-parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono - tra l'altro - la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione, scrive ancora Le Figaro. In particolare, aggiunge il quotidiano, quest'ultima sarebbe «squalificatà per il suo costo (12 miliardi di euro)». Ma anche dal calo registrato nel «trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent'anni fa, non gioca a favore di quel progetto».
http://www.unita.it/italia/tav-la-franc ... e-1.429016
Effetto Holland?
C'è da crederci?
La Francia intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione: è quanto riporta il Le Figaro. «Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni», ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac. Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
Nella hit-parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono - tra l'altro - la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione, scrive ancora Le Figaro. In particolare, aggiunge il quotidiano, quest'ultima sarebbe «squalificatà per il suo costo (12 miliardi di euro)». Ma anche dal calo registrato nel «trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent'anni fa, non gioca a favore di quel progetto».
http://www.unita.it/italia/tav-la-franc ... e-1.429016
Effetto Holland?
C'è da crederci?
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
erding ha scritto:Tav, la Francia ci ripensa: «Stop Torino-Lione»
Effetto Holland?
C'è da crederci?
voglio crederci !!!
grande Hollande !!!
a la bataille !!!
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
dalla Francia:
"Stop alla Torino-Lione"
Secondo Le Figaro Parigi è intenzionata a riesaminare dicei progetti Tav; fra questi anche la tratta dello scontro in val Susa. Ma dall'Osservatorio tecnico: "Non cambia nulla, scelgono il fasaggio come già ha deciso l'Italia"
Indiscrezioni dalla Francia: "Stop alla Torino-Lione"
La Francia intende riesaminare - ed eventualmente rinunciare a - dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione: è quanto riporta Le Figaro. "Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni", ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac. Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
In realtà, secondo l'Osservatorio tecnico guidato dall'architetto Mario Virano non cambia nulla: semplicemente anche Parigi, come già ha fatto Roma, applicherà il "fasaggio". Dividerà la realizzazione dell'opera in più fasi per diluirne i costi. In una prima fase sarà realizzato il tunnel di base e una galleria sul versante francese di circa 15 chilometri. Due opere indispensabili per abbassare l'altitudine della linea storica ferroviaria (il dislivello si ridurrebbe di 700 metri) poi per il resto sarà utilizzato l'attuale tracciato.
Tra l'altro Oltralpe hanno già realizzato le tre gallerie di servizio preliminari al tunnel di base lungo 57 chilometri. Rinunciare alla Tav vorrebbe dire buttare a mare milioni di investimento.
Sull'eventuale stop del progetto "non bisogna trarre conclusioni affrettate", ha poi commentato all'Ansa una fonte del ministero del Bilancio francese, spiegando che per il momento non c'è alcuna
rinuncia al progetto da parte di Parigi, ma solo "una missione che sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici".
"C'è ancora del tempo - ha aggiunto la fonte Ansa a Parigi - molti progetti di linee ad alta velocità sono previsti oltre il 2017. E' una questione che si deve porre alla luce dei fondi pubblici a disposizione" e ci sono "delle priorita", ha proseguito, senza tuttavia indicare se la Torino-Lione ne faccia parte. "Ciò che abbiamo notato è che numerosi progetti annunciati dallo scorso governo (di Nicolas Sarkozy, ndr) non sono stati sufficientemente preparati e i costi sono stati sottovalutati", ha concluso la fonte citata dall'Ansa. In ogni caso, prima di "decidere se un progetto verrà abbandonato o meno ci sono tante tappe intermedie. Ora la nuova maggioranza sta semplicemente passando in rassegna tutti gli annunci dello scorso governo, perché ora le finanze pubbliche, e in Italia lo sapete bene, necessitano serietà di bilancio". Il rapporto di valutazione degli investimenti verrà concluso entro la fine dell'anno.
Intanto già si fanno sentire le prime reazioni politiche . Il senatore del Pd Roberto Della Seta chiede chiarezza: “Si vedrà nei prossimi giorni se davvero il Governo francese intende rimettere in discussione la scelta sul Tav Torino – Lione. Intanto alcune verità sono incontestabili: quest’opera ha un costo molto elevato e riguarda una direttrice di traffico lungo la quale da 15 anni viaggiano sempre meno merci".
Il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, va all'attacco: "La notizia è importantissima: a questo punto solo l'Italia si ostina a portare avanti una grande opera inutile dal punto di vista del traffico di merci e persone, costosissima in termini economici, dannosa per l'ambiente e per la popolazione valsusina. A questo punto che farà il governo Monti. Bisogna smetterla di spendere i soldi dei contribuenti per gli affari di pochi".
"Sono davvero curioso di sapere - scrive su Twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia e Libertà - se si confermeranno i giusti dubbi e le perplessità del governo francese, come reagiranno in Italia coloro che ideologicamente e con una punta di fanatismo hanno propagandato la favola della Tav".
Per il parlamentare torinese Stefano Esposito, Pd, favorevole all'opera, "le notizie relative a un eventuale abbandono della Francia del progetto di realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, qualora confermate, costituirebbero un fatto gravissimo per il nostro Paese e un danno economico senza precedenti".
Credo sia l'ora di ragionare , non di essere partigiani ostinati di certe posizioni
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"Stop alla Torino-Lione"
Secondo Le Figaro Parigi è intenzionata a riesaminare dicei progetti Tav; fra questi anche la tratta dello scontro in val Susa. Ma dall'Osservatorio tecnico: "Non cambia nulla, scelgono il fasaggio come già ha deciso l'Italia"
Indiscrezioni dalla Francia: "Stop alla Torino-Lione"
La Francia intende riesaminare - ed eventualmente rinunciare a - dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione: è quanto riporta Le Figaro. "Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni", ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac. Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
In realtà, secondo l'Osservatorio tecnico guidato dall'architetto Mario Virano non cambia nulla: semplicemente anche Parigi, come già ha fatto Roma, applicherà il "fasaggio". Dividerà la realizzazione dell'opera in più fasi per diluirne i costi. In una prima fase sarà realizzato il tunnel di base e una galleria sul versante francese di circa 15 chilometri. Due opere indispensabili per abbassare l'altitudine della linea storica ferroviaria (il dislivello si ridurrebbe di 700 metri) poi per il resto sarà utilizzato l'attuale tracciato.
Tra l'altro Oltralpe hanno già realizzato le tre gallerie di servizio preliminari al tunnel di base lungo 57 chilometri. Rinunciare alla Tav vorrebbe dire buttare a mare milioni di investimento.
Sull'eventuale stop del progetto "non bisogna trarre conclusioni affrettate", ha poi commentato all'Ansa una fonte del ministero del Bilancio francese, spiegando che per il momento non c'è alcuna
rinuncia al progetto da parte di Parigi, ma solo "una missione che sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici".
"C'è ancora del tempo - ha aggiunto la fonte Ansa a Parigi - molti progetti di linee ad alta velocità sono previsti oltre il 2017. E' una questione che si deve porre alla luce dei fondi pubblici a disposizione" e ci sono "delle priorita", ha proseguito, senza tuttavia indicare se la Torino-Lione ne faccia parte. "Ciò che abbiamo notato è che numerosi progetti annunciati dallo scorso governo (di Nicolas Sarkozy, ndr) non sono stati sufficientemente preparati e i costi sono stati sottovalutati", ha concluso la fonte citata dall'Ansa. In ogni caso, prima di "decidere se un progetto verrà abbandonato o meno ci sono tante tappe intermedie. Ora la nuova maggioranza sta semplicemente passando in rassegna tutti gli annunci dello scorso governo, perché ora le finanze pubbliche, e in Italia lo sapete bene, necessitano serietà di bilancio". Il rapporto di valutazione degli investimenti verrà concluso entro la fine dell'anno.
Intanto già si fanno sentire le prime reazioni politiche . Il senatore del Pd Roberto Della Seta chiede chiarezza: “Si vedrà nei prossimi giorni se davvero il Governo francese intende rimettere in discussione la scelta sul Tav Torino – Lione. Intanto alcune verità sono incontestabili: quest’opera ha un costo molto elevato e riguarda una direttrice di traffico lungo la quale da 15 anni viaggiano sempre meno merci".
Il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, va all'attacco: "La notizia è importantissima: a questo punto solo l'Italia si ostina a portare avanti una grande opera inutile dal punto di vista del traffico di merci e persone, costosissima in termini economici, dannosa per l'ambiente e per la popolazione valsusina. A questo punto che farà il governo Monti. Bisogna smetterla di spendere i soldi dei contribuenti per gli affari di pochi".
"Sono davvero curioso di sapere - scrive su Twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia e Libertà - se si confermeranno i giusti dubbi e le perplessità del governo francese, come reagiranno in Italia coloro che ideologicamente e con una punta di fanatismo hanno propagandato la favola della Tav".
Per il parlamentare torinese Stefano Esposito, Pd, favorevole all'opera, "le notizie relative a un eventuale abbandono della Francia del progetto di realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, qualora confermate, costituirebbero un fatto gravissimo per il nostro Paese e un danno economico senza precedenti".
Credo sia l'ora di ragionare , non di essere partigiani ostinati di certe posizioni
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Ma magari, ma sai che SCONFITTA STORICA per certi politicanti e speculatori...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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