Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Toh!.......Anche i nipotini di Asterix si sono accorti dei dati in parte forniti da loro?
Erano anni che questi dati venivano riportati nelle relazioni. Ma c’era sempre chi faceva finta che non ci fossero.
"Calo del traffico merci e costi elevati
La Francia valuta di abbandonare il Tav"
Secondo il quotidiano Le Figaro, il governo transalpino starebbe pensando di abbandonare progetti
di grandi opere "per ragioni di budget". Tra questi rientrerebbe il passaggio tra Torino e Lione
IFQ
*
Inviato: 01/06/2012, 1:24
Progetto di ferrovia Torino-Lione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_d ... _.22LTF.22
Passeggeri: traffico Italia-Francia [modifica]
La domanda di trasporto passeggeri in transito sulla tratta internazionale non è al momento elevata (3 coppie di TGV al giorno).
Il progetto della nuova linea è invece dimensionato per circa 24 treni AV diretti al giorno più un elevato quantitativo di treni AV (tipo ETR485) con un numero maggiore di fermate (ad es. fermerebbero a Susa).
*
Diminuisce il traffico merci sulla direttrice Torino-Lione
Il recente serrato dibattito collegato alle trattative per la costituzione della nuova Comunità montana della Val Susa e Val Sangone ha riproposto con forza il tema della nuova linea ferroviaria Alta Velocità Torino-Lione e ha riportato il dibattito sul diritto del territorio a valutare l’utilità, o meno, di una Grande Opera che lo attraversa.
Una Grande Opera è fortemente dannosa, perché comunque impone delle trasformazioni di un tale peso che vanno giustificate da un’utilità reale. Il territorio che ne sopporta i danni ed i cantieri deve poter sapere che il proprio sacrificio può essere utile oppure addirittura una presa in giro.
Sulla Torino Lione, è di questi giorni l’uscita delle statistiche ufficiali Alpinfo:
http://www.bav.admin.ch/verlagerung/015 ... ml?lang=it
Tali statistiche sono la Bibbia di tutti coloro, enti o stati nazionali, che si occupano dei trasporti transalpini e sono pubblicate a settembre, perché occorrono 8 mesi per raccogliere, valutare e ponderare in un unico insieme, le informazioni che arrivano da 6 nazioni diverse.
I dati per il settore italo francese sono drammatici.
Nel 2008 il traffico attraverso il valico ferroviario del Frejus è sceso a 4,8 milioni di tonnellate di merci. Era arrivato ad una punta storica di 10 milioni tonnellate nel 1997, poi c’è stato un calo progressivo, iniziato ben da prima che cominciassero gli attuali lavori di miglioramento nella galleria italo francese. Ora il valico ferroviario del Frejus è al penultimo posto tra i 10 valichi ferroviari transalpini: 12 anni fa era al secondo.
Il traforo autostradale del Frejus si colloca a 12,2 milioni di tonnellate di merci all’anno, ma è lo stesso livello che aveva 15 anni fa. Scende invece fortemente quello del Monte Bianco che dai 13,3 milioni di tonnellate del 1998, prima dell’incidente, arriva nel 2008 solo a 8,6 milioni di tonnellate, cioè un buon terzo di meno: a conferma che anche il traffico su strada era avviato ad una flessione già prima della crisi attuale.
Il traffico autostradale al valico di Ventimiglia, la cui rapida crescita, in mancanza di altri argomenti, era stata presa a pretesto per sorreggere le ipotesi sulla Torino Lione, da cinque anni si è stabilizzato intorno ai 18,6 milioni di tonnellate. La spiegazione è evidente: Italia e Francia sono due economie mature che ormai si scambiano meno di quanto importano da oltremare. E quest’ultimo traffico ha grandi porti nazionali: Marsiglia, Valencia, Rotterdam contro cui l’Italia non è competitiva.
Molto interessante è il caso del traffico merci al valico ferroviario del Sempione, che sembra aver recuperato due terzi di quello perso dalla Val di Susa e dalla Val d’Aosta. Gli svizzeri avevano promesso che si sarebbero ripresi il traffico che avevano dirottato negli anni ’90 al di fuori della Confederazione e, con la loro proverbiale efficienza ferroviaria, lo hanno fatto. Quel che è sorprendente è che l’apertura della galleria di base del Loetschberg non sembra aver influito sul ritmo di crescita.
Le previsioni di traffico si rivelano il vero argomento centrale della questione della Torino Lione; infatti la previsione di saturazione dei valichi è la clausola fondamentale che giustifica tale progetto nel trattato di Torino del 29 gennaio 2001. Inoltre è evidente che non importa stabilire il numero di treni che possono passare ogni giorno se poi è lecito fare qualsiasi previsione in aumento.
Ma questo è anche il punto su cui l’Osservatorio si è dimostrato particolarmente di parte: il quaderno n. 2, a cui è dedicato il problema dei traffici, è il più corposo della serie, ma tutte le previsioni di traffico sono prese dal modello di LTF che rifiuta i dati reali e si basa su un’inchiesta del 2002, poi elaborata con ipotesi assurde ed incredibili, come quella che, al di là di un certo orizzonte, l’80% della crescita di traffico dell’intero arco alpino possa essere dirottata sulla Torino Lione.
L’Osservatorio è stato vago per anni sul numero dei treni che possono transitare giornalmente (dove le differenze potevano essere del 5-10%) ma ha accettato il modello LTF dove le differenze rispetto al reale sono del 200-300%, rifiutando qualsiasi confronto con i dati che oggi lo smentiscono clamorosamente.
Ed ha mascherato il fallimento della Autostrada Ferroviaria che, dai dati dei suoi stessi “Quaderni”, costa allo Stato 900 euro di deficit per ogni viaggio di camion.
Non è quindi fuor di luogo chiedere, sulle previsioni di traffico e quindi sull’attuazione o meno dell’accordo di Torino, non un nuovo Tavolo Tecnico (ce ne sono già stati 4), ma un Tavolo Tecnico Serio.
Una cosa del tutta diversa dai precedenti, dove le Ferrovie collaborino, il coordinatore sia super partes, le audizioni non siano solo quelle di amici di una parte sola, e si possa discutere sulla base dei dati reali.
Non è una richiesta peregrina: il territorio la chiede da 20 anni e fino ad ora è sempre stato preso in giro.
Mario Cavargna
Presidente di Pro Natura Piemonte
Erano anni che questi dati venivano riportati nelle relazioni. Ma c’era sempre chi faceva finta che non ci fossero.
"Calo del traffico merci e costi elevati
La Francia valuta di abbandonare il Tav"
Secondo il quotidiano Le Figaro, il governo transalpino starebbe pensando di abbandonare progetti
di grandi opere "per ragioni di budget". Tra questi rientrerebbe il passaggio tra Torino e Lione
IFQ
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Inviato: 01/06/2012, 1:24
Progetto di ferrovia Torino-Lione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_d ... _.22LTF.22
Passeggeri: traffico Italia-Francia [modifica]
La domanda di trasporto passeggeri in transito sulla tratta internazionale non è al momento elevata (3 coppie di TGV al giorno).
Il progetto della nuova linea è invece dimensionato per circa 24 treni AV diretti al giorno più un elevato quantitativo di treni AV (tipo ETR485) con un numero maggiore di fermate (ad es. fermerebbero a Susa).
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Diminuisce il traffico merci sulla direttrice Torino-Lione
Il recente serrato dibattito collegato alle trattative per la costituzione della nuova Comunità montana della Val Susa e Val Sangone ha riproposto con forza il tema della nuova linea ferroviaria Alta Velocità Torino-Lione e ha riportato il dibattito sul diritto del territorio a valutare l’utilità, o meno, di una Grande Opera che lo attraversa.
Una Grande Opera è fortemente dannosa, perché comunque impone delle trasformazioni di un tale peso che vanno giustificate da un’utilità reale. Il territorio che ne sopporta i danni ed i cantieri deve poter sapere che il proprio sacrificio può essere utile oppure addirittura una presa in giro.
Sulla Torino Lione, è di questi giorni l’uscita delle statistiche ufficiali Alpinfo:
http://www.bav.admin.ch/verlagerung/015 ... ml?lang=it
Tali statistiche sono la Bibbia di tutti coloro, enti o stati nazionali, che si occupano dei trasporti transalpini e sono pubblicate a settembre, perché occorrono 8 mesi per raccogliere, valutare e ponderare in un unico insieme, le informazioni che arrivano da 6 nazioni diverse.
I dati per il settore italo francese sono drammatici.
Nel 2008 il traffico attraverso il valico ferroviario del Frejus è sceso a 4,8 milioni di tonnellate di merci. Era arrivato ad una punta storica di 10 milioni tonnellate nel 1997, poi c’è stato un calo progressivo, iniziato ben da prima che cominciassero gli attuali lavori di miglioramento nella galleria italo francese. Ora il valico ferroviario del Frejus è al penultimo posto tra i 10 valichi ferroviari transalpini: 12 anni fa era al secondo.
Il traforo autostradale del Frejus si colloca a 12,2 milioni di tonnellate di merci all’anno, ma è lo stesso livello che aveva 15 anni fa. Scende invece fortemente quello del Monte Bianco che dai 13,3 milioni di tonnellate del 1998, prima dell’incidente, arriva nel 2008 solo a 8,6 milioni di tonnellate, cioè un buon terzo di meno: a conferma che anche il traffico su strada era avviato ad una flessione già prima della crisi attuale.
Il traffico autostradale al valico di Ventimiglia, la cui rapida crescita, in mancanza di altri argomenti, era stata presa a pretesto per sorreggere le ipotesi sulla Torino Lione, da cinque anni si è stabilizzato intorno ai 18,6 milioni di tonnellate. La spiegazione è evidente: Italia e Francia sono due economie mature che ormai si scambiano meno di quanto importano da oltremare. E quest’ultimo traffico ha grandi porti nazionali: Marsiglia, Valencia, Rotterdam contro cui l’Italia non è competitiva.
Molto interessante è il caso del traffico merci al valico ferroviario del Sempione, che sembra aver recuperato due terzi di quello perso dalla Val di Susa e dalla Val d’Aosta. Gli svizzeri avevano promesso che si sarebbero ripresi il traffico che avevano dirottato negli anni ’90 al di fuori della Confederazione e, con la loro proverbiale efficienza ferroviaria, lo hanno fatto. Quel che è sorprendente è che l’apertura della galleria di base del Loetschberg non sembra aver influito sul ritmo di crescita.
Le previsioni di traffico si rivelano il vero argomento centrale della questione della Torino Lione; infatti la previsione di saturazione dei valichi è la clausola fondamentale che giustifica tale progetto nel trattato di Torino del 29 gennaio 2001. Inoltre è evidente che non importa stabilire il numero di treni che possono passare ogni giorno se poi è lecito fare qualsiasi previsione in aumento.
Ma questo è anche il punto su cui l’Osservatorio si è dimostrato particolarmente di parte: il quaderno n. 2, a cui è dedicato il problema dei traffici, è il più corposo della serie, ma tutte le previsioni di traffico sono prese dal modello di LTF che rifiuta i dati reali e si basa su un’inchiesta del 2002, poi elaborata con ipotesi assurde ed incredibili, come quella che, al di là di un certo orizzonte, l’80% della crescita di traffico dell’intero arco alpino possa essere dirottata sulla Torino Lione.
L’Osservatorio è stato vago per anni sul numero dei treni che possono transitare giornalmente (dove le differenze potevano essere del 5-10%) ma ha accettato il modello LTF dove le differenze rispetto al reale sono del 200-300%, rifiutando qualsiasi confronto con i dati che oggi lo smentiscono clamorosamente.
Ed ha mascherato il fallimento della Autostrada Ferroviaria che, dai dati dei suoi stessi “Quaderni”, costa allo Stato 900 euro di deficit per ogni viaggio di camion.
Non è quindi fuor di luogo chiedere, sulle previsioni di traffico e quindi sull’attuazione o meno dell’accordo di Torino, non un nuovo Tavolo Tecnico (ce ne sono già stati 4), ma un Tavolo Tecnico Serio.
Una cosa del tutta diversa dai precedenti, dove le Ferrovie collaborino, il coordinatore sia super partes, le audizioni non siano solo quelle di amici di una parte sola, e si possa discutere sulla base dei dati reali.
Non è una richiesta peregrina: il territorio la chiede da 20 anni e fino ad ora è sempre stato preso in giro.
Mario Cavargna
Presidente di Pro Natura Piemonte
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
DUE GRAFICI CHE DA SOLI SMENTISCONO LE PREVISIONI LTF
(Lion-Turin Ferroviaire) sui flussi di traffico merci sulla linea storica Torino-Lione
(Nota: i flussi di traffico passeggeri sono irrilevanti)
http://centropacecorrie.files.wordpress ... -4-pag.pdf
(grafico tratto da Ivan Cicconi 6-9-2008).
La scelta del 1997 non è casuale: è il picco storico dei flussi di traffico merci (10 MT/anno).
In rosso le previsioni LTF, in blu i dati reali fino al 2006.
Differenza: 16 MT previste contro 6 MT reali - il tutto prima della crisi del 2008. Quanto basta per falsificare (anzi umiliare) il modello LTF.
Nel 2010 il traffico merci si è ridotto ulteriormente, anche (ma non solo) a causa della crisi, a 2.6 MT, contro una previsione LTF di 20 MT, che è il valore di saturazione teorico della linea storica (eventualmente aumentabile fino a 25-30 MT con
opportuni ammodernamenti): attualmente siamo a poco più di 1/10 del valore di saturazione
1
.
(Lion-Turin Ferroviaire) sui flussi di traffico merci sulla linea storica Torino-Lione
(Nota: i flussi di traffico passeggeri sono irrilevanti)
http://centropacecorrie.files.wordpress ... -4-pag.pdf
(grafico tratto da Ivan Cicconi 6-9-2008).
La scelta del 1997 non è casuale: è il picco storico dei flussi di traffico merci (10 MT/anno).
In rosso le previsioni LTF, in blu i dati reali fino al 2006.
Differenza: 16 MT previste contro 6 MT reali - il tutto prima della crisi del 2008. Quanto basta per falsificare (anzi umiliare) il modello LTF.
Nel 2010 il traffico merci si è ridotto ulteriormente, anche (ma non solo) a causa della crisi, a 2.6 MT, contro una previsione LTF di 20 MT, che è il valore di saturazione teorico della linea storica (eventualmente aumentabile fino a 25-30 MT con
opportuni ammodernamenti): attualmente siamo a poco più di 1/10 del valore di saturazione
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
Tav Torino-Lione, la Francia chiede “nuovo accordo” con Italia e finanziamenti a Ue
Questa mattina il quotidiano Le Figaro riportava le preoccupazioni dell'esecutivo per i troppi progetti approvati senza prevederne le spese e cita il ministro del bilancio francese conferma. La Torino-Lione, fra le linee più costose, sarebbe in cima alla lista dei depennamenti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 12 luglio 2012
Commenti (183)
La Torino-Lione ha ”un’importanza maggiore”, “diversa dagli altri”, ma per poter passare alla sua concreta realizzazione servono “nuovi finanziamenti” da parte della Ue. Sono fonti del governo francese, che all’agenzia Ansa spiegano che, in considerazione della crisi economica, serve un “nuovo accordo” con l’Italia e con Bruxelles su questa vicenda.
‘”Il lancio dei lavori definitivi necessita di un forte impegno finanziario da parte dell’Unione europea”, ha detto ancora la fonte, senza tuttavia quantificare la somma di questo contributo. La Torino-Lione “è un progetto maggiore, diverso dagli altri, che ha dimensioni europee e un importante interesse ambientale”, sottolineano ancora a Parigi, spiegando che proprio per questo serve “un altro accordo” tra le parti “che comprenda nuovi contributi” da parte di Bruxelles, visto che è la stessa Unione europea a chiedere agli Stati membri un maggiore rigore finanziario. “Il progetto è a un tale stadio di avanzamento in cui bisogna prendere una decisione definitiva”, sottolineano a Parigi.
L’ipotesi che la Francia potesse rinunciare alla linea ad alta velocità fra Lione e Torino viene accreditata dal quotidiano Le Figaro che cita le dichiarazioni del ministro del Bilancio Jerome Cahuzac: “La Francia – ha detto alla stampa francese – ha previsto una moltitudine di progetti senza aver fatto i conti con i finanziamenti. A questo punto il governo non potrà che dover rinunciare a qualche opzione”.
Tempi di crisi anche per l’Alta velocità quindi, al punto che fra i diversi progetti tra cui tagliare il Tav è al primo posto nei disegni di Parigi.
Secondo Le Figaro di oggi, a rischio di depennamento sono 10 progetti tra cui, in prima linea la Torino-Lione, la Nizza-Marsiglia e la linea Rennes-Brest.
Durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, i vicini transalpini avevano annunciato 14 progetti da qui al 2020 per complessivi 2mila chilometri di rete.
Una tabella di marcia ribadita fino a maggio dall’ex presidente e dal costo stimato di 260 miliardi di euro.
A essere fatte fuori sarebbero, spiega il giornale francese, le linee a questo punto più costose.
Per questo però, ha speigato il ministro Cahuzac, verrà istituita una commissione parlamentare ad hoc per classificare tutti i progetti in base alle priorità entro la fine dell’anno.
Ma sulla carta, la Torino Lione sarebbe tra le prime a rischio “squalifica” per il suo costo (12 miliardi di euro) e per il pesante calo registrato nel “trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent’anni fa”.
Un’altra ipotesi, la più probabile, dicono altre indiscrezioni, è che Parigi decida di proseguire nei lavori – il lato transalpino del cantiere è molto più avanzato di quello piemontese – ma di scaglionarli in diverse tranche dal budget decisamente più accettabile per le casse dello Stato. Un ridimensionamento, in ogni caso, che comporterebbe conseguenze anche sul versante italiano.
“Non bisogna trarre conclusioni affrettate”, riferisce all’Ansa una fonte del ministero del Bilancio francese (che resta anonima), spiegando che per il momento non c’è alcuna rinuncia al progetto da parte di Parigi, ma solo “una missione che sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici”. Il tempo non manca ribadisce la fonte, molti progetti di linee ad alta velocità sono previsti oltre il 2017.“E’ una questione che si deve porre alla luce dei fondi pubblici a disposizione” e ci sono “delle priorita”, ha proseguito, senza tuttavia indicare se la Torino-Lione ne faccia parte. “Ciò che abbiamo notato è che numerosi progetti annunciati dallo scorso governo (di Nicolas Sarkozy,ndr) non sono stati sufficientemente preparati e i costi sono stati sottovalutati”, prosegue la fonte. “Ora la nuova maggioranza sta semplicemente passando in rassegna tutti gli annunci dello scorso governo, perché ora le finanze pubbliche, e in Italia lo sapete bene, necessitano serietà di bilancio”. La fonte ha infine sottolineato che il rapporto di valutazione degli investimenti commissionato da Parigi verrà concluso entro la fine dell’anno.
Anche dal partito del presidente Francois Hollande arrivano dichiarazioni in difesa del Tav. La Torino-Lione “non sarà rimessa in questione per via degli accordi presi a livello internazionale e degli impegni del presidente Hollande”. Lo ha affermato il responsabile ai Trasporti dei socialisti francesi Bernard Soulage. Il progetto infatti, ha spiegato Soulage, è ripartito sul piano finanziario e fa parte, non solo di un impegno della Francia con l’Italia ma anche con l’Europa. Soulage ha detto di aver già posto la questione a Bercy per fare in modo che i risparmi non coinvolgano il progetto. In una intervista tv il ministro francese dei Trasporti, Frederic Guvillier non si espone troppo: ”Ridaremo un senso alla politica dei trasporti, che è mancato al Paese”.
Anche Mario Virano, commissario straordinario per il Tav, ridimensiona l’ipotesi: ”La Francia sta studiando il ‘fasaggio’ degli interventi sulla propria tratta nazionale della Tav Torino-Lione per selezionare gli interventi indispensabili da quelli differibili nel tempo, come ha già fatto l’Italia. “L’ambasciatore francese a Roma Alain Le Roy mi ha detto che gli impegni presi sono fuori discussione”. L’aspetto su cui tutti sembrano comunque concordare è che il governo francese stia ripensando a tutti gli investimenti sulle grandi opere.
Le reazioni italiane. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini dice di non sapere nulla dei programmi francesi: ”C’è un comitato intergovernativo italo-francese che lavora su questo. Se verrà posto il problema, lo affonteremo. Ma non mi risulta”. “Grande preoccupazione, stupore e sconcerto. Auspichiamo che quanto annunciato su uno dei più importanti quotidiani francesi sulla torino-Lione, sia quanto prima smentito dal Governo francese”. Questo il primo commento del vice coordinatore del Pdl piemontese Agostino Ghiglia. Praticamente identiche le riflessioni del parlamentare torinese del Pd Stefano Esposito: ”Un fatto gravissimo per il nostro Paese e un danno economico senza precedenti. Ho già chiesto direttamente a tutti i soggetti interessati, a cominciare dal governo, di adoperarsi per chiarire la veridicità della notizia”. Nei democratici però le posizioni sono diverse, con il capogruppo in commissione ambiente Roberto Della Seta che parla di “opera inutile” se si procederà con il raddoppio del traforo autostradale del Frejus, sarebbe continua Della Seta, “una voragine finanziaria”. Tutti d’accordo invece a sinistra. Storicamente contrario al Tav Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: “La notizia è importantissima: a questo punto solo l’Italia si ostina a portare avanti una grande opera inutile dal punto di vista del traffico di merci e persone, costosissima in termini economici, dannosa per l’ambiente e per la popolazione valsusina, che tra l’altro da tempo subisce la totale e vergognosa militarizzazione del proprio territorio”. Pungente invece Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: ”Sono davvero curioso di sapere – se si confermeranno i giusti dubbi e le perplessità del governo francese – come reagiranno in Italia coloro che ideologicamente e con una punta di fanatismo hanno propagandato la favola della Tav”. Sull’argomento interviene anche Beppe Grillo: ”In Francia oggi si accorgono che laTorino-Lione è inutile. Lo diciamo da anni. E i manifestanti No Tav sono ancora in carcere senza processo”. Il cofondatore del Movimento 5 stelle da sempre fortemente contrario alla linea ad alta velocità continua: “Un Paese che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile? Allora vuol dire che la Tav è molto utile a qualcuno”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... av/291769/
Questa mattina il quotidiano Le Figaro riportava le preoccupazioni dell'esecutivo per i troppi progetti approvati senza prevederne le spese e cita il ministro del bilancio francese conferma. La Torino-Lione, fra le linee più costose, sarebbe in cima alla lista dei depennamenti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 12 luglio 2012
Commenti (183)
La Torino-Lione ha ”un’importanza maggiore”, “diversa dagli altri”, ma per poter passare alla sua concreta realizzazione servono “nuovi finanziamenti” da parte della Ue. Sono fonti del governo francese, che all’agenzia Ansa spiegano che, in considerazione della crisi economica, serve un “nuovo accordo” con l’Italia e con Bruxelles su questa vicenda.
‘”Il lancio dei lavori definitivi necessita di un forte impegno finanziario da parte dell’Unione europea”, ha detto ancora la fonte, senza tuttavia quantificare la somma di questo contributo. La Torino-Lione “è un progetto maggiore, diverso dagli altri, che ha dimensioni europee e un importante interesse ambientale”, sottolineano ancora a Parigi, spiegando che proprio per questo serve “un altro accordo” tra le parti “che comprenda nuovi contributi” da parte di Bruxelles, visto che è la stessa Unione europea a chiedere agli Stati membri un maggiore rigore finanziario. “Il progetto è a un tale stadio di avanzamento in cui bisogna prendere una decisione definitiva”, sottolineano a Parigi.
L’ipotesi che la Francia potesse rinunciare alla linea ad alta velocità fra Lione e Torino viene accreditata dal quotidiano Le Figaro che cita le dichiarazioni del ministro del Bilancio Jerome Cahuzac: “La Francia – ha detto alla stampa francese – ha previsto una moltitudine di progetti senza aver fatto i conti con i finanziamenti. A questo punto il governo non potrà che dover rinunciare a qualche opzione”.
Tempi di crisi anche per l’Alta velocità quindi, al punto che fra i diversi progetti tra cui tagliare il Tav è al primo posto nei disegni di Parigi.
Secondo Le Figaro di oggi, a rischio di depennamento sono 10 progetti tra cui, in prima linea la Torino-Lione, la Nizza-Marsiglia e la linea Rennes-Brest.
Durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, i vicini transalpini avevano annunciato 14 progetti da qui al 2020 per complessivi 2mila chilometri di rete.
Una tabella di marcia ribadita fino a maggio dall’ex presidente e dal costo stimato di 260 miliardi di euro.
A essere fatte fuori sarebbero, spiega il giornale francese, le linee a questo punto più costose.
Per questo però, ha speigato il ministro Cahuzac, verrà istituita una commissione parlamentare ad hoc per classificare tutti i progetti in base alle priorità entro la fine dell’anno.
Ma sulla carta, la Torino Lione sarebbe tra le prime a rischio “squalifica” per il suo costo (12 miliardi di euro) e per il pesante calo registrato nel “trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent’anni fa”.
Un’altra ipotesi, la più probabile, dicono altre indiscrezioni, è che Parigi decida di proseguire nei lavori – il lato transalpino del cantiere è molto più avanzato di quello piemontese – ma di scaglionarli in diverse tranche dal budget decisamente più accettabile per le casse dello Stato. Un ridimensionamento, in ogni caso, che comporterebbe conseguenze anche sul versante italiano.
“Non bisogna trarre conclusioni affrettate”, riferisce all’Ansa una fonte del ministero del Bilancio francese (che resta anonima), spiegando che per il momento non c’è alcuna rinuncia al progetto da parte di Parigi, ma solo “una missione che sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici”. Il tempo non manca ribadisce la fonte, molti progetti di linee ad alta velocità sono previsti oltre il 2017.“E’ una questione che si deve porre alla luce dei fondi pubblici a disposizione” e ci sono “delle priorita”, ha proseguito, senza tuttavia indicare se la Torino-Lione ne faccia parte. “Ciò che abbiamo notato è che numerosi progetti annunciati dallo scorso governo (di Nicolas Sarkozy,ndr) non sono stati sufficientemente preparati e i costi sono stati sottovalutati”, prosegue la fonte. “Ora la nuova maggioranza sta semplicemente passando in rassegna tutti gli annunci dello scorso governo, perché ora le finanze pubbliche, e in Italia lo sapete bene, necessitano serietà di bilancio”. La fonte ha infine sottolineato che il rapporto di valutazione degli investimenti commissionato da Parigi verrà concluso entro la fine dell’anno.
Anche dal partito del presidente Francois Hollande arrivano dichiarazioni in difesa del Tav. La Torino-Lione “non sarà rimessa in questione per via degli accordi presi a livello internazionale e degli impegni del presidente Hollande”. Lo ha affermato il responsabile ai Trasporti dei socialisti francesi Bernard Soulage. Il progetto infatti, ha spiegato Soulage, è ripartito sul piano finanziario e fa parte, non solo di un impegno della Francia con l’Italia ma anche con l’Europa. Soulage ha detto di aver già posto la questione a Bercy per fare in modo che i risparmi non coinvolgano il progetto. In una intervista tv il ministro francese dei Trasporti, Frederic Guvillier non si espone troppo: ”Ridaremo un senso alla politica dei trasporti, che è mancato al Paese”.
Anche Mario Virano, commissario straordinario per il Tav, ridimensiona l’ipotesi: ”La Francia sta studiando il ‘fasaggio’ degli interventi sulla propria tratta nazionale della Tav Torino-Lione per selezionare gli interventi indispensabili da quelli differibili nel tempo, come ha già fatto l’Italia. “L’ambasciatore francese a Roma Alain Le Roy mi ha detto che gli impegni presi sono fuori discussione”. L’aspetto su cui tutti sembrano comunque concordare è che il governo francese stia ripensando a tutti gli investimenti sulle grandi opere.
Le reazioni italiane. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini dice di non sapere nulla dei programmi francesi: ”C’è un comitato intergovernativo italo-francese che lavora su questo. Se verrà posto il problema, lo affonteremo. Ma non mi risulta”. “Grande preoccupazione, stupore e sconcerto. Auspichiamo che quanto annunciato su uno dei più importanti quotidiani francesi sulla torino-Lione, sia quanto prima smentito dal Governo francese”. Questo il primo commento del vice coordinatore del Pdl piemontese Agostino Ghiglia. Praticamente identiche le riflessioni del parlamentare torinese del Pd Stefano Esposito: ”Un fatto gravissimo per il nostro Paese e un danno economico senza precedenti. Ho già chiesto direttamente a tutti i soggetti interessati, a cominciare dal governo, di adoperarsi per chiarire la veridicità della notizia”. Nei democratici però le posizioni sono diverse, con il capogruppo in commissione ambiente Roberto Della Seta che parla di “opera inutile” se si procederà con il raddoppio del traforo autostradale del Frejus, sarebbe continua Della Seta, “una voragine finanziaria”. Tutti d’accordo invece a sinistra. Storicamente contrario al Tav Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: “La notizia è importantissima: a questo punto solo l’Italia si ostina a portare avanti una grande opera inutile dal punto di vista del traffico di merci e persone, costosissima in termini economici, dannosa per l’ambiente e per la popolazione valsusina, che tra l’altro da tempo subisce la totale e vergognosa militarizzazione del proprio territorio”. Pungente invece Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: ”Sono davvero curioso di sapere – se si confermeranno i giusti dubbi e le perplessità del governo francese – come reagiranno in Italia coloro che ideologicamente e con una punta di fanatismo hanno propagandato la favola della Tav”. Sull’argomento interviene anche Beppe Grillo: ”In Francia oggi si accorgono che laTorino-Lione è inutile. Lo diciamo da anni. E i manifestanti No Tav sono ancora in carcere senza processo”. Il cofondatore del Movimento 5 stelle da sempre fortemente contrario alla linea ad alta velocità continua: “Un Paese che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile? Allora vuol dire che la Tav è molto utile a qualcuno”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... av/291769/
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Re: Facciamo ancora la TAV? dopo questo disastro
in Francia c'è un evidente ripensamento sull'utilità e sul costo di quest'opera.
.
questo mi conforta,
.
inoltre riabilità tutte quelle persone che sono state descritte e soprattutto trattate come terroristi perchè contrarie alla TAV.
.
spero tanto che questa "pausa di riflessione" francese serva a rallentare,ripensare e fermare questo demenziale progetto.
.
period.
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questo mi conforta,
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inoltre riabilità tutte quelle persone che sono state descritte e soprattutto trattate come terroristi perchè contrarie alla TAV.
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spero tanto che questa "pausa di riflessione" francese serva a rallentare,ripensare e fermare questo demenziale progetto.
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period.
Chi c’è in linea
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